da
settembre 2011
Conflitto libico: la
vergogna degli atlantici
Il pesante e sproporzionato intervento armato della NATO contro la Libia (una
delle tante guerre per la "pace"…) che, da più di 6 mesi, sta mettendo a ferro
ed a fuoco quel Paese, distruggendo la quasi totalità delle sue infrastrutture e
martirizzando gran parte della sua popolazione, non ha niente a che fare o a che
vedere con i termini della "Risoluzione 1973" del Consiglio di Sicurezza
dell'ONU (No Fly Zone, per la difesa dei civili disarmati) del 17 marzo 2011.
Questo, ormai, lo sanno anche i bambini delle scuole elementari.
I quali, oltretutto, sono ugualmente a conoscenza dei reali motivi che sono
all'origine di quel conflitto. Vale a dire, l'immenso e lucroso business mancato
della Francia di Sarkozy con la Grande Giamahiriya Araba, Libica, Popolare e
Socialista del Colonnello Muammar Gheddafi. Un "affaruccio" che -secondo la
maggior parte degli esperti- prevedeva la vendita al "negro" di turno, da parte
di Parigi, di diverse centrali atomiche civili (destinate a fornire energia
elettrica, per alimentare impianti per la desalinizzazione dell'acqua), di 14
caccia Rafale della Dassault Aviation (che la Francia, oltre alle sue FF.AA. non
è riuscita, fino ad ora, a vendere a nessun altro Paese!), di 35 elicotteri da
combattimento (Eurocopter EC725 Caracal) e di ben 21 aerei di linea Airbus
(quattro A-350, quattro A-330 e sette A-320, per la Lybian Airlines, e sei A-350
per l'Afriqiyah Airlines), per diverse decine di miliardi di euro.
E siccome il Colonnello di Tripoli, dopo la firma degli accordi preliminari di
Parigi (2007), non aveva voluto, per le ragioni che sono sue, ratificare quei
contratti, ecco che il medesimo Colonnello -che all'inizio degli anni 2000 era
addirittura ridiventato frequentabile (vedere per credere:
multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/74497/)– ha incominciato ad
essere additato al mondo come il mostro sanguinario che bisognava abbattere ad
ogni costo e con tutti i mezzi.
Frankgangsters in azione
La Francia, -in stretta combutta con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti (tre
Paesi, ormai, da qualche anno, sull'orlo del collasso economico e finanziario),
nonché il sostegno logistico e militare del ricco e rinnegato Qatar e del suo
diffusissimo e bugiardissimo canale televisivo satellitare Al-Jazeera- non
faticherà affatto a convincere i responsabili degli Stati bancarottieri
dell'Occidente ad organizzare la rapina del secolo, a discapito della Libia: 83
miliardi di dollari sequestrati negli USA; 52 miliardi di sterline, in Gran
Bretagna; 20 miliardi di euro, in Francia; senza contare il "congelamento"
preventivo degli Asset finanziari posseduti dalla Libyan Investment Authority
(LIA), dalla Central Bank of Libya (CBL) e dalla Libyan Foreign Bank (LFB) -ad
esempio, presso Banca UBAE SpA di Roma, la Société Générale di Parigi, e la
Aresbank SA di Madrid, nonché la ABC (Arab Banking Corp.) International Bank, la
British HSBC e la British Arab Commercial Bank Ltd di Londra- né quello delle
quote libiche detenute presso Nokia, EDF-GDF, Lagardere, Nestlé e Danone,
Sanofi-Aventi Lab., UniCredit, ENI, Finmeccanica, Ansaldo, Impregilo,
Assicurazioni Generali, Telecom, la Juventus, etc.
L'ultimo ambito bottino affannosamente ricercato dagli Atlantici in pieno
fallimento (default) -oltre agli immensi giacimenti di gas e di petrolio di cui
sperano di potere, al più presto, far man bassa in Libia, nel dopo Gheddafi-
essendo le 144 tonnellate di lingotti d'oro possedute dalla Banca centrale
libica e che sono tuttora custodite e salvaguardate dalle ultime forze militari
della Giamahiriya.
Altro che "diritti dell'uomo" o gli aneliti di "libertà" e "democrazia", del
popolo libico!
