Italia - Repubblica - Socializzazione

 

Sempre con noi!

 

 

Jacobelli Filippo

 

«Onore al carissimo e nobile camerata,

combattente, prigioniero non cooperatore,

buono, generoso e di spirito instancabile,

 che neppure gli anni hanno mai piegato,

pietra miliare per ogni giovane cuore

e sano idealista sulla via dell’onore»

 

Cianni Cecere

 

Nacque a Napoli il 9/4/1920, suo padre era un fervente socialista, ma Filippo cresceva nella fede fascista, affascinato dal Duce, rigeneratore spirituale della Nazione; si sviluppava in Filippo il progetto di rivoluzione antropologica, voluto dal fascismo per creare l’"italiano nuovo", un progetto totale di rivoluzione del carattere nazionale: rivoluzione spirituale, culturale e politica, per sovrastare il vecchio regime liberale egoistico e asociale. Così maturò l’uomo nuovo fascista.

Nel giugno 1940, mentre già svolgeva il servizio militare a Santa Maria Capua Vetere, fu chiamato in guerra; combatté prima faticosamente e strenuamente in Grecia e poi partecipò, con l’Africa Corps alla battaglia di El Alamein e alla conseguente ritirata fino in Tunisia, dove prese parte agli ultimi sanguinosi scontri in terra d’Africa, finché, il 13 maggio 1943, cadde anch’egli prigioniero. Gli inglesi lo trasferirono in Inghilterra, in un campo di prigionia lontano da ogni possibilità di evasione. L’otto settembre 1943 rifiutò di cooperare e fu smistato nel Criminal Fascist Camp 175, nei dintorni di Birmingham.

Tornò in Italia nell’estate del 1946, molto più tardi dei prigionieri che si erano piegati a cooperare.

Un acido sottotenente al centro di ricezione di Verona lo classificò subito: «Per gente come lei in Italia non c’è più posto». Jacobelli sentì il sangue affluirgli alla testa, balzò in piedi, ma riuscì a contenersi e, stringendo convulsamente la spalliera della sedia, gli rispose asciutto: «È una sua opinione, si vedrà».

E si iscrisse tra i primi al Fronte dell’Italiano, che confluì nel MSI, appena questo fu fondato nel dicembre 1946. In breve divenne l’addetto Stampa e Propaganda della federazione napoletana; fondò e diresse anche un giornale diffuso localmente e che ebbe vita breve per la cronica mancanza di fondi, ma più tardi fondò, diresse ed editò il foglio fascista di battaglia 'Oltre' in cui trasfuse tutta la sua passione e la sua fede, raccogliendo scritti di camerati di tutta Italia. Questo foglio di lotta continuò ad uscire fino ai giorni nostri superando pesanti sacrifici finanziari e gravi impegni di lavoro, collaborato dalla fascistissima moglie Maria Galasso.

Nel 1951 diresse vittoriosamente la propaganda della lista del GUF "Rivolta Ideale" per le elezioni universitarie all’Università "Federico II" di Napoli, dove i gufini conquistarono il primo posto.

Si accorse ben presto, però, che il MSI non poteva soddisfare un fascista che credeva negli ideali della RSI e aderì al Raggruppamento Sociale Repubblicano con Giorgio Pini, di cui divenne immediatamente molto amico, come accade tra veri camerati.

Ma il Raggruppamento, misconosciuto e soffocato finanziariamente, ebbe vita breve; gli successe il Socialismo Nazionale. Tra gli altri, ci si impegnò a fondo Filippo Jacobelli, sempre con Giorgio Pini.

Come combattente e prigioniero non cooperatore, aveva aderito alla Federazione Nazionale Combattenti della RSI e rinnovò la tessera finché a Napoli ci fu anche un solo incaricato. Molti anni dopo aderì con la moglie alla superstite Unione Nazionale Combattenti della RSI, la cui organizzazione ricominciò a vivere dopo anni di letargo; qualche tempo dopo divenne presidente della federazione napoletana: organizzò convegni, cerimonie, commemorazioni e viaggi: a Predappio, all’Istituto Storico della RSI, alla Piana delle Orme, al Campo della Memoria di Nettuno, al Sacrario della Cava di Sant’Angelo in Formis.

Il 20 gennaio 2010 è passato OLTRE; rimane in chi l’ha conosciuto il ricordo e l’esempio di un camerata tutto d’un pezzo, come Mussolini avrebbe voluto e non fece in tempo a trasformare l’intera "stirpe".

 

 I camerati di Napoli