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Renzo Pellicano
Guerra all’Europa
Brossura 17 x 24 cm., pagg. 445 Stampato nel 2015 da Ritter RITTER Via
Maiocchi, 28 – 20129 Milano TEL 02 201310 – Fax 02 29510499
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Le manovre occulte dell'alta finanza alla conquista
del mondo
Guerra all’Europa
L'Autore parte da un accenno alle realtà nascoste
nelle vicende politiche e sociali che ne restano influenzate. Nel
secondo capitolo spiega la truffa del "signoraggio"
che viene accettata dai Governi un po' per timore un po' per interesse,
cedendo la sovranità monetaria alla
Banca Centrale (privata) che stampa la moneta e la cede al
Governo in cambio di
titoli di Stato i quali
non vengono mai pagati, ma si pagano gli interessi che costituiscono il
cosiddetto "Debito
Pubblico", anche questi non si riusciranno mai a pagare, perché
non si riesce ad estinguere il
cosiddetto "debito". Una
fonte di smisurato arricchimento legalizzato, strabocchevolmente lucrosa, in
mano a poche famiglie di grossi
magnati della finanza, che da oltre tre secoli hanno cominciato a
indebitare i governi, in mezzo mondo, attraverso enormi vere e proprie
truffe legalizzate. Quei pochi che hanno avuto il coraggio di cominciare a
intaccare questo potere ci hanno rimesso la vita. Nel
secondo capitolo Pellicano accenna anche una breve storia del formarsi di
una casta di banchieri di affari
di "alta finanza" attraverso
il commercio di contrabbando, droga, schiavismo, tentato monopolio
dell'energia, controllo delle Banche Centrali, produzioni di guerra ecc. ma
le conquiste materiali ottenute con la prepotenza non bastavano per un
popolo che ambiva a ottenere anche una certa supremazia morale.
Emilio Gentile ci aiuta a capire con il suo libro,
La democrazia di Dio. La religione
americana nell'era dell'impero e del terrore[i]
Egli ci spiega
quanto sia diffusa e condivisa
tra gli statunitensi una certa "pseudocultura",
una
Weltashauung, una
particolare visione del mondo, in virtù della quale i più bigotti
yankees sono rimasti
superstiziosamente persuasi che il loro popolo abbia instaurato un rapporto
speciale con il Creatore dell'universo, risoltosi con l'assegnazione agli
USA di «un ruolo missionario»
inteso «come modello di redenzione
per l'umanità». Una tradizione fanatica ed esaltata tipicamente
americana, molto funzionale, perciò. all'imperialismo plutocratico
statunitense.[ii]
Un fondamentalismo a sfondo religioso, opportuno per portare gli
yankee, guidati, in un primo
tempo, dai WASP
(White Anglo Saxon Protestants)[iii]
a una specie di fanatica "guerra
santa" onde asservire gli
altri popoli che si dovrebbero "evangelizzare".
Da ciò deriva l'ipocritamente sfacciato motto rooseveltiano: «To
evangelize the World».
"Evangelizzazione"
che continua ancora oggi.
Edgar L. Jones,
eminente storico militare e
corrispondente di guerra americano, ci spiega come avveniva questa
evangelizzazione, testimoniando concretamente: Noi
americani abbiamo la pericolosa tendenza nel nostro atteggiamento verso le
altre Nazioni di adottare una posa di superiorità morale. Ci consideriamo
più nobili e decenti di altri popoli e quindi in posizione migliore per
decidere che cosa è bene e che cosa è male nel mondo.
Ma quale tipo di guerra la nostra popolazione civilizzata immagina
che abbiamo combattuto? Abbiamo fucilato prigionieri a sangue freddo,
bombardato ospedali, sparato su marinai di navi silurate, ucciso o
maltrattato civili nemici, dato il colpo di grazia ai feriti, seppellito i
moribondi in fosse comuni insieme ai morti, e nel Pacifico abbiamo perfino
fatto commercio di teschi e ossa di giapponesi . Abbiamo inventato i
bombardamenti a tappeto e sganciato bombe atomiche su due città indifese,
stabilendo così un primato mondiale di massacro di massa. Ho chiesto ad
alcuni dei nostri soldati perché, per esempio, hanno regolato i loro
lanciafiamme in modo che i nemici morissero lentamente e dolorosamente,
invece di ucciderli quasi istantaneamente.. E perché essi odiavano così
tanto il nemico?... No. Solo perché essi odiavano la guerra. Forse per la
stessa ragione le nostre truppe hanno mutilato i corpi dei nemici, tagliato
loro le orecchie e strappato i loro denti d'oro da portare via come
souvenir, tagliato loro i
testicoli mettendoglieli in bocca, ma tali flagranti violazioni di tutti i
codici morali possono essere studiate nel campo della psicopatia.[iv]
Abbiamo inventato i bombardamenti a tappeto e sganciato bombe atomiche su
due città indifese, stabilendo così un primato mondiale di massacro di
massa. Ho chiesto ad alcuni dei nostri soldati perché, per esempio, hanno
regolato i loro lanciafiamme in modo che i nemici morissero lentamente e
dolorosamente, invece di ucciderli quasi istantaneamente.. E perché essi
odiavano così tanto il nemico?... No. Solo perché essi odiavano la guerra.
Forse per la stessa ragione le nostre truppe hanno mutilato i corpi dei
nemici, tagliato loro le orecchie e strappato i loro denti d'oro da portare
via come souvenir, tagliato loro i testicoli mettendoglieli in bocca, ma
tali flagranti violazioni di tutti i codici morali possono essere studiate
nel campo della psicopatia.[v] Fin dal
1845 John O'Sullivan aveva
impostato la sua sedicente "dottrina",
pretenziosa e apodittica, la cosiddetta "Dottrina del
Manifest Destiny", che
pretende indottrinare il popolo yankee circa
la mitologica missione degli Stati Uniti «di
ampliare il continente assegnatoci dalla Provvidenza per la crescita delle
nostre
moltitudini, che ogni anno si moltiplicano».
Questo dogma fuori da ogni logica, ha trovato acriticamente e supinamente
negli States innumerevoli
fanatici e faziosi sostenitori. Si affanna a darci una qualche spiegazione
la sociologa americana Roberta Coles
rilevando che la tradizione americana del "destino
manifesto" deriverebbe da… "miti
originari della religione americana": il mito della "nazione moralmente superiore perché scelta da Dio, col dovere di
redimere il continente e
forse il mondo", mito valido come rassicurazione per gli scrupoli e
gli eventuali dubbi quaccheri
di qualche pio e ipervirtuoso pacifista.
Per Josiah Strong,
preminente imperialista
americano, il "Manifest
Destiny" possedeva una destinazione "geopolitica"(sic!):
la creazione di un impero mondiale. La continuità delle mire
belliche espansioniste
americane fin dall'epoca della
Dottrina del
Manifest Destiny è stata la caratteristica dominante della
politica estera, nella quale sono confluite altre tre componenti della "dottrina"
espansionista americana:
II - la conquista al fine di
instaurare la democrazia (in
concreto, però, in regime plutocratico, serve per instaurare la democrazia
come strumento di asservimento inavvertito dei popoli);
III - la Dottrina Monroe (estesa
allo spazio vitale): la componente geopolitica;
IV - la Dottrina della Open Door
(Porta
Aperta) :
la componente economica. Alla fine dell'800 i fondamenti della cosiddetta "dottrina
geopolitica" americana vennero formulati da
Frederick Jackson Turner, da
Brooks Adams e dall'ammiraglio
Alfred T. Mahan; una profonda
convinzione espansionista per le successive generazioni di americani.
La sua realizzazione fu avviata da
Theodore Roosevelt, continuata in seguito da
Thomas Woodrow Wilson e portata a
conseguenze nefaste dall'ineffabile Franklin D. Roosevelt, "to
evangelize the world". Nel secondo capitolo l'Autore riporta sinteticamente
certe razzie di ricchezze materiali, (la cosiddetta
Guerra del Petrolio) ma
anche razzie e commercio di persone ridotte in schiavitù e così possiamo
apprendere che la schiavitù fu
adottata anche dagli Inglesi nei riguardi degli Irlandesi ribelli alle
loro inaccettabili imposizioni di abbandonare le proprie terre ancestrali
per emigrare in posti inospitali e improduttivi dell'Irlanda. É
diffusa l'idea che ebbero
fortuna negli Stati Uniti parecchi inventori, scienziati e cervelli
eccellenti in ogni campo, emigrati specialmente dall'Europa. In particolare
l'Autore si è voluto soffermare sulla vicenda
che ha visto il fisico serbo
Nikola Tesla, inventore del motore elettrico a induzione e di molte
altre importanti intuizioni scientifiche in elettrotecnica, il quale aveva
trovato il modo di assorbire energia elettrica dall'Etere
( la cd "free Energy") con
un'antenna e con un ricevitore a valvole termoioniche, similmente a come
avviene con le onde radio. Fece attrezzare una grossa auto con un motore
elettrico a induzione che funzionava con l'elettricità assorbita dall'etere
attraverso l'antenna e il ricevitore. Provò per otto giorni, in
segreto con l'auto guidata da un suo parente, venuto apposta dalla Serbia,
spingendo l'auto a diverse velocità sulle strade periferiche
e pure in città, per otto giorni, Dopo fece nascondere l'auto in una
rimessa in campagna e non ne parlò con nessuno. Ma la notizia strabiliante
trapelò ugualmente e dovette rispondere ai giornalisti. Tesla era ospite
della Westinghouse Corporation per studiare nuove tecnologie, ma venne
subito bloccato e gli fu intimato di non parlare più della sua scoperta che
avrebbe intaccato enormi interessi legati allo sfruttamento dell'energia dal
petrolio, dal carbone, dal gas e da altri eventuali sistemi, avrebbe portato
una rivoluzione nella distribuzione dell'elettricità e tanto altro ancora,
che adesso non interessa
ipotizzare. La sua scoperta sarebbe stata straordinariamente utile
all'umanità in genere, ma basterebbe dire che avrebbe tolto ogni valore alle
industrie petrolifere e affini. Tesla
non fu assassinato soltanto perché capì, da uomo pratico, di non poter
affrontare una battaglia contro lo strapotere dei padroni mondiali
dell'energia, padroni dei governi e dell'economia mondiale. Fu tenuto sotto
continua sorveglianza, sia pure in una prigione dorata in un grande albergo. Se queste nozioni sono servite per meglio capire
l'ambiente e le caratteristiche dei protagonisti delle azioni che hanno
innescato la prima e preparato anche il seguito nella seconda guerra
mondiale, nel III capitolo Renzo Pellicano entra nell'argomento principale,
affrontando le cause nascoste della prima guerra mondiale. Dopo aver accennato alla mentalità diffusa tanto nel clan
plutocratico annidato a Wall Street, quanto nelle massonerie, e in
particolare nella
B'nai B'rith, la loggia
massonica riservata agli Ebrei, Renzo Pellicano ci ha informato della
fanatica convinzione del popolo statunitense di essere stato scelto dal
Creatore dell'universo per evangelizzare e redimere il mondo, a cominciare
dall'Europa tradizionalista, con gli imperi centrali e l'impero cristiano
feudale dello Zar. L'attivismo delle massonerie restò sul piano accademico,
mentre i plutocrati della Consorteria del Grosso Capitale Transnazionale
sostenevano finanziariamente i fuoriusciti antitradizionalisti emigrati in
America e i politici europei decisi a combattere le mire egemoniche degli
imperi centrali. Furono fomentate rivoluzioni e moti in Europa
nell'Ottocento, La Gran Bretagna,
nella sua tradizionale politica, si era sempre opposta, nei secoli,
all'emergere
di una potenza europea capace di
aggregarne altre in un corpo organico tale da costituire una minaccia per la
supremazia dell'Impero Britannico; quindi fu facile farla schierare contro
il Kaiser. I plutocrati di Wall Street
complottavano piuttosto copertamente, ma hanno lasciato alcune tracce.
L'Inghilterra era spinta nell'orbita "atlantista" per
la comunanza di lingua fra Inghilterra e America, concordavano i banchieri
di affari di Wall Street che
usavano le matrici religiose parzialmente convergenti nei popoli
anglo-sassoni, e la forza della Società di Rhodes e Milner che sognava un
ritorno dell'America nella "gran
Madre fabianista",[vi]aggiungendovi
le concordi pretese del British Israelism. Ma
i banchieri agivano soprattutto potentemente per la pressione dei
grossi capitali senza patria, che da Wall Street
dominavano il governo degli USA e le massonerie e che dalla City di
Londra si diramavano in America a costruire il mito dell'Occidente. Si deve
ricordare anche che Il Kaiser
Guglielmo II von Hohenzollern aveva proposto a suo cugino lo
Zar di tutte le Russie Nicola II
l'instaurazione di un
mercato europeo
che potesse difendere gli Europei dall'invadenza americana. I plutocrati di
Wall Street, si allarmarono, prevedendo la concorrenza
di
un secondo polo capitalistico in
Europa, che avrebbe potuto costituirsi attorno al Kaiser e allo Zar, una
volta che avessero superato le questioni che li dividevano. La Germania
aveva le industrie e l'impero russo aveva la complementare ricchezza delle
materie prime. I plutocrati di Wall Street mobilitarono tutte le loro forze
massoniche e diplomatiche senza riuscire ad ottenere il risultato proposto,
che fu ottenuto però per la
decisiva
necessità di un rifinanziamento dei Rothschild,[vii]
e lo Zar lasciò cadere la proposta del Kaiser.