Capite, ora, il perché dell'urgenza con la quale la Francia, già dal febbraio
del 2011, incominciò immediatamente a sbracciarsi per riunire, in quattro e
quattrotto, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e con la scusa dei "massacri
indiscriminati" (mai verificati!), delle "fosse comuni" (come quelle, mai
esistite, di Timişoara!) e dei presunti e mai avvenuti "10.000 morti civili" in
Libia, falsamente raccontati da Al-Jazeera (e ripresi a mo' di "pappagallo"
dall'insieme dei Media dell'Occidente), fece votare le Risoluzioni 1970 e 1973
dell'ONU contro la Giamahiriya, e -il 19 Marzo 2011- si precipitò, assieme alle
Forze aeree dei suoi accoliti britannici e statunitensi, a bombardare l'esercito
libico? Il tutto, ovviamente, senza tener conto delle decine e decine di
terroristi e di delinquenti comuni arruolati, addestrati ed armati ad hoc dalle
Forze NATO, con il beneplacito dell'onusiano zimbello-ridens Ban Ki-moon e
l'appoggio incondizionato, al suolo (in violazione delle suddette Risoluzioni!),
da almeno quattro mesi, delle Forze speciali del Qatar, delle SAS (Special Air
Service) britanniche e della BFST (Brigade des Forces Spéciales Terre) francese,
nella speranza di poter detronizzare Gheddafi. E con un "Governo" di burattini,
dal "guinzaglio corto", tirato fuori dal cappello di un mago e già pronto
all'uso, i cui principali responsabili nulla sembrano riuscire a potere
invidiare ai classici e proverbiali pendagli da forca di qualsiasi film western
americano.
Gli uomini "nuovi" della Libia
Tanto per citarne qualcuno: Mustafa Muhammad Abdel Jalil, il mediatico,
"democratico" e "mite" presidente dell'attuale Consiglio Nazionale di
Transizione (CNT), quello che Bernard-Henri Lévy ha recentemente qualificato di
"De Gaulle libico" (sic!), è quel "galantuomo" che per ben due volte (nel 1999 e
nel 2007) -in qualità di Presidente della Corte d'Appello di Tripoli e prima di
diventare Ministro della Giustizia di Gheddafi- ebbe a firmare le condanne a
morte nei confronti del medico palestinese Ashraf Ahmed El-Hajouj e delle
infermiere bulgare Kristiyana Vulcheva, Valentina Siropulo, Nasya Nenova,
Zdravko Georgiev, Valya Chervenyashka, Snezhana Dimitrova, tutti iniquamente
accusati di aver volontariamente contaminato con il virus HIV (Human
Immunodeficiency Virus) o AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) più di 400
bambini libici; Mahmoud Djebril o Jibril, il presidente del Consiglio esecutivo
del CNT o primo ministro, è un personaggio che -a dire dei suoi ex colleghi di
corso negli USA- avrebbe costantemente figurato sul libro paga della CIA, sin
dall'epoca in cui frequentava l'Università di Pittsburgh, per ottenere un Master
(1980) e un Dottorato (1985) in Scienze politiche; Abdelhakim Belhadj, l'attuale
comandante in capo delle Forze militari ribelli della Tripolitania -che secondo
i giornalisti Webster Griffin Tarpley (USA) e Pepe Escobar (Brasile) si farebbe
chiamare, per l'occasione, Abdel-Hakim-Hasadak o Hassadi o Abu Abdallah Assadaq-
è uno degli uomini di punta di Al-Qaeda, il tristemente noto "Emiro del terrore"
di Derna e già detenuto a Guantanamo, colui che assieme a Salim Hamdan (l'ex
autista di Osama bin Laden) e Mohamed Barani aveva formato, nel 2000, il Gruppo
Islamico libico e convogliato decine e decine di mujaheddin libici in
Afghanistan ed in Iraq.
