L’ideologia manipolata dal
linguaggio politico
e il controllo delle idee
Giovanna Canzano
intervista Pedro Varela
22
maggio 2010
«... Il problema è che
l’ideologia dominante, sperimentata con la manipolazione del
linguaggio politico ed esercitato con un controllo ogni volta più
completo
sul mondo delle idee, sta
completamente nelle mani dei Maestri del Discorso.
Tutto l’immaginario che ci è
stato diffuso negli ultimi decenni – che però ci trasciniamo da più
di un secolo – altro non è che quello portato avanti dal “giudaismo,
dalla massoneria e dal marxismo ...»
Pedro Varela |
CANZANO 1 - Dal 1996, dopo l’approvazione in Spagna di una legge che
stabiliva i crimini di apologia di genocidio e di incitamento all’odio razziale
(11 maggio 1995), Lei è perseguitato dalla giustizia spagnola. Puoi riassumere
brevemente le tappe di questa persecuzione giudiziaria?
VARELA - Nel 1996 subimmo una grossa perquisizione nella mia abitazione e
simultaneamente nei locali della Libreria Europa di Calle Seneca 12 di
Barcellona. La polizia sequestrò 20.900 libri che, fino ad oggi, non ci sono
stati ancora restituiti, insieme a tutti gli archivi storici, la mia biblioteca
privata, documenti, computers, ecc. Fui accusato di “negazione dell’olocausto” e
di “incitazione all’odio razziale”. Due anni dopo, il 16 ottobre del 1998 ci fu
un processo-spettacolo, alla sovietica, nel quale il giudice di estrema sinistra
Santiago Vidal Marse dispose in aula un grande schermo con traduttore simultaneo
e proiettò il film storico di Fritz Hipper “Der ewige Jude” (L’ebreo eterno) del
quale avevano trovato una copia nella Libreria Europa. Mi accusarono come se io
stesso fossi il produttore del film e il pubblico ministero chiese quattro anni
di carcere, multa, ecc.
Un mese dopo, il 16 ottobre 1998 questo stesso giudice depositò la sentenza
condannandomi a cinque anni di prigione. Mi chiedo, è mai possibile che le
autorità condannino un libraio a cinque anni di carcere per vendere libri? Mi fu
ritirato il passaporto e mi fu vietato di uscire dalla Spagna per dieci anni,
con obbligo di firma di fronte al giudice tutti i mesi.
Il 16 gennaio 1999 durante una manifestazione autorizzata, la polizia di
Barcellona irruppe nella Libreria Europa, gettò i libri per la strada dove
vennero raccolti in una grande pira e gli dietero fuoco. Mentre alcuni di loro
davano fuoco ai libri, altri distrussero tutto quello che c’era nella libreria.
In seguito facemmo ricorso in appello all’Audencia Provincial che fu accettato
in considerazione che la legge che era stata applicata contro di me era
incostituzionale. L’Audencia Provincial, che era presieduta da Ana Ingelmo inviò
la sentenza e le sue considerazioni al Tribunale Costituzionale di Madrid, che
ci mise dieci anni prima di prendere una decisione.
Finalmente, nel 2008, il Tribunale Costituzionale considerò che, almeno in
parte, non si poteva condannare nessuno per dubitare o negare presunti fatti
storici tramite dichiarazioni o scritti. Una volta ancora a Barcellona, il
Tribunale ammise che non poteva condannarmi per “negare l’Olocausto” perché il
Tribunale Costituzionale lo impediva. Mi condannarono però per “promozione del
genocidio!” … alla fine la condanna definitiva fu di sette mesi di carcere. Però
nel frattempo, e prima di questa nuova situazione, i fanatici del Tripartiro [N.
d. T. dei tre partiti] a Barcellona ordinarono una nuova perquisizione e un
nuovo processo contro le Edizioni Ojeda, delle quali io sono il direttore,
sequestrando sette computers e altri 5.000 libri, oltre a numerosi documenti. Il
nuovo processo ebbe luogo lo scorso 29 gennaio 2010 e la condanna fu resa nota
l’8 marzo: 2 anni e 9 mesi di carcere per “genocidio” e “attentato ai diritti
fondamentali”, crimine che avrei commesso pubblicando libri che denunciano la
lobby ebraica internazionale, documenti storici come il Mi Lucha (Mein Kampf) o
i discorsi di Hitler, o altri testi concernenti tematiche razziali. Questa pena,
sommata ai sette mesi della condanna precedente, porta a un totale di 3 anni e 4
mesi che, adesso io, dovrei scontare, e, essendo recidivo, si aggiungono altri
due anni di carcere. Tenterò un nuovo ricorso, se è possibile.
