Bioetica fra Chiesa e
Stato
Il confronto fra Stato e
Religione nell’epoca della tecnoscienza
Giorgio Vitali
«Non capisco bene perché gli uomini che credono
agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono
negli angeli»
George Bernard Shaw
«L’indifferenza è il peso morto della storia… L’indifferenza è
abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita… Alcuni
piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno
o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se
avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo quel
che è successo?»
A. G.
«Viandante, sono le tue orme il cammino e nient’altro; viandante, la
strada non c’è; si fa la strada nell’andare. Nell’andare si segna la
strada, e nel volgere lo sguardo indietro si vede il cammino che mai
si deve tornare a percorrere. Viandante: non c’è la strada, ma scie
nel mare»
Antonio Machado, "Proverbi e canzoni", XXIX |
Le sentenze che abbiamo posto all’inizio di questa trattazione dovrebbero
servire a far comprendere le nostre intenzioni.
Ci troviamo infatti, tutti noi, ineludibilmente di fronte ad un bivio molto
significativo, che dobbiamo imboccare sapendo che la strada che dovremo
scegliere è direttamente legata alla nostra autentica libertà. Individuale e
collettiva. Lo scontro oggi in atto, apparentemente fra due posizioni
antitetiche, cioè fra religiosità e laicismo, non ci sembra risolutivo, perché
si tratta di due sfaccettature di un’ideologia apparentemente dilacerata, ma
nella sostanza accettata. Perché le due posizioni che si scontrano sulla scena
nazionale e mondiale non rinunciano al cardine della modernità: il progresso
tecnico-scientifico. Che per gli uni costituisce il mito progressista mentre per
gli altri il disegno della provvidenza.
In ambedue i casi, cioè per ambedue le visioni del mondo, l’uomo nella pienezza
della sua capacità decisionale, (che dovrebbe essere supportata da uno Stato
capace di prendersi le proprie responsabilità, senza delegare la propria
"essenza morale" ad altri), non esiste. Per i gestori di questo potere, sono
altri che devono stabilire se come e quando un individuo può esercitare il
diritto di scelta sulla personale esistenza. E tuttavia, anche il personalismo
individualistico d’impronta liberista, che permea il tessuto della presente
società in apparenza civile, che crede nella "libertà" propagandata ed imposta
dal sistema consumista, in realtà non ha alcuna incidenza nelle scelte
apparentemente "libere" delle persone proprio nei momenti cruciali della loro
esistenza. [Il papa ha recentemente dichiarato che «Ogni essere umano ha valore
in se stesso». Posizione condivisibile ma, a nostro giudizio, insufficiente,
come cercheremo di dimostrare in seguito].
Perché è la falsità intrinseca del contesto sociale che travisa necessariamente
qualsiasi capacità decisionale, facendo credere libere le scelte che in realtà
sono dettate dal sistema. Il caso della legge sui trapianti, che non lascia
alcuna libertà decisionale alle persone mentre vien fatto credere nella libertà
di donazione degli organi (tanto richiesti dal sistema speculativo), fino al
punto che il Ministero della sanità stesso ha dovuto falsificare il concetto di
"consenso informato" per lasciar libero campo agli avvoltoi, è molto indicativa
sulla direzione di fatto intrapresa da questa società, per cui, per chi conosce
i retroscena, le tante chiacchiere non sono profuse soltanto a sproposito, ma
con intenti chiaramente mistificatori, per coprire, evidentemente, il giro di
interessi che comunque sottintende le attività prese in considerazione. Come
vedremo in seguito.
In questo momento tra le due forze che si contendono l’egemonia non si delinea
ancora il vincitore. Siamo ancora in tempo per intervenire, forti della Nostra
Tradizione storica e culturale.
Tradizione ellenistico-romana
Quando noi ci riferiamo alla tradizione, riteniamo più che sufficiente fare
riferimento a quel complesso di Norme etiche che Marcuse definiva: «Il principio
della realtà non repressivo».
Questo fondamentale principio noi lo troviamo non solo nella complessità della
Mitologia classica, ma anche e soprattutto nella Medicina classica, che ha avuto
come iniziatori Alcmeone da Crotone, stessa origine storico-geografica del
Pitagorismo, ed Ippocrate di Kos.