Certo la geopolitica russa
che tendeva all'espansione verso gli slavi dell'ovest e in particolare verso
i Balcani
per giungere al Mediterraneo
(Panslavismo)
entrava in collisione con la geopolitica
tedesca
che tendeva all'espansione verso est. Tuttavia, guardando oltre i confini
nazionali, la geopolitica planetaria
avrebbe dovuto produrre la contrapposizione
delle potenze marittime alle potenze terrestri continentali,
ossia la contrapposizione tra "atlantisti"
(Stati Uniti e Gran Bretagna) ed "eurasisti"
(Potenze del continente Eurasia:
Imperi centrali, Russia, Giappone.[viii]
Ben vedeva quindi Guglielmo II von Hohenzollern,
Kaiser di Germania e re di Prussia, nel proporre un'alleanza commerciale
alla Russia, un'alleanza che si inquadrava correttamente nella geopolitica
continentale che avrebbe dovuto informare la contrapposizione in atto.[ix]
Dal punto di vista inglese il politologo
Harold
Mackinder
(1861-1947). massimo teorico della geopolitica, raccomandava
di impedire un'alleanza eurasiatica, e soprattutto l'alleanza di Russia -
Germania – Giappone.
L'Inghilterra inoltre, era attirata nell'orbita "atlantista" per
la comunanza di lingua fra Inghilterra e America, per le matrici religiose
parzialmente convergenti, e per la forza della Società di Rhodes e Milner
che sognava un ritorno dell'America nella "gran Madre fabianista",[x]e
per le concordi pretese del British Israelism. Ancora più potentemente per
la pressione dei grossi capitali senza patria, che dalla City di Londra si
diramavano in America a costruire il mito dell'Occidente. Il
Sistema Bancario trasnazionale agiva in simbiosi con le
industrie di guerra (acciaierie,
chimica, munizioni, aerei) formando l'efficiente struttura
finanziaria-industriale, chiamata anche "Conglomerate" o "Corporate[xi]
Banking",
ovviamente piuttosto inclini a influenzare le diplomazie internazionali
affinché le latenti ostilità si trasformassero in guerra aperta.
In
Europa, già dal 1913, Gran
Bretagna,[xii]
Francia e Russia - istigate e
incoraggiate da diplomatici statunitensi, sempre pilotati. senza troppo
apparire, dall'International
Banking Fraternity, confermati e sospinti con organica complicità,
dalla massoneria e da eminenze
grigie della Pilgrim's Society,[xiii]
ma soprattutto da politici massoni asserviti - si erano accordate
segretamente su di un dettagliato progetto di
distruzione e smembramento politico
ed economico della potenza tedesca, che sembrava minacciare i loro
interessi. Con la guerra esse si proponevano vantaggi territoriali per se
stesse e il maggior danno possibile al "nemico". La
Francia, rancorosa e
revanscista per la sconfitta di Sedan,[xiv]
e la Russia panslavista si
distinguevano per la voracità delle
loro pretese, quanto per la pochezza di ciò che erano disposte a
concedere agli alleati minori. E tra questi
si inseriva, entrando in guerra nel 1915,
l'Italia, che si aspettava un "parecchio",
concesso con riserva mentale, che poi si ridusse ad un "po'
poco" giacché le
ripartizioni erano già state fatte fin dal 1913! D'altro canto la Germania di
Guglielmo II von Hohenzollern,
continuando il moto di accelerato sviluppo unitario, cominciato nel cuore
dell'Europa, aveva preso a sollevare, (parallelamente e
in istintiva risposta alle pretese dell'America), la rivendicazione
del diritto ad avere un popolo unito e indipendente; era questo l'ideale profondamente
sentito del Pangermanesimo, tendente all'assorbimento dei
tedeschi dell'Austria, dell'Olanda,
del Belgio fiammingo, dei Sudeti, nel contesto europeo di milioni di
Volksdeutschens,
i tedeschi emigrati da secoli in
Ungheria, Romania, Paesi slavi e, in
particolare, in Russia. Perciò cominciò a preparare un'adeguata potenza
militare.
Parallelamente negli Stati Uniti
d'America montava l'imperialismo mascherato da libera espansione
commerciale, ma supportato fanaticamente da una maniaca fede messianica
nella missione che "Il Creatore dell'Universo" avrebbe riservato al popolo americano
"di moralizzare il mondo".
Ne conseguiva che per farlo avrebbe dovuto asservirlo! Supportava tali
pretese la scuola geopolitica
americana con la teoria avanzata dall'ammiraglio
Alfred Mahan che trovava
somiglianze tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Nel 1897 esponeva in 'The
Interest of America in Sea
Power'
[xv](L'interesse
dell'America nel potere marittimo)
la dottrina che doveva guidare l'azione del suo paese, se anch'esso voleva
innalzarsi al rango di potenza mondiale. Questa teoria si articolava in più
punti: collaborazione con la potenza navale inglese, opposizione alle
pretese tedesche sui mari, vigilanza di fronte alla prevedibile espansione
giapponese nel Pacifico, infine, difesa coordinata, tra europei e americani
contro i popoli asiatici. Oltre agli espliciti propositi espressi nel 1897 dal
senatore repubblicano dell'Indiana
Albert J. Beveridge : «Le
fabbriche americane producono più di quanto serve al popolo americano; il
suolo degli Stati Uniti produce più di quanto esso può consumare. Il corso
della nostra politica è quindi fissato;
il commercio mondiale dev'essere, e
sarà nostro». Per raggiungere gli obbiettivi
mondialisti era necessario il dominio dei mari.[xvi]
Gli States si inserivano
così, perfettamente nel quadro planetario geopolitico "atlantista".
Indagando le cause nascoste
della prima (e anche della seconda) guerra mondiale. Pellicano oltre a
raccontarci le riunioni segrete di magnati della cosiddetta "Alta
Finanza" per complottare la guerra in Europa, ci documenta che anche
la preparazione e la regia dell'assassinio del principe ereditario austriaco
erano state organizzate dalla setta terrorista segreta della "Mano
Nera" che era una filiazione massonica guidata dal colonnello
serbo Dragutin Dimitrievich, nata negli Usa
tra immigrati serbi, sostenuta e
pilotata a Chicago da finanziatori americani occulti, la cui attività
clandestina, però. ci è stata svelata nel suo diario dal fantomatico "colonnello"
House, eminenza grigia israelita, implicato anche in tanti successivi
complotti. La Mano Nera, dunque, pianificò il
casus belli, l'assassinio
del Principe ereditario dell'Impero austroungarico,
l'arciduca Francesco Ferdinando
d'Austria e armò l'attentatore
Gavrilo
Princip e diversi altri.
Pellicano ci documenta che dopo l'arresto di Princip e di un suo complice,
l'Impero austroungarico chiese
alla Serbia di assumersi le proprie responsabilità per l'attentato, ed
avendo questa negato ogni addebito,
l'Impero austroungarico dichiarò guerra alla Serbia.
L'Impero russo,
frattanto, che si considerava
protettore dei popoli slavi nei Balcani,
mobilitò le sue truppe alla frontiera
con l'Impero austroungarico, ma l'interessato guerrafondaio,
ministro
della Guerra russo Grigorij
Jakovlevič Sokol'nikov,
senza averne neppure parlato con lo Zar,
diede l'ordine di mobilitazione delle
truppe anche alla frontiera con
la Germania, allargando così la guerra localizzata tra Austria e Serbia
anche alla Germania; ne restò coinvolta l'Europa intera e fu la prima guerra
mondiale. I plutocrati della Consorteria di Wall Sreet e della City
riuscirono a tenere separati e nemici lo
Zar e il
Kaiser, evitando così la
costituzione di un polo industriale europeo intimamente collegato con le
enormi disponibilità di materie prime dell'impero dello Zar, ma, essendosi,
poi, lo Zar rifiutato di lasciarsi
asservire dai banchieri "d'assalto"
di Wall Street, e della City di
Londra, (sia pure rinunziando soltanto alla sovranità monetaria per
delegarla ad una Banca Centrale privata, (come avevano già ottenuto i
banchieri d'affari in molti altri Stati), questi banchieri di Wal Street e
della City si risolsero a finanziare la Rivoluzione d'Ottobre per arrivare
ugualmente a conquistare le ricchezze del sottosuolo dell'impero russo,
come infatti nel tempo è avvenuto. Si voleva ottenere una nuova
classe dirigente nella quale sarebbe stato più facile, per loro, inserire
una
nomenklatura
infiltrata da parecchi elementi
massoni, ebrei, socialisti e "comunisti" a
libro paga dei banchieri di Wall Street. Anche se,invece,
le cause immediate esposte per
giustificare i finanziamenti sono servite a mascherare di ragioni ideali i
loro prestiti (che, oltre tutto, sono risultati poi anche pagati con i
dovuti interessi, oltre a
consentire la continuazione di
rapporti di affari privileggiati). Il testo di "Guerra al'Europa" ci documenta particolareggiatamente la
partecipazione dei banchieri e le loro mascherature ideologiche, arrivando a
trovare delle espressioni socialistiche nella Bibbia e ci riferisce ancora
che ci furono perfino banchieri che non esitarono a indossare i panni di "bolscevichi
americani", come furono chiamati, pur senza nulla togliere alle loro
attività di affari; e quando capitò vestirono i loro finanziamenti anche
della sete di vendetta per i
pogrom che ancora avvenivano in Russia.
Ma,
per la verità, e quel che finì per ribaltare la situazione economica, già
con la prima guerra mondiale i capitalisti di affari transnazionali stavano
ottenendo quel che più li interessava: oltre il disfacimento degli imperi
centrali d'Europa e la dissoluzione della società feudale terriera
nell'Impero zarista, perfino una certa qual riduzione dell'Impero inglese:
un notevole passo in favore del capitalismo mondialista. Tuttavia
il colpo di mano più ambito
e producente per la Cupola del grosso captale di affari,
fu la conquista economica che
capovolse i rapporti con la vecchia Europa, divenuta
irreparabilmente debitrice di
Wall
Street e dell'economia
americana e quindi rimasta
ricattata e assoggettata anche
politicamente, come è avvenuto
in particolare per la Gran Bretagna. Nel 1939 Lord Halifax,
infatti, ministro degli Esteri, si giustificava dichiarando che; Roosevelt e gli Stati Uniti
sarebbero divenuti ostili verso
la Gran Bretagna, se essa non fosse scesa in guerra Secondo
quanto scrive Jacques Bordiot, le
prime tappe per l'instaurazione di un Governo Mondiale sono da ricercare
nell'elezione a presidente degli Stati Uniti di
Thomas Woodrow Wilson nel
novembre del 1912, «con una manovra
di finanzieri internazionali, condotti dalla
Banca J. P.
Morgan, principale sostegno del Gruppo della Round Table americano, e agente
negli "States" dei
Rothschild di Londra».[xvii]
Jacques Bordiot
ha
citato anche la testimonianza del colonnello
americano Curtis B, Dall,[xviii]
amico di Bernard M. Baruch,
finanziere israelita, altra
eminenza grigia, consigliere economico di sei presidenti americani,
membro di società segrete di grado superiore come la "Pilgrim's Society" e
il "Council on Foreign Relations"(CFR). Baruch gli confidò di essere stato proprio
lui ad andare a prendere Thomas W.
Wilson, per accompagnarlo a conferire con i finanzieri di
Wall Street. Wilson si impegnò a sostenere , oltre l'entrata in
guerra degli Usa, la legge istitutiva della Banca Centrale privata, chiamata
col nome fuorviante "Federal
Reserve Sistem", oltre l'elezione
di senatori ecc. I plutocrati di Wall Street spesero milioni di
dollari per la campagna elettorale di Thomas Woodrow Wilson, che venne poi
affidato anche alla
sorveglianza dell'eminenza grigia,
longa manus dei
plutocrati di Wall Steet sedicente "colonnello"
Edward Mandell House,[xix]
affiliato alla società segreta
Illuminatista dei "Masters of Wisdom", (Maestri
della Saggezza). Edward
Mandell House partecipò a molte manovre segrete che sfociarono nella prima e
nella seconda guerra mondiale.
