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"Fratelli minori" o leccaculo?

Antonino Amato      

 

Premessa. Io non so dire se gli uomini sono “figli degli Dei” oppure “figli della Terra”, vermi che, evolvendosi, sono diventati “uomini”. Penso però che gli uomini, tutti gli uomini senza alcuna esclusione, siano “fratelli”. E da questa mia convinzione non mi schiodo. Mi tocca però prendere atto che, a questo mondo non ci sono solo io, osservatore disincantato; ma anche i politici. E, allora, sono dolori: affermazioni solenni senza alcuna consistenza. Non mi credete? Ve ne faccio due esempi.

Inventori della singolare tesi dei “fratelli maggiori” e dei “fratelli minori” sono stati gli ultimi Papi. Che, poveretti, hanno perso Teodosio, hanno perso Carlo Magno, hanno perso gli Asburgo e si ritrovano a convivere con la “Patria” (USA/Israel). I Papi sono tanto avveduti da capire che la “Patria” ha un grande corpaccione (USA) e un cervello (Israele). Ed allora..... Ed allora eccoli pronti a corteggiare il cervello della “Patria”.

Il “popolo di Dio”, in queste querimonie diplomatiche, non c’entra nulla. Il “popolo di Dio” sta lì ad accogliere a bocca aperta le “favole dei chierici. E pazienza se, nel corso dei secoli, i chierici narrano favole diverse ed antitetiche. Quello che importa è la “fede”: fede nella parola del Signore, trasmessa a mezzo dei suoi chierici. Del resto, è forse colpa dei chierici se gli “Imperatori” cambiano etnia, fede politica e fede religiosa?

Oggi comandano gli Ebrei. Ed è giocoforza farseli amici, anche a costo di contraddire i Vangeli. Stando ai Vangeli Gesù (Dio? Profeta? Filosofo?) predicò un “Dio” che non piacque ai Giudei. Sempre secondo i Vangeli i Giudei, ribellandosi alla “predicazione di Dio” fatta da Gesù, ne chiesero e ne ottennero la morte. E il “vulgo fedele”, nel corso dei millenni, ha accolto il messaggio di Gesù trasmesso dai Vangeli. Anche perché il “Padre Nostro”, predicato da Gesù, somigliava tanto a “Padre Giove”, “padre degli Dei e degli Uomini”.

Niente a che spartire con Jahvé, il “dio nazionale dei Giudei”.. Nessuna meraviglia per il fatto che alcune tribù di Ebrei, in lotta con altre tribù di pecorai, si siano inventati un “dio nazionalista”. Qualche meraviglia per il fatto che, dopo millenni, continuano a credere a un cosiffatto Dio. Desta invece sconcerto il fatto che gli ultimi Papi dichiarino lo “Jahvé dei Giudei” lo stesso medesimo Dio del “Padre Nostro predicato da Gesù”. Così come suscita disgusto il fatto che, pur proclamando la fraternità di tutti gli uomini, si diano a sostenere che gli Ebrei sarebbero “fratelli maggiori”. Viene da chiedersi: i Papi credono in Gesù? I Papi credono nei Vangeli? E da concludere: no, non ci credono. E vanno predicando una “religione variabile”, a seconda del mutare delle contingenze storiche.

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Chi non si pone problemi è Berlusconi, il “guitto coi soldi”, diventato Primo Ministro della “democrazia antifascista nata dalla resistenza”. Costui va in Israele e, per ingraziarsi gli Israeliani, dice un mucchio di sciocchezze. Tra le quali: “Per noi il popolo ebraico è un fratello maggiore” (1). E mai affermazione fu tanto ridicola. E difatti, in fatto di religione o di filosofia, si può parlare di “filiazione”, ma in fatto di genetica ci si affida al “fatto naturale” che un uomo ed una donna, congiungendosi carnalmente, generano dei figli. Si può porre il problema in termini di “discendenza patrilineare”, si può porre il problema in termini di “discendenza matrilineare”, ma.... Ma è bestemmiare l’affermare che “gli Ebrei sono fratelli maggiori degli Italiani. Salvo a riferirsi agli Italyani, come ad una razza bastarda: tutti come Ciro, il bastardello niro niro, flglio di un “negraccio liberatore” di passaggio per Napoli.