CANZANO 2 - Lei è stato condannato recentemente dal tribunale penale
undici di Barcellona ad un anno e tre mesi di reclusione per il reato di
diffusione di idee negazioniste e un altro anno e mezzo di carcere per aver
violato i diritti fondamentali e delle libertà pubbliche garantite dalla
Costituzione. Queste pene Le sono state inflitte come proprietario della
libreria Europa?
VARELA - No, come responsabile di Ediciones Ojeda. Anche se la sede è la
stessa di quella della Libreria Europa in Calle Seneca 12 a Barcellona, anche se
la persona è la stessa, anche se i libri delle Edizioni Ojeda si vendono anche
nella Libreria Europa. Si trattava di un trucco semi-legale per tornare a
intervenire contro la mia persona.
CANZANO 3 - Lei è stato presentato al processo come un semplice librario,
ma dalla sentenza si rileva che Lei vendeva libri che raccomandavano la
segregazione e rappresentavano "un disprezzo per il popolo ebraico e le altre
minoranze" e, come commentato dal giudice, "unidirezionali in termini di
contenuto, con una totale mancanza di pluralismo" e "diretti verso una singola
linea di pensiero".
VARELA - Chi decide quali ideologia sono genocide e quali no? Il giudice
amico di Sos-Razzismo? I suoi padroni che gli elargiscono la mancia alla fine
del mese? O forse una giudice che ha bisogno di assicurarsi il suo piatto di
lenticchie con un posto fisso? Il nostro avvocato domandava alla giudice e
all’accusa durante la difesa: “Dobbiamo obbligare gli editori ad essere
d’accordo con tutti i testi che pubblicano? Eliminiamo dalla Storia i libri che
non ci piacciono?” Quello che fanno il Pubblico Ministero della Catalogna e i
funzionari della polizia autonoma assomiglia a quello che fanno le luci in un
teatro. Con i loro potenti fari i nuovi maghi concentrano l’attenzione del
pubblico nell’angolo che interessa loro, lasciando nel buio il resto della
scena. Inviano al giudice solo le frasi che interessano loro, fuori contesto e
con il solo scopo di criminalizzarle, senza preoccuparsi di chi ne sia l’autore.
Il Pubblico Ministero andò ancora più lontano: passò un sacco di tempo a leggere
delle frasi, tra loro sconnesse, che sarebbero oggi politicamente scorrette,
però “dimenticò” di dire che A) Nessuna di loro era di Pedro Varela; B) Per la
maggior parte si trattava d’idee di pensatori classici citati dagli autori dei
libri in questione. In questo modo ottenne il risultato che espressioni di
Quevedo, Fichte, Jung, Schopenhauer, Wagner, Nietzsche, Rosenberg, o dei
classici greci, romantici, indù, apparissero come opinioni personali
dell’editore. Di fatto, l’accusa pretende, ormai, che gli editori e i librai si
leggano assolutamente tutti i testi che propongono al pubblico, cosa che risulta
decisamente impossibile. E anche che i librai e gli editori esercitino essi
stessi un’autocensura.
Vale a dire, nessuno vuole erigersi a Grande Inquisitore, nessuno vuole
accettare che esista, di fatto, un nuovo Indice di libri proibiti, nessuno vuole
ammettere che esistano, come dimostra questo processo, testi maledetti, però si
spera che gli editori e i librai “comprendano” da soli che ci sono cose che
possono e cose che non possono pubblicare, distribuire e offrire al pubblico.
Bisogna rispondere a quello che è evidente. Sia un editore che un libraio, non
hanno il tempo, la capacità e ancora meno l’obbligo di censurare i libri che
offrono al pubblico. E in ogni caso è il pubblico che decide quale libro vuole o
non vuole comprare, neanche Sos-Razzismo può erigersi a “consigliere” universale
di quello che la gente può o non può leggere. Si può arrivare a capire che, come
dice il nome, quest’associazione e i suoi amici abbiano la necessità urgente di
trovare un “razzista” a ogni angolo, visto che vivono di questo, e, se non lo
trovano, se lo inventano. Però dubito molto che il pubblico voglia riconoscerli
come guide intellettuali delle sue letture. Una delle accuse nei miei confronti
da parte del Pubblico Ministero è che io pretenderei di “giustificare il
genocidio” (leggasi il solito Olocausto) dando per verità assoluta quello che
ora è in discussione (pretendono di fare di questo tema storico il fondamento
ideologico del Sistema).