Occidente: la vergogna del mondo
Inutile sottolinearlo. Quanto sta avvenendo in Libia ed il banditesco
comportamento dell'Occidente nei confronti di quel Paese -al di là di quanto mi
sono già permesso di analizzare o di commentare in altre recenti occasioni:
http://www.abmariantoni.altervista.org/vicinooriente/Crisi_libica_o_attacco_a_Italia_1.pdf
-
http://www.abmariantoni.altervista.org/vicinooriente/Libia_Evviva_i_buoni1.pdf
asciano un profondo e stomachevole "gusto
amaro" alla bocca. Principalmente, in coloro che ancora posseggono un minimo di
senso della Societas, della Nazione e dello Stato, ed ugualmente dell'Onore,
dell'Imparzialità e della Giustizia, senza contare un'ordinaria, spassionata,
umana e virile concezione della Vita e della Storia. Quella spiacevole ed
insopportabile sensazione di vomitevole e diffuso disgusto ha quotidianamente
tendenza a scaturire dall'incessante sentimento di frustrazione e d'impotenza
che si risente di fronte alle informazioni ufficiali che -su quella guerra, sin
dal primo giorno- sono state studiatamente ed ingannevolmente fornite
all'opinione pubblica dai Media embedded dei nostri Paesi e dagli uomini
politici mainstream delle nostre Istituzioni. Quegli stessi uomini che, da un
lato, ci governano sfrontatamente per conto terzi e, dall'altro, continuano
costantemente a fuorviare i nostri intendimenti, non soltanto dai banchi della
cosiddetta maggioranza, ma finanche da quelli della così chiamata opposizione.
Pensiamo, per averne un'idea, a quell'inutile e complessato Frattini che
nell'agosto del 2008 faceva letteralmente a gomitate con gli altri ministri del
governo Berlusconi per farsi fotografare più vicino al Leader libico in visita a
Roma, mentre oggi, essendo mutati i "venti", non esita affatto, per tentare di
continuare a mettere in mostra il compendio della sua risaputa inanità, ad
alzare la voce ed a giocare le "prime donne", vomitando a più non posso gratuiti
giudizi ed avventate e puerili sentenze all'indirizzo del medesimo personaggio!
Che volete. La frustrazione ed il senso di impotenza sono in maggior misura
risentiti da coloro che, come me -pur conoscendo a menadito l'origine culturale
del copione propagandistico e comportamentale che, oggi, gli Atlantici
continuano pubblicamente a riservare alla Libia del Colonnello Gheddafi- sanno
di non potere fare concretamente nulla (se non scrivere qualche modesto articolo
sul web), sia per arrestare e smascherare gli sfacciati, arroganti ed impuniti
(per ora…) utilizzatori e propagatori di quella "tecnica" che per ovviare e
porre un qualsiasi rimedio al triste ed impacciante handicap societario che è
inalterabilmente alimentato dalla continua e costante "memoria corta" dell'uomo
della strada.
Sempre lo stesso "copione"
Intendiamoci: molti cittadini dei nostri Paesi non ne sono al corrente; altri
fanno finta di non saperlo o, magari, di non accorgersene; altri ancora, lo
negano a priori, ma quel "copione" -lungamente e meticolosamente inculcato a
buona parte delle popolazioni europee dall'ideologia giudeo-cristiana (in
particolare, quella cristiano-battista, cristiano-calvinista,
cristiano-congregazionista, cristiano-evangelica, cristiano-puritana,
cristiano-presbiteriana, cristiano-quacchera, cristiano-avventista,
cristiano-geovista, cristiano-metodista, cristiano-millenarista, etc.) e dalla
tri-secolare prassi liberal-liberista, mercantlista, imperialista e colonialista
statunitense- prende direttamente ispirazione e giustificazione dal soggettivo
ed arbitrario sterminio biblico degli Amalekiti (Genesi 14, 7; Esodo 17, 14;
Numeri 13, 29; 14, 25, 45; 24, 20; Deuteronomio 25, 17; Giudici 5, 14; 6, 3, 33;
7, 12; 10, 12; 1 Salmi 15; 27, 8; 30; 2 Salmi 1, 1, 8; 1 Cronache 4, 43) e dei
Madianiti (Numeri 10; 25; 31; Giudici 6; 7).
Il medesimo "copione", nel corso della Storia, lo ritroviamo sistematicamente ed
invariabilmente applicato -soltanto per citare alcuni esempi- ai poveri
Pellerossa d'America; ai Messicani di Antonio López de Santa Anna; agli Spagnoli
di Cuba e delle Filippine; ai Paesi della Triplice-Intesa nel corso della Prima
guerra mondiale; al III Reich di Adolf Hitler, all'Italia di Mussolini ed al
Giappone di Hiro-Hito e del generale Tojo Hideki, nel corso della Seconda;
all'Argentina di Peron; all'Unione sovietica di Stalin, di Chruščëv/Krusciov, di
Brèžnev, di Andropov, di Černenko e/o di Gorbačëv (prima maniera); alla Cina di
Mao Tse-Tung; alla Corea di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il; al regime cubano di Fidel
e di Raoul Castro; al Movimento Mau-Mau del Kenya di Dedan Kimathi detto "Ciui";
all'Egitto di Nasser; agli indipendentisti congolesi di Patrick Lumumba;
all'Algeria di Ahmed Ben-Bella; ai Palestinesi di Yasser Arafat, di Georges
Habashe e/o di Ahmed Jibril; al Vietnam di Ho Chi Minh; all'Iran di Mossaddegh,
di Khomeini e/o di Ahmedinejad; al Cile di Salvador Allende; al Nicaragua di
Daniel Ortega; all'isola di Grenada di Bernard Coard; alla Repubblica di Panama
dell'ex agente della CIA, Manuel Noriega; all'Iraq di Saddam Hussein; alla
Iugoslavia o alla Serbia di Milosevic; all'Afghanistan di Babrak Karmal, di
Mohammed Nadjibullah e/o dei Talebani; allo Zimbabwe di Mugabe; all'Hezbollah
libanese di Mohammed Husayn Fadl-Allah e di Hassan Nasrallah; al Venezuela di
Chavez; ai Palestinesi di Hamas; alla Siria di Bashār al-Asad, etc.
In altre parole, ogni volta, qualunque sia o possa essere l'avversario con cui
l'Occidente è in contrasto o in disaccordo, US-Israel ed i loro striscianti e
strombazzanti valvassini europei pretendono sistematicamente avere ragione per
definizione. E siccome posseggono perfino la forza militare e propagandistica
(spero ancora per poco…) per imporre i loro punti di vista all'opinione
pubblica, come per incanto le loro false o discutibili versioni della realtà
diventano, ogni volta, ufficialmente oggettive, irrefutabili ed incontestabili!
E, malauguratamente, il più delle volte, il "popolo bue" ci casca. Se le beve
tutte d'un fiato, e ci crede. Permettendo indirettamente a certi delinquenti in
S.p.e. di continuare a regnare!
E' ciò che sta accadendo, dallo scorso marzo, in Libia. Dove gli stessi Paesi
occidentali che per 42 anni hanno steso "tappeti rossi" e rimpinguato le loro
casse vendendo, all' "arabo di servizio", tutte quelle armi e quegli
equipaggiamenti logistici e militari che quest'ultimo richiedeva, cercano di
farci credere -da 6 mesi a questa parte- che il medesimo "beduino della Sirte" è
sempre stato un tiranno, un malvivente, un essere terrorista.
In una parola (come al solito): il MALE ASSOLUTO. Qualcuno, cioè, degno, come
minimo, di essere catturato e processato dal Tribunale internazionale dell'Aia,
addirittura per "crimini contro l'umanità"!
Purtroppo, la gente non riesce a rendersene conto. Se riflettesse un attimo,
invece, si accorgerebbe immediatamente che tutte le infinite ed obbrobriose
malefatte che, oggi, vengono quotidianamente attribuite al Colonnello di
Tripoli, sono parte integrante, in definitiva -come abbiamo visto- di una
semplice "tecnica" di guerra.
"Tecnica" che è ben spiegata e riassunta dal filosofo svizzero Eric Werner, in
questo suo paragrafo: «Quando si vuole sterminare qualcuno, il miglior mezzo
(per eliminarlo) è di designarlo come sterminatore. Che merita, infatti, uno
sterminatore se non di essere lui stesso sterminato? È uno sterminatore, dunque,
è da sterminarsi!» (De l'extermination, Ed. Thael, Lausanne, 1993, pp. 91- 92).
Alberto B. Mariantoni
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