Italia - Repubblica - Socializzazione

 

Dietro le quinte? No! Alla luce del sole!

 

Giorgio Vitali
 


L’elezione di Napolitano alla Presidenza della Repubblica segna un ulteriore tassello di un quadro che solo gli ostinati, vittime della propria ideologia, continuano a non vedere.
Ciò mi permette di scrivere alcune considerazioni che consegno alla riflessione dei lettori.
Intanto è obbligatorio constatare che l’alternanza è stata, ancora una volta, fra la demagogia autoritaria della destra e la governance neo-liberale e blairiana assunta dalla maggioranza di Centro-Sinistra come parametro strategico. In questo quadro emerge con drammaticità l'assenza totale di ogni rappresentanza politica dei settori sociali subalterni (mi riferisco anche ai Quadri) e di classe, che dimostri una sua netta indipendenza, se non altro per ricostruire alcuni rapporti di forza che quanto meno riescano a difendere la propria condizione sociale ed a ristabilire una minima capacità di contrattazione. L'astrattezza del dibattito politico di facciata, che ha spostato problemi reali dietro a dibattiti e contenziosi pur interessanti, ma politicamente inutili, come la centralità delle questioni religiose che allude a realtà precedenti la rivoluzione francese, il soggettivismo esasperato che dimostra il nostro mondo istituzionale in tutte le sue sfaccettature, sono indizi inequivocabili di una decadenza. Che significa anche erosione sistematica di posizioni politiche che fino ad ieri, pur nella menzogna di un Sistema apparentemente “libero” svolgevano un certo ruolo equilibratore.
Alludo all'ingessamento di Rifondazione Comunista. È vero che questo partito era un falso storico, che esisteva per perpetuare un equivoco, ma la sua presenza nel panorama ideologico nazionale serviva a qualcosa. Un esempio mi sembra calzante. Anche il Regime per antonomasia era in crisi negli anni quaranta e la guerra non ha fatto altro che accentuarne il crollo, basterebbe la lettura del Diario di Bottai per averne un'idea precisa ed anche piuttosto deprimente, tuttavia, la persistenza di messaggi di carattere nazionalista incitanti allo spirito bellico ed allo sforzo comune ha potuto produrre, in un momento tragico della nostra vita nazionale (non l'unico, fortunatamente) un impegno civile di resistenza contro gli invasori di dimensioni superiori a qualsiasi aspettativa. Che Bertinotti, trovando collocazione come moderatore delle discussioni, per lo più vacue, di Montecitorio, abbia trovato il suo ideale “modus vivendi” non è una novità. Non per niente è chiamato “il parolaio”.

Composizione sociale ed espressione politica
Indubbiamente, la modificazione della composizione sociale è fondamentale per descrivere l'evoluzione di una società. Intervengono molti fattori. L'invecchiamento medio della popolazione non significa soltanto aumento delle malattie degenerative e delle spese per la Sanità, ma anche sclerotizzazione e fissazione delle idee, incapacità di comprendere gli aspetti della modernità nel suo insieme e di conseguenza facilitazione incredibile per una classe economico-politica parassitaria nell'ottenere consensi proponendo idee ampiamente superate ma accettate per ignoranza e spesso per supponenza. Mentre scrivo queste poche righe sto pensando agli editoriali del "Corsera" e di "Repubblica". Ben altra situazione era quella dell'Italia degli anni venti, piena di giovani, ricchi di vitalità, fieri della grande prova felicemente superata del primo conflitto mondiale, desiderosi di “darsi da fare” per costruire nella grandezza. Oggi siamo al declino, anche per il grave deficit di natalità, ma è comunque possibile affrontare i problemi reali posto che si possa sviluppare una reale classe politica. Che non nasce dal nulla, ma dalla capacità di affrontare gli elementi concreti della vita sociale, individuandone gli specifici interessi, per rappresentarli. Da questo punto di vista è chiaro il fallimento dei vari movimentini di “estrema destra” i quali non possono rappresentare alcuna categoria sociale di riferimento, ma solo impulsi ideologici privi di contenuti sostanziali. La loro presenza nelle competizioni elettorali è un puro alibi per il Sistema, comunque e sempre nell'ottica di una società sclerotizzata che pensa con i criteri e gli schemi della nostalgia. Mussolini ne sarebbe stato orripilato. Lo ha anche più volte scritto.

Manipolazioni alla luce del sole
Ho letto un illuminante articolo di Maurizio Blondet che illustrava i precedenti “ideologici” di Napolitano. Mi ha ulteriormente informato su questioni che in parte già conoscevo. A dimostrazione che nulla di quanto accade nel nostro paese è casuale. Malgrado i tanti burattini che si agitano sul proscenio. I quali, più si agitano e più mostrano le cordicelle che li tengono legati ai burattinai. Per quanto riguarda l'attuale presidente della repubblichetta, vi si scrive di ascendenze amendoliane, di influenze massoniche, di precise collocazioni nell'area comunista. Napoletano era l'unico esponente comunista con visto statunitense sul passaporto. Non è poco. Non avrebbe potuto essere presidente della Camera e tantomeno Ministro dell'Interno, ove sono tenuti con tanto rigore i molti segreti di Stato.
Se associamo a questa elezione, apparentemente contrastata, la sceneggiata del voto con i conteggi e gli exit poll affidati alla premiata ditta Penn, Schoen, Berlan Associated, resa celebre nel mondo per i trucchi abilmente esercitati a favore dei committenti, non possiamo che fare pronostici in negativo per il nostro futuro di italiani.
È evidente che il Centro-Sinistra doveva vincere perché ad esso è stato affidato un compito duro. Non a caso la propaganda politica del centro destra per le comunali batte molto sulle esenzioni fiscali, ICI in testa.

Considerazioni sulle forze occulte
È fuori di dubbio che le forze occulte controllano il mondo. Non fosse altro perché anche le più banali mosse di qualsiasi raggruppamento politico sfuggono all'attenzione pubblica. E ciò indipendentemente dall'appartenenza di qualcuno ad organismi che concedono particolare attenzione alla carriera sociale dei propri iscritti. E ben sappiamo che in una società complessa e competitiva, quali sono tutte le società cosiddette “evolute”, chi vuol fare carriera è costretto a tutelarsi fin dall'inizio, iscrivendosi a questa o quella congrega a seconda dell'inclinazione culturale o del caso.
Quello di criminalizzare le associazioni segrete è però un esercizio inutile quanto defatigante, perché non risolve il problema. Specie nel mondo contemporaneo dove le forze non sono mai definite chiaramente. Ad esempio, è ormai da 80 anni che la “leggenda nera” perseguita l'Opus Dei, e non era certamente necessario l'intervento di Dan Brown per creare ulteriori sospetti negli appartenenti all'Opera. Tuttavia, coloro che pensavano che questa immagine in negativo fosse stata coltivata da ambienti “laici” tipo Massoneria o simili (Esoterici, Templari, Ermetisti o quant'altro), si sbagliavano. I creatori della leggenda nera sull'Opera sono stati i gesuiti spagnoli i quali, negli anni 30, temevano la concorrenza di quella che oggi è chiamala la Massoneria Nera, come dimostra una persona solitamente ben informata, Vittorio Messori, autore di "Opus Dei. Un'indagine" pubblicato da Mondatori.
Ed anche per quanto riguarda il Fascismo, e per quanto si affannino esponenti del cosiddetto neo fascismo a prenderne le distanze, fa testo il noto libro di Michele Terzaghi, fascista e massone, dal titolo: "Fascismo e Massoneria", ripubblicato da Arktos nel 2000. Pertanto, un conto sono le organizzazioni che operano al coperto ed un conto sono le Personalità che le esprimono ufficialmente. Fra queste ci sono anche persone che operano per un fine e che storicamente si sono servite delle associazioni coperte. Ecco perché occorre distinguere fra le mezze tacche che occupano posizioni per conto altrui ed i giganti che hanno saputo destreggiarsi fra le spinte configgenti che provenivano dai diversi e contrastanti risvolti della società. Mazzini, ad esempio, viene ancora associato alla Massoneria pur non essendone stato membro, (al contrario di Garibaldi), e non a torto, essendo molti mazziniani appartenenti al mondo delle logge.
Ma ciò non toglie che Mazzini sia andato ben oltre gli schemi ristretti ed angusti della muratoria di quel tempo, realizzando quello che a lungo era stato il suo sogno solitario: l’unificazione della nazione italiana. Oltretutto, Mazzini più di una volta si è espresso con durezza contro le sètte. Oggi l'Italia vede ai vertici dell'economia e della politica unicamente personaggi che esprimono le Organizzazioni occulte. Non una delle personalità in vista opera originalmente per una forza intrinseca. Tutti al servizio di qualcosa o di qualcuno.

Conclusione
Molti continuano a pensare che agire politicamente sia sinonimo di fondare o organizzare un partito. Nominalismo, simboli, sigle, slogan, marchi d fabbrica, rappresentanza formale. Pochissima o nulla rappresentanza reale. Il realismo impone invece la costituzione di un gruppo umano che sappia passare attraverso la prova dei fatti, la verifica delle attualità, la conoscenza profonda della realtà sociale su cui si opera e che si intende modificare, dimenticando la retorica (male nazionale) e la stupida ma senile illusione di imporre idee inattuabili.


Giorgio Vitali