Molti di questi libri sono liberamente disponibili in rete. Allora, dove
comincia il crimine? Quando leggo un libro che trovo su internet? Quando
qualcuno se ne stampa una copia con la stampante di casa? Quando un altro decide
di stamparne trenta copie e diffonderle fra gli amici? O quando Edizioni Ojeda
ne fa una tiratura di X copie?
Come vedremo in seguito, nell’epoca della comunicazione libera e massiccia,
porre frontiere all’informazione libera non solo non ha senso ma è una battaglia
persa in partenza.
I nostri accusatori, e alcuni loro amici del mondo politico e intellettuale,
sono membri di associazioni che loro stessi chiamano “antirazzisti”:
Sos-Razzismo, Antifa, Searchlight, Expo e altri gruppi simili di cui capiamo la
vera natura solo adesso e in occasione delle connessioni con la pubblica accusa
e con la magistratura.
Sono le truppe d’assalto dei Predatori. Cominciano con i gruppi di solidarietà
locale. Si comportano come un solvente disintegrando la solidarietà
tradizionale. Sono ferventi sionisti, obbediscono devotamente a quello che dice
l’ADL di Foxman; e ricevono sostegno dai finanzieri ebrei (come potrebbe ben
fare un Basat-Cohen con alcuni giornalisti di Barcellona).
Il problema è che l’ideologia dominante, sperimentata con la manipolazione del
linguaggio politico ed esercitato con un controllo ogni volta più completo sul
mondo delle idee, sta completamente nelle mani dei Maestri del Discorso. Tutto
l’immaginario che ci è stato diffuso negli ultimi decenni – che però ci
trasciniamo da più di un secolo – altro non è che quello portato avanti dal
“giudaismo, dalla massoneria e dal marxismo” (secondo il celebre discorso del
precedente Capo di Stato, il cui messaggio è stato ridicolizzato socialmente
come unico modo per combatterlo, anche se la realtà quotidiana non ha fatto che
dargli ragione).
Questa ideologia imperante, che ha alla base una mera propaganda, da’ per
accaduto quello che sta attualmente in discussione. E così si può andare
intimidendo facendo opposizione, per piccola che sia, non ha la minima
intenzione di lasciarsi abbattere.
La sinistra spagnola, e in generale la classe politica e mediatica, inclusa la
destra liberale o centrista, per esempio, utilizza vocaboli che demoliscono chi
non la pensa come loro. Prima di ogni ragionamento dell’avversario, sia liberale
o conservatore, però soprattutto se è identitario, utilizzano, in Spagna i
concetti tipici del blocco: fascista, franchista, estrema destra, con i quali,
senza bisogno di ulteriori argomenti, si mette l’altro alla corda e sulla
difensiva. In occasioni importanti, come nel caso di questa nostra casa
editrice, si aggiungono i vocaboli demolitori più paralizzanti: nazista,
razzista, antisemita, genocida… con questi non c’è interlocutore che non resti
immediatamente paralizzato, senza azzardarsi a dire una parola. È il frutto di
una ben studiata ingegneria della parola o ingegneria linguistica che precede
l’ingegneria giuridica e alla fine l’ingegneria sociale che è in marcia, incluso
il processo di sostituzione della popolazione autoctona e il suo annichilimento,
che occorre accettare volontariamente e senza balbettare una parola.
CANZANO 4 - Si è cercato anche di ‘condannare’ i libri in un paese dove
non esiste la censura ed un indice o l’ufficio inquisitorio dove informarsi dei
libri che si possono o no stampare, quali sono gli autori e i libri condannati?
E perché fa paura la circolazione di questi libri?
