Anno 1973 - N° 9
Via Pasquale Villari 27 - 00184
Roma
Stampato fronte
e retro - dimensioni: 22 X 33 cm. |
CRONACHE
DI REGIME
I fatti sanguinosi avvenuti ultimamente
a Milano e a Roma hanno originato un'ondata di ira negli animi dei
democratici e degli amanti della libertà di tutte le risme.
Ma aldilà del dramma umano, che non ci induce comunque al furore, consci
come siamo che la storia dell'umanità è stata sempre puntellata da
stragi e assassini più o meno preordinati, ne acceca le nostre coscienze
al punto di non farci ragionare, come vorrebbero i guelfi e i
manipolatori dello sdegno del sempre più rimminchionito popolo italiano,
sono i risultati politici della vicenda che ci interessano.
A nostro avviso tali fatti nascono dal clima creato al CENTRO, che si
serve come comparse gratuite dei soliti personaggi movimentati implicati
nella faccenda, per poter prospettare alla gran massa degli italiani,
prona ad ogni sorta di suggestioni, il centrismo o addirittura un
governo forte come unico garante dell'ordine (quello dei bottegai) e
capace di tenere buono il forsennato mondo dell'estremismo, sola causa
di tutti i mali d'Italia.
Tale speculare sulla cialtroneria vigliacca della comunità nazionale e
sui morti, le cui tracce sanguinolente segnano da tempo l'evolversi del
neocapitalismo italiano, ci da la misura della putrescenza dell'attuale
regime, disposto a far uso di ogni mezzo, legale o no, per tenersi in
vita, vegetando grazie alla connivenza di tutti i partiti (dal MSI al
PCI con le loro frange extraparlamentari) che, pur se falsamente
contrapposti, cooperano allo stesso gioco, prestandosi a tutte le
operazioni ed ai ricatti di vertice possibili, col sostegno della grande
stampa, per manovre di potere all'interno del paese e di servaggio verso
le potenze padrone del globo, nell'interesse delle quali le agitazioni e
i sommovimenti politici e sindacali sono, in ultima analisi, imbastite.
I bisogni politici e sociali del paese, sistematicamente elusi da questo
regime del tutto impotente a prospettarne una soluzione, non c'entrano
niente.
«Vi sono
due specie di realisti: quelli che manipolano la realtà e
quelli che la creano»
Kissinger |
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FUMO NEGLI OCCHI
Il segretario generale della gioventù peronista, Galimberti, ha
preannunciato la costituzione di una milizia di autodifesa in Argentina.
Questo progetto ha suscitato un notevole entusiasmo in tutte le frange
dell'ambiente giustizialista, in quanto esso risulterebbe
fondamentalmente valido nel tentativo di togliersi di dosso l'ipoteca
militare.
A noi sembra però che non sia altro che fumo negli occhi: un modo
insomma come tanti per tenere a guinzaglio l'opposizione di Campora, il
quale in realtà dovrà reggere il gioco senza tanto esitare agli USA e,
di conseguenza, ai militari di Lanusse, asserviti a loro volta agli USA
stessi, i quali non potrebbero permettersi il lusso di trovarsi di
fronte ad altri rischi in una parte del mondo che già abbondantemente li
contesta.
MEDIO ED ESTREMO ORIENTE
L'iniziativa di Khaddafi per quella che è stata definita la rivoluzione
culturale libica ci sembra oltremodo interessante e degna di essere
seguita con la massima attenzione, essendo la Libia uno dei paesi
all'avanguardia nella lotta contro Israele e nel sostegno a numerose
organizzazioni di guerriglia nel mondo.
È soprattutto sul piano ideologico-militare che la Libia si è posta al
centro del mondo arabo come propulsore di una prospettiva unitaria sui
presupposti dell'Islam e di contenuti politici anticapitalisti ed
anticomunisti, anche se per ragioni storiche è proprio sugli uomini con
i quali Khaddafi deve lavorare che si evidenziano certe carenze.
Le intenzioni manifestate dal presidente libico di iniziare una campagna
contro taluni burocrati, evidente mente per politicizzare le
amministrazioni locali, distribuendo nel contempo le armi al popolo, ci
sembrano quindi, qualora effettivamente applicate, le migliori possibili
per garantire una continuità alla rivoluzione libica impegnata nei
grandi compiti che l'attendono.
L'escalation militare dei banditi di Tel Aviv -ultimo esempio
l'assassinio dei membri di Al Fatah a Beirut complice la CIA- ha
evidenziato la mancanza di una volontà di lotta contro, il comune nemico
da parte degli stati politicamente e culturalmente occidentalizzati,
come il Libano.
Non è un caso che proprio nel Libano si sta tentando in questi giorni di
ripetere il massacro del popolo palestinese attuato nel settembre del
'70 da Hussein di Giordania, massacro ispirato dagli israeliani e dagli
USA e che oggi come ieri trova nella complicità delle classi dirigenti
arabe moderate il terreno fertile per prendere corpo.
Tutto ciò dimostra come i presupposti per la lotta al sionismo siano
possibili in proporzione inversa al processo di occidentalizzazione dei
paesi mediorientali.
Per ultimo c'è da rilevare l'atteggiamento russo-americano in merito
alla emigrazione degli ebrei russi.
Si è visto qui come certi legami tra sionismo e USA siano talmente
solidi da indurre gli americani ad imporre all'Unione Sovietica un vero
e proprio aut-aut: togliere la tassa di emigrazione per gli ebrei o non
aver più in concessione la famosa "clausola di favore" alla Russia negli
scambi commerciali tra le due potenze. Inutile dire che i Russi hanno
immediatamente accettato.
In Cambogia un altro governo fantoccio, quello di Lon Noi, è sul punto
di crollare sotto la spinta delle forze rivoluzionarie del principe
Sihanouk.
La situazione nella penisola indocinese va sempre più evolvendosi in
senso poco favorevole agli USA, il che potrebbe rimettere in discussione
gli accordi di Parigi per il Vietnam rilanciando la guerra di
liberazione anticolonialista.
BOMBE, BENZINA, VIAGGI E CENTRISMO
L'incontro Nixon-Andreotti, i sanguinosi fatti di Milano e Roma, la
volontà di mantenere in vita un governo centrista con una esigua
maggioranza alle camere, hanno un nesso più logico di quanto possa
sembrare.
Tramite Andreotti, dopo una lunga serie di manovre, le forze moderate
sono riuscite a spostare nettamente al centro l'asse della politica
italiana; ma il centrismo non è certo la loro ultima meta. Esse, e con
esse le forze che più o meno occultamente le manovrano, tendono a
istituire in Italia un regime forte, basato sull'ordine: il tipico colpo
di Stato silenzioso.
Dopo essersi servite alternativamente delle sinistre e delle destre, con
gli ultimi rumoreschi avvenimenti, ai quali è seguita una speculazione
di tipo sciacallesco da parte della stampa e delle fazioni interessate,
hanno colto nello stesso tempo due obiettivi: quello di giustificare una
ulteriore repressione delle estreme, e quello di far apparire la
risoluzione "forte" come la unica possibile in una situazione ormai
insostenibile, per borghesi e moderati.
Dopodiché Andreotti ha presentato a Nixon la situazione italiana come
molto difficile, suggerendo la soluzione e aspettando ordini.
Questa la risposta: «Lei guida una nazione e un popolo forti e, come De
Gasperi, è un uomo forte, il tipo d'uomo di cui la sua nazione, il suo
popolo e il mondo libero hanno bisogno in questo momento».
Più chiaro di così!
CHIARIAMO L'EQUIVOCO
Su "Paese Sera" n. 131 di domenica 13 maggio 1973 a pag. 11 leggiamo la
nostra sigla confusa tra quelle del più squallido ambiente destrista.
La malafede di chi ha scritto il provocatorio articolo è evidente, ne ci
stupisce, la funzione della grande stampa essendo quella di servire il
regime e di confondere il più possibile le acque.
Sia chiaro però che CONTROCORRENTE respinge ogni tentativo di
qualificazione nella topografia del sistema ed in particolare tra le
schiere della destra americaneggiante, filosionista, papalina e
confindustriale di G. Almirante e soci o tra le file dei sognatori di
"golpe", schiere e file da noi sempre denunciate come strumenti in mano
ai nemici del popolo italiano. |