da
http://www.centrostudilaruna.it/huginnemuninn/2009/11/23/felice-bellotti/
Felice Bellotti
NOTA:
un personaggio eccezionale che ci
ricorda SAINT-LOUP
Giorgio Vitali |
Ho letto negli ultimi giorni, con interesse crescente, un libro di Felice
Bellotti intitolato "Oltre l'estrema Tule". È un cartonato, pubblicato nel 1966
dalle Edizioni La Scuola. Sin dalla prima pagina mi ha colpito favorevolmente la
qualità dello scrivere: ottima costruzione della frase, proprietà di linguaggio,
precisione e brevità. Via via però la lettura si faceva più coinvolgente: nel
corso dell'ultimo anno avevo già letto decine di libri sull'Artide (viaggi,
esplorazioni, caratteristiche geografiche etc.) ma nessuno così ben costruito.
Il volume che adesso avevo in mano alternava ricordi e impressioni dell'autore,
descrizioni storico-geografiche, racconti più o meno immaginari di vite di
uomini e animali, episodi di navigazione dei pescatori di merluzzo e soggiorni
presso i lapponi. Intorno alla pagina 130 ho trovato la citazione di un articolo
semisconosciuto di Evola ("Il mistero del Cromagnon"); mi è parso il chiaro
segno di una speciale simpatia con l'autore. Parlando del blocco sovietico,
l'autore usava parole di fuoco. Riferendosi ai popoli nordici, era pieno di
ammirazione e stupore. Dal libro si arguiva che l'autore aveva fatto il
corrispondente durante la guerra russo-finlandese; ricordavo che su quello
stesso fronte aveva operato un altro giornalista di nome Indro Montanelli. Poi
verso la fine Bellotti, riferendosi alla Norvegia, scriveva pressappoco: «ho
iniziato a conoscere questi luoghi da ragazzo, leggendo i libri di Hamsun e
Andersen, che mi hanno messo nel cuore un amore per il Nord che non mi ha più
lasciato per tutta la vita». Insomma un libro che, pur non raccontando una
singola vicenda, sa rendersi coinvolgente come un romanzo, riuscendo
particolarmente a far leva su chi abbia una certa visione del mondo.
Così, spinto dalla curiosità ho effettuato qualche ricerca sull'autore, per
rendermi conto che Felice Bellotti, omonimo di un famoso traduttore ottocentesco
dei classici greci al quale sono dedicate piazze e vie in tutta Italia, è stato
autore di una decina di libri "di viaggio":
"Prodigioso Congo", ed. Leonardo da
Vinci 1952 (tradotto in inglese nel 1954 e in francese nel 1956);
"Grande Nord",
ed. Eli, 1954 (tradotto in inglese nel 1957 e in francese nel 1960):
"Formosa.
Isola dai due volti," Cino Del Duca, 1958 (tradotto in francese nel 1959);
"Cittadella di Allah. Viaggio nell'Arabia Saudita", ed. Cino Del Duca, 1960
(tradotto l'anno successivo in francese);
"Terra Maya", Leonardo da Vinci, 1963
(tradotto in spagnolo nel 1966);
"Alaou Haiti", ed. Leonardo Da Vinci, 1964;
"Il
paese della Bibbia", ed. Cino Del Duca,1965;
"I Beduini", ed. Cino del Duca,
1965;
"Avventura in Yemen", ed. Cino del Duca, 1966;
"Australia nuova America",
Cino del Duca, 1967;
"Agli antipodi", La Scuola, 1969.
Felice Bellotti aveva inoltre pubblicato:
"XXVIII Ottobre, divisione d'assalto"
(Società nazionale editrice propaganda, 1937);
"Arabi contro Ebrei in
Terrasanta" (O. Marangoni, 1939, Volume 13 di Vita dei popoli, collana di
viaggi, esplorazioni ed inchieste);
"Germania chiama Europa" (Rusconi e
Paolazzi, 1956);
e, nel 1947, "La repubblica di Mussolini" (ed. Zagara), un
libro sulla RSI.