VARELA - Occorre notare che fra i 16 libri condannati a essere distrutti
nel gennaio 2010, troviamo anche quello di un famoso psicologo anti- nazista
come Eysenck o di un ebreo israeliano come Shamir … vediamo la lista:
LIBRI CHE DEVONO ESSERE DISTRUTTI E PER I QUALI SIAMO STATI CONDANNATI:
1. LA LLUVIA VERDE DE YASUF, (La pioggia verde di Yasuf), di Israel Shamir
2. RAZA, INTELIGENCIA Y EDUCACIÓN, (Razza, intelligenza ed educazione), de H. J.
Eysenck
3. FUDAMENTOS DE BIOPOLITICA (Fondamenti di biopolitica) de Jacques de Mahieu
4. EL PENSAMIENTO WAGNERIANO (Il pensiero wagneriano) de Houston Stewart
Chamberlain
5. ÉTICA REVOLUCIONARIA,(Etica Rivoluzionaria) Ed(itado por Pedro Varela
6. ECUMENISMO A TRES BANDAS: Judios, cristianos y musulmanes, (Ecumenismo a tre
lati: Ebreo, Cristiano e Musulmano), Padre Angel Garcia de la Ojeda
7. LA HISTORIA DE LOS VENCIDOS Tomo II,(La storia dei vinti – Tomo II), de
Joaquin Bochaca
8. LOS CRIMENES DE LOS BUENOS, (I crimini dei buoni), de J. Bochaca
9. LOS PROTOCOLOS DE LOS SABIOS DE SIÓN,(I Protocolli dei savi di Sion), de
Sergei Nilus
10. MI LUCHA,(La mia lotta), de A. Hitler
11. AUTORRETRATO DE UN FASCISTA: LÉON DEGRELLE, (Autoritratto di un fascista:
Leon Degrelle), de JM Charlier
12. HITLER Y SUS FILOSOFOS, (Hitler e i suoi filosofi), de J. Bochaca y otros
13. HITLER DISCURSOS Tomo I (1933, 1934, 1935), (Discorsi di Hitler – Tomo I –
1933,1934,1935)
14. NOBILITAS, del Dr. Alexander Jacob
15. EL HOMBRE NUEVO,(L’uomo nuovo), de Ion Motza
16. GUARDIA DE HIERRO,(La Guardia di Ferro), de Corneliu Codreanu
Se si venisse a sapere negli altri paesi europei che in Spagna si perseguitano i
libri di una personalità in materia di psicologia come H. J. Eysenck, noto anti
nazista, o di un ebreo che era anche deputato socialista nel parlamento
israeliano come Israel Shamir, o i discorsi d’importanza storica, senza alcun
commento, che pronunciò Hitler tra il 1933 e il 1935 (pubblicati ora anche in
Germania), o di un indù la cui opera è molto stimata nelle università e che si
vende in Francia e in Inghilterra senza problemi, si resterebbe allibiti e
questo nostro paese cadrebbe nel ridicolo più spaventoso.
I Predatori, i Padroni del denaro e delle volontà, quelli che stanno prostrati
di fronte al vello d’oro e che sono i padroni di questo mondo, fanno a pezzi
ogni opposizione, o almeno tentano.
“Vi invio come pecore in mezzo ai lupi” ha detto Nostro Signore.
Quando i Predatori e i loro servitori anestetizzano le pecore, censurando le
informazioni, è perché intendono divorarle. La risposta è pregare di più, amare
di più e lottare di più.
Per imporre però una resa incondizionata occorre essere in due. Uno
sufficientemente fanatico, prepotente e stupido per esigerla. E un altro
disposto ad accettarla. Nei loro calcoli dimenticano che il secondo non esiste.
CANZANO 5 - Il giudice Estela Perez Franco ha ordinato anche la confisca
di alcuni ‘oggetti’ presenti nella sua libreria come il busto di Hitler, la
svastica di ferro, gli elmetti militari, i poster nazisti, ha un senso il loro
sequestro?
VARELA - Anche se non è la cosa di maggiore importanza materiale, il tema
degli oggetti personali è il presupposto di un grave pericolo. Ordinando di
distruggere un’opera d’arte di uno scultore degli anni 40 del secolo scorso,
solo perché rappresenta Adolf Hitler (nato nel secolo XIX) ci introduce nel
mondo dei nuovi iconoclasti. V’immaginate un giudice che ordina di distruggere i
busti di Napoleone, di Bismarck o di Giulio Cesare? Tra le persone indignate, un
signore ha proposto di riprodurre centinaia di busti di Hitler per vedere se
qualcuno gliene vieta la vendita, insieme ai busti che già vende di Stalin, Mao
e Lenin o quelli degli autentici genocidi come Churchill o Truman.
