http://blog.panorama.it/mondo/2012/02/10/brigate-islamiche-e-occidentali-in-siria-per-combattere-assad/
Brigate islamiche e
occidentali in Siria per combattere Assad
Gianandrea Gaiani
Gianandrea Gaiani ha seguito sul
campo tutte le missioni militari italiane.
Dirige "Analisi Difesa", collabora
con i quotidiani "Il Sole 24 Ore", "Il Foglio" e "Libero" ed è
opinionista del "Giornale Radio RAI" e "Radio Capital".
Ha scritto "Iraq Afghanistan:
guerre di pace italiane".
Venerdì 10 Febbraio 2012 |
Qualcuno, richiamando il ricordo dei volontari stranieri che combatterono negli
anni '30 in Spagna per la Repubblica, le ha chiamate brigate internazionali ma
per i russi si tratta di forze straniere entrate illegalmente in Siria per
fomentare la rivolta contro il regime di Bashar Al Assad. Sul piano militare le
unità militari e paramilitari straniera segnalate a Homs e in altre località del
nord al fianco dell'esercito ribelle siriano costituiscono una forza di supporto
e consulenza militare simile a quella che operò l'anno scorso in Libia composta
da militari del Qatar, uomini delle forze speciali e della Legione straniera
francese, incursori di Sua Maestà che invio in Cirenaica anche contractor, ex
militari assoldati con i petrodollari degli Emirati Arabi Uniti.
Forze che riuscirono ad assistere l'armata brancaleone dei ribelli libici, che
diedero preziose indicazioni ai jet della NATO a caccia di bersagli e che in
qualche caso svolsero un ruolo di punta nella conquista di alcune città quali
Tripoli, Sirte e Bani Walid. Da tempo il sito israeliano "Debka", molto ben
informato si temi militari e d'intelligence, ha segnalato la presenza di
istruttori francesi e britannici nei campi militari che i turchi hanno messo a
disposizione dell'Esercito Siriano Libero a Iskenderun.
È però la prima volta che emergono dettagli circa la presenza di uomini dello
Special Air Service (SAS) britannico a Homs al fianco di truppe del Qatar (tutti
ovviamente senza uniformi nazionali) così come delle operazioni condotte dai
miliziani libici, tra i 100 e i 600 a seconda delle fonti, che avrebbero
raggiunto in dicembre il territorio siriano per unirsi ai ribelli. Tutti
appartenenti alle brigate islamiste dell'ex membro di Al Qaeda Abdelhakim Belhaj,
le cui milizie controllano ancor oggi gran parte di Tripoli, probabilmente con
il rinforzo di molti miliziani sunniti iracheni veterani della guerra contro gli
statunitensi. Una sorta di legione straniera sunnita e islamista guidata dal
Qatar e dall'Arabia Saudita.
Secondo "Debka", ma la notizia è stata confermata anche da Mosca, i soldati
britannici non stanno combattendo contro le truppe di Assad ma svolgono un ruolo
di supporto, di consiglieri militari dei ribelli gestendone le comunicazioni e
il flusso di armi ne munizioni che affluisce dalla Turchia. Britannici e
qatarini avrebbero costituito ben 4 comandi a Homs nei quartieri di Bab Amro,
Khaldiya, Bab Derib e Rastan. La fotocopia di quanto avvenne in Libia dove
emerse che il SAS britannico era presente in Cirenaica già nei primi giorni
della rivolta di Bengasi e forse anche da molto prima. Gli Stati Uniti intanto
si preparerebbero a fornire armi ai ribelli siriani.
Aldilà delle valutazioni sulla crisi siriana la presenza di forze militari
straniere di fatto costituisce un atto di guerra in un confronto che non quindi
più tra siriani. Dopo essersi evoluta da rivolta popolare a guerra civile, la
crisi siriana sta quindi diventando un vero conflitto armato tra alcuni Paesi
alleati degli insorti e le forze governative. Un eventuale attacco
internazionale come quello che sta pianificando il Central Command statunitense
amplierebbe solo le dimensioni del confronto bellico ma non ne muterebbe la
natura già ora determinata dall'intervento militare straniero.
Secondo in discrezioni diffuse nei giorni scorsi le forze di Bashar Assad
sarebbero affiancate a Damasco da uomini delle forze speciali di Mosca, gli
Spetsnaz. Notizia certo tutta da verificare ma sarebbe curioso se i vecchi
nemici della guerra fredda, SAS britannici e Spetsnaz russi, dovessero
affrontarsi in battaglia nelle strade di Damasco.
Gianandrea Gaiani
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