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mercoledì 8 febbraio 2012

 

La verità storica nelle telefonate e lettere di Mussolini
 

Maurizio Barozzi     

   

La verità Storica non può essere ricostruita solo con le documentazioni reperibili negli Archivi, nè tanto meno attraverso stralci di intercettazioni telefoniche ed epistolari, perchè il contesto, le motivazioni e le cause di certi avvenimenti sono sempre molto complesse e non si prestano a risolversi solo con le "documentazioni".

Tuttavia è indubbio che le documentazioni costituiscono il principale strumento della storiografia e quindi, pur con tante riserve, vogliamo presentare alcune intercettazioni telefoniche ed epistolari, eseguite di nascosto dai tedeschi su Mussolini durante la RSI.

Delle lettere che si scambiava con Clara Petacci, inoltre, sappiamo anche che quest'ultima si premuniva di fotocopiarle e passarle ai tedeschi (e forse non solo a loro) non si sa bene se per interesse o perchè, adeguatamente raggirata, credeva in tal modo di "aiutare" il suo uomo in quei pericolosissimi giorni.

Le documentazioni inerenti queste intercettazioni finirono ovviamente nelle mani del generale Karl Wolff, Governatore Militare e Comandante supremo delle SS e della Polizia nel nord d'Italia.

Molti anni dopo il generale tedesco, che già nel dopoguerra aveva centellinato interviste e altro, cedette queste documentazioni, ovviamente dietro lauta ricompensa. Vennero così in possesso del ricercatore storico Ricciotti Lazzaro che ne pubblicò buona parte nel suo "Il sacco d'Italia", Mondatori 1994. Altre ancora sono reperibili in qualche altro testo.

In questa sede ci preme pubblicarne alcuni stralci, quelli che riguardano il possesso da parte di Mussolini di un delicato, importante ed esplosivo carteggio con Churchill.

C'è da premettere però che Mussolini non aveva soltanto questo carteggio con il britannico, ma aveva sicuramente un altra importante documentazione sia con Stalin che con Roosevelt, di cui stranamente non se ne parla. Tutto poi ovviamente sparito, anche se il carteggio con Churchill che conteneva le prove della nostra non responsabilità nella guerra e quelle della malafede di Churchill che invece aveva sempre brigato per scatenarla e poi, una volta scoppiata, aveva operato al fine di allargarla e renderla irreversibile, ha lasciato dietro di sè abbondanti tracce da poterlo in parte ricostruire.

Presentiamo quindi questi importantissimi documenti che attestano sia un certo contesto storico e sia quanto si riproponeva di fare il Duce, circa l'utilizzo di queste documentazioni nell'interesse della nazione. Certamente Mussolini intendeva farne oggetto di trattativa, in sede di conclusione della guerra, ma al contempo, come sappiamo, si era anche premunito per farle riprodurre in almeno tre copie, in modo che, in futuro, tutta la documentazione potesse venire a conoscenza del popolo italiano.

Non andò così: le Special Force inglesi riuscirono a recuperare, requisendoli o comprandoli, tutti gli originali e le relative copie, grazie alla "compiacenza" degli italiani, a dimostrazione della pochezza morale e caratteriale del nostro popolo. Churchill si dannò l'anima e spese sicuramente ingenti somme, fino alla metà degli anni '50, per riavere quei documenti, mentre altri, oltre ai diari di Mussolini, probabilmente finirono negli archivi Vaticani dai quali si può esser certi che mai vedranno la luce.

Un ultima osservazione. Da molti indizi sappiamo che Mussolini ben sapeva di essere intercettato ed anche che Claretta copiava le sue lettere. Ed allora ci si chiede: come mai che Mussolini seguitò a telefonare e scrivere senza alcuna precauzione? La risposta si trova nella intelligenza e spregiudicatezza di Mussolini il quale, a parte l'impossibilità di mantenere una assoluta segretezza, sapeva benissimo che l'esistenza delle sue carte era conosciuta dai tedeschi (in parte ne aveva anche parlato con Hitler), ma anzi il fatto di 3ssere intercettato aumentava l'importanza dei documenti, la qual cosa gli ritornava utile per una eventuale trattativa.

Riportiamo qui 10 intercettazioni telefoniche o epistolari, seguite da una nostra breve nota di commento. Rimandiamo anche ai nostri due articoli su Rinascita del 1 e del 6 settembre 2009, inerenti il Carteggio con Churchill, visibili anche con la funzione "Cerca" nel sito www.Rinascita.eu.

