Il programma dei Fasci di
combattimento
Pubblicato
da Ettore Marano nel gruppo Laboratorio Politico Forza Uomo
22 marzo 2012
Domani sarà l'anniversario della
fondazione dei Fasci di Combattimento. Questo è il proclama di San
Sepolcro. Un proclama moderno attuale e genuinamente rivoluzionario.
purtroppo questo programma non fu totalmente attuato, ed ancora
adesso lo rimpiangiamo tutti amaramente. Possa la lettura di questo
programma-proclama ispirarci, non per ritornare indietro a quei
tempi ne per indulgere a sterili nostalgie, ma nello stesso spirito,
per cercare qualcosa di nuovo, palla luce di quei valori che furono
sono e resteranno eterni!!! |
Milano 23 Marzo 1919 - FONDAZIONE
DEL FASCISMO ITALIANO
Italiani! Ecco il programma di un movimento
genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente
innovatore antipregiudiziaiolo.
PER IL PROBLEMA POLITICO NOI
VOGLIAMO:
a) suffragio universale a scrutinio di lista
regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a
18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.
c) L'abolizione del Senato.
d) La convocazione di una assemblea Nazionale
per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma
di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici
del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle
comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con
poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di
Ministro.
f) L'elezione popolare di una magistratura
indipendente dal potere esecutivo.
PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI
VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una legge dello
Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di
lavoro.
b) Minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei
lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria
d) L'affidamento alle stesse organizzazioni
proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di
industrie e servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei
ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di
legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite
di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:
a) L'istituzione di una milizia nazionale con
brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo
generale.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di
armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a
valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel
mondo.
PER IL PROBLEMA FINANZIARIO,
NOI VOGLIAMO:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale
a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di
tutte le ricchezze.
b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle
congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili che
costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di
forniture di guerra ed il sequestro dell'85% per cento dei profitti di guerra.
d) La gestione cooperativa della produzione
agricola e la concessione della terra ai contadini
Il commento di
Giorgio Vitali
Volentieri pubblichiamo
il programma dei fasci di Combattimento, come suggeritoci da.
"laboratorio politico Forza Uomo", elaborato nel tempo,
dall'esperienza culturale e politica di Benito Mussolini, e fatto
proprio dall'esiguo gruppo che faceva parte della famosa assemblea
di Piazza San Sepolcro.
Ci limitiamo a
sottolineare solo due considerazioni:
1) Nessun programma, per
concreto e circostanziato che sia, è mai stato realizzato nella
storia umana. Nel caso particolare di questo programma era TROPPO
AVANZATO per una sua completa comprensione, ed il momento storico
era talmente turbinoso che Mussolini ebbe a faticare non poco a
realizzarne una minima parte durante il ventennio di compromesso con
la monarchia e le forze liberali.
Senza contare il
costante assedio atlantico. Furono però gettate le premesse per la
trasformazione futura, e questo fu fatto, in primis, con la scuola e
l'igiene sociale, nonchè addentellati come: protezione della donna e
dell'infanzia. E scusate se è poco.
Disgraziatamente,
anche in questi casi, la capacità di comprensione di
quanto realizzato travalica anche le buone intenzioni. Se non si
riesce a capire cos'era "prima" l'Italia, (l'Italia delle masse
contadine, controllate dalla Chiesa, del proletariato,
dell'emigrazione,del caporalato, dei braccianti e dei piccoli
artigiani, che non è necessariamente l'Italia di oggi, reduce da un
periodo di industrializzazione propiziata dal fascismo e continuata
da una Democrazia Cristiana i cui uomini provenivano dalla scuola
del Corporativismo o della dottrina sociale della Chiesa, oggi in
via di smantellamento in favore della sola produttività "usuraia",
ovviamente in mano a "pochi nel mondo"), non ci si può immedesimare
nei fatti "reali". Un altro esempio: per comprendere cosa è stata
realmente la BONIFICA delle paludi pontine occorre PRIMA sapere come
ed in che modo si «cercava di sopravvivere» in quelle paludi, oggi
uno delle regioni più ricche del nostro paese.
2) Come sosteneva a buna
ragione Amintore Fanfani, già professore di Corporativismo al Sacro
Cuore di Milano, poi alla Sapienza, «La politica si fa con gli
uomini disponibili». E questi uomini, ancorchè "brave persone"
non c'erano: o meglio erano pochi e quei pochi, che NON CAPIRONO la
gradualità necessaria a qualsiasi riforma, specie nel nostro paese
in mano alla Massoneria ed alla Chiesa, che si rimpallavano
allora,come oggi, il potere, pian piano se ne andarono, o meglio, si
misero in disparte, senza però perdere l'amicizia reciproca con
Mussolini. Pensiamo, in questo momento, a Mario Bergamo, che fu
Segretario nazionale del PRI, che espatriò in Francia ma che, nel
dopoguerra, scrisse un libro molto intenso: "Novissimo annuncio di
Mussolini" ancora reperibile.
Oppure a Ottavio Dinale:
"Quarant'anni di colloqui con Lui". Ovviamente
ci furono tantissimi uomini fedeli. Molti di più di quanto
ragionevolmente ipotizzabile, dati i tempi. Ma con la fedeltà non si
fa la politica!
Giorgio
Vitali
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