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dal sito napoLibera http://www.napolibera.eu/

Berlus-Togliatti sconfigge Fini-nguer      

 

No, non è stata la lunga notte del Gran Consiglio sognato dagli inglesi e ameri.com… bensì l'esatto opposto!
Il Comitato Centrale del 'Popolo della Libertà, riunito ieri per discutere sulle note questioni del "dissenso" finiano, ha regalato alla Politica un dibattito vivo e appassionato, che solo un deficiente come Balanzone-Bersani finge di disprezzare: «in Europa è inconcepibile!».
E in effetti è così. Senza volerlo, l'idiota ha detto il vero.
Perché è proprio l'Italia che ha inventato, prima con Giulio Cesare (la praxis), e poi con Machiavelli (la teoria), indi con una lunga serie di "profeti"moderni (Alfredo Oriani, Antonio Gramsci, Giovanni Gentile sono gli iniziatori), la categoria stessa della "Politica" come unico connubio, di scienza e di fantasia !
Al seguito del Segretario Fiorentino che inventò il tòpos de "Il Principe", vennero poi Jean Bodin e Thomas Hobbes, rispettivamente giustificatori ex-post della monarchia francese e dell'isola-pirata, già da allora a conflitto, siamo in pieno Seicento.
Montesquieu e John Locke vennero molto dopo.
Che differenza allora col "Segretario Piacentino" del Democratic Party, lo zombie a manovella di D'Alema fu-Beograd!
Così chi abbia seguito, per radio e per TV, la dialettica forte e virile che si è sviluppata in aperto dibattito all'Auditorium della Conciliazione, ha ben potuto riconoscere, con felice sorpresa, quegli straordinari Comitati Centrali e o Consigli Nazionali che furono appannaggio dei grandi Partiti popolari del dopoguerra, PCI, DC o PSI che fosse.
Discussioni memorabili, scontri epocali, tra questa o quella posizione politica.
Il ricordo corre in particolare, per clamorosa analogia, al famoso Comitato Centrale del PSI del dicembre del 1980, vivente ancora Pietro Nenni, e segretario Bettino Craxi che garantiva il governo DC-PSI con «delimitazione della maggioranza» da cui era escluso il PCI berlingueriano, già da tempo totalmente accucciato "sotto la NATO".
In quel consesso era attiva ed operante la cosiddetta "Corrente Petromin". Ossia la frazione filo-berlingueriana e filo-inglese di Claudio Signorile, finanziata a piè di lista da una corposa tangente anglo-saudita (erogata dalla società Petromin: ben 7 miliardi di lire d'epoca) per rovesciare, tramite compravendita di dirigenti e di parlamentari, il sovranista Craxi dalla segreteria: e così far entrare i berlingueriani nell'area di governo.
Fu una drammatica battaglia, vinta in extremis da Bettino Craxi su Signorile, mercè il "passaggio di campo" delle truppe di Gianni De Michelis in favore del "Garofano", abbandonando la trincea signoriliana.
Ebbene come già dimostrato da napoLibera in tanti suoi interventi, ieri era ancora questa la "corrente", invero flebilissima, che, riparata dietro l'"ombra di Fini", muoveva gli àscari degli inglesi all' attacco di Berlusconi, stavolta davvero nelle vesti di Leader Nazionale, di un movimento tutt'altro che di plastica, come ci è pure noto sin dal '94 quando nacque.
Gli stessi identici, per via familiare, che all'epoca di Signorile "dissidente": perché infatti anche questa frazioncina numericamente irrilevante viene "animata", per così dire, da un suo stretto sodale, e suo cassiere: Eugenio Buontempo, celebre finanziere, che per puro accidente è pure il suocero di Italo Bocchino!
Il "misirizzi" ospite in permanenza di tutti i salottini mediatici afferenti al berlinguerismo: da quello della "Repubblikina" del prence-collabò, alla RAITRE/TG-BR, da quella prolifica famiglia direttamente teleguidati: proprio come una volta lo erano i signoriliani stessi !
Anche questo sostenuto dagli inglesi, come risulta personalmente a napoLibera -che quel connubio apertamente rifiutò, accettando anche di pagarne le dovute spese, come del resto tocca a qualunque cervello che funzioni (se sei "culo" è diverso: basta aprire la porta)- fin dal 14 maggio del 2001.
Creando, attraverso l'homunculus allo scopo adibito, una "corrente inglese", proprio per contenuti politici, nel centrodestra del vincitore Berlusconi.
Diciamolo, una vera ridicolaggine: perché è proprio da allora, ricordatevi del susseguente imbroglio dell'11 settembre, che il mondo fece una svolta in direzione della Rinascita delle Nazioni, a partire dalla Russia di Putin.
E che di conseguenza una "applicazione meccanica" delle dottrine neo.com, con tutto il dogmatico corredo di quel "politically correct" da esportare tal quale -oggi la sostanza stessa, antiquata, del finismo più soccombente, per "manu militari" o via pacifica "unionista-europeista" secondo il caso- era del tutto astratta ed irreale! Cioè "perdente", nella nuova situazione.
Niente da fare, il militare è militare! Uso a obbedir tacendo, o perfino parlando, come Bocchino.
 