Confermano queste pulsioni alla
guerra anche le risultanze di un convegno segreto di banchieri e politici di
vertice, riuniti paradossalmente, e con strafottente senso di humor, proprio
nella "Fondazione Carnegie per la
pace" per fomentare invece
la guerra, già anni prima del 1914. Cfr. articolo di
M. William P. Hoar intitolato: "World
War I". sull'accreditata rivista "American Opinion", del 1976,
in base a documenti originali scoperti nel 1950.
Da molti indizi traspare che ci potrebbero essere state parecchie
altre riunioni segrete tra banchieri, industriali e politici delle quali non
si è potuta rintracciare ancora una documentazione specifica, ma sappiamo
comunque che i banchieri di affari di Wall Street e della City non
trascurarono occasione per fomentare la guerra specialmente in Europa. Pellicano
ci ha raccontato dettagliatamente nel suo libro anche un altro convegno
segreto ad alto livello nell'isola di
Jekyll, in cui fu complottata la realizzazione della Banca Centrale
degli Stati Uniti, che venne chiamata col termine fuorviante "Federal
Reserve", ed in cui fu discussa e progettata in alcuni dettagli,
anche la conflagrazione della prima
guerra mondiale, già decisa. Indagando le cause nascoste
della prima (e anche della seconda) guerra mondiale. Pellicano oltre a
raccontare le riunioni segrete di magnati della cosiddetta "Alta
Finanza" per complottare la guerra in Europa, ci documenta che anche
la preparazione e la regia dell'assassinio del principe ereditario austriaco
erano state organizzate negli Usa dalla setta terrorista segreta della "Mano
Nera" che era una filiazione massonica guidata dal colonnello
serbo Dragutin Dimitrievich,
questa setta nata negli Usa tra
immigrati serbi, era sostenuta e
pilotata a Chicago da finanziatori
americani occulti, ce ne parla nel suo diario intimo il fantomatico "colonnello"
House, eminenza grigia
israelita, implicato anche in tanti successivi complotti. La
Mano Nera pianificò il
casus belli,della Prima
Guerra Mondiale,
l'assassinio del Principe ereditario dell'Impero austroungarico,
arciduca Francesco Ferdinando
d'Austria e armò l'attentatore
Gavrilo
Princip e diversi altri,
Pellicano ci documenta che dopo l'arresto di Princip e di un suo complice,
l'Impero austroungarico chiese alla Serbia di assumersi le proprie
responsabilità per l'attentato, ed avendo questa negato ogni addebito,
l'Impero austroungarico dichiarò
guerra alla Serbia. L'Impero russo, che si
considerava protettore dei popoli
slavi nei Balcani, mobilitò le
sue truppe alla frontiera con l'Impero austroungarico, ma
l'interessato, guerrafondaio, ministro della Guerra russo Grigorij
Jakovlevič Sokol'nikov,
senza averne neppure parlato
con lo Zar, diede l'ordine di
mobilitazione delle truppe anche alla frontiera con la Germania, allargando
così la guerra localizzata tra Austria e Serbia anche alla Germania; ne
restò coinvolta l'Europa intera e fu
la prima guerra mondiale. I plutocrati della
Consorteria di Wall Sreet e della City riuscirono a tenere separati e nemici
lo Zar e il Kaiser, evitando così la costituzione di un
polo industriale europeo
intimamente collegato con le enormi disponibilità di materie prime
dell'impero dello Zar; ma, essendosi, poi,
lo Zar rifiutato di lasciarsi
asservire dai banchieri "d'assalto"
di Wall Street, e della City di Londra, (sia pure rinunziando soltanto alla
sovranità monetaria per delegarla ad
una Banca Centrale privata, (come avevano già ottenuto i banchieri
d'affari in molti altri Stati), questi estroversi banchieri si risolsero a
finanziare la Rivoluzione d'Ottobre
per arrivare ugualmente a conquistare
le ricchezze minerarie dell'impero russo, come infatti nel tempo è
avvenuto. Si voleva ottenere una nuova classe dirigente nella quale sarebbe
stato più facile, per loro, inserire
una
nomenklatura infiltrata
da parecchi elementi massoni, ebrei,
socialisti e "comunisti" a libro paga dei banchieri
di Wall Street. Anche se. invece, le cause immediate esposte per
giustificare i finanziamenti sono servite a mascherare di ragioni ideali i
loro prestiti (che, oltre tutto, sono risultati poi anche pagati con i
dovuti interessi, oltre a consentire
la continuazione di rapporti di affari privilegiati). Il testo di questo
volume ci documenta particolareggiatamente la partecipazione dei banchieri e
le loro mascherature ideologiche, arrivando a trovare delle
espressioni socialistiche nella
Bibbia e ci furono perfino banchieri che non esitarono a indossare i
panni di "bolscevichi
americani", come
furono chiamati, pur senza nulla togliere alle loro attività di affari; e
quando capitò vestirono i loro finanziamenti anche della
sete di vendetta per i
pogrom che ancora avvenivano
in Russia. Ma, per la verità, quel che più concretamente
avvenne, già con la prima guerra mondiale i capitalisti di affari transnazionali
stavano ottenendo, oltre il disfacimento degli imperi centrali d'Europa e la
dissoluzione della società feudale terriera nell'Impero zarista, perfino la
riduzione dell'Impero inglese: un notevole passo
in favore del capitalismo mondialista. Tuttavia il risultato più
ambito e producente per la Cupola del grosso captale di affari, fu la
conquista economica che capovolse i
rapporti con la vecchia Europa, divenuta irreparabilmente debitrice di Wall
Street e dell'economia americana.
Al
finanziamento ai
rivoluzionari parteciparono i più potenti finanzieri ebrei: i
Warburg, i Gunzburg, gli
Schiff
[xx]
e i Kahn, i
Rockefeller, ma anche Max
Breitung, Jerome H. Hanauer,
il banchiere svedese Olof Aschberg
e i Gugenheim;[xxi]
tutti membri della B'nai B'rith.
In
questo avvincente libro rivelatore di tanti fatti e misfatti nascosti, di
tante avventure, di tante occulte regie, in realtà vengono indagati anche i
retroscena dell'entrata in guerra degli
Stati Uniti, che attesero bene che le
nazioni europee si rovinassero e si massacrassero in un conflitto
annientatore, per intervenire al tavolo della pace soltanto
a cose fatte, con la loro potenza militare ed economica fresche e
intatte, anzi moltiplicate. Il
loro intervento fu valutato non ulteriormente procrastinabile anche per
evitare il pericolo della impossibilità di restituzione dei prestiti di
guerra ottenuti dai belligeranti più disastrati.
Un particolare non deve
essere trascurato e invece si deve valutare con estrema attenzione, il fatto che
i
sionisti pretesero dalla
Gran Bretagna in difficoltà,
di far entrare gli Stati Uniti in guerra in aiuto dell'Inghilterra soltanto
se quella
avesse promesso la Palestina per
far rinascere nel dopoguerra un
"focolare
nazionale ebraico"; e la Gran Bretagna promise la Palestina con
la "Dichiarazione Balfour". Noi oggi possiamo facilmente
riconoscere, col senno del poi, la
Palestina come uno dei punti nevralgici più armati per la valutazione
storica di questa vicenda.
La partecipazione degli
States a Versailles si
realizzò nella trionfale
partecipazione di Wilson, assistito dai suoi
centodiciassette consiglieri,[xxii]
capeggiati da
Bernard Baruch (più
del novanta per cento erano banchieri ebrei) -
a pontificare a Versailles. Il grande
moralizzatore
yankee ordì una catena di stati artificiali, senza storia,
esasperò nazionalismi e
particolarismi, spaccò l'Europa per lasciare incolmabili fossi di
odio tra i popoli,
a garanzia della prossima conflagrazione di una seconda guerra mondiale
per completare la distruzione dell'Eur0pa iniziata con la prima.
Si deve anche tener conto
di chi potesse giovarsi di un prolungamento nel tempo del conflitto in corso
e della conseguente ulteriore prostrazione delle nazioni europee di entrambe
le alleanze. Oltre tutto una
strategia che creò anche una potenza nemica dell'Europa ad est per il
prosieguo delle operazioni di
sfaldamento e consunzione dell'Europa nella seconda fase, cioè nella seconda
guerra mondiale. La mancanza di
proteste delle nazioni dell'Intesa dimostra
l'unicità del comando nella
guerra dell'Intesa al contrario di quanto è avvenuto nel campo avverso, in
cui gli imperi centrali non riuscirono a mantenere un'unità strategica e
tattica dei propri alleati al di sopra dei loro interessi particolari. La Gran Bretagna, quando era intervenuta in guerra,
proclamando di farlo disinteressatamente, soltanto per difendere il "poor
Belgium", aveva costituito
un rigoroso blocco navale, inserendovi non solo armi e munizioni, ma
anche tutte le altre merci, di cui, le convenzioni internazionali
permettevano invece ai belligeranti l'importazione; la strategia del blocco
navale subì nel 1911 un radicale inasprimento, voluto dal venerabile (?)
massone e Primo Lord dell'Ammiragliato
Winston Churchill. Pertanto il
criminale blocco navale, ottenne di ridurre alla fame gli imperi centrali,
causando milioni di morti tra la popolazione civile per fame e per malattie
causate dagli stenti, specialmente vecchi, bambini e donne. All'illegalità del blocco, il Reich rispose
con la «guerra
da corsa», condotta nel rispetto delle norme internazionali, col
fine di ostacolare l'approvvigionamento dell'Inghilterra. Ma la minaccia dei
sommergibili tedeschi, tanto efficace da ridurre dell'ottanta per cento
l'attività della navigazione intorno alle isole inglesi, era condotta da una
ben modesta flottiglia di non più di una ventina di
U-Boote, di cui il numero
dei battelli in missione contemporanea si riduceva spesso a sole due unità,
per i tempi di avvicinamento dalle basi di partenza e per i tempi di
riparazioni, manutenzione e allestimento. Tuttavia la propaganda dell'Intesa era ovviamente univoca
e manichea. I Tedeschi erano "gli
Unni", la loro guerra era
barbara e la lotta dell'Intesa era
la Crociata della "Libertà contro
la barbarie teutonica". Grande scalpore sollevò, poi, nel
maggio 1915, l'affondamento del
transatlantico Lusitania, che
strava collegando New York con l'Inghilterra con un grosso carico di
munizioni che esplosero pochi minuti dopo il siluramento aprendo enormi
falle all'acqua. La nave aveva imbarcato passeggeri anche americani. l.a
tragedia conseguente fu pompata dai giornali e dalla radio, fu anche affisso
un suggestionante manifesto che raffigurava una madre fra le onde che
sollevava disperatamente il suo bambino piangente; la propaganda dilagò sui
media neutrali e dell'Intesa, che speravano di strumentalizzarla per farne
un casus belli onde
ottenere l'entrata in guerra degli Usa. Se ne fa ancora un gran parlare da
certi storici che hanno dimenticato che il transatlantico Lusitania, non
solo era carico di munizioni, ma era anche armato con un cannone da 152
millimetri, capace di affondare al primo colpo qualsiasi sommergibile per
cui doveva essere considerata una nave da guerra ausiliaria. Addirittura se
ne fece una false flag, per
l'entrata in guerra degli Usa; ma Wall Street ritenne che i belligeranti
europei non si erano ancora sufficientemente straziati e collassati; d'altra
parte le forniture di armi, munizioni aerei e altri generi, vettovaglie,
alimenti ecc. costituivano fortissimi guadagni e generavano anche l'urgenza
della concessione di altrettanto forti prestiti, largamente concessi dalle
usuraie banche di affari statunitensi dietro forti interessi. Ma, tant'è
lo scalpore gonfiato all'epoca dura ancora al punto che qualche "storico"
distratto è convinto ancora oggi, che gli Stati Uniti siano entrati in
guerra per l'indignazione provocata dall'affondamento del Lusitania. Fino a
che punto fosse giunto l'incancrenimento dell'odio lo dimostra il brano di
questa lettera scritta all'amico Ezra Pound, nel maggio 1915, dall'inglese
Henry Gardier-Brzeska: "Avevamo una
decina di prigionieri, quando abbiamo saputo dell'affondamento del
Lusitania; dopo una decina di minuti di discussione con i sottufficiali, li
abbiamo ammazzati col calcio dei fucili. Alcuni soldati tedeschi che si
erano arresi, strisciavano sulle ginocchia. Tenevano in mano, sopra le
teste, fotografie di una donna o di un bambino. Ma li abbiamo uccisi tutti." Si
attese quindi il momento "opportuno",
ma si dovette resistere ancora esasperatamente che due anni dopo,
il 19 marzo venisse
affondato un altro transatlantico, il
Vigilantia
con tutto il suo equipaggio; nessuno riuscì a salvarsi per le enormi falle
aperte dallo scoppio delle munzioni imbarcate; non fu difficile
allora per il Presidente
Wilson ottenere l'approvazione da parte del Congresso per una partecipazione
diretta nel conflitto. Era il
2 aprile del 1917. Renzo Pellicano ci relaziona ancora sui particolari
romanzeschi del viaggio di Lev
Trotskij sulla nave finlandese
"Cristiania Fjord" con altri 275 compagni rivoluzionari di vertice e molto
cospicui finanziamenti, oltre ad
esponenti del mondo industriale americano (di cui è stata nascosta
l'attività preliminare a rapine di sconfinati beni del sottosuolo, avvenute
in seguito, negli anni 1990, in Russia). Trotskij & C. raggiunsero appunto
in Russia Lenin, il quale era già
arrivato per via terra, attraversando incredibilmente perfino la linea del
fuoco nel famoso "vagone
piombato".
