Il "Caso Rauti"
Giorgio Vitali
Possiamo dedicare una nostra breve
considerazione al "Caso Rauti". Lo chiamiamo "caso" perché i contrastanti
"coccodrilli" (brevi pezzi di compianto) che vanno circolando su Internet ci
impongono una necessaria presa di coscienza sugli avvenimenti che abbiamo
vissuto e che continuiamo a vivere. La sostanziale differenza fra le
interpretazioni della sua vita e della sua azione politica è indicativa di una
costante situazione di disorientamento che non riguarda soltanto coloro che si
identificano con il post-fascismo, ma l'intera società nazionale.
E in questo caso ci riferiamo NON soltanto ai soliti frequentatori di stadi di
football, ma a persone che in ogni caso leggono (o dovrebbero leggere), scrivono
e sanno fare di conto.
Si tratta di scrittori di commenti che circolano nel sistema alternativo
d'informazione.
Per quanto riguarda la sinistra e l'estrema sinistra sappiamo bene che sono
stati fregati fino ad oggi. Hanno preso per buone, e molti continuano a credere
alla loro identità, le Brigate Rosse, quando tutto faceva capire essere queste
una promanazione di CIA o altre organizzazioni intenzionate a far fuori Aldo
Moro e il progetto portato avanti da costui anche in ottemperanza alle strategie
vaticane impersonate da Paolo VI.
Ancora adesso a sinistra si crede alle "buone intenzioni" di un D'Alema, di un
Bersani o, peggio di tutti, di un Renzi (il suo stesso aspetto fisico è un
biglietto da visita).
Per quanto riguarda la cosiddetta Destra (che ne ha viste di tutti i colori dal
1945 ad oggi), il "Caso Rauti" è emblematico di un fraintendimenti epocale.
Intendiamoci: non crediamo che in passato gli italiani siano stati meno
coglioni. O tutti figli legittimi di Machiavelli. Anzi!
Noi riteniamo che la lotta politica si svolga, in questo teatro del Grand
Guignol che si chiama democrazia spettacolare (vero Berlusconi?) nella
sostanziale falsificazione della autenticità vissuta dai contemporanei. E peggio
che peggio per quanto riguarda il passato. Un esempio fondamentale dell'arte del
falso è dato dalla Chiesa Cattolica, e qui non è il caso di dilungarci
sull'argomento. Basti la lettura del libro "Gesù lava più bianco" di Bruno
Ballardini, un esperto di marketing, edito dalla Minimumfax di Roma.
Ma dobbiamo aggiungere le varie "donazioni" vantate dalla Chiesa. La più
significativa è la "donazione di Costantino", che veniva ancora sostenuta in
ambiente cattolico nella mia prima gioventù, pur essendo stata dimostrata falsa
da Lorenzo Valla, un umanista del XV secolo (dopo ben 1.400 anni di menzogne
accettate passivamente…). Per non parlare della "Donazione di Sutri". Potremmo
anche parlare delle falsificazioni inerenti la cosiddetta "resistenza" che ha
insanguinato il nostro paese per due anni dal 1943 al 1945.
Che questo sostanziale falso sia stato introiettato da menti passive e riciclato
per anni non ci stupisce affatto, ciò che ci fa riflettere è il fatto che
NESSUNO sia finora stato capace di capire chi fossero questi "partigiani", pur
avendo avuto informazioni relative ai "partigiani" che hanno destabilizzato la
Libia ed ora tentano di farlo in Siria, al soldo dei soliti Atlantici. Il metodo
e la tecnica sono sempre gli stessi. Mancano di fantasia!
Torniamo a noi e cerchiamo di focalizzarci sull'argomento principale.
Sulla "Strategia della Tensione", sugli "Opposti estremismi", sulle tecniche di
controllo mentale messe allora come oggi in atto da Lorsignori (implicandoci
anche i servizi del KGB) si sono riempite intere biblioteche. Possibile che di
tutta questa letteratura nulla sia passato sotto gli occhi delle sensibili
mammolette che piangono la morte di Rauti?
La nostra volontà di perseverare nell'azione politica ci impone di chiarire
concetti fondamentali: si tratta d'ignoranti fino al midollo o di poveracci
incapaci di superare gli aspetti emozionali della loro modalità di vivere??
Oppure di una criminale capacità di depersonalizzazione messa in atto a suo
tempo in ambienti legati al MSI che viveva nella sostanziale mistificazione del
suo pseudo mandato elettorale? Si parla di falsità perché quel partito da una
parte esaltava del tutto a parole l'eroismo, il valore militare, il rigore
morale di chi «non aveva tradito», e poi trattava sottobanco col peggior nemico,
svendendo i voti dei creduli seguaci. Affermi qualcuno che non sono vere queste
mie dichiarazioni!
E tuttavia, l'analisi non potrebbe essere completa se non si va a fondo alla
questione. Un simpatico libretto di Enrico De Boccard, (l'autore indimenticabile
di "Donne e Mitra", anch'egli non immune da frequentazioni SID, SIFAR e
quant'altro), ripubblicato da Libero-Le Lettere nel 2006, ci racconta di una
penosa vicenda avvenuta a Roma a danno di un gruppo di giovani ex combattenti
della RSI. Il libretto s'intitola: "Il passo dei repubblichini".
In sintesi: era stato fatto credere a questi giovani che si era in procinto di
una rivoluzione e li si era invitati a «tenersi pronti» per il momento fatidico.
Arrivato tale momento, ed essendosi costoro radunati in attesa di ordini
successivi e possibilmente di armi, seppero da chi li aveva in precedenza
reclutati che avrebbero dovuto recarsi a difendere il Quirinale, allora ancora
abitato dalla Famiglia Reale, da un possibile attacco di manifestanti comunisti!
La gravità del fatto non risiede tanto nella truffa in sé e nemmeno che costoro
ci siano cascati, ma che ci si trovava ancora a ridosso di un'epoca in cui la
caccia al fascista, una caccia tragica a tutti gli effetti, era finita da poco.
Inutile ricordare che pochi anni dopo, abbiamo dovuto assistere dal nostro
osservatorio a un'altra barzelletta di uguale portata: il Golpe Borghese.
E inutili furono i nostri ripetuti richiami alla razionalità, al fatto che la
situazione nazionale e internazionale non avrebbe mai permesso un Golpe in
Italia, e men che meno se strettamente legato ad interessi atlantici, come tale
progetto si profilava chiaramente fin dalle prime avvisaglie. Fatica sprecata.
Le allodole cedono sempre al richiamo dello specchietto, ed anche in questo caso
le allodole furono veramente tante, con gran sollazzo dei "Servizi" e dei tanti
giornalisti embedded, cioè vigliacchi, che si divertirono a dipingere a tratti
vivaci questi rincoglioniti che volevano fare la rivoluzione con fionde e
cerbottane.
Cosa concludere? Le deduzioni possibili sono due: o gli italiani e i post
fascisti in particolare, sono coglioni, e le statistiche sull'opinione degli
italiani (vedi relazione del CENSIS) sull'attuale crisi economica lo confermano,
oppure sono di una tale ignoranza che qualsiasi informazione passa sopra le loro
teste, senza mai toccarli.
Anche perché il ruolo dell'informazione non è esaustivo, ma almeno dovrebbe
indurre al ragionamento. Se su moltissimi testi, non facilmente contestabili, si
trovano asserzioni concernenti il comportamento del Rauti, qualche
considerazione dovrebbe essere fatta.
Chi era in realtà questa persona? A che gioco giocava, visto che nei suoi libri
e nei suoi articoli per il pubblico missista sosteneva certe particolari tesi?
(da notare che sul quotidiano "il Tempo", democristiano, scriveva tutt'altro…)
Qual'è stato il suo ruolo, sicuramente concordato, alla nascita di AN? Questo è
quanto dovrebbe ricercare una persona che intenda seriamente fare politica oltre
agli slogan, alla spicciola demagogia e al falso rivendicazionismo….
NOTA FINALE: non siamo nati ieri. Anzi, come diceva il de cuius, veniamo da
lontano. Ed abbiamo avuto tante esperienze dirette documentabili. Ricordiamo
anche il giudizio di Evola su quell'ambiente che del suo pensiero aveva fatto
uno strumento per illudere le menti di tanti giovani (i "Testimoni di Evola",
scriveva Freda), Compresi i dubbi che, ad esempio, sorsero nella mente del
sottoscritto ad inizio anni cinquanta, quando la palese incongruenza fra le
parole e i fatti era diventata intollerabile e la strategia della tensione non
era stata ancora pensata.
Giorgio Vitali
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