Fu in quest’ambito che nacque il "Giuramento di Ippocrate", ancora oggi
fondamento dell’etica in medicina, visto che viene fatto giurare ai giovani
laureati in medicina all’atto di iscrizione al relativo Ordine. A questi
potremmo aggiungere un altissimo numero di medici "classici" che hanno elaborato
e continuato una concezione unitaria "olistica" dell’essere umano, (Soranus di
Efeso, Oribasius, Plinius il vecchio, lo Pseudo Apuleius, Antonius Musa), la
scuola viennese di Boerhaave fiorita nel XVIII secolo, che cercò di conciliare
l’ippocratismo con i princìpi della iatrochimica e della iatromeccanica
(Paracelso), e di recente ripresa dalla Scuola Costituzionalistica Italica di De
Giovanni, Viola e Pende con la moderna "neuroendocrinologia correlativa".
La concezione pitagorico-ippocratica, peraltro ripresa dall’OMS, definisce lo
stato di salute come una condizione di equilibrio interno (microcosmo) ed
esterno (macrocosmo). Su questo argomento torneremo quanto prima in prossimi
articoli dedicati allo stesso argomento, perché è evidente che un sistema basato
sull’individualismo personalista ignora l’ambiente circostante, cioè gli altri
esseri viventi, presi nella loro interezza, per garantire il solo interesse
individuale, al di fuori di qualsiasi etica, soltanto a chi se lo può
permettere.
Dibattito sulla "donazione"
È evidente che il cosiddetto "progresso tecnico scientifico" ha prodotto
situazioni che in passato non potevano essere previste. La possibilità di poter
trapiantare organi da vivente (altrimenti non potrebbero rimettersi in funzione)
ha costretto ad elaborazioni concettuali che hanno sviluppato un ampio dibattito
sulla cosiddetta "donazione", dove in realtà di donazione c’è ben poco, perché,
come abbiamo in precedenza sostenuto, ben poche persone sono state messe in
condizione di prevedere cosa potrebbe accadere loro in caso deprecato di "morte
cerebrale". E questa è la ragione per la quale, giustamente, la Chiesa chiede
insistentemente una legge sul «testamento biologico».
E tuttavia, visti gli interessi economici in gioco, si continua ufficialmente a
parlare di "donazione" (vedi interventi di Stefano Rodotà) mentre in realtà gli
espianti sono, nel maggior numero dei casi, delle "rapine".
A cominciare da quelli "lacrimevoli" di genitori che donano il corpo del figlio
come ne fossero i proprietari per «antico e biblico diritto divino».
Tale è anche il caso dl padre della Englaro, il quale, sia pure con le migliori
intenzioni, e nessuno potrebbe dubitare dell’amore del padre verso la figlia,
chiede insistentemente la morte per la figlia, con giustificazioni del tipo…
«mia figlia non avrebbe tollerato questo tipo di sopravvivenza».
Oggi in Italia, come ai tempi di Terry Schiavo negli USA, il dibattito sul caso
è molto sostenuto, perché chiunque ci si sente coinvolto, ma proprio per questo
non ci pare che siano messe in evidenza alcuni aspetti che si cerca, anzi, di
tenere ben celati. [È questo il classico caso denominato "mercato della salute"
uno dei mercati più infami in quanto coperto da apparente e mitizzato
altruismo].
Che cioè il concetto di "morte cerebrale" è un espediente, tanto più falso in
quanto siamo in possesso di pubblicazioni scientifiche ad alto livello, ottenute
utilizzando la PET (Positron Emission Tomography) che dimostrano la persistenza
di vita cerebrale in individui con EEG piatto.
Ma, vedi caso, interviene il medico del papa, Rodolfo Proietti, ordinario di
anestesia e rianimazione alla cattolica di Roma, il quale ha dichiarato «È
irreversibile soltanto la morte cerebrale». ("Il Messaggero", 16 novembre 2008)
Che infine, il corpo umano, vivo, morto o non ancora nato, nel corso degli
ultimi decenni si è avviato ad acquisire la consistenza di un vero e proprio
"bene" giuridico ed economico.
Non vogliamo, in questo inizio di trattazione, entrare in un dibattito destinato
all’inconcludenza, perché senza un forte potere decisionale dello Stato, e
questo può essere ripristinato soltanto con la morte dello Stato
liberal-liberista e la ricostituzione dello Stato Etico. Ricordiamo che il
concetto di Stato Etico non è un’astrazione, al contrario si tratta di uno Stato
che ha a cuore innanzitutto gli aspetti "morali", cioè spirituali, delle persone
che di esso fanno parte.
Discussione a parte, è evidente che la mercificazione del corpo umano, è
conseguenza diretta di due concezioni scientifiche afferenti ad una stessa
ideologia. Il materialismo scientista che considera il corpo qualcosa di
differente e di separato dall’aspetto metafisico che invece informa l’esistenza
di qualsiasi essere umano, e la concezione utilitaristica, contrattualistica ed
economica che ha pervaso le mentalità delle classi egemoni in questo momento
storico.
Giorgio Vitali
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