Si ricordi sempre quanto ci ha spiegato nel cap. I,
Nicholas Murray Butler
« e cioè che: «Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero
che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che
veglia alla loro esecuzione e assiste.
al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che
in realtà è accaduto». Il Presidente
Thomas W. Wilson una volta insediatosi al tavolo della pace, a
Versaillea a pontificare con l'ottusa, o forse corrotta, anzi ricattata e
comunque collusa, collaborazione dei due premier: inglese,
David Lloyd George e francese,
George Clemenceau – ordì tanti
stati artificiali, senza storia, come ripetiamo, esasperò incredibilmente
nazionalismi e particolarismi, cinicamente spaccò l'Europa per lasciare
incolmabili fossi di odio esasperato tra i popoli, a garanzia della prossima
conflagrazione di una seconda guerra mondiale
per completare la distruzione dell'Europa iniziata con la prima. Dopo
Versailles,
la Germania, devastata dalla guerra, schiacciata da un debito di guerra
ingente, senza più riserve auree, senza più una flotta militare, con la
flotta mercantile ridotta alle sole navi di piccolo tonnellaggio, senza
locomotive e senza le migliori vetture ferroviarie,
con un esercito limitato a soli centomila uomini, senza cannoni e
senza carri armati, annichilita da oltre sette milioni di disoccupati,
distrutta economicamente per industrie in rovina, fallite o chiuse e
importazioni inesistenti, non avrebbe mai potuto risorgere senza un aiuto
finanziario adeguato al disastro del
Dictat. Per riaccendere la guerra
disgregatrice in quest'Europa, pure smembrata, e scissa a Versailles (ma era
ancora un'Europa che resisteva al completo asservimento, legata alle sue
secolari tradizioni, alla sua orgogliosa identità, alla sua storia
millenaria), si doveva ridare alla Germania annientata economicamente, la
possibilità di riprendere le armi, secondo il programma già deciso. Fu messo
quindi in atto un piano luciferino, finanziando e favorendo il riarmo della
Germania, affinché questa potesse
fungere da detonatore nella situazione instabile e potenzialmente esplosiva
- creata da
Wilson e dai suoi funesti "consiglieri-banchieri",
a Versailles - onde poter
giustificare poi le strumentali e ipocrite "reazioni"
delle demoplutocrazie occidentali
e della precostituita e ben assecondata
Unione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche (URSS) ad Est.
Dunque
il rilancio economico della Germania
venne reso possibile da un
massiccio afflusso di capitali,[xxiii]
ovviamente dell'International
Banking Fraternity, già molto
prima della scalata al potere dei nazionalsocialisti. Il considerevole
afflusso di capitali, fu facilitato a seguito di un'abile svalutazione del
marco[xxiv].
Nel peiodo 1924 - 26 Wall Street e la City di Londra, vale a dire: la
National City Bank, la Chase Manhattan Bank,
la Morgan Bank, la Kuhn &
Loeb Bank, la Standard Oil dei Rockefeller, la General Motors e Paul Warburg
trasferirono all'economia tedesca
975 milioni di dollari, dei quali 170 destinati alla creazione
di tre grandi cartelli: Vereinigte
Stahlwerke (acciaio), IG-Farben (chimica), guidata dalla potente
famiglia ebraica dei Warburg, AEG (settore elettrico).
I banchieri della Morgan
Bank e il direttore della Banca d'Inghilterra Montagu Norman fin dal 1924
avevano, infatti, escogitato il "Piano Dawes"
(Charles G. Dawes, 1924), assieme al
Piano Young che permise
la stabilizzazione dell'economia tedesca, favorendo l'afflusso di capitali
stranieri in Germania, Il
Piano
Young
(Owen D. Young)[xxv]
sostituì il 7 giugno 1929 il
Piano Dawes
offrendo soluzioni meno pesanti, con la suddivisione dei versamenti a
pagamento dei prestiti in 59
anni.
Il libro dello storico
Antony Cyril Sutton: Wall
Street and the rise of Hitler,[xxvi]
documenta chiaramente la
storia segreta dell'espansione rivoluzionaria nel '900. Nella prima parte
del suo volume l'Autore dimostra che l'ascesa del nazionalsocialismo, e pure
il suo enorme sforzo bellico sono stati consentiti
dall'assistenza economica e
tecnologica offerta fin dagli anni Venti da
Wall Street alla Repubblica di Weimar.
Antony C. Sutton, ha evidenziato che i negoziati per la "ricostruzione"
videro al tavolo delle trattative, da una parte banchieri come Charles Dawes
e Owen Young, notori esponenti dell'Establishment supercapitalista,
dall'altra il presidente della Reichsbank
Hjalmar Horace Greeley Schacht,
anche lui legato all'Establishrnent da vincoli familiari.
[xxvii]
Potrebbe
sembrare paradossale che se ne sia occupata proprio la Cupola del grosso
Capitale Transnazionale, la quale intervenne già fin dai primissimi anni
Venti con forti aiuti economici alla Germania di Weimar.
Lo storico
Antony Cyril Sutton nel suo libro
Wall Street and the rise of Hitler,[xxviii]
documenta chiaramente la storia segreta dell'espansione rivoluzionaria nel
'900. Nella prima parte del suo volume
Sutton dimostra che l'ascesa del
nazionalsocialismo, e pure il suo enorme sforzo bellico sono stati
consentiti dall'assistenza
economica e tecnologica offerta
fin dagli anni Venti da Wall
Street alla
Repubblica di Weimar, e che tanti
aiuti alla Germania erano prestati unicamente per il secondo fine di
metterla in condizioni di "aprire le operazioni belliche
in Europa". E perché ciò
potesse avvenire, come vedremo in seguito, ci fu prima anche la politica di
"appeasement", che lasciava mano libera in Europa a Hitler per le sue
rivendicazioni nazionali, in modo che lo stesso si sentisse incoraggiato e
quasi spronato ad agire
con la forza. Contemporaneamente
l'URSS di
Stalin aveva fin dai tempi della Repubblica di Weimar costantemente
attuato una strategia di
collaborazione politica e commerciale, fornendo alla Germania tutti gli
aiuti, che neanche la simpatizzante Italia avrebbe dato. Pellicano ci ha
documentato che l'URSS, unico Stato nemico a farlo, aveva rinunziato a
chiedere le riparazioni di guerra, passando poi per il patto di Rapallo e
per una sempre più stretta ed efficace collaborazione economica e
commerciale, fornendo pure alle risorgenti forze armate tedesche la possibilità
di riarmarsi e di esercitarsi in territorio sovietico, per sfuggire alle
ispezioni delle Commissioni di controllo alleate. Il dittatore comunista si
spinse fino all'"assurdo" di
comandare al partito comunista tedesco di
appoggiare i nazionalsocialisti nelle elezioni del 1933;
Stalin aveva già scelto di fare
di Hitler la sua "nave rompighiaccio",[xxix]
cioè si aspettava
che la Germania nazionalsocialista, conquistando l'Europa, avesse messo in
ginocchio Francia e Gran Bretagna, onde aprirle alle rivoluzioni comuniste;
vedremo in seguito come favorì la Germania in guerra. Era, dunque, un piano
concordante con quello dei plutocrati d'America per la distruzione
dell'Europa. Non concordava, ovviamente, nel fine ultimo delle progettate
rivoluzioni comuniste. Pertanto gli stessi
banksters hanno usato Stalin
per il raggiungimento del loro scopi, ben attenti
a non consentirgli la realizzazione
delle rivoluzioni comuniste.. Si dice che poi decisero di appoggiare il partito nazionalsocialista e Hitler, in una riunione segreta di banchieri, Comunque sia, Pellicano assicura che
Intanto
Mussolini si era proposto
decisamente di forgiare il carattere
degli italiani, come aveva affermato nel discorso del 28 ottobre 1926:
«Creeremo l'"italiano
nuovo"» e continuava a ribadirlo nel 1933, quando scriveva:
« Oggi noi seppelliamo il liberismo economico. Noi
abbiamo respinto la teoria dell'uomo economico, la teoria liberale,
e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro
è una merce.
L'uomo economico non esiste, esiste l'Uomo
integrale
che è politico, che è
economico, che è
religioso che è
guerriero»[xxx]
Il fascismo partiva quindi dalla
rieducazione del popolo,
attraverso una attenta e ben studiata propaganda, usando anche strumenti efficaci come la
radio, il
teatro di massa[xxxi],
e più tardi, anche il cinema e in
particolare, rivolgendosi ai giovani. le cui coscienze più facilmente
potevano accogliere le impronte delle nuove idee.
Enzo Erra
ha scritto che il fascismo è azione,
esso «propugnava l'intervento [dell'individuo]
nella vita e nella storia
[…].
De Felice ha restituito alla loro
concreta «realtà storica gli sforzi compiuti dal regime
fascista
per trasformare l'italiano in un
"uomo nuovo"».[xxxii]
Ha riconosciuto, infatti,
Renzo De Felice: «Il
fascismo è un fenomeno rivoluzionario
[…]
che
tende alla mobilitazione delle masse e alla creazione di un nuovo tipo di
uomo».[xxxiii]
E più avanti: «Un altro elemento
rivoluzionario è che il fascismo
italiano […] si pone un
compito, quello di trasformare la
società e l'individuo in una
direzione che non era mai stata sperimentata né realizzata».[xxxiv]
Concorda Pierre Milza (eminente
storico francese, comunista): «con
la campagna antiborghese
si voleva sostituire all'individuo
decadente prodotto dalla cultura borghese un «"uomo nuovo"
dinamico, virile, deciso, efficace,
pronto a qualunque sacrificio, indurito da un'educazione spartana e dagli
effetti sublimati del rigore autarchico».[xxxv]
Su un binario parallelo, nel 1930
Niccolò Giani aveva fondato nell'università di Milano la "Scuola di Mistica Fascista" (SMF) che ebbe tra i seguaci e i docenti
intellettuali di primo piano in tutta Italia. Coerentemente con le loro idee
molti andarono volontari in guerra;[xxxvi]
Niccolò Giani cadde in Albania;
caddero in combattimento anche i docenti
Guido Pallotta e
Berto Ricci e molti altri di
questi giovani militanti (cinque
le Medaglie d'oro).[xxxvii]
"Con i "mistici" capeggiati
da Niccolò Giani tornava l'anima più genuina e fedele al fascismo
delle origini, riecheggiando quello spirito genuino delle origini che
negli anni era stato represso e coinvolto nel compromesso conservativo,
«vera e propria "guardia armata", questa si, dell'immobilismo sistematizzato
e strumentale», come ha scritto Luigi Emilio Longo.[xxxviii]
Mussolini aveva
ancora da risolvere gravi problemi di mancanza di lavoro in Italia,
per cui ancora troppi italiani erano costretti ad emigrare, producendo così
la depauperazione delle forze vitali in patria ed il rafforzamento delle
nazioni concorrenti. Oltre alla lottizzazione di poderi nelle bonifiche in
Italia, e dei villaggi agricoli in Libia, fu
necessario creare uno sbocco al lavoro italiano in Africa orientale.
Tale iniziativa è oggi criticata da
storici asserviti al potere egemone
globalista, come politica
coloniale arretrata, poco producente e troppo costosa; costoro
non hanno capito lo spirito che ha
animato la conquista dell'"Impero";
si trattava di aprire una terra semiselvaggia
al lavoro delle masse di italiani dispersi all'estero, per redimerla
e civilizzarne gli indigeni, onde farne una
fonte di ricchezza per la madre-patria, ma anche fonte di ricchezza per
i coloni e per i popoli autoctoni. Lo ribadìrà
Mussolini, nel discorso della proclamazione dell'Impero: «
Impero di civiltà e umanità per tutte
le popolazioni d'Etiopia». Conferma questi principi di civiltà
Renzo De Felice: «Non si tratta di imperialismo di tipo inglese o francese: è un
imperialismo, un colonialismo che tende all'emigrazione, che spera cioè che
grandi masse di italiani possano trapiantarsi in quelle terre
per lavorare, per trovare quelle
possibilità che non hanno in patria.