«Il bolscevismo non è adatto all'Italia, noi dobbiamo sviluppare una via nazionale ed italiana».
Era questo il richiamo permanente anche di Palmiro Togliatti, di fronte ai dissidenti '"di sinistra" che allignavano pure nel PCI, e reclamavano ad ogni piè sospinto, «rivoluzione permanente subito»!
Oggi si dice: nozze tra ricchioni, aborto ad libitum, immigrazione uguale eccetera eccetera.
(Il bagaglio finiano, dal liquidotto "British Gas" in qua, via Brindisi, anno 2003 di questo millennio. Che prima diceva invece l'esattamente opposto: i froci non dovevano neppure insegnare nelle scuole!).
Uno di quelli, allora, il loro capintesta, era Luigi Pintor.
Colui che fonderà più tardi, con il sostegno occulto di Enrico Berlinguer, come rivela Massimo Caprara ("Paesaggio con figure", Ares editore), il gruppo de "il Manifesto": "filocinese" per essere anti-russo. Che il Pintor stesso si recò apposta a Pechino per esaltare, contrapposta ad Amendola e Togliatti, la grande rivoluzione culturale proletaria!!!
Foraggiato largamente dai servizi inglesi, come dalle rivelazioni del Foreign Office, nei documenti declassificati apparsi sui giornali due anni fa.
Bene: ieri allora, si è svolta una "postilla" a quegli scontri aperti dei Comitati Centrali del PCI, dove il "realista" Togliatti, insieme al nazionalista Giorgio Amendola, sosteneva l'urto degli "estremisti" che una sola cosa davvero aborrivano: proprio la via nazionale ed italiana.
Si vide dopo, e si vede ancor oggi, quanto tutti questi "furori eroici" fossero invece funzionali al vero e proprio collaborazionismo "sotto la NATO", e contro l'Italia.
Dove gli ultimi ascari dell'anglo-berlinguerismo, in posizione egemone su tutti i media, tele o piombati che siano, combattono le loro battaglia di retroguardia, anti-Riformatrice, in difesa della casta giudiziaria, della Corte Costituzionale e del suo "potere di veto" alla Sovranità Popolare, del Quirinale ugualmente intoccabile, e di qualunque "contrappeso" ostacoli l'aperta volontà della Nazione, espressa col voto popolare.
Sì da potersi dire un'altra volta che gli sconfitti del Gran Consiglio PDL sono proprio loro, sia pure nelle vesti di un manichino abbigliato in flanelle britanniche, ma del tutto privo di anima, carne e sangue, ossia l'essenza stessa della Politica con la «P» maiuscola.
Anglo-berlingueriani, tenetevi il "Bocchino parlante" ogni sera in TV: noi suoneremo i nostri Machiavelli, Oriani, Gramsci e Gentile.
Poi vediamo chi vince.


NapoLibera ,Mercatino di fatti e Idee a cura di Gianni Caroli.
 

Il commento di Giorgio Vitali


Il sistema d'analisi della situazione politica interna del nostro paese che segue, è la forma che noi preferiamo per una serie di ragioni, fra le quali bisogna annoverare l'utilizzo, come forma culturale di riferimento, del pensiero di autori che ci sono cari, non solo perchè italiani, ma anche perchè sono pensatori all'origine della nostra "cultura" storica e politica. Inutile aggiungere che la grande politica nasce necessariamente in Italia, come eredità diretta dall'impero per eccellenza, quello romano. se ci riferiamo ai citati Oriani e Gentile, ci rendiamo conto anche che l'intera cultura che ha sostanziato il fascismo come ideologia politica è un esempio di politica essenziale. "Politique d'abord", come direbbe Pietro Nenni, e come tentò di fare il suo erede Bettino Craxi. contro, beninteso, l'ideologismo di copertura che ha caratterizzato una serie di politiche antinazionali come quelle elaborate e messe in pratica da pseudo italiani all'ombra del cupolone, del Cremlino o di Wall Street.
Noi abbiamo avuto fino ad oggi molta cura nel confrontarci con tutti coloro che in qualche modo dipendono dalla nostra conoscenza, dalle nostre idee e dalla nostra attenzione. per questo ci sentiamo di esporci nei giudizi, forti della constatazione che le nostre radici si intrecciano con la nostra cultura storica (intendendo per cultura la lettura assidua e lo studio degli avvenimenti integrati con l'esperienza individuale).
Il secondo elemento di positività dell'analisi qui pubblicata consiste nel saper vedere in quanto avviene in Italia che, ricordiamolo sempre, non è alla periferia del mondo ma nel centro di esso, una proiezione degli avvenimenti geopolitici essenziali. Questa capacità di vedere concretamente i fatti nelle loro proiezioni a livello mondiale, prerogativa essenziale nella comprensione di tutti i fenomeni che ci riguardano, e non solo storici, è assolutamente elitaria, esistendo ancora oggi in Italia tanti pseudo pensatori che ci rinfacciano di essere troppo interessati alla geopolitica e, di conseguenza, alla costruzione di Eurasia.
Noi sappiamo tuttavia di essere ancora un'avanguardia, ma che verremo riconosciuti quanto prima come iniziatori in politica di un metodo di studio molto più consono alle esigenze di un mondo necessariamente globalizzato. E d'altronde Oriani è stato sistematicamente ignorato fino ad oggi, Giovanni Gentile deliberatamente assassinato, ed Antonio Gramsci ha sviluppato un'analisi storico politica che possiamo annoverare come esempio innegabile di italianità (essi vanno anche ricordati come manifestazione di quel realismo sociologico che ha caratterizzato anche i nostri Michels, Mosca e Pareto). In questo gruppo vogliamo inserire anche la nostra Federazione, che si è assunta da decenni, contro un silenzio ignavo, il compito non lieve di illustrare agli italiani come stanno realmente le cose. 

Giorgio Vitali