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È morta Franca Rame

 

Maurizio Barozzi (29 maggio 2013)       

 

Alla morte di Franca Rame leggiamo rimpianti ed elogi da parte di gente di sinistra e sghignazzi e invettive da parte di gente di destra. Divisioni demenziali che non ci appartengono.

Vorremmo invece semplicemente esprimere una dovuta esternazione.

Franca Rame, come il suo inseparabile Dario Fo, non appartengono alla nostra visione della vita e del mondo, come del resto non vi appartengono le destre, e neppure condividono con noi memorie storico-politiche.

Dario Fo è stato militare in RSI, ma questo non vuol dire nulla, poi si è riconosciuto nell'area comunista e questo riguarda lui.

Detto ciò, riferendoci a due personaggi, nel loro ambito, di un certo rilievo, crediamo di poter esprimere un nostro parere nella massima libertà di pensiero e di coscienza.

Primo: Dario Fo e Franca Rame erano degli attori ed in particolare del genere dei "guitti", come tali, a me personalmente, ma questo è soggettivo, sono sempre piaciuti. A differenza di certi politici, guitti nati, imbonitori e malfattori che, viceversa mi fanno schifo. Tanto per esempio il partito radicale e il MSI hanno avuto ai loro vertici i due più grandi guitti politici di ogni tempo.

Secondo: pur da avversario non posso che apprezzare il senso di solidarietà che questi due avevano verso i loro compagni e dargli atto che, apertamente, hanno condiviso la denuncia della false flag e dei falsi attentati terroristici dell'11 Settembre.

Terzo: Non tutti gli spettacoli di Fo e Franca Rame mi sono piaciuti, ma molti certamente si, compreso "Morte accidentale di un anarchico" e relativa messa in ridicolo della polizia. Però non posso non rilevare che la pluriennale e insistente attività contro la Chiesa insita nei loro spettacoli è molto sospetta. Certo possiamo condividere gli attacchi al Vaticano e alla Chiesa, ci mancherebbe, anzi noi ne avremmo da dire anche molto di più e di peggio, ma si ha l'impressione che questa insistenza, nascondeva intenti di chi voleva, non so se all'insaputa di Fo, ridimensionare la Chiesa nell'interesse delle mire egemoni del sionismo.

Non si dimentichi che certi, chiamiamoli "sogni", di dominio planetario, l'avvento di una Repubblica Universale con capitale a Gerusalemme, comprendono la riduzione in folclore e astrusità endemiche alle aree geografiche, di tutte le altre religioni.

Se a questo, aggiungiamo che stranamente non è mai stato messo in atto uno spettacolo a favore e in sostegno del popolo palestinese straziato e massacrato dai sionisti, i dubbi aumentano. Come mai, ci si chiede, due autori usi a difendere i deboli, i maltrattati, su questo problema, forse il massimo dello strazio e del genocidio contemporaneo, non si sono impegnati?

Anche il Nobel a Fo, e sappiamo bene "chi" ha sempre gestito i premi Nobel, lascia a pensare.

Anni addietro, non ricordo bene, ci fu chi fece notare che il teatro di Fo si avvaleva di molti attori guitti ebrei. Non ne sappiamo nulla e nè siamo andati a vedere le loro carte di identità, oltretutto il caso potrebbe non avere importanza, ma la cosa, se fosse vera, lascia a pensare.

Un ultima osservazione. Tanti anni addietro, durante la strategia della tensione, Franca Rame fu sequestrata percossa e violentata da estremisti gravitanti in torbidi ambienti di destra. Anni dopo sono emerse indiscrezioni che chiamavano in causa, quali ispiratori, alcuni ufficiali della divisione dei Carabinieri Pastrengo di Milano. E certi falsi "camerati" si sa come erano intimi a Commissariati, Carabinieri e Servizi. Quel gesto dimostrò tutto lo squallore a cui era giunto il destrismo italiano, ma non solo.

Ebbene i veri fascisti, gli ex-combattenti della Federazione Nazionale Combattenti della RSI, ecco cosa scrissero su questo episodio sul loro "Foglio di Orientamenti N. 3/2000". E noi, in loro ci rispecchiamo:

«Dal momento che fu opera di prezzolati delinquenti manovrati da elementi indegni dell'Arma dei Carabinieri, è assurdo l'aver attribuito a "stupratori fascisti" il belluino episodio di cui fu vittima la signora Franca Rame. Con lo stupro, l'uomo, travolge il mondo spirituale dell'esercizio consapevole della libertà, della volontà, e dell'intelligenza, e regredisce a livello di belva. Esso deve ancora trovare nella coscienza etica collettiva e nel C.P. sanzioni morali e penali analoghe a quelle previste per l'omicidio».

 

 

Maurizio Barozzi      

       

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