 

1. Lettera scritta dal Duce al maresciallo Graziani il 10 settembre 1944:

- Mussolini: ... «Il Führer mi ha comunicato ieri sera nuovamente il suo fermo proposito di difendere l'Italia del Nord con tutti i mezzi… Mi ha promesso anche, esplicitamente, una più grande libertà di azione, autonomia e autorità (…) Ho chiesto in merito un impegno scritto al Führer. Questo per tutte le eventualità. Visto il comportamento dei Savoia, del traditore Badoglio e soci. Cambiano le parole secondo il fabbisogno. Allo scopo di proteggere noi tutti nel futuro, io sto raccogliendo il più possibile impegni e precisazioni scritte. Da tutti un autografo non escludo nemmeno Hitler! Soltanto il carteggio, oramai voluminoso, in caso di bisogno parlerà e spezzerà una lancia puntata verso di noi. Al solo conoscere della esistenza dei miei incartamenti fa paura a troppi, sia Vittorio Emanuele o Badoglio. Ma anche Churchill e Hitler saranno obbligati ad attenersi a una linea veritiera. Anche questo scopo sarà raggiunto».

 

2. Lettera inviata dal Duce ad Hitler il 14 novembre 1944:

- Mussolini: ... «Come già vi ebbi a dire, persino al momento in cui, nel maggio 1940, gli riferivo sulla lettera di Churchill sulle offerte di trattative di quest'ultimo, fatte di comune accordo con Rosevelt [così nel testo] persino allora dunque si dichiarò d'accordo con me nel declinare ogni offerta anglo-americana. E io gli credetti! (Mussolini parla di Vittorio Emanuele III, probabilmente dietro l'indignazione per un discorso del Re a Napoli, di pochi giorni prima, in cui questi, vergognosamente, scaricò sul fascismo ogni responsabilità). Gli eventi prendono il corso voluto dal destino, ma la storia non potrà essere falsificata. Il giorno del rendiconto verrà, E verrà il giorno e l'occasione per porre nella vera luce il Savoia!».

 

3. Registrazione telefonica tra Mussolini ed Hitler del 22 novembre '44:

- (Mussolini ed Hitler parlano della tattica criminale alleata di colpire coi bombardamenti aerei aree civili e monumenti): Hitler: «Ma c'è qualcosa da fare: misure di ritorsione! Nel mio scritto sono chiaro, Duce». Mussolini: «Anch'io non trovo altra via d'uscita. Siamo costretti a farlo. Che pazzi questi anglosassoni! Non comprendono che in questo modo si scavano la fossa, soprattutto gli inglesi. Oppure questi credono di poter, con la loro sperata vittoria, bloccare al canale della Manica il bolscevismo? Ciò sarebbe miopia». Hitler: «Non miopi, ma ciechi sono gli inglesi! Ma non si accorgono del colosso russo? O non ne possono più?». Mussolini: «Churchill ha già previsto questo pericolo da anni. Ma... Führer, voi lo sapete». Hitler: «Si lo so, conosco tutte le circostanze. Ma, duce credetemi questa spada taglia da entrambi i lati. E finché è così non dobbiamo trattare. Vi ricordate quanto vi dissi?». Mussolini: «Lo ricordo e mi continuo ad aspettare la vostra comprensione. Non dobbiamo perdere l'occasione di questo momento. Datemi la vostra fiducia!» Hitler: «La mia fiducia l'avete, non c'è dubbio. Se io però …» (qui cadde la comunicazione che non fu più ristabilita).

 

4. Lettera inviata da Mussolini a Graziani il 9 gennaio 1945:

- Mussolini: «Ho una lettera di Hitler, datata 2 gennaio 1945. Il suo comportamento mi convince poco. La sua pretesa di ritirarci in caso di bisogno al Nord, molto al Nord, è un sintomo chiaro. Il suo consiglio di portare con me tutti gli incartamenti della cui esistenza gli feci cenno e che proposi di sfruttare, parlano chiaro. Sono seriamente preoccupato. Le vicende della guerra non mi illudono più. Io non faccio questione della mia persona, ma quello che mi preoccupa è il pensiero di vedere in un prossimo futuro l'Italia interamente occupata dagli anglo-americani. Al momento ritengo di grande importanza portare in salvo questi incartamenti, in primo luogo lo scambio delle lettere e gli accordi con Churchill. Questi saranno i testimoni della malafede inglese. Questi documenti valgono più di una guerra vinta, perchè spiegheranno al mondo le vere, le sole ragioni del nostro intervento a fianco della Germania. Ho bisogno di vedervi. Vi attendo per stasera».

Queste poche righe del 9 gennaio 1945 con il loro incalzare degli avvenimenti, dimostrano, da sole, tutta una serie di cose insieme: l'esistenza di un carteggio importantissimo; le manovre inglesi che spinsero l'Italia in guerra; la volontà di Mussolini di mettere al sicuro questi documenti e di utilizzarli nell'esclusivo interesse nazionale.

 

5. Lettera inviata da Mussolini a Hitler in data 28 febbraio 1945:

- Mussolini: «Führer! È giunto il momento. Con una semplice mossa possiamo indurre gli inglesi a patti. La proposta nostra deve essere quella del luglio 1943. Churchill non è miope. Lui vede e sente il pericolo. Lui sa che il bolscevismo non si ferma al Canale della Manica. Sa che la valanga rossa un domani irromperà in tutta Europa, senza possibilità di arginarla. Credetelo Führer il momento è propizio! Il ponte è gettato, ma è un ponte levatoio, possono ancora abbassarlo! Io conosco le vostre reticenze, ma ritengo estremamente necessario rivedere la nostra linea di condotta. Ci costringe una necessità estrema. Abbiamo delle grandi possibilità, abbiamo delle armi formidabili in mano. Voi le conoscete. Churchill non solo le conosce, ma anche le teme. Datemi il vostro consenso. Mettetemi in condizioni di potere agire!

Ecco i quattro punti nei quali si può riassumere la situazione:

1. Gli eventi precipitano.

2. Le prospettive di successo per una presa di contatto e seguenti trattative sono grandi:

a) perché la Conferenza di Yalta ha creato un abisso tra i punti di vista degli USA e dell'URSS; b) perché Roosevelt è conscio del pericolo Russo. Le pretese russe di annessione della Polonia e dei Paesi baltici gli hanno aperto gli occhi.

3. L'Inghilterra è fortemente scossa.

4. Le mie relazioni con Churchill sono ancora oggi tali da potere escludere a priori delle difficoltà. E poichè non ho voluto mai accettare le proposte di Churchill di trattare con lui separatamente, rompiamo ora gli indugi, Führer! Evitiamo di perdere l'ultima occasione».

Da questi primi documenti risalta da parte di Mussolini e forse anche di Hitler, una certa incomprensione strategica delle vere motivazioni della guerra. Oggi sappiamo, infatti, che gli accordi di Yalta avevano una portata strategica di ampio respiro e furono voluti soprattutto da quelle correnti mondialiste che tenevano in mano le redini della politica anglo americana. L'anticomunismo di Churchill era solo apparente ed eventuali dissidi che si verificarono tra Russi e Sovietici erano solo di ordine tattico. Gli americani, nei confronti dei sovietici, giocavano a fare i finti ingenui e gli inglesi i meno disponibili. Figuriamoci, però, se Roosevelt paventava un presunto pericolo comunista, quando proprio l'occupazione sovietica, sia pure concordata nei suoi limiti, gli era indispensabile. Gli accordi di Yalta, e la spartizione dell'Europa in due sfere di influenza, erano indispensabili per la futura occupazione del continente e Churchill era perfettamente consenziente.

 

6. Lettera inviata da Mussolini a Graziani il 7 marzo 1945:

- Mussolini: «Caro Maresciallo, i vostri timori sono esagerati. Lasciamo fuori discussione la cricca dei Savoia. Vada come vada, Churchill sa che io ho le cartucce pronte. Solo per questo accetterebbe, indugia. O finge? No! Certamente si mangia le unghie per le sue lettere dell'ottobre 1940, ora che si trova nelle grinfie dell'Orso Russo. E se io agissi? La sua posizione diverrebbe insostenibile, sarebbe la fine, potrebbe avere come conseguenza il suo siluramento! Fine per noi augurabile? No... Per noi è un ponte, è un appiglio in caso di estrema necessità. Minacciare noi? Almeno ancora no. Sebbene il fattore tempo sia suo alleato. Parlare di tutto questo ad Hitler? Guai! Lui agirebbe subito, forse pregiudicando definitivamente tutto, con il suo temperamento, il suo caratteraccio. Si perderebbe con atti inconsulti! Vi ripeto, Maresciallo, queste nostre ultime armi morali devono essere custodite gelosamente. Dovessimo soccombere materialmente, moralmente saremo imbattuti, saremo invulnerabili».

Questa lettera di Churchill dell'ottobre 1940, citata da Mussolini, è di difficile decifrazione. Potrebbe essere in relazione alla campagna di Grecia dove, probabilmente, il britannico nell'ottica di un allargamento del conflitto ai Balcani, concordò su quella campagna che l'Italia intraprese come una sua "guerra parallela" a quella con la Germania. In ogni caso, la lettera a Graziani, mostra che la preoccupazione di Mussolini non è quella che Hitler possa conoscere eventuali suoi tradimenti, ma solo quella che, agendo di impulso, faccia fallire le carte che il Duce ritiene di avere in mano.