Dopo poco ho scoperto che così come il libro sul Nord era il frutto di viaggi
ripetuti e di conoscenza diretta, allo stesso modo Bellotti l'epopea del
fascismo repubblicano l'aveva vissuta da protagonista. Non solo: aveva portato
sul bavero le doppie rune e per la precisione era stato Sturmbannführer nella
Waffen SS, con l'incarico di ispettore generale delle forze armate italiane
(sigla: Gen Inspek der Ital Waf Verb).
Stando a quanto riportano Harm Wulf e altre fonti, aveva fondato e diretto
"Avanguardia", il mensile della SS Italiana; prima della guerra, aveva fatto il
giornalista per "Il Regime Fascista" e per "La Stampa": due quotidiani su cui,
nella stessa epoca, aveva scritto anche Evola. Già negli anni '30 aveva preso
parte alla campagna d'Etiopia (Angelo Del Boca, "Gli italiani in Africa
orientale", Volume 2, pp. 397 e 492): presumo che il libro sulla "XXVIII
Ottobre" ne sia il resoconto.
Dalla seconda metà del settembre 1943, comunque, Felice Bellotti e Cesare
Rivelli fecero i programmi italiani per Radio Monaco, ancor prima della
proclamazione della Repubblica Sociale. Radio Monaco fu una sorta di "governo
via etere", come scrive Annino Vitale in Cronistoria della Radio dal 1938 al
1945. Poiché Bellotti operò a Radio Monaco nei giorni immediatamente successivi
alla liberazione del Duce da parte di Otto Skorzeny, mi sembra persino
plausibile ipotizzare che fosse presente all'arrivo di Mussolini in Germania,
insieme a Vittorio Mussolini e a Evola.
Stando alle ricerche di Massimo Zannoni (pubblicate in "Acta", bimestrale
pubblicato dalla Associazione Culturale Istituto Storico della RSI, n.
47/gennaio-marzo 2002), anche durante la Repubblica Sociale Bellotti inoltre
lavorò al giornale della Radio repubblicana diretta da Pavolini, coadiuvato da
Giovanni Preziosi e Vittorio Mussolini.
A quanto pare Bellotti ebbe un ruolo nella liberazione di Indro Montanelli dal
carcere di San Vittore (vedi); forse memore del periodo vissuto insieme a
raccontare l'esperienza di ghiaccio e fuoco nelle trincee della Finlandia.
Queste vicende pare siano ricostruite nel libro di Renata Broggini "Passaggio in
Svizzera. L'anno nascosto di Montanelli".
Ancor più precisa la ricostruzione del ruolo di Bellotti in una lettera del
lettore Riccardo Lazzeri al settimanale "il Domenicale" del 6 settembre 2003:
«Il maresciallo Graziani, su preghiera di Donna Ines, telefonò a Guido
Buffarini-Guidi a Maderno, il quale diede il nullaosta per la liberazione di
Montanelli al giornalista Felice Bellotti. Questi lo portò al questore Ulderico
de Luca e fece liberare Montanelli dal carcere di San Vittore, portandolo a
Garbagnate con un ordine fittizio di trasferimento in data 1° agosto 1944, da
dove, accompagnato dal commissario Osteria della polizia politica, giungerà a
Stabio, in Svizzera, il 14 dello stesso mese. Tutto questo sopra verrà
confermato dallo stesso Felice Bellotti in un articolo comparso sul Roma di
Napoli nel dicembre 1959 ...».
Nel dopoguerra Bellotti aveva subito i comuni processi e le comuni persecuzioni;
ne restano tracce sparse nel sito dell'Archivio di Stato di Milano. Poi era
passato a scrivere reportage di viaggi esotici sul settimanale "Tempo". Non sono
riuscito a trovare la data di morte. Sarei molto lieto se qualcuno tra i lettori
fosse in grado di darmi ulteriori informazioni su questo interessantissimo
personaggio.
da:
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Autori/storici/HarmWulf/articoliHarmWulf.htm
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