Un altro, che colleziona e vende elmetti storici, si domandava se avrebbero
sequestrato e ordinato di distruggere – come ha fatto questa giudice con noi –
insieme all’elmetto tedesco originale che ci forniva, anche gli elmetti
americani e sovietici che vende. È preoccupato perché con questo precedente, un
giorno un qualsiasi giudice eccentrico potrà passare una pressa sopra la sua
collezione di onorificenze storiche.
Se una giudice, come in questo caso, decide di distruggere una lampada indiana
con la svastica levogira (regalo di un cliente con poco gusto), ordinerà di
distruggere anche la falce e il martello, che rilucono ancor oggi in Plaza
Catalunya a Barcellona? (locali del PC). O forse proibirà ai buddisti o
all’esercito finlandese l’uso del loro simbolo tradizionale per eccellenza? Con
ragione la popolazione indù della Germania obbligò la cancelliera Merkel a
rivedere la sua intenzione di proibire la rappresentazione di ogni svastica nel
paese: “Lei ha problemi con questo simbolo per soli dodici anni di storia, per
noi rappresenta varie migliaia di anni di cultura” affermarono.
CANZANO 6 - Nell’ottobre del 2007 la Corte Costituzionale spagnola ha
depenalizzato il reato di “negazionismo”. Su quale base Lei è stato condannato
dai giudici di Barcellona?
VARELA – Il giudice falsamente progressista Santiago Vidal, che non è
nemmeno giudice di carriera, considerò che pensare di poter negare l’olocausto è
già un crimine sufficiente. La prima cosa però che s’impara all’Università è che
la ricerca storica non si conclude mai, non si finisce mai di cercare, resta
sempre aperta, possono emergere nuovi documenti, nuove prove. Al contrario un
fatto non sarebbe “storico”, ma dogma religioso nel quale bisogna credere per
fede o per paura dell’Inquisizione. La legge contro la negazione del genocidio
fu introdotta in Parlamento nel 1995 dalla ‘porta di servizio’, dal momento che
la commissione giuridica tecnica raccomandò di non farlo per mancanza di
professionalità e base giuridica della stessa. Alla fine i Predatori e i loro
agenti la introdussero con una forzatura. Però grazie al nostro caso e al lavoro
instancabile dei nostri avvocati, il Tribunale Costituzionale ha fatto
modificare questa legge e la sua accezione, almeno fino ad oggi.
CANZANO 7 - Come ha influito, praticamente, questa depenalizzazione,
sulla libertà di espressione in Spagna in relazione al revisionismo storico?
VARELA - Grazie al nostro caso e al lavoro instancabile dei nostri
avvocati, il Tribunale Costituzionale ha fatto modificare questa legge e la sua
accezione, almeno fino ad oggi. Grazie a questo non possono essere perseguitati
libri di autori che reinterpretino l’Olocausto. Quello che la nuova persecuzione
mette sul piatto è la capacità di manipolazione del linguaggio e della giustizia
per perseguitare libri che non sono proibiti ed editori e librai. Adesso ci
perseguitano per “giustificare o incitare al genocidio”, per difendere certi
autori che credono nella difesa dell’identità etnica dei nostri paesi e altri
libri che denunciano certi banditi internazionali, ebrei senza vergogna (non
tutti lo sono, com’è ovvio ricordare).
CANZANO 8 - Qual è la situazione attuale dei revisionismo e
dell'antirevisionismo in Spagna?
VARELA - In Spagna si può scrivere, parlare o diffondere testi
revisionisti senza problemi. L’anti revisionismo sta facendo molti sforzi per
riprogrammare le menti e le coscienze con trasmissioni radiofoniche, televisive,
testi scolastici, monumenti, ecc. Hanno il potere economico e i mezzi di
comunicazione. Ma non hanno la verità. Occorre continuare a lavorare e a
lottare.
CANZANO 9 - Che cosa pensa del futuro del revisionismo in Spagna e in
Europa alla luce del mandato d’arresto europeo?
VARELA - I Predatori faranno quello che sarà loro possibile per imporre
questo mandato. Sarà difficile farlo accettare in paesi che hanno una lunga
tradizione di libertà di espressione come l’Inghilterra o la Danimarca. E’
possibile però che lo vogliano imporre centralizzando la repressione a livello
continentale.
