NOTA:
di fronte al Caso Caracciolo, che
ci lascia decisamente indifferenti, perché conosciamo con chi
abbiamo a che fare, ci sembra doveroso pubblicare, anche come NOSