da
"Rinascita", 13 settembre 2012
A 11 anni da quell'11
settembre:
era Strategia della
Tensione
Ferdinando Imposimato
(11/9/2012)
la NOTA
di Maurizio Barozzi
Nel presentare questo importante articolo (esposto da Arianna
Editrice) sugli attentati dell’ 11 Settembre 2001, di Ferdinando
Imposimato, ex magistrato, deputato e senatore e detentore di
svariate cariche di prestigio, credo sia opportuno premettere una
mia osservazione.
Intanto ritengo che l’articolo di Imposimato, da persona preparata
e intelligente, oltre che informata ed esperta, qual’è, si attesta
sulla schiera di coloro che ritengono una false flag quegli
attentati che causarono 3000 morti e moltissimi altri ancora ci
stanno rimettendo la pelle a seguito di gravi malattie polmonari
causate nel tempo dalle polveri sottili che invasero l’area di New
York interessata ai crolli.
Da ex magistrato Imposimato si è informato e ha studiato quanto è
stato analizzato sul crollo delle Tre Torri ed è giunto alla
conclusione che la cosiddetta “versione ufficiale” dei crolli
non solo non è, ma non può essere veritiera.
Per i cosiddetti debunkers, o “cacciatori di bufale”,
quindi il magistrato dovrebbe essere definito un “complottista”,
cioè nella migliore delle ipotesi un visionario, ma ovviamente a
questo ex magistrato non può essere facilmente espressa la
valutazione, che in questi casi viene dai debunkers
affibbiata ai complottisti (termine questo già di per sè
stesso errato e provocatorio), quella cioè di essere un ignorante e
un facilone che spara tesi e osservazioni senza conoscere la
materia. Ecco quindi che, sebbene ci siano in giro altri lavori
“tecnici” ancor più incisivi ed esaustivi sulla materia (attenzione
però, probabilmente a bella posta, sono anche state messe in giro
nel web molte “bufale”, finalizzare a inquinare e svilire la
controinformazione in merito), questo articolo di Imposimato assume
un valore enorme.
Fatta questa osservazione, devo poi però esprimere alcune
perplessità che mi sovvengono dalla conoscenza storica dei trascorsi
episodi di strategia della tensione.
A mio parere, la palese risultante che il crollo delle tre Torri
non fu causata dall’impatto su due di esse degli aerei e del
conseguente incendio che ebbe a svilupparsi, a lungo andare non
potrà che essere evidente a tutti. Così come prenderà sicuramente
corpo il fatto che la preparazione di quegli attentati, nell’area
del complesso delle Torri, avvenne sicuramente grazie alla
partecipazione di “personale” straniero in perfetto accordo con le
Intelligence americane. Prima o poi si produrrà un terremoto negli
stessi States ed usciranno fuori prove e testimonianze che
attesteranno la natura criminosa di quegli attentati. E’ solo
questione di tempo, o meglio della opportunità, per chi di
dovere, di cavalcare e sfruttare queste “rivelazioni” per scopi
politici. Non lo sapevate che il Sistema si rigenera e riproduce
anche attraverso i suoi stessi misfatti?
Come già accadde con la stategia della tensione in Italia,
il Sistema ovverosia le forze e gli interessi che a livello
internazionale detengono il potere in Occidente, non rischieranno di
essere travolte dallo scandalo, ma metabolizzeranno lo sconquasso
che deriverà da queste rivelazioni. Salteranno alcune teste, anche
autorevoli, probabilmente verrà persino incriminato un ex
Presidente, ma il Sistema sarà salvo.
Il giochetto, gattopardesco, è sempre lo stesso, individuare come
responsabili i “Servizi infedeli o deviati”, e nel caso negli Usa,
magari alcuni entourage dell’amministrazione americana cosiddetti
“guerrafondai”, produttori di armi, ecc. Saranno così fatti tutti
felici, contenti e coglionati.
A mio parere questo diversivo, che per il Sistema, salva capra e
cavoli, si sarebbe già verificato se non fosse che i cosiddetti
Servizi e personaggi “deviati”, sono stati supportati o hanno agito
di concordia con altri Servizi di entità straniera, facilmente
identificabili, ma non pronunciabili, nè tanto meno incriminabili.
Non vorremmo, quindi, che i lavori di Imposimato, le prese di
posizione su questo argomento di Giulietto Chiesa, e altri, tutte
benvenute per la ricerca della verità, alla fin fine, siano
propedeutici a preparare la strada al “salvataggio” del Sistema
unico vero responsabile di quegli attentati.