Occorre continuare a diffondere la verità. Se alla fine ci toccherà una corona
di alloro o il rogo, questo non ha importanza, perché lo scopo ultimo di questa
vita è di essere dalla parte del Bene, della Verità e della Bellezza.
(traduzione a cura di Giovanni Bartolone)
NOTE
http://civiumlibertas.blogspot.com/2010/02/ricerche-storico-giuridiche-sulla_4081.html
http://andreacarancini.blogspot.com/2010/02/spagna-pedro-varela-davanti-ai-giudici.html
giovanna.canzano@yahoo.it
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Giovanna Canzano - © - 2010
la nota di Giorgio Vitali
Riteniamo doveroso pubblicare
la seguente intervista, che è indicativa di una verità
incontestabile. L'assenza di libertà di pensiero in qualsivoglia
paese d'Europa. Sicuramente con maggiori o minori PRESSIONI
psicologiche, linguistiche, morali, economiche e quant'altro, ma
l'assunto che è stato alla base delle cosiddette "Democrazie" quando
alla fine degli anni trenta, sospinte dal desiderio di imporre la
loro volontà al Mondo, scatenarono il Secondo Conflitto Mondiale,
stabilirono i princìpi cardine dell'«Atlantismo». Pertanto, il
nemico era la "Dittatura" che era in realtà un nome come un altro,
ma caricato di significati "perversi" a favore della "democrazia"
che invece era sinonimo di progresso e di libertà. Dove sia finita
questa "libertà" lo vediamo giornalmente negli sforzi enormi che
tutti coloro (paesi, nazioni o singoli individui) esercitano per
difendere brandelli sempre più ridotti di essa.
E tuttavia, esiste il principio della "Eterogenesi dei fini",
secondo il quale la vita (la natura e le razze viventi) si difendono
automaticamente contro le INTRUSIONI innaturali. Infatti, più il
"nemico", per lo più malintenzionato, spinge la sua lama rovente per
incidere il "marchio della bestia" nel cuore stesso della Natura,
più questa se ne ritrae per scattare come una molla contro
l'intruso. Ne abbiamo la riprova in settori apparentemente diversi.
Il popolo palestinese, ad esempio, resiste impavido con una forza
non immaginata dai suoi persecutori i quali prima o poi dovranno
cedere, mentre la popolazione mondiale ha preso atto del male che
gli OGM (FORZATAMENTE IMPOSTI CON DICHIARAZIONI-DOCUMENTAZIONI FALSE
E PRESSIONI VIOLENTE) stanno facendo alla Natura presa nel suo
insieme. Da ricordare che la grande produttrice di OGM è la
multinazionale MONSANTO, che significa Monte Santo, cioè Monte Sion.
La MONSANTO è la multinazionale che esprime in pieno il programma di
dominio del Sionismo.
Contro le previsioni ottimistiche (ci vuole dell'ottimismo per
propugnare azioni di conquista), di politologi come Kissinger,
Brzezinzki, Ledeen (nome vero Levy), Wolfowitz, Luttwak, tanto per
fare alcuni nomi, o di manipolatori della finanza, come Soros e
Cohen, responsabili dei danni ingentissimi provocati alla vita di
milioni di esseri viventi, il sistema unipolare si sta rapidamente
sgretolando, sia per la rinascita della Russia, forte delle sue
risorse energetiche e naturali, sia per l'ascesa strepitosa dei
paesi emergenti come Cina, India, Brasile, Indonesia, Centro e
Sudamerica, Islam preso nel suo complesso (molto più unito di quanto
non si creda). La situazione è così pesante da indurre all'elezione
di un uomo di colore a presidente USA, per fargli sopportare il peso
dell'imminente sconfitta.
Questa débacle compromette definitivamente tanto il potere della
lobby sionista negli USA quanto l'arroganza di Israele verso il
mondo intero. La paura comincia ad insidiare tante posizioni di
potere in America e nell'Europa asservita all'Atlantismo, tanto da
spingere le residue forze del potere mondialista a perseguitare
qualsiasi forma di indipendenza del pensiero. ma è proprio questo
atteggiamento che dimostra l'inizio della fine.
VEDI: Alessandro Lattanzio: "Potere globale. Il ritorno della Russia
sulla scena internazionale"; Charles A. Kupchan: "La fine dell'era
americana"; Ignacio Ramonet: "Piccolo dizionario critico della
globalizzazione"; Frei Betto: "Gli Dei non hanno salvato l'America".
Giorgio Vitali
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