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Maurizio Barozzi 

Come la penso su certe prese di posizione di

Vincenzo Vinciguerra

 

Maurizio Barozzi  (15/10/2013)

 

La pubblicazione on Line del mio saggio "MSI, il grande inganno", la positiva recensione fatta da Vincenzo Vinciguerra dello stesso, e il mio precedente articolo "Onore a Vincenzo Vinciguerra", mi hanno fatto giungere molti apprezzamenti, ed anche alcune richieste di chiarimenti.

Stiamo parlando di Vinciguerra, una persona scomoda che tutto un certo ambiente, anche per cattiva coscienza, ha esorcizzato.

Circa la posizione di Vinciguerra in merito ai distinguo tra fascismo e neofascismo e in merito ad un impegno verso la ricerca della verità storica, è da condividere in pieno. Tanto sono evidenti le sue denunce e le sue analisi che, ancor prima di me, furono i fascisti della FNCRSI (Federazione Nazionale Combattenti della RSI), ad esprimere apprezzamenti per Vinciguerra.

Premesso che poi io non ho alcuna pretesa di attestare una ortodossia fascista, rendendomi ben conto che nel fascismo hanno convissuto molte anime, di destra e di sinistra, cattoliche e pagane, gentiliane ed evoliane e così via, in questo senso il problema non si pone, e semmai ho preteso che la principale attestazione di un fascista e del fascismo fosse quella di tutelare la sovranità e l'indipendenza della Nazione, ed in questo devo storicamente constatare che le correnti, diciamo così di destra, sono quelle che più hanno disatteso questo postulato, ponendosi da sole fuori dal fascismo. Ma questa è una condanna storica, non ideologica e né tantomeno ad personam.

E veniamo a come la vede Vinciguerra e come la vedo io, su due aspetti particolari: la denuncia dei collusi e informatori di Caserme e Servizi, e il cosiddetto "evolismo".

 

Il giudizio sui collusi

Su questo aspetto, Vinciguerra, forte di esperienze personali, documentazioni atti processuali, ecc., che ha avuto la possibilità di approfondire nelle lunghe giornale di prigione, oltre a sue deduzioni, tende a fare di tutta un erba un fascio, bollando quasi tutti i neofascisti di collusioni, quindi di tradimento verso l'idea e soprattutto verso gli interessa della nazione, perché quelle collusioni comportavano di essere collusi o in servizio degli apparati di questo Stato democratico antifascista, nato dalla resistenza, a sua volta subordinato ai nostri colonizzatori atlantici. Il risultato è stata la collaborazione di questi pseudo neofascisti alla strategia della tensione, se non allo stragismo.

Io condivido molte analisi di Vinciguerra, con la sola riserva che sulla delicata e infamante accusa di stragismo, ci vado con i piedi di piombo, e parlo sempre genericamente di "neofascisti" collusi e coinvolti, mai personalmente, facendo dei nomi e questo perché, come già lo ritenevamo a suo tempo nella FNCRSI, lo stragismo contro il popolo italiano, per qualsivoglia motivo perpetrato, non ha scusanti e dovrebbe essere passibile di fucilazione alla schiena.

Di fronte a questa drastica convinzione, non mi sento di addossare pubblicamente colpe di bombaroli a chicchessia, perché i mie mezzi di indagine sono limitati e quindi non vorrei commettere gravi errori. Questo non toglie che ritengo di sapere bene chi sono i responsabili di Piazza Fontana, e di altre mascalzonate del genere, ma sono deduzioni che tengo per me, non le esterno pubblicamente, mi basta additare genericamente l'ambiente "neofascista".

E veniamo alla generalizzazione delle accuse di "collusioni".

Qui purtroppo coinvolgiamo quello che, volenti o nolenti, è il nostro album di famiglia. Io stesso frequentai il MSI fin dai 13 anni, nel 1960, scappandone schifato, nel 1966, poi la mia militanza politica è stata, per fortuna, tra i veri fascisti, della FNCRSI, ma questo non toglie che ho conosciuto tanti personaggi, con alcuni sono stato amico, seppur con loro politicamente in dissidio, che erano militanti nel MSI, in ON o in AN.

Questo per dire che le nostre origini sono quelle, in virtù delle sporche operazioni che, fin dal 1945, portarono un certo ambiente a poco a poco su sponde di destra. Non c'è niente da fare, la politica viaggia su gambe umane ed è quindi evidente, che se al tempo, il MSI soprattutto, rappresentava a torto (sicuramente) o a ragione, nell'immaginario collettivo, il neofascismo, le giovani generazioni passavano da lì, perché quello passava il convento.

Questo mi porta a essere molto accorto, nell'esprimere condanne e anatemi personali di qualunque tipo.

Dunque, fermo restando che questo ambiente degenerato del neofascismo, è spesso passato attraverso collusioni, derivanti anche da certe "simpatie" ideali, laddove i rappresentanti delle strutture di polizia e gli ufficiali dell'esercito, venivano demenzialmente considerati "camerati in divisa", in virtù del loro anticomunismo, e del culto per l'ordine e la gerarchia, tuttavia per lo storico che deve analizzare e ricostruire certi avvenimenti, il discorso è alquanto più complesso perchè nel particolare, nell'esame delle singole posizioni, a volte, potrebbero anche trovarsi storie personali diverse.

La politica infatti è una pratica, talvolta, inevitabilmente, anche sporca, è movimento, fatto di azioni e reazioni, cause e concause, contatti, iniziative, ecc., ed è anche condizionata dalle situazioni contingenti.

Può quindi accadere che, per esempio, quando si è giovani e inesperti, si commettano stupidaggini o leggerezze o ci si lasci trascinare dalle emotività del momento, specialmente per chi, come era il caso di tanti giovani neofascisti, viveva quotidianamente sotto il peso delle violenze, della caccia al fascista, praticata dai "rossi", forti nel numero, alle quali rispondeva con altrettanta violenza in una specie di guerra quotidiana, selvaggia e cruenta. (ovviamente perpetuata da certi farabutti che avevano tutto l'interesse a tenere in vita gli "opposti estremismi").

Per un altro aspetto, invece, e sempre riferendoci a quella che è la natura umana e l'attività politica (delatori e spie di professione, dietro mercede, a parte), può anche accadere che qualche militante, magari in un momento di demenza mentale, abbia ritenuto utile "per la causa" (anche se resterebbe da vedere "quale"), instaurare contatti con qualche "Servizio" o apparato di sistema e poi ci si sia trovato coinvolto.

Ovviamente bisognerebbe conoscere esattamente motivi, accordi e situazioni, cosa difficilmente possibile, però, almeno in via teorica, non possiamo generalizzare ed equiparare questi eventuali "collusi" a tutti gli altri prezzolati.

Altrimenti cosa dovremmo pensare di Mussolini che nel 1914 ritenne giusto uscire dal partito socialista, dichiararsi interventista e creare un giornale, "Il Popolo d'Italia", grazie a finanziamenti massonici, del socialismo guerrafondaio francese e forse anche di inglesi e francesi interessati, al pari della massoneria di portare l'Italia in guerra? In questi casi, anche se resta difficile, applicarlo resta sempre valido l'"omnia munda mundis", "tutto è puro per i puri".

Questo non toglie che eventuali "collusi" che poi si sono trovati con le mani sporche di sangue italiano, hanno constato quanto hanno finito per sputtanare il fascismo, quanto hanno danneggiato gli interessi nazionali, avrebbero come minimo dovuto avere il sacrosanto dovere di farsi saltare le cervella, specialmente se erano dei cultori del Bushido

 

Pregi e danni dell'evolismo

Vinciguerra, come risaputo, ha preso a sparare a zero contro certo "evolismo" ritenendolo il primo responsabile della degenerazione di tutto un ambiente. In parte ha ragione, ma noi non siamo del tutto d'accordo, soprattutto dal punto di vista ideologico.

A prescindere dagli aspetti propriamente iniziatici e di studi esoterici, Julius Evola ha avuto due grandi meriti: quello di dimostrare e rendere palese che certi riti e simbologie erano preesistenti al Cristianesimo ed alla stessa Massoneria e quello di qualificare il fascismo anche su di un piano "metastorico" integrandone e precisandone meglio i valori eroici e spirituali che lo caratterizzavano, attestandolo in tal modo in una dimensione che trascendeva i soli aspetti reducistici e sociali.

Si può senz'altro dire che molti aspetti della "sapienza antica" evidenziati e rielaborati da Evola, danno alla dottrina del fascismo e agli studi della mistica fascista, dei punti di riferimento importantissimi, come ad esempio i rilievi sulla dimensione spirituale e trascendentale dell'uomo, l'elaborazione di un razzismo non puramente biologico, la suddivisione delle attitudini umane, non in base alle distinzioni sociali o ambientali, ma interiori, che vanno dal "sacerdote", al guerriero, al mercante e tecnico fino al lavoratore, e così come altre per la donna, ecc.

È qui che però si pone un grosso problema, perché la visione di Evola, mutuata da una antica conoscenza sapienziale, doveva costituire, più che altro, una "indicazione di riferimento" a cui, in un certo senso, lo stesso fascismo si era rifatto, potendo dirsi che il fenomeno fascista rientrava in quelle affermazioni storiche della Tradizione.

Ma il fascismo, era anche una affermazione del XX secolo, il secolo delle masse, e quindi certi prìncìpi li aveva adattati ai nostri tempi attingendo anche, seppur superandole, a quelle trasformazioni storiche come la Rivoluzione francese e il Risorgimento, che sono state manifestazioni sovversive rispetto al "mondo della Tradizione".

I tempi di certe "Aristocrazie" erano oramai finiti: ora i "nobili" sperperavano nei casinò e nelle stazioni termali e le nuove aristocrazie potevano riconoscersi solo nella rivoluzione e nelle trincee.

Oltretutto il fascismo, facendosi Stato, e Stato nazional popolare non poteva che avere i suoi parametri di giustizia, anche sociale, di mutualità, dovendo occuparsi di tutto un popolo e non solo di particolari èlite. Non riteniamo quindi, come faceva Evola, errata e non fascista, la visione repubblicana delle Istituzioni e socialista della economia.

Si dà il fatto, invece, che il pensiero di Evola, sconfinando sul piano politico, non solo era chiaramente reazionario, ma come molti avevano fatto notare era rimasto a Donoso Cortes e Metternich. Evola, che oltretutto non aveva aderito alla RSI, ritenendone il suo portato repubblicano e socialista, contrario alle sue idee, praticamente, aveva come riferimento ideale i tempi delle caste.

Ma l'aspetto peggiore di questa visione reazionaria lo si riscontra nelle sue conseguenze. Nonostante che dottrinalmente Evola avesse ben inquadrato gli aspetti negativi e nefasti sia del bolscevismo che dell'americanismo, politicamente finì per elaborare una specie di graduazione del "male minore" che finiva per indurre a parteggiare per il cosiddetto "mondo libero" onde contrastare il comunismo.

A parte il fatto che questo "mondo libero" tutto era meno che preferibile ad alcunché, si creava anche un alibi per giustificare connubi e collusioni con l'Occidente che invece era proprio il principale "nemico dell'uomo" e del fascismo, distruttore della dimensione spirituale dell'esistenza, essendo il comunismo, nella sua attuazione pratica, una utopia irrealizzabile nella condizione umana e quindi una "nomenklatura" per quanto criminale, del tutto fittizia e transitoria.

Fatto sta che gli "Orientamenti" di Evola, presi alla lettera e trasposti in politica, furono anche funzionali alla reazione e un alibi per chi operava, sotto dettatura Atlantica, in senso antinazionale.

Ma c'è ancora un altro aspetto nell'evolismo, che presenta inquietanti problemi: quello di certe indicazioni esoteriche che non dovrebbero essere per tutti, ma solo per chi ha determinate qualifiche per percorrerle. Diversamente queste indicazioni portano a infatuazioni da "figli del sole" e pericolose devianze. Di Ordine Nuovo, forse il gruppo più impregnato di "evolismo", scrive il giudice Guido Salvini, forte di testimonianze e prove: «Ordine Nuovo ha compiuto molti attentati prima e dopo il 12 dicembre (Piazza Fontana)».

Lasciamo stare Piazza Fontana, per la quale la magistratura non ha saputo e non ha voluto trovare i colpevoli, ma per esempio, le bombe della primavera estate del 1969 hanno avuto colpevoli accertati.

Bisognerebbe ora chiedersi: ma come hanno potuto persone che si definivano fasciste uccidere e mutilare altri italiani? È difficile dare una risposta che vada al di là del machiavellico «il mezzo scusa il fine», per il quale certi farabutti si sono auto assegnati il compito di "correggere" e "migliorare" il mondo secondo la loro propria ideologia. Ma lo stesso giudice Salvini da anche una risposta significativa, egli scrive:

«Nei discorsi che si tenevano nella libreria padovana di Freda e nel sentire dei suoi militanti, si parlava infatti dell'uomo "indifferenziato" e quindi dei comuni civili, come semplici bipedi che potevano essere sacrificati per realizzare il "Nuovo Ordine europeo" appunto».

Se questo risponde al vero e se gli stessi che facevano questi discorsi, sono gli stessi che facevano anche i bombaroli, dobbiamo allora aggiungere che il pensiero di Evola, ma non solo lui, oltre all'anticomunismo viscerale e filo atlantico, ha anche prodotto "mostri" a dir poco ripugnanti. Ci sarebbe altro da dire, ma ci fermiamo qui.

E qui terminiamo, rimarcando che il riscatto della testimonianza del fascismo e la ricerca di una sacrosanta verità sul nostro recente periodo storico, passano sicuramente anche attraverso l'opera altamente meritoria di Vincenza Vinciguerra.

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