Giano Accame
Giorgio Vitali
La notte fra il 15 ed il 16 aprile è
mancato Giano Accame. Pensatore pacato, è stato fra gli intellettuali italiani
maggiormente presenti nel dibattito politico "vero" tanto in Italia quanto in
Europa, per l'acume e la versatilità degli argomenti trattati, che non hanno mai
aprioristicamente escluso una qualche componente della complessa e spesso
controversa storia d'Italia. Non è mai stato un pensatore "partigiano" e tanto
meno fazioso, non si è mai prostituito al potere, economico o politico che
fosse, collezionando molti licenziamenti nella sua attività professionale. Le
sue polemiche non sono state mai "urlate" perché le sue argomentazioni erano
efficaci, convinte e soprattutto documentate.
Questa è la tipologia dell'intellettuale che noi preferiamo. Le convinzioni,
anche se espresse con pacatezza, anzi, soprattutto per questo, sono efficaci e
convincenti nella misura in cui vengono comunicate con dovizia di
documentazione. In una intervista televisiva Furio Colombo, intellettuale
sicuramente partigiano, ha riconosciuto che Accame era aperto al dialogo. Ma
l'apertura al dialogo non significa mai che si debba accettare le tesi
dell'avversario, se questo dichiara il falso. Come accade ormai nel nostro
paese, preda della menzogna sistematica e retorizzata. Un vero melting pot
cerebrale.
Se lo scopo è quello di esporre le proprie ragioni, e comunicare la maggior
quantità di notizie possibile contro l'oscurantismo corrente, non importa da
quale pulpito si parla. Al contrario, noi viviamo la triste stagione della
mistificazione, nella quale chiunque può permettersi, fidando dell'ignoranza e
dell'ignavia correnti, di costruirsi surrettiziamente una qualsiasi cattedra,
sporcando senza remora la denominazione che ci si assume abusivamente. E, se
qualcuno non se ne è accorto, ci riferiamo esplicitamente al subdolo ruolo che
sta svolgendo Alleanza nazionale, al di fuori dell'opportunismo politico dei
suoi dirigenti. Più esplicitamente, noi abbiamo sempre preferito quei
socialrepubblicani che, presenti in tutti i partiti del dopoguerra (partito
comunista compreso) hanno cercato di continuare la battaglia ingaggiata nel
triste 1943, a tutti coloro che, mascherati da eredi del "fascismo" hanno NEI
FATTI contribuito all'affermazione di quelle forze geopolitiche e culturali che
del fascismo sono state sempre mortali nemiche.
Giorgio Vitali
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