 

7. Lettera inviata da Mussolini a Claretta Petacci il 14 marzo 1945:

- Mussolini: «Claretta mia hai ragione. Si avvicina il giorno in cui Hitler si convincerà della necessità di trattative con l'Inghilterra. Lui conosce le mie possibilità, ma... ha paura, io conosco la ragione di questa sua paura ... La maledico questa mia conoscenza, perchè mi dà l'incubo di essere vile, di non sapermi decidere ad agire, sebbene senta l'assoluta necessità, anzi il dovere di agire finalmente. Però, agire d'accordo con Hitler significa rischiare di correre il pericolo di compromettere la nostra situazione e la nostra possibilità di salvare il salvabile. Agire di nostra iniziativa, da soli ? Non è consigliabile. Non voglio mettermi nella traccia dei Savoia e degli altri traditori! Quale tormento e quale crisi di coscienza! Ma a chi rivolgerci? Mi comprendi?».

Questa lettera mostra chiaramente l'atroce contrasto in Mussolini, tra l'essere fedele all'alleanza con la Germania ed alle direttive di Hitler (anche al fine di non mettere a repentaglio l'onore e la sicurezza della nazione e quindi il non poter trattare separatamente con gli inglesi) e la possibilità che, invece, lui ritiene potrebbe eventualmente avere l'Italia di salvarsi, almeno in parte, se trattasse unilateralmente buttando a mare i tedeschi. Resta un vero mistero, invece, capire quale sarebbe stata la "paura" del Führer.

 

8. Registrazione tra Mussolini e Claretta Petacci il 22 marzo 1945

- (Qui Mussolini evidentemente parla con Claretta al termine di una riunione in cui ha partecipato anche Pavolini e dove, probabilmente, si è parlato sul da farsi in virtù del precipitare degli eventi, per i quali Pavolini ignora passati avvenimenti storici e quindi l'importanza dello stesso carteggio su Churchill).

Mussolini: «Sarebbe stato meglio se non fosse venuto affatto. È stato di nuovo l'unico ad opporsi». Claretta: «Hai visto, l'avevo detto». Mussolini: «Dal suo punto di vista è comprensibile. Se egli sapesse tutto allora…» Claretta: «Non è necessario!» Mussolini: «Ma lui non può capire la situazione, non può collaborare. Perciò io devo rispettare il suo punto di vista di parte. Lui non conosce gli avvenimenti accaduti pochi giorni prima della nostra entrata in guerra. Non ne ho parlato con nessuno. E Churchill ancora meno. Bisognerà raccontare una buona volta questa storia. Chi dovrebbe parlarne oggi? In tutto la conoscono cinque persone!».

I riferimenti che si traggono da questa conversazione di Mussolini con Claretta del 22 marzo sono importantissimi. Primo, si conferma che negli ultimissimi giorni, prima dell'entrata in guerra con l'Inghilterra, accadde qualcosa d'intesa con Churchill (si trattava del fatto che il britannico chiese esplicitamente l'intervento dell'Italia in guerra). Secondo, se questo qualcosa fosse risaputo -e per Mussolini dovrà prima o poi essere risaputo- cambierebbe tutta la situazione e lo stesso atteggiamento di Pavolini. Terzo, che di quanto accadde al momento dell'entrata in guerra dell'Italia, ne sono informate solo 5 persone (probabilmente, si può ipotizzare, ma con molta approssimazione: il Re, l'ex capo di Stato Maggiore generale Badoglio e qualche intermediario del tempo, come ad esempio Roatta o un familiare del Duce, ecc.). Tutti, oltre a Churchill, interessati a tenere la bocca chiusa.

 

9. Registrazione tra Mussolini e il ministro Zerbino il 25 marzo 1945:

- Zerbino: «Ho fatto eseguire i vostri ordini. Sono già pronte tre fotocopie. Il materiale destinato a quell'uomo in Italia è pronto a partire. Purtroppo la carta per foto non è ben flessibile e, se sforzata, rischi di essere danneggiata». Mussolini: «Fate il meglio che potete. Mandate subito il materiale a Milano. Le altre copie fatele portare qui, con gli originali. Per le ultime il luogo di destinazione è già scelto. Le altre due copie devono essere conservate in posti diversi. Io stesso terrò poche carte. Non si sa mai a cosa si può andare incontro, e bisogna in ogni modo impedire che anche una piccola parte possa cadere in mano a gente che abbia grande interesse a distruggerle o a nasconderle. La gente a cui alludo sono i molti italiani che non hanno esitato ad allearsi ai veri nemici dell'Italia, per poter avere buon gioco vent'anni dopo. Figuratevi se questi pensano di fare qualcosa per l'onore delle armi italiane o di muovere un dito per il prestigio nazionale, questi straccioni non hanno fatto altro che tradire nel nostro Paese e all'estero!».

 

10. Registrazione telefonica tra Mussolini e Pavolini il 25 marzo 1945:

Mussolini: «Ho parlato appena adesso con Zerbino. Viene subito qui con tutti gli atti. Aspetto anche voi». Pavolini: «Arrivo subito Duce. Duce, ma non avete proprio nessuna buona notizia?» Mussolini: «No, proprio nessuna. Il modo di comportarsi dei tedeschi mi piace sempre meno. Ne sono seriamente preoccupato. L'esito della guerra non mi illude più. Non faccio questione della mia persona, ma ciò che mi preoccupa è il destino dell'intera Italia... Al momento ritengo che il più importante e il più utile sia mettere al sicuro le nostre carte, soprattutto lo scambio di lettere e gli accordi con Churchill. Questi documenti saranno l'esempio ineluttabile della malafede degli inglesi. Questi documenti valgono per l'Italia più di una guerra vinta, perché essi spiegheranno al mondo le vere, ripeto, le vere ragioni del nostro intervento al fianco della Germania. Dunque vi aspetto subito».

Come vedesi anche Pavolini, che precedentemente sembrava ancora all'oscuro dei veri contenuti del carteggio, è stato messo al corrente di certi retroscena. Si deduce anche che Mussolini comincia ad avere sentore che è in atto una defezione dei tedeschi (Wolff infatti sta trattando con gli Alleati e all'insaputa di Hitler, una resa delle forze armate tedesche in Italia), probabilmente presupponeva che, in fase di definizione, ne sarebbe stato messo al corrente. Invece non andò così e la resa tedesca si configurò in vero e proprio tradimento.

 

11. Registrazione telefonica tra Mussolini e Claretta Petacci 2 aprile '45:

- Claretta (evidentemente al corrente di come stanno le cose): «I Savoia, Badoglio e soci stanno facendoci un tranello! Tu per loro sei un fuorilegge, un condannato a morte. Ascolta il mio consiglio: stai in guardia! Hanno tutti l'interesse a farti tacere per sempre! Tu dici: parlano i documenti. Ma loro sanno che i documenti si comperano, si rapinano, si distruggono. Un fatto è sicuro: se tu, se il carteggio, dovesse essere un giorno in loro possesso, le tue ore di vita, nonché quelle del carteggio sarebbero contate».

 

 

12. Lettera inviata da Mussolini a Graziani il 3 aprile 1945:

- Mussolini: "... La vostra proposta è assolutamente insensata! Affidare al Savoia i documenti per vincere la pace? Vittorio Emanuele mi ha rinnegato e continuerà a tradire uno dopo l'altro i suoi compari, liquidandoli dopo averli sfruttati... Mai il Savoia potrà servirsi delle nostre carte. Se tentasse ne sarà impedito! Il Savoia vuol portare l'Italia alla disfatta, alla capitolazione incondizionata, solo per seppellire il Fascismo».

Dalle parole della Petacci in una delle precedenti lettere, e da questa lettera di Mussolini a Graziani del 3 aprile 1945, si deduce che probabilmente ambienti di casa Savoia o del governo del Sud avevano preso contatti con Mussolini per proporsi come mediatori.

Graziani, tipica mentalità militare, miope in politica, informato da Mussolini di questi contatti, si dichiara interessato e propenso ad accoglierli, ma il Duce giustamente lo mette in guardia dalla vera natura delle intenzioni dei Savoia. Oltretutto non era un mistero che il governo del sud non aveva la benché minima autonomia, decisionale e politica, ed era totalmente sotto l'egida dell'occupazione anglo americana.

 

13.Lettera inviata da Mussolini a Nicola Bombacci il 15 aprile 1945:

- Mussolini: «Mio vecchio caro amico... allo stato attuale poco mi resta! Solo le nostre carte possono essere la nostra salvezza, morale e materiale. Dovessi perire assassinato o morire in combattimento, sfruttare i documenti: è in gioco l'interesse della nazione. Resta in continuo contatto con Buffarini e Casalinuovo. O uno o l'altro sarà la via giusta. Tieni a portata di mano tutto. Anche le terze copie partiranno stanotte da qui! A domani. Ti abbraccio».

Purtroppo le cose non andarono così, ma con il tempo la verità storica non potrà che venire alla luce.

 

Maurizio Barozzi       

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