Un’affermazione studiata? No, il poveretto aveva sentito parlare di “fratelli maggiori” e di “fratelli minori” ed aveva creduto di affermare una cosa intelligente. Del resto noi tutti sappiamo che Berlusconi ha riveduto e corretto la storia di Roma con la scoperta di “Romolo e Remolo”. Non senza dargli atto che, in fatto di barzellette, Berlusconi è insuperabile.

Antonino Amato    

 

Il commento di Giorgio Vitali


Noi condividiamo in pieno l'analisi sottostante, elaborata da Antonino Amato, dell'ormai tristemente famoso, e fumoso, viaggio di tale Berlusconi in Palestina. I punti toccati dall'autore dell' articolo ci trovano consenzienti su tutte le tesi trattate, che NON sono poche, come parrebbe apparire a prima "svista". Infatti, una dichiarazione come quella di Berlusconi relativa alla "paternità" del popolo ebraico nei confronti del popolo italiano è da CATALOGO DELLE IDIOZIE da STORICIZZARE PERCHÈ NON POTRÀ MAI ESSERE DIMENTICATA. Anche se ci ricorda le famose vignette dedicate alle "Guerre Pacioccone" del Travaso, che però era un giornale satirico, ma molto molto più dignitoso del personaggio sul quale al momento, e con molto disgusto, ci stiamo soffermando. Teniamo a precisare che quello che Berlusconi chiama popolo ebraico, nella fattispecie quello che pretende di comandare in Palestina, (se escludiamo gli "ebrei" locali, che contano ben poco) in realtà è un miscuglio di popolazioni, probabilmente di etnia turca, per lo più provenienti dall'Europa caucasica. Popolazioni piuttosto primitive anche quando in Europa, e siamo nell'anno Mille, erano già finite le grandi migrazioni barbariche e l'Impero carolingio era insediato già da 200 anni. La loro abilità nel maneggiare merci di scambio è anche affine alla loro abilità nell'inventare «Miti» che dovrebbero servire ai loro esclusivi interessi. Questi miti, ai quali da secoli si piegano gli stolti, sono proprio in questi giorni scardinati dalle loro fondamenta grazie alla progressiva scoperta, da parte degli studiosi, della sovrapposizione di menzogna a menzogna. Come accade sempre nella storia, la presunzione di poter farla franca spinge i vanagloriosi ad accentuare gli aspetti più grotteschi del loro essere. Si arriva al punto in cui basta l'ingenuità di un bambino per scoprire che ... «il Re è nudo».
Allo stesso modo, un Berlusconi, che dovrebbe avere la sensibilità di un Capo di Governo, credendo di adeguarsi a chissà quali "direttive" (c'è chi pensa trattarsi di manovre massoniche), svela agli italiani (cioè a quelli fra gli italiani che hanno un minimo di dignità morale) di che pasta è fatto. Si tratta in realtà di un uomo/spettacolo o, se vogliamo, di un "replicante", al quale possiamo senza tema (nomen-omen) affibbiate il nuovo nome: Berluscloni. Tanto più che questa "recita a soggetto" avviene a teatro che si va svuotando, nel senso che la pressione delle nuove realtà geopolitiche, per il momento solo potenzialmente nemiche di USA/Israel, stanno lentamente ma inesorabilmente stringendosi attorno a questi presunti "padroni del mondo" in un abbraccio non propriamente d'amore. Quello di Berluscloni non è il primo "opportunismo sbagliato" di governanti e politici italiani nell' ambito storico (pensiamo alla fuga del Re, di Badoglio e del codazzo di pseudo-generali ed ammiragli), e speriamo che non coinvolga anche gli italiani, più di quanto abbia fatto fino ad oggi, nelle conseguenze delle sue recite televisive.
Che restano comunque ancorate per sempre su un catodo morto.


Giorgio Vitali