Insomma l’Amministrazione americana non è solo responsabile per non
aver controllato e denunciato il gruppetto, a dir poco ridicolo, di
attentatori arabi, ma non può che essere implicata direttamente in
quegli attentati e questo fatto non potrebbe salvare il Sistema.
Se non si capisce questo si farà la fine delle bombe stragiste che
esplosero in Italia tra il 1967 e il 1980, con strascichi a seguire,
le quali non furono opera di Servizi deviati, che poi NON esistono
essendo questi Servizi tutti sotto controllo delle forze militari
atlantiche, così come non esistono Massonerie deviate, ma furono
interni ad una strategia di guerra non ortodossa che aveva precisi
scopi e obiettivi.
Resta solo da dimostrarlo, ma il tempo sarà galantuomo.
Maurizio Barozzi
|
Gli attentati dell'11/9 sono stati
un'operazione globale di terrorismo di Stato consentita dall'amministrazione
degli USA, che sapeva già dell’azione ma è rimasta intenzionalmente non reattiva
al fine di fare la guerra contro l'Afghanistan e l'Iraq. Per dirla in breve, gli
eventi dell'11/9 erano un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai
poteri politici ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo
all'industria petrolifera e delle armi.
Anche l'Italia è stata una vittima della "Strategia della Tensione" della CIA,
attuata in Italia dai tempi della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia,
nel 1947, fino al 1993.
Ci sono molte prove di una tale strategia, sia circostanziali che scientifiche.
Le relazioni del National Institute of Standards and Technology (NIST), del 20
novembre 2005, hanno sancito le conclusioni di seguito esposte.
Gli aerei che hanno colpito ciascuna delle torri gemelle hanno causato tanto una
breccia quanto un'esplosione evidenziata da una gigantesca palla di fuoco. Il
carburante rimanente fluiva verso i piani inferiori, alimentando gli incendi. Il
calore degli incendi deformava le strutture degli edifici così che entrambe le
torri sono crollate completamente da cima a fondo. Molto poco è rimasto di
quanto era di qualsiasi dimensione dopo questi eventi, a parte i frammenti in
acciaio e in alluminio e i detriti polverizzati provenienti dai pavimenti in
cemento. Anche l’edificio 7 del World Trade Center crollò: lo fece in un modo
che risultava in contrasto con l'esperienza comune degli ingegneri.
Il rapporto finale del NIST ha affermato che gli attacchi aerei contro le torri
gemelle erano la causa dei crolli per tutti e tre gli edifici: WTC1, WTC2 e
WTC7.
Tutti e tre gli edifici sono crollati completamente, ma l'edificio 7 non fu
colpito da un aereo. Il crollo totale del WTC7 ha violato l'esperienza comune ed
era senza precedenti.
Il rapporto del NIST non analizza la reale natura dei crolli. Secondo gli
esperti intervenuti nel corso delle Udienze di Toronto (“Toronto Hearings”, 8-11
settembre 2011), i crolli avevano caratteristiche che indicano esplosioni
controllate. Sono d'accordo con l’architetto Richard Gage e l’ingegnere Jon
Cole, entrambi professionisti di grande esperienza, che sono arrivati alle loro
conclusioni attraverso test affidabili, prove scientifiche, e la testimonianza
visiva di persone insospettabili, tra cui i vigili del fuoco e le vittime.
L'autorevole teologo David Ray Griffin ha descritto con grande precisione perché
l'ipotesi di demolizione controllata dovrebbe essere presa in considerazione.
Vari testimoni hanno sentito raffiche di esplosioni.
Secondo il NIST il crollo dell'edificio 7 è stato causato da incendi provocati
dal crollo delle torri gemelle. Il chimico e ricercatore indipendente Kevin
Ryan, tuttavia, ha dimostrato che il NIST ha dato versioni contraddittorie del
crollo dell'edificio 7. In un rapporto preliminare del NIST dichiarava che il
WTC7 fu distrutto a causa di incendi provocati da gasolio conservato nel
palazzo, mentre in una seconda relazione questo combustibile non era più
considerato come la causa del crollo dell'edificio. Ulteriori commenti sulla
versione degli eventi data dal NIST sono stati formulati da David Chandler, un
altro testimone esperto intervenuto nel corso delle Udienze di Toronto.
Nonostante la presunzione del NIST in merito a tre distinte fasi di crollo,
Chandler ha sottolineato che molti video disponibili dimostrano che per circa
due secondi e mezzo l'accelerazione dell’edificio non può essere distinta da una
caduta libera. Il NIST è stato costretto a concordare con con questo fatto
empirico come sottolineato da Chandler, e ora comprensibile per chiunque.
Peter Dale Scott, un altro testimone alle Udienze di Toronto, ha dimostrato
l'esistenza di un modello d’azione sistematico della CIA volto a bloccare
importanti informazioni nei confronti dell'FBI, anche quando l'FBI avrebbe
normalmente diritto di ottenerle. Inoltre, ci sono ulteriori elementi di prova
contro George Tenet e Tom Wilshire. Secondo l'ex capo dell’antiterrorismo della
Casa Bianca, Richard Clarke (intervista rilasciata alla televisione francese e
tedesca come parte di un documentario di Fabrizio Calvi e Christopf Klotz ,31
agosto 2011, nonché l'intervista con Calvi e Leo Sisti, "Il Fatto Quotidiano ",
30 agosto 2011) la CIA era a conoscenza dell’imminente attacco dell’11/9.
Inoltre, dal 1999 la CIA aveva indagato Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi,
entrambi sauditi, che sono stati associati con l'aereo della American Airlines
che ha colpito il Pentagono. La CIA era stata informata che Khalid al-Mihdhar e
Nawaf al-Hamzi erano arrivati negli Stati Uniti all'inizio del 2000. È legittimo
dedurre che Tenet, capo della CIA, e Wilshire, secondo Peter Dale Scott una
"figura chiave" nella Alec Station, bloccarono gli sforzi di due agenti
dell'FBI, Doug Miller e Mark Rossini, intesi a notificare al centro FBI che uno
dei partecipanti alla riunione di Kuala Lumpur, al-Mihdhar, aveva ottenuto un
visto USA attraverso il consolato degli Stati Uniti a Jeddah. Il professor
Scott, basandosi sulla ricerca di Kevin Fenton, cita 35 occasioni in cui i
dirottatori sono stati protetti in questo modo, a partire dal gennaio del 2000
al 5 settembre 2001. Con riferimento al precedente di questi incidenti, il
motivo di questa protezione era evidentemente, secondo Fenton, «per coprire
un'operazione della CIA che era già in corso.»
Ulteriore prova indiziaria contro Tenet e Wilshire è la seguente. Il 12 luglio
2001 Osama bin Laden si trovava nell’ospedale americano di Dubai. Fu visitato da
un agente della CIA. Questa informazione è stata data a Le Figaro, che ha anche
riferito che bin Laden era stato operato in questo ospedale, essendo arrivato da
Quetta (Pakistan). Questa informazione è stata confermata da Radio France
International, che ha rivelato il nome dell'agente che ha incontrato bin Laden:
Larry Mitchell. Tenet e Wilshire, consapevoli della presenza di bin Laden negli
Emirati Arabi Uniti, non sono riusciti a farlo arrestare né estradare, anche se
i documenti dell'FBI e della CIA lo ritenevano responsabile di massacri in Kenya
e Tanzania.
L'insider trading è una forte ulteriore prova contro la CIA, l’FBI e il governo
degli Stati Uniti.
Gli articoli del professor Paul Zarembka, così come da Kevin Ryan e altri,
dimostrano che tali casi di insider trading hanno avuto luogo nei giorni
immediatamente precedenti rispetto agli attentati. Eppure questi casi di insider
trading sono stati negati dall'FBI e dalla Commissione d’inchiesta sull’11/9.
Ulteriore prova contro la CIA e l'amministrazione degli Stati Uniti è la
seguente. Mohammed Atta, almeno a partire dal maggio 2000, era sotto
sorveglianza della CIA in Germania, secondo la Commissione sull’11/9, sia perché
era accusato sin dal 1986 di attentati contro Israele, sia perché era stato
sorpreso mentre acquistava grandi quantità di prodotti chimici per l'uso in
esplosivi a Francoforte (The Observer, 30 settembre 2001). È stato indagato dal
servizio segreto egiziano e il suo telefono cellulare era sotto controllo. Nel
novembre del 1999 Mohammed Atta lasciò Amburgo, andò a Karachi, in Pakistan, e
poi a Kandahar. Qui ha incontrato bin Laden e lo sceicco Omar Saeed (secondo la
rivista specializzata in questioni di sicurezza interna GlobalSecurity.org, alla
voce "Movements of Mohammed Atta"). Dopo giugno 2000 gli USA hanno continuato a
monitorare Atta, intercettando le sue conversazioni con Khalid Sheikh Mohammed,
considerato il regista del 9/11, che ha vissuto in Pakistan.
Una forte prova del fatto che la CIA era a conoscenza dei movimenti irregolari
di Atta dagli Stati Uniti verso l'Europa e all’interno degli Stati Uniti è il
documento declassificato della CIA inviato dall'Agenzia a G.W Bush (President’s
Daily Brief – Ndt: “relazione breve giornaliera per il presidente”). Questo
documento, del 6 agosto 2001, dice: «Bin Laden determinato a colpire in USA.» E
continua: "relazioni di provenienza clandestina, di governi stranieri, e dei
media indicano che bin Laden sin dal 1997 ha voluto condurre attacchi
terroristici negli Stati Uniti. Bin Laden ha inteso in interviste a televisioni
statunitensi nel 1997 e nel 1998 che i suoi seguaci avrebbero seguito l'esempio
dell’attentatore del World Trade Center Ramzi Yousef, e avrebbero “portato i
combattimenti in America”.»
Dopo gli attacchi missilistici degli Stati Uniti sulla sua base in Afghanistan
nel 1998, bin Laden disse ai seguaci che voleva infliggere una rappresaglia a
danno di Washington, secondo un servizio di intelligence straniero. Un membro
operativo egiziano della Jihad islamica ha rivelato a un agente di un servizio
segreto straniero, nel frattempo, che bin Laden aveva intenzione di sfruttare
l'accesso operativo agli Stati Uniti per organizzare un attacco terroristico ...
Una fonte clandestina ha affermato nel 1998, che una cellula di bin Laden a New
York stava reclutando giovani musulmani americani per gli attentati.
Questo documento dimostra che la CIA, l’FBI, così come il presidente Bush,
conoscevano già dal 6 agosto 2001 chi aveva un accesso operativo: Atta. Nessuno
ha goduto di un tale accesso negli Stati Uniti quanto Atta. Ma la CIA, l’FBI e
Bush non hanno fatto nulla per fermarlo.
In Italia ho raccolto prove che la guerra in Iraq è stata decisa dal governo
degli Stati Uniti prima degli attacchi dell'11/9 con l'aiuto dei servizi segreti
italiani. Secondo Michel Chossudovsky, gli attacchi dell'11/9 sono stati usati
come pretesto per la guerra, avendo avuto come sfondo i molti anni in cui si è
avuta la creazione e il sostegno da parte della CIA della rete terroristica ora
conosciuta come al-Qa’ida. Oggi c'è il pericolo di una nuova "guerra preventiva"
contro l'Iran da parte degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere terribile per
la gente di tutto il mondo e potrebbe anche distruggere una gran parte
dell'umanità.
L'unica possibilità per avere giustizia è quello di presentare le migliori prove
relative al coinvolgimento di singoli individui nei fatti dell’11/9 al
Procuratore della Corte penale internazionale chiedendogli di indagare in base
agli articoli 12, 13, 15 e 17, lettere a e b, dello Statuto della Corte penale
internazionale, ricordando anche il preambolo della Statuto:
• Riconoscere che tali gravi reati minacciano la pace, la sicurezza e il
benessere del mondo,
• Affermare che i reati più gravi che sono motivo di allarme per la comunità
internazionale nel suo insieme non debbano rimanere impuniti e che la loro
repressione debba essere efficacemente garantita mediante provvedimenti adottati
a livello nazionale ed attraverso il rafforzamento della cooperazione
internazionale,
• Essere determinati a porre fine all'impunità degli autori di tali crimini e
quindi di contribuire al perseguimento di tali reati,
• Ricordare il dovere di ogni Stato di esercitare la propria giurisdizione nei
confronti dei responsabili di reati internazionali ...
Ferdinando Imposimato, settembre 2012.
Fonte:
http://www.journalof911studies.com/resources/2012-September---Imposimato-letter.pdf.
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
Ferdinando Imposimato è presidente
onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ed ex senatore e
deputato. A lungo ha fatto parte della Commissione bicamerale
Antimafia.
Da magistrato ha istruito alcuni tra i più importanti processi sul
terrorismo (il caso Aldo Moro, l'attentato al papa Giovanni Paolo II,
il caso Bachelet). Ha scoperto la “pista bulgara” e altre
connessioni terroristiche internazionali. Innumerevoli i processi
contro mafia e camorra. Tra gli altri, ha istruito il caso Michele
Sindona e il processo alla Banda della Magliana.
È autore o co-autore di sette libri sul terrorismo internazionale,
la corruzione statale, e di questioni connesse, nonché
Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. |
Tante altre notizie su
www.ariannaeditrice.it
Condividi
|