Insomma non si parte tanto dall'idea di sfruttare le colonie, quanto
soprattutto dalla speranza di potervi
trovare terra e lavoro».[xxxix]
La
conquista dell'Impero fu rapida e vittoriosa, ma venne ostacolata dalla
Società delle Nazioni, egemonizzata dalla Gran Bretagna,[xl]
decretando sanzioni economiche
per le quali l'Italia non avrebbe potuto più importare né materie prime né
prodotti industriali, ma ciò rimase pura teoria. La
patetica reazione della Società delle
Nazioni giovò al regime fascista ed all'economia italiana in due direzioni:
il regime seppe approfittare efficacemente di queste sanzioni piuttosto
teoriche: fu proclamata
l'"Autarchia", fu ottenuta l'offerta dell'oro alla Patria nella "Giornata
della Fede" (medaglie, monete, anelli), ma anche ne rimase esaltata la forza
del fascismo "che non si lasciava piegare da ben cinquantadue nazioni e
soprattutto dalle potenze plutocratiche, decise ad impedire all'Italia di
avere il suo "posto al sole".
Soltanto Germania, Giappone e
Stati Uniti non votarono le sanzioni economiche.
L'autarchia produsse un incremento
della ricerca di nuovi sistemi di produzione autarchica, orientò i consumi
verso i prodotti italiani e incrementò la produzione agricola: con la "Battaglia
del grano" e con la meccanizzazione dell'agricoltura
si raggiunse l'autosufficienza,
svincolandosi dalla dipendenza straniera. Si incrementarono le industrie
estrattive e si ottenne dalla Germania nazionalsocialista la vendita di
materie prime indispensabili e di prodotti "sanzionati".
Parlando della guerra d'Africa è stata diffusa da giornalisti, ma anche da
Denis Mac Smith e poi da Angelo Del
Boca, la calunnia che gli
italiani avrebbero usato i gas
asfissianti, provocando le smentite e le testimoniate da moltissimi
protagonisti della guerra
d'Africa; a noi basta far notare
che il Negus mai disse che lo
abbiamo combattuto col gas, benché ne avrebbe avuto tutto l'interesse.
Maresciallo Joseph Pilsudski,
Presidente della Polonia, pur conoscendo l'orientamento delle
plutodemocrazie, avendo poi visitato i
conseguenza Pilsudski aveva impostato
una politica conciliante, sancita nel 1934. da un Trattato
di non aggressione e di reciproca consultazione con il Terzo Reich.
Un anno dopo il maresciallo Pilsudski
moriva stranamente all'improvviso. Storici, studiosi e testimoni
dell'epoca sospettarono che Pilsudski fosse stato avvelenato a causa della
sua amicizia con la Germania. Ufficialmente, come si è ripetuto nella storia
in tanti simili casi, (senza cadere nella smentita di un'autopsia), che
quella strana morte era stata causata da un tumore fulminante al fegato. Hitler e i suoi collaboratori, pur essendo straziati
dalle orribili notizie che giungevano quotidianamente dai consoli tedeschi
in Polonia continuarono "pazientemente"
– pazientemente per mesi, si trattava di una pazienza soltanto apparente –
per poter continuare a trattare diplomaticamente per risolvere l la
questione di Danzica, del "corridoio" attraverso la Slesia occupata dalla Polònia e poi
ancora diplomaticamente continuarono nella difesa dei tedeschi perseguitati
e massacrati in Polonia su cinica istigazione delle demoplutocrazie, e
pertanto tentarono di rivolgere la loro diplomazia alla radice cercando di
trovare un qualche appoggio in Inghilterra, fonte principale delle
istigazioni al massacro più provocatorio di tedeschi etnici. Ma Hitler trovò
in Halifax un imperturbabile e cinico muro di gomma. Resistevano, è vero,
ancora in Inghilterra molti politici disposti a difendere la pace, i
continui instancabili sovrumani atti diplomatici superarono ogni aspettativa
di chi non riusciva a capire quanto orrore fosse necessario per ottenere la
provocata guerra guerreggiata. Mussolini, il Papa e altri politici esasperati e
inorriditi, intervennero sui polacchi per fermare le feroci squadracce
sanguinarie di ebrei e bolscevichi organizzati di Polonia e perfino
mobiliati dai Servizi segreti della Russia sovietica mentre cominciava ad
accorrere anche qualche volenteroso, esaltato e perfino inferocito soldato
dei reparti regolari dell'Esercito polacco. I tedeschi etnici continuavano a
morire assassinati con modalità strazianti in un crescendo di follia
sterminatrice. Il ministro degli Esteri rumeno
principe Michel Sturdza ha
scritto: Gli uomini e le donne tedesche
venivano cacciati come bestie selvagge per le strade di Bromberg. Quando
venivano catturati, venivano mutilati e fatti a pezzi dalla folla polacca.
Ogni giorno il massacro aumentava. Migliaia di tedeschi partivano dalle loro
case in Polonia con solo i vestiti addosso. Inoltre non vi era alcun dubbio
che l'esercito polacco stesse preparando i piani per il massacro di Danzica.
Nelle notti tra il 25 ed il 31 Agosto 1939, ci furono, oltre a innumerevoli
attacchi a civili di sangue tedesco, ben 44 atti perfettamente autenticati
di violenza armata contro tedeschi e loro proprietà. Nella notte del 31
Agosto un gruppo di disperati polacchi occuparono la stazione di
trasmissioni radiofoniche tedesche di Gleiwitz…[xli]
Mentre David Irving
conferma ciò che altri avevano già detto circa l'intenzione di Hitler di non
aggredire l'Inghilterra:
Per 20 anni Hitler aveva sognato
un'alleanza con l'Inghilterra. Fino a guerra inoltrata egli rimase attaccato
a questo sogno con la vana e ridicola tenacità di un amante che non vuole
ammettere di non essere corrisposto. Come disse Hitler al Maggiore. Quisling
il 18 Agosto 1940: "dopo aver fatto una proposta dietro l'altra agli
inglesi circa la riorganizzazione dell'Europa, mi trovo ora costretto contro
la mia volontà a combattere questa guerra contro l'Inghilterra."
[xlii] Il principe Sturdza racconta anche:
Solo poche ore dallo scoppio
delle ostilità fra la Germania e la Polonia, Mussolini, rinnovando i suoi
sforzi per la pace, propose a tutte le potenze interessate
un'immediata
sospensione delle azioni belliche e l'immediata convocazione di una
conferenza fra le grandi potenze, alla quale avrebbe partecipato anche la
Polonia". Le proposte di Mussolini
furono sollecitamente accettate da tutti i governi interessati, tranne che
dalla Gran Bretagna.[xliii]
Churchill aveva imposto di non rispondere alle proposte italiane.
Potrebbe dirsi che
la guerra europea sia
divenuta la Seconda Guerra Mondiale
il 12 settembre 1941, quando il presidente Roosevelt, pur senza aver
interpellato il Congresso. ordinò
alla marina americana di affondare qualsiasi nave da guerra tedesca che
avesse incontrato.
Ci conforta in quest'idea
l'illustre storico americano della cosiddetta "Alta
Finanza" Ferdinand Lundberg,
il quale specifica nelle mille pagine del suo ben documentato
bestseller: «Lungi dal salvare il
mondo nel 1914-16, i magnati
dell'industria sono stati i
principali promotori della guerra, sono essi che hanno spinto gli Stati
Uniti nel conflitto col pretesto di assicurare la libertà dei mari e il
trionfo della democrazia».[xliv]
Lungo tutto l'arco della guerra si assiste all'"imparziale" sostegno
finanziario - attraverso la concessione di crediti e con la prosecuzione
degli investimenti - ai Tedeschi, ai Russi e agli "Alleati".
TERZA GUERRA
Renzo Pellicano ci fa constatare,
che il cinico attacco militare
all'Europa con due atroci guerre
mondiali, complottate, decise e provocate fortemente dalla Cupola del Grosso
Capitale Mondialista, è continuato e si è accanito ancora contro l'Europa,
dal 1945 fino alla dissoluzione dell'Urss nel 1991 (e oltre; continua
ancora) con una terza guerra non convenzionale: una guerra finanziaria, con
l"'imposizione di una banca centrale, assolutamente privata e nutrita della
truffa del Signoraggio"; una guerra psicologica; una guerra demografica; una
guerra etnica; una guerra culturale; ecc.[xlv]
una guerra non convenzionale, ma anche più dissolutoria delle prime due,
perché tenta il "lavaggio del carattere" dell'intera Europa, inquinandone e
distruggendone definitivamente l'identità etnica e culturale.
In particolare
Pellicano ha riferito che anche Costanzo Preve
nel suo libro
La quarta guerra mondiale, Edizioni all'insegna del Veltro, Parma, 2008, p. 143, ha scritto:
«La quarta guerra mondiale in corso è una guerra di tipo
geopolitico-culturale condotta dall'impero messianico USA contro tutto il
resto del mondo 'ribelle'».
Pur aderendo alle tesi di Costanzo Preve, vogliamo
subito chiarire che gl Stati Uniti sono il braccio armato della Cupola del
Grosso Capitale Mondialista, che continua a combattere non convenzionalmente
per annullare ogni resistenza all'imposizione del mondialismo attraverso
l'opera degli Stati Uniti […], I quali sono secondo Preve, un nuovo tipo di impero:
messianico, geopolitico e culturale.
Messianico (pur
trattandosi di un messianesimo quasi del t:utto privo di secolarizzazione)
in quanto sono loro a detta dell'ex presidente Clinton "l'unico
paese indispensabile al mondo". Si ricordi, aggiungiamo noi, che
anche l'ineffabile Franklin D. Roosevelt predicava, secondo il
vangelo-messianico-puritano-americano: "To
evangelize the world".
Geopolitico
in quanto rinuncia ad un controllo capillare e formale dei propri feudi, ma
si limita a disseminare il pianeta di basi militari in appoggio alla
protezione dei propri traffici, nonché dei separatisti di turno (secondo la
logica del divide et impera).
Culturale (e psicologico, aggiungiamo noi) perché in grado di radicare
(attraverso la guerra psicologica) nei propri sudditi una forma di
linguaggio e di pensiero dalle quali non ci si riesce tanto facilmente a
liberare, come per esempio: che gli USA, rispetto a Saddam, Milosevic,
Chavez, Castro…, sono il male minore, quindi va bene tutto così: tutto ciò
ci porta a non ritenere meno pericolosi proprio quelli che dovrebbero essere
gli alleati nel cammino da compiere.
Un piano segreto di
rieducazione psicologica era già statu studiato fin dal 1944,
ufficiali dell'OSS[xlvi]
studiavano il sistema per allineare rapidamente l'Europa alle esigenze
politiche di Washington e per attuare un vero e proprio lavaggio collettivo
del cervello per l'intero popolo tedesco e, più in generale, per i popoli
d'Europa. Infatti il 10 settembre 1944
Jan E Libich e H. F. Broch de Rothermann, agenti del 2677° (sic?) Reggimento OSS Operazioni Psicologiche (Moral Operations
Rome)[xlvii]
di stanza a Roma, indirizzarono, al loro superiore, capo del Settore
Operazioni Psicologiche dell'OSS, colonnello Kenneth D. Mann, una relazione
che è un vero e proprio piano di
"rieducazione" politica e sociale della Germania (e più in
generale dell'intera Europa occupata dagli "Alleati") . Questo piano segreto
è stato dimenticato, indenne, tra altri documenti secretati e distrutti;
esso risulta applicato in pieno in Germania, in Giappone e anche in Italia.
per ottenere un lavaggio del carattere dei popoli che avevano tenacemente
combattuto la "guerra del Sangue
contro l'oro". Nel
riassumere i concetti principali della terza guerra, Renzo Pellicano accenna
i Piani di "rieducazione" delle nazioni vinte: il
Piano Morgenthau, più ristretto,
rapidamente sgorgò nel
Piano Kalergi, più generale.
Richard
Nikolaus di Coudenhove Kalergi, ossessionato dal suo ideale massonico di
un'Europa unita, ma svirilizzata
e asservita al potere economico
mondialista, sosteneva ostinatamente un velleitario sogno che portava
avanti sin dagli anni venti, venne utilizzato dai cd. "Poteri
Forti" per imporre la costituzione di un falso legame che si fa
chiamare Unione Europea, in
cui soltanto il Parlamento europeo
è eletto dai cittadini dei popoli europei, ma questo
parlamento è chiamato a decidere soltanto le questioni meno
importanti; le decisioni che interessavano la riduzione progressiva della
sovranità delle nazioni vennero emanate da altri organi costituiti dai
Presidenti delle varie nazioni aderenti all'Unione o da persone nominate
direttamente dall'alto. Fu costituita la Banca Centrale Europea, assolutamente
privata - come ormai sono tutte le Banche Centrali - gli stati nazionali
cedettero la sovranità monetaria alla banca privata che si fa chiamare
Banca Centrale Europea,(BCE),
il cui presidente viene nominato
dall'alto e che stampa
l'euro, la moneta unica, ceduta dietro pagamenti in Titoli di Stato. che non
vengono mai pagati, ma emettono interessi che si sommano agli interessi,
costituendo il cosiddetto "Debito
Pubblico" (truffa del cd. "Signoragio").
La costituzione dell'Euro quale
moneta unica dell'Unione e la fondazione della BCE fu approvata nel
Trattato di Maastrict,
per l'Italia approvato da Andreotti, (spigliato
Presidente dl Consiglio, che non sentì il bisogno di consultare il
Parlamento) e da altri due disinvolti ministri, ma senza discutere
l'operazione neanche in seguito, in Parlamento.
L'Unione Europea, insomma servì a ridurre progressivamente la
sovranità degli stati aderenti trasferendola (inavvertitamente per il popolo
bue) ad organi occultamente diretti dal Grosso Capitale Mondialista, ma
lasciando l'illusione di essere vincolati a questa
Unione Europea, che in
apparenza dovrebbe essere l'Unione di tutte le Patrie, le quali, però, avranno
progressivamente perduto ogni sovranità. Renzo Pellicano annota
diligentemente tutte le tappe di questi "asservimenti nel più incivile
vassallaggio". 1999; imposizione dell'Euro e della BCE
Ancora non bastava, però,
intervenne, un'eminenza grigia,
un animatore e coordinatore politico, discreto, nascosto, ma
efficientissimo: e sicuro, collegato, in continuo contatto e in piena
sincronia, con le teste pensanti dell'establishment mondialista:
Joseph
Hieronimus Retinger,[xlviii]
economista polacco di famiglia ebrea, ma
cattolico, con concordi contatti con i gesuiti, conosciuto proprio come
'Sua Eminenza Grigia'. Fu
tra i fondatori e segretario generale fino al 1952
dell'United
European Movement
presieduto da Winston Churchill e
finanziato dall'ACUE
[xlix](American
Committee for United Europe).
L'ideale di Retinger era
ovviamente: "costruire
un'Europa Unita per arrivare ad un Mondo unito in pace, guidato da
Organizzazioni Sovranazionali che avrebbero garantito più stabilità ai
singoli governi nazionali".
Sappiamo ancora di più grazie a
Joshua Paul,
un ricercatore presso la Georgetown University di Washington. il quale ha
scovato presso gli US National
Archives. di Washington documenti
governativi americani declassificati, che dimostrano
con quanta solerzia i servizi segreti
degli Stati Uniti hanno condotto una campagna negli anni Cinquanta e
Sessanta per costruire gli
impulsi europeisti e, per quanto possibile un'ideologia unitaria
europea, nei popoli, ma soprattutto fra i governi dell'Europa, onde poterli
affastellare in un'Unione, chiamata Europa, ma senza carattere, tradizioni,
cultura, specifici, della precedente Europa[l]
annullati in uno spirito "atlantico" sotto l'egida Usa e ben inseriti nella sua politica
per arrivare infine ad un governo unico mondiale. E in tale prospettiva ha
finanziato e diretto il cosiddetto
movimento federalista europeo. Infatti, tra i documenti citati esiste un
memorandum, datato 26 Luglio 1950, nel quale si davano precise e dettagliate
istruzioni per una campagna di promozione di un cosiddetto
"Parlamento europeo".
Questo documento è firmato proprio dal generale
William J. Donovan, che era stato in tempo di guerra,
capo dell'OSS (Office of Strategic Services),
precursore della CIA.[li]
Nel 2007, ancora peggio, il Trattato
di Lisbona, che affossa definitivamente le libertà degli Stati nazionali
aderenti all'UE, è stato approvato, senza discutere.
Eppure il
Trattato di Lisbona, un compendio di oltre 400 pagine, è stato approvato
all'unanimità
senza mai averlo letto. Tuttavia oggi, meditando sul delitto commesso dai
politici, cominciamo a capire che
questo trattato prevede:
1)
l'aumento dei poteri
del consiglio; un consiglio del quale nessun cittadino europeo riesce a
sapere quali provvedimenti prendono.
2)
la
diminuzione dei poteri del parlamento europeo.
3)
L'ulteriore perdita di
sovranità degli stati nazionali. E in particolare: La UE avrà il controllo totale sulle
politiche
d'immigrazione (articolo 79 del TFEU),
che saranno
sottratte agli Stati nazionali. Oggi
l'unico organo dell'Unione europea che possa avviare
nuove leggi è la
Commissione europea.
I commissari non sono
eletti, ma scelti dagli Stati membri. L'esperienza
ci dice che non sono indipendenti, ma seguono direttive.[lii]
Ufficialmente, le linee generali della politica dell'UE sono stabilite dal
Consiglio
europeo, una riunione biennale dei capi di governo
degli stati membri. In realtà,
i politici più
influenti come Barroso, Juncker,
e i capi di governo
dei grandi paesi si incontrano costantemente con i politici al di fuori
dell'UE e i leader
economici internazionali (cioè con le persone che sono invitate a Davos[liii]
e alla
Conferenza Bilderberg) a
porte chiuse.
Nel 1950 consistenti divergenze di
vedute tra Stati Uniti e Unione Sovietica portarono l'attenzione degli Usa
sul problema della labilità
militare dei popoli vinti nella sfera che a Yalta fu assegnata all'Occidente;
si disse che ne era scaturita la necessità di
rafforzare la difesa dei paesi
satelliti, ai quali fu "suggerito" di
riarmarsi, per essere in grado di difendersi in caso di un eventuale attacco
dell'Unione Sovietica; finché si giunse nel 1954 a tentare di costituire
la Comunità Europea di Difesa. Ma
essendo fallito il tentativo
per l'opposizione della Francia, gli Usa vollero tagliare ogni
indugio stipulando un patto di
reciproca difesa col governo giapponese e concludendo anche
un misterioso accordo bilaterale col governo italiano, che dopo
averlo firmato, non ebbe il permesso
di informarne il Parlamento; questo accordo è
tuttora valido, ma le sue clausole segrete, alla pari delle clausole
segrete del Trattato di Pace, non furono mai rivelate al Parlamento.
Sappiamo soltanto che sul suolo
italiano sono state impiantate più di 120 basi militari Usa,
ufficialmente mascherate come basi
Nato,[liv]
presidiate da notevoli formazioni
di truppe speciali statunitensi (marines) per il
mantenimento delle quali il
nostro bilancio nazionale sborsa quattrocento milioni di euro annui,
a quel che finora è dato sapere.[lv]
Abbiamo
perduto la guerra! Non abbiamo più diritti, non possiamo neanche sapere,
capire; soltanto pagare.
Loro, invece, hanno vinto e continuano a festeggiare, in Russia ancora nel
1990, la vittoria della "Guerra patriottica"!
Due-trecentomila morti, due-trecentomila compagni lasciati a ingrassare la
terra tedesca per la gloria dell'Armata Rossa, ma in sostanza per il
Capitalismo di Wall Sreet. Forse qualcosa era sbagliato… Ora il "Grande
Timoniere" Mikhail Gorbaciov, il luciferino Gorbaciov, invasato della
setta massonica del Lucis Trust,
sta cambiando le cose… in peggio: "privatizzare".
Al reduce dalla Guerra Patriottica
hanno portato un voucher per
la proprietà dell'azienda ex statale, che non dà pìù salario; lo Stato non
distribuisce più stipendi, pensioni, aiuti sociali. In un anno: sei, forse
sette, milioni di morti di fame, di stenti, di malattie, provocate dagli
stenti: vecchi, ragazzi, donne, ma anche uomini robusti muoiono!. Il Grande
timoniere ripara lestamente in Occidente; Boris Yeltsin privatizza più
rapidamente con l'aiuto del vice
presidente
Anatolij Chubais e di
agenti della Cia come consulenti specializzati in privatizzazioni: è proprio
la "svendita del secolo", la
"Sale of the century". I
capitali verranno dall'America; in Russia la burocrazia statale, la
Nomenklatura era costituita al 90 % da ebrei; fu facile intendersi tra
correligionari per i capitalisti ebrei americani. Tutto fu privatizzato,
perfino ad un centesimo circa del valore; le enormi risorse del sottosuolo
della Federazione Russa furono svendute.
Negli Stati Uniti intanto, finanzieri d'assalto si erano preparati a
speculare sulle sventure russe:
si erano bene informati sui valori delle imprese più grosse, pingui e
redditizie e sulle valutazioni delle grandi risorse minerarie dell'ex URSS;
il loro intervento in massa fu ben descritto con una frase sarcastica: "l'attacco
dei piraña alla carcassa di un bue grasso caduto nel fiume". Dalla
Reuter, 1° agosto 2011: il Primo Ministro russo Vladimir Putin ha oggi
accusato gli Stati Uniti di vivere al di là dei propri mezzi "come
parassiti". La sua dichiarazione fa eco con
l'attacco di Stalin nel 1950 alla egemonia tirannica del dollaro.
Stalin, come Kennedy, venne poi ucciso (avvelenato)
perché tento di instaurare nel 1952 il rublo d'oro, per
evitare di utilizzare il dollaro come moneta mondiale di scambio. Oltre ad
essere un affronto per coloro che volevano il dollaro come moneta di
egemonia mondiale anche per pagare il petrolio, la politica di Stalin
costituiva un attacco diretto al sistema di dominio mondiale del dollaro.
Stalin fu avvelenato; tanto è bastato, ovviamente, per i Banksters, per
comprare qualche traditore in Russia. Questa tesi è sostenuta egregiamente
dal prof.
Nicolai Starikov in molti libri, tutti purtroppo non ancora tradotti dal
russo[lvi].
Dobbiamo ricordare che nel luglio del 1944, a Bretton Woods, fu concordato
che il dollaro sarebbe stata l'unica moneta convertibile in oro; mentre
tutte le altre valute potevano essere commutate esclusivamente in dollari.
Con tale espediente si obbligavano gli stati a munirsi di dollari per i loro
acquisti internazionali, incrementando così gli introiti da signoraggio
della Federal Reserve e consentendo agli USA l'acquisto di beni e servizi
all'estero disponendo di dollari stampandoli senza limiti.
Ma nel 1971 gli USA non potendo onorare gli impegni presi, annullarono la
convertibilità del dollaro in oro. In seguito si diede una nuova
convertibilità al dollaro,
un surrogato, rendendo obbligatorio il pagamento in dollari per l'acquisto
di petrolio; il dollaro così riusciva a mantenere il
ruolo di prima moneta di
scambio e bene di rifugio internazionale. Ovviamente gli Usa stampando
dollari senza alcun limite ottennero la possibilità di acquistare beni e
servizi senza limiti all'estero; se ne giovarono l'economia generale degli
USA e quindi anche le disponibilità dei civili americani a carico del resto
del mondo.
"...
Giovedì 3 luglio 2014 Vladimir Putin ha dichiarato alla televisione: "…
nei primi
anni Novanta le
privatizzazioni-truffa in
Russia?
Furono manovrate dalla
CIA,
agenti della CIA
affiancarono l'allora vicepremier
Anatolij Chubais
come consulenti specializzati nella privatizzazione di beni pubblici di
Stato. Molti di questi
agenti –ha aggiunto Putin–
furono poi processati negli Stati
Uniti per essersi arricchiti in maniera illecita, durante il processo di
privatizzazione: nel nostro Paese." Due di questi agenti erano membri
dell'organizzazione "umanitaria"
USAID". Sembra che nessuno abbia ancora osato impegnarsi nella
gravosa fatica di quantificare il potere di rapina dei
piraña dell'International
Banking Fraternity nella "Sale
of the Century", la Svendita
del Secolo, in Russia negli anni Novanta, Se ne è dovuto occupare
Putin, il quale avrà incaricato suoi collaboratori di raccogliere i dati di
queste privatizzazioni-truffa: un lavoraccio lungo e pesante. Intanto Putin
ha cominciato a recuperare e a ri-statalizzare tre importanti comparti del
settore energetico russo. Buon lavoro presidente Putin per la giustizia e per la
lotta contro il capitalismo di rapina mondialista.
[i]
Emilio Gentile,
La
democrazia di Dio. La religione nell’era
dell’impero e del terrore, Laterza,
Roma-Bari, 2006. Cfr. anche il
fondamentalismo
religioso di matrice evangelical
negli Usa nel libro:
Gli
eletti di Dio. Lo spirito religioso
dell’America, di
Marco
Nese, dove ha descritto
in quale maniera
la sindrome elettiva dei puritani non tenda
per nulla ad una democrazia sociale, quanto
invece ad una “repubblica teocratica” su
base oligarchica, strumento diretto di una
ristretta minoranza di fondamentalisti, che
si spacciano come possessori di un mandato
universale, del quale assicurano che si
tratta della diretta volontà del
Geova
biblico. Quella che normalmente la si
direbbe una
patologia da alienati è divenuta la giustificazione di un
gigantesco potere che avanza pretese di
universalità, e che ottiene incredibili
riscontri di assuefazione e persino di
condivisione,
attraverso lo strumento della minaccia e
dell’intimidazione, oppure dei beni
materiali diffusi, col miraggio dei quali si
registra l’ammorbidimento dell’opinione
pubblica internazionale
[ii]
Si possono trovare conferme nel libro di
Sergio Romano,
Il rischio americano. L’America imperiale,
l’Europa irrilevante,
Longanesi, Milano,
2003, p. 17 e ss.
[iii]
WASP,
il gruppo etnico dominante fino a
cinquant’anni fa negli Stati Uniti. Una
concezione tracotantemente razzista, che ha
dovuto piegarsi, però, all’intromissione di
molto facoltosi ebrei. Un pervadente
fondamentalismo trovava e trova i suoi
riferimenti in tanti incitamenti della
Bibbia -
testo sacro, nella propria
traduzione, anche per tutti i Wasp.
[v]
Edgar L. Jones,
corrispondente di guerra per il mensile
nordamericano: “Atlantic
Monthly” (nell’articolo
“One
War is Enough”: numero di febbraio
1946).
[vi]
L’anglosassone Fabian Society
era
un’ affiliazione massonica
mondialista
socialistica, diffusa in America e
nell’impero britannico.
[vii]
Nicola II
era angustiato dai precedenti prestiti
ottenuti da Alessandro II e Alessandro III,
per cui era stata costituita
"in pegno" buona parte del tesoro dei
Romanov, custodita nelle casse delle
Accepting Houses londinesi.
Era , quindi, praticamente, nelle
mani dei Rothschild.
[viii]
Il Giappone visto come potenza continentale
eurasiatica per la sua
Weltashauung e per la sua “Civiltà continentale”.
[ix]
La scienza geopolitica vede nella storia due
opposti in costante competizione per la
conquista di nuovo spazio vitale via terra o
via mare: potenze terrestri o “continentali”
e potenze “marittime”.
Esempio classico nella storia antica la
competizione tra Roma e Cartagine, tra
l’Impero ”terrestre”
di Roma e l’impero “marittimo”
dei fenici. Si può riscontrare nelle due
manifestazioni geopolitiche lo sviluppo di
due concezioni della vita, di due civiltà:
la “civiltà marittima” basata sulle
ricchezze materiali, sull’individualismo,
sugli interessi economici e quindi sul
liberismo economico e sul prevalere
dell’economia sulla politica; la “civiltà
continentale”, al contrario, si basa su
principi diametralmente opposti a quelli
”atlantisti” e cioè sull’idealismo,
sull’autorità e la gerarchia, sulla comunità
e sulla nazione, cioè in definitiva sul
primato della politica sull’economia.
[x]
L’anglosassone Fabian Society
era
un’ affiliazione massonica
mondialista
socialistica, diffusa in America e
nell’impero britannico.
[xi]
“Corporate”
significa gruppo di potere che manipola lo
Stato per i propri egoistici
interessi:”neocorporativismo anglosassone”.
Al contrario nel corporativismo fascista, le
corporazioni sono organi dello Stato che
partecipano alla vita politica
nell’interesse collettivo della Nazione. Il
concetto è stato stravolto nel dopoguerra
dalla “guerra
delle parole” per cui il termine “corporativo”si
usa impropriamente e faziosamente per
qualificare interessi di parte.
[xii]
La politica delle “Ententes”
con la Francia e la Russia venne
consolidata dal massone sir Edward Grey
quando divenne ministro degli Esteri
[xiii]
La Pilgrim’s
Society era ed è tuttora un’associazione
segreta angloamericana di ordine superiore,
collegata, ovviamente, con l’International
Banking Fraternity.
[xiv]
Nella
battaglia di Sedan (31 agosto - 1º
settembre 1870)
la
Francia di Napoleone III fu sconfitta
dalla Prussia di Otto von Bismarck, preludio
alla cessione dell’Alsazia e della Lorena.
Ma era ugualmente importante:
controbilanciare,
con un’azione
militare, la crescente inferiorità
economica e demografica nei confronti della
Germania.
[xv]
Alfred
Mahan,
The Interest of America in Sea
Power ,
Present and Future, Boston, 1897.
[xvi]
Alfred Mahan,
The
Interest of America in Sea Power,
Edizioni ‘Sampson Low’, London, 1890.
(Traduzione in italiano edizioni ‘Casanova’,
Torino, 1904).
[xvii]
Jacques Bordiot,
Le
Gouvernement Invisibile. edizioni ‘Avalon’,
Paris, (Francia) 1987.
[xviii]
Curtis B. Dall,
F.D.R.My Exploited Father-in-Law, ( F.D.
Roosevelt il mio sfruttato suocero)
Action Associates, Washington, 1970, p.137.
Dall, ex genero del presidente Franklin
Delano Roosevelt, fu un alto funzionario
della potente banca “Lehman Brothers”, della
quale almeno uno dei fratelli faceva parte
della loggia massonica ebraica B’nai B’rith
[xix]
Altra “eminenza
grigia” israelita,
longa manus della Confraternita del
Grosso Capitale transnazionale, di cui
avremo presto occasione di parlare per altre
operazioni segrete.
Edward Mandell House era in contatto con
i più potenti banchieri israeliti di New
York, in particolare con
Paul e Felix Warburg, Otto H. Kahn,
Louis Marburg, Henry Morgenthau, Jacob e
Mortimer Shiff, Herbert Lehman e manteneva
anche potenti relazioni con banchieri e
politici in Europa.(Dan Smoot,
The
invisible Governement, Western
Islands , Belmont (Mass), 1962, p. 2).
[xx]
Jakob Schiff,
nell’ aprile 1918 ebbe a dichiarare
pubblicamente che grazie al suo appoggio
finanziario la rivoluzione russa era
riuscita.
[xxi]
Cfr.
Joaquin Bochaca,
La finanza e il potere, Edizioni di Ar, Padova, 1982, p. 49.
Epiphanius,
Massoneria e sette segrete, cit., pp.
285 – 291.
[xxii]
Epiphanius,
Massoneria e sette segrete…, cit.,
p. 324, scrive: «…nel 1918 il “Colonnello” House,
attraverso Wilson, nomina i plenipotenziari
negoziatori a Versailles, tutti, nessuno escluso, appartenenti alla
massoneria, alla Round Table, o alla
Pilgrims’ Society con la sponsorizzazione
dell’Alta Finanza,
posta
allora sotto il controllo delle grandi
famiglie ebraiche». I politologi
chiamano l'”Inner
Circle” il circolo ristretto di
consiglieri che lavorano con il presidente
americano, sovente scavalcando la
Costituzione (e talvolta persino lo stesso
presidente), agendo illegalmente ed in
segreto. Basterebbe ricordare l’incredibile
vicenda occorsa Il
25 settembre
1919, prima della conclusione della
conferenza di pace di Parigi, quando
Wilson fu colto da un
ictus, e dopo una settimana da un secondo attacco, che lo rese
quasi totalmente inabile. La gravità della
sua menomazione venne tenuta segreta fino alla sua morte, Wilson fu
tenuto lontano da tutti: dal suo vice
presidente Thomas R. Marshall, dal suo
governo e dai parlamentari in visita alla
Casa Bianca, per il resto della sua
presidenza.
[xxiii]
Come sarebbe stato possibile un qualsiasi
progresso economico partendo da un’economia
inflazionata al massimo, quale si può
evincere dalle allucinanti cifre riportate
da Renzo Pellicano
. Lo storico americano Antony Ciril
Sutton (docente di economia e storia
all'Università di Stato della California),
che col suo libro “Wall
Street and the rise of Hitler” ha
rivelato e comprovato che la regia dello
scenario europeo di allora andava ricercata
non in Germania, bensì a New York in un
palazzo sito al 120 di Broadway, vale a dire
nell’American International Corporation
(AIC): zoccolo duro di
Wall Street.
[xxiv]
Una manovra truffaldina che si è ripetuta in
seguito, anche per le cosiddette “privatizzazioni”
in Italia e in altri Stati.
[xxv]
Non a caso, osserva il prof. Antony Cyril
Sutton, eminente storico ed economista
americano, i negoziati per la "ricostruzione"
videro al tavolo delle trattative, da una
parte banchieri come
Charles Dawes e Owen Young, notori esponenti dell'Establishment
supercapitalista, dall'altra il presidente
della
Reichsbank Hjalmar Horace
Greeley Schacht, legato
all'Establishment da vincoli familiari,
l'uomo che si rivelò il "legame
chiave tra l'élite di Wall Street e il
circolo più chiuso di Hitler".
(Antony
C. Sutton,
Wall Street and the rise of Hitler,
’76 Press, Seal Beach, California, 1976,
p.18).
Vedi anche
Henry Coston, La Haute
Finance et Ies Révolutions, Parigi,
1963.
[xxvi]
Antony C.
Sutton,
Wall Street and the rise of Hitler,
cit.
[xxviii]
Sutton
Antony C., nel suo libro “Wall
Street and the rise of Hitler” ha
rivelato e comprovato che la regia dello
scenario europeo di allora andava ricercata
non in Germania, bensì a New York in un
palazzo sito al 120 di Broadway, vale a dire
nell’American International Corporation (AIC): zoccolo duro di
Wall Street. Anche
Churchill e Roosevelt
d’accordo, avevano bisogno di
Hitler per provocare
la
scintilla, a Danzica, da far apparire
come la provocazione della seconda guerra
mondiale, già. dettagliatamente progettata
da loro. Forse ancora troppo pochi
sanno che anche
Stalin
aveva bisogno di spingere Hitler alla
guerra, come ha dimostrato ancora meglio
Viktor Suvorov
, ex alto ufficiale dei quando pubblicò a
Parigi, per le Edizioni Olivier Orban,
Le
brise glace - Juin 1941: le plan sécret de
Staline pour conquerir l’Europe, In
poche parole,
Stalin avrebbe voluto conquistare l’Europa, una volta che
Hitler, come una nave
rompighiaccio, avesse aperto
la strada all’Armata Rossa sfiancando
le nazioni europee. Infatti
Stalin, oltre ad aver favorito in ogni
modo l’economia tedesca, impose anche al
partito comunista tedesco di
appoggiare i nazionalsocialisti nelle
elezioni del 1933 e addirittura consentì ai
reparti dell’esercito e dell’aviazione
tedeschi di effettuare
esercitazioni segrete nel territorio
sovietico, lontani dalla vista delle
Commissioni alleate di controllo.,
[xxix]
Suvorov
Viktor,
(Vladimir Rezun:
Le
brise glace - Juin 1941: le plan secret de
Staline pour
conquerir l’Europe, Ed.
Olivier Orban, 1989..
[xxx]
Benito Mussolini,
scritti da “Dottrina del Fascismo”, vol.
VIII, p. 259 sgg. Dopo la crisi del 1929,
l’“italiano
nuovo” avrebbe salvato i popoli
dell’Occidente dal pericolo di
degenerazione.
[xxxi]
Per portare il teatro nei piccoli centri si
faceva circolare il cosiddetto “Carro
di Tespi”.
[xxxii]
Enzo Erra,
Le
radici del fascismo, una storia da
riscrivere, Settimo Sigillo, Roma,
1995, pp. 83, 84.
[xxxiii]
Renzo De Felice,
Intervista sul fascismo,
a cura di Michael A. Ledeen, Laterza,
Roma-Bari, 1975, p. 40.
[xxxiv]
Idem, p. 41.
[xxxv]
Riportato da
Emilio Gentile,
Fascismo. Storia e interpretazione, Laterza, Roma-Bari, 2002, p.
236.
[xxxvi]
Vedasi,
La
partecipazione dei volontari napoletani alla
guerra, intervento di
Antonio de Pascale al convegno di studi
storici “Napoli nella seconda guerra mondiale”, Napoli, 2005. Atti
pubblicati dall’Isses, Napoli.
[xxxvii]
Aldo Grandi,
Gli
eroi di Mussolini, Niccolò Giani e la Scuola
di mistica fascista, Rizzoli, Milano,
2004. Riporto per brevità soltanto i primi
tre punti del decalogo della Scuola di
Mistica Fascista:
1).
"Non
vi sono privilegi, se non quello di compiere
per primi la fatica e il dovere."
2).
"Accettare
tutte le responsabilità, comprendere tutti
gli eroismi, sentire come giovani italiani e
fascisti la poesia maschia dell’avventura e
del pericolo."
3).
"Essere
intransigenti, domenicani, fermi al proprio
posto di dovere e di lavoro, qualunque esso
sia: ugualmente capaci di comandare e
obbedire."
[xxxviii]
Luigi Emilio Longo,
Dalla formazione teorica all’azione,
su “Historica
Nuova”, anno IV,
N° 10,
p. 19.
[xxxix]
Renzo De Felice,
Intervista sul fascismo,
a cura di Michael Ledeen,
Bari, Laterza, 1975.
p. 52.
[xl]
Si deve notare che
la
Gran Bretagna se veramente avesse voluto,
avrebbe potuto impedire il passaggio delle
navi italiane attraverso il Canale di Suez e
bloccare così ogni possibilità italiana
di
conquista. No, da parte britannica
si
voleva che prendessimo l’Etiopia, per
poterci condannare alle sanzioni e gettarci
nelle braccia di Hitler,
onde
poter combattere entrambi i fascismi nella
guerra che stavano preparando le
demoplutocrazie. Comunque,
in
contraccambio al consenso al
passaggio indisturbato attraverso il canale
di Suez gli avidi inglesi si fecero cedere
gli assetti dell’Agip nel petrolio
dell’Iraq.
[xli]
Michel Sturdza,
The
suicide of Europe,
Western Islands edition, Boston,1968.
[xlii]
David Irving,
Hitler’s War, Avon History,
1989. Che tipo di guerra
volesse la Germania, quando e contro chi, è
ancora materia di discussione, dal momento
che Hitler non era uomo da documentare le
proprie decisioni. Ma due cose sono chiare:
una guerra contro la Polonia (appoggiata
dalla Francia e dalla Gran Bretagna) nel
1939 non era assolutamente nei suoi piani
strategici e la guerra che alla fine fu
costretto a combattere sia contro l'URSS sia
contro gli USA era l'incubo di ogni generale
e diplomatico tedesco.
[xliii]
Michel Sturdza,
The
suicide of Europe,
Western Islands edition, Boston,1968..
[xliv]
Ferdinand Lundberg,
The
Rich and the super-Rich, Isle Stuart,
New York, 1968, best seller che ha avuto una
dozzina di edizioni in un solo anno, citato
da Yann Moncomble,
Les
vrais responsables de la troisième
guerre mondiale, Paris, Ed.
Yann
Moncomble, 1982, p. 82.
[xlvi]
L'OSS, l'antenato militare di quello che
diventerà la CIA, durante la seconda
guerra mondiale aveva lo scopo di produrre
propaganda antinazionalsocialista e
antifascista per la 5a Armata americana e
collaborare con l'8a britannica per gli
stessi obbiettivi. La sezione «Morale
Operations Rome» è stata una delle
sedi più importanti dell'OSS.
[xlvii]
Archivi Nazionali di College Park (Maryland)
nella cartella classificata RG 226, Entry
108b, box 67. Se non fosse stata trovata la
documentazione dimenticata in archivio, ci
sarebbe stata ragione di pensare
all’esuberanza di un romanziere.
[xlviii]
Retinger fu anche «l’ideatore del Bilderberg Group,
massone del 33° grado, sedeva fra i
più alti dignitari delle Logge polacche e
svedesi e intratteneva rapporti con diverse
eminenze dell'Ordine dei Gesuiti e con uno
degli esperti del Vaticano (fautore di un
avvicinamento fra Chiesa e Massoneria, cfr.
Philip Gardiner,
Secret Societies,
2008)
il rev. Padre
Gruber».
Retinger manteneva strette relazioni col più
anziano «Colonnello» israelita
Edward Mandell House (altra eminenza
grigia già più volte menzionato), con la
potentissima famiglia ebraica dei Warburg,
col Pilgrims
Henry Morgenthau, appartenente
all'entourage del 33º Grado Franklin Delano
Roosevelt, col banchiere internazionale
Herbert H. Lehman, membro della B’nai B’rith
e della Pilgrims Society, e col banchiere,
Bernard Baruch, (altra eminenza grigia,
come si ricorderà) a sua volta membro di
rilievo della Pilgrims Society e del
Council on Foreign
Relations.
Con l’intreccio delle sue relazioni e
amicizie, con l'appoggio finanziario della
famiglia Rockefeller e la collaborazione
del principe Bernardo di Olanda,
Retinger fondò nel 1954 anche il Bilderberg
Group, dal nome dell'hotel
olandese in cui si tenne dal 29 al 31 maggio
la prima conferenza, con la partecipazione
di un centinaio di persone.
La visione di Retinger
e di Bernardo d’Olanda era: “annullare
le tradizioni, le culture e le sovranità
delle nazioni in
un'Europa Unita per arrivare attraverso il
Gruppo Bilderberg ad un Mondo unito, guidato
proprio dal Bilderberg e da
altre
Organizzazioni Sovranazionali.
Riportiamo qualche
nome di italiani, alcuni di loro “membri”,
altri semplici invitati al convegno del
Bilderberg, a Stresa nel 2004: Mario Monti;
Romano Prodi; Alessandro Profumo, Credito
Italiano; Sergio Romano, editorialista della
Stampa;
Paolo Scaroni,
Enel; Giulio Tremonti; Marco Tronchetti
Provera, Pirelli; Valter Veltroni, Unità;
Emma Bonino; Giovanni Agnelli; Umberto
Agnelli; Mario Draghi; Gabriele Galateri,
Mediobanca; Giampiero Cantoni, BNL; Gianni
De Michelis; Giorgio La Malfa; Claudio
Martelli; Rodolfo De Benedetti.
[xlix]
Per
controllare meglio e finanziare il nuovo
assemblamento dell’Europa fu creato nel
1948
il Comitato americano per l’Europa unita,. Il presidente era proprio
Donovan, che però allora, appariva come
un qualsiasi avvocato privato.
[l]
Le élites dei Popoli europei avevano
cementato nella lotta comune “del sangue contro l’oro”
un profondo sentimento unitario europeo, che
affiorava nel cameratismo più profondo,
rimasto, però, ancorato al sentimento
patriottico della rispettiva Nazione.
Su
questi spontanei sentimenti non fu facile,
ma tuttavia si riuscì ad innestare l’idea di
un’Europa unita, nel progressivo
annullamento della sovranità dei governi
nazionali. Si dovette molto insistere e
faticare per annullare le voci fasciste che
volevano “un’Europa
delle Patrie”;
Jean
Thiriart inseguì velleitariamente un
grande sogno: “l’Europa,
non supina e suddita, ma libera, unita,
armata e
indipendente”. Lo stesso
Charles
De Gaulle,
meno velleitario, dalla presidenza della
Repubblica francese,
si batteva
per “l'
Europa delle patrie”,
contro “l'Europa
dei popoli” di
Coudenhove Kalergi.
Ma tutto fu superato nel
lavaggio del carattere dei popoli e nell’ingaggio di tanti
faccendieri, improvvisatisi politici,
corrotti o ammansiti furbescamente
nel
conformismo
più
allettante e obbligatorio per chi aspirava a
far carriera.
[li]
Secondo documenti
trovati da
Joshua Paul, ricercatore della
Georgetown University di Washington
nell’US National Archives, di Washington,
per favorire una
Unione Europea controllata dagli USA, è
statò costituito nel 1948, l’ACUE
(American
Committee for United Europe).
il “Comitato americano per l’Europa unita.”presidente, come
sappiamo, era
Donovan,
vice-presidente è stato Allen Dulles,
che negli anni Cinquanta divenne direttore
della CIA. Inoltre si sfruttò anche la
collaborazione organizzativa del generale
Walter Bedell Smith, che in seguito fu primo direttore della CIA, vi
operavano anche discretamente decine di
agenti ex-OSS
(branca “Guerra psicologica”)
che si muovevano dentro e fuori la CIA. Il
finanziamento dell’ ACUE veniva dalle
fondazioni Ford e Rockefeller, nonché da
gruppi di
business con stretti legami con il
governo degli Stati Uniti. Il capo della
Fondazione Ford, ex-agente OSS
Paul
Hoffman, fu preposto come capo dell’ACUE
alla fine degli anni Cinquanta. Si noti la
disinvoltura con cui la plutocrazia mescola
pubblico e privato, anche nei finanziamenti;
ovviamente i finanziamenti secondo la prassi
plutocratica, producono la certezza del
dominio, ma anche il guadagno sui
finanziamenti versati..
Lo stesso Joshua Paul,
ha documentato che la ACUE
(American Committee for United Europe).
ha finanziato il
Movimento europeo, (United
European Movement)
la più importante organizzazione federalista
negli anni del dopoguerra.
La
Campagna europea della gioventù,
un braccio del
Movimento europeo, è stata
interamente finanziata e controllato da
Washington. Ad esempio, il regista belga,
barone Boel, tanto per citarne uno, ha
ricevuto i pagamenti mensili in un conto
speciale.
Il 19 settembre 2000, il ”Telegraph”
britannico ha rivelato finalmente:
“Eurofederalisti
finanziati dai capi dello spionaggio
statunitense
“.
.
[lii]
Pertanto, due istituzioni (Commissione
e Consiglio) che sono
dominate da pochi personaggi,
hanno
tutto il potere nella Comunità Europea.
L’unica
istituzione formalmente rispettosa dei
dettami democratici è il Parlamento europeo,
ma non viene consultato su questioni
importanti. Si fanno proprio
chiacchiere accademiche per mantenere le
apparenze, chiacchiere molto spesso del
tutto inutili, ma sempre troppo ben pagate.
Poiché il diritto comunitario è stato
imposto al di sopra del diritto nazionale, i
Parlamenti nazionali sono stati
privati del loro potere a favore di
un Parlamento che non decide le questioni
importanti: un’evidente e sfacciatamente
arrogante violazione dei diritti degli Stati
membri da parte della UE.
[liii]
A
Davos, in Svizzera, si svolge il
consueto
World Economic Forum
,
la consueta carrellata di big della
politica, dell’economia e delle imprese.
[liv]
la cui presenza è stata stabilita con
accordi segreti, in spregio alla
sovranità nazionale,
presi
nel 1944 dal CLN con le truppe di
occupazione anglo-americane, che
non sono noti se non al capo del governo e
ad
alcuni membri dello stesso,
[lv]
Mauro Bulgarelli,
ex deputato verde, ha denunciato: “ogni anno
gli italiani versano in media 400 milioni di
euro per le basi Usa Nato”.
www.youtube.com/watch?v=_WMWLvxDvco
Pubblicato in data
05/aprile 2013.
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord
(viene comunemente denominata
NATO:
in inglese North Atlantic Treaty
Organization, in sigla NATO.
Il trattato istitutivo
della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a
Washington, D.C. da dodici Stati (Belgio,
Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia,
Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti)
il 4 aprile 1949 ed entrò in
vigore il 24 agosto dello stesso anno. Dal
1952 al 1969
altri sedici stati
aderiranno al patto.
Nel 1949 incontrando
una forte resistenza francese.. e si
trascinarono a lungo per i timori francesi,
complicati da interferenze sovietiche per
l’Indocina francese, e, dopo l’impegno della
Repubblica federale di Germania a non
armarsi di bombe atomiche, di armi chimiche
e e biologiche. E ancora soltanto, la
Repubblica federale di Germania divenne a
pieno titolo un membro della NATO. Il giorno
prima era entrato in vigore lo Statuto
europeo sulla Saar. Quando gli Alti
Commissari alleati dichiararono la fine del
regime di occupazione, questo cessò
ufficialmente. La Repubblica federale di
Germania era rientrata a far parte
formalmente del consesso delle nazioni, ma
restò occupata militarmente anche più di
prima. Vedasi: “Helga
Haftendorn analizza le discussioni e gli
eventi che 50 anni fa hanno caratterizzato
l'adesione della Germania alla NATO.” .
·
[lvi]
prof. Nikolai Staricov, tutti I seguenti
libri;"
·
Who Killed the Russian Empire? The Major
Mystery of 20th Century.", Moscow, Yauza,
Eksmo, 2006. (in Russian)
·
"Myths and Truth about Civil War. Who
Finished Off Russia?", Moscow, Yauza, Eksmo,
2006.
(in Russian)
·
"Betrayed Russia. Our 'Allies' from Godunov
to Nicholas II.", Moscow, Yauza, Eksmo,
2007.
(in Russian)
·
"From Decembrists to Mujahids", St.
Petersburg, Piter, 2008.
(in Russian)
·
"Who Forced Hitler to Attack Stalin?", St.
Petersburg, Piter, 2008.
(in Russian)
·
"Chercher
la Oil. Why Our Stabilizing Fund is Placed
There?", St. Petersburg, Piter, 2008.
(in Russian)
·
"Crisi$:
How is It Organized", St. Petersburg, Piter,
2009.
(in Russian)
·
"Saving Dollar is War", St. Petersburg,
Piter, 2009.
(in Russian)
·
"The nationalization of the ruble is the
path to freedom of Russia.", St. Petersburg,
Piter, 2011.
(in Russian).
·
"Crisis: How to do it (+ audio CD, read the
author)", St. Petersburg, Piter, 2011.
(in Russian).
·
"Chaos and Revolution is the weapon of the
dollar.", St. Petersburg, Piter, 2011.
(in Russian).
Krushov.
poi, nel 1962 abolì il
rublo d'oro e riallacciò i rapporti con gli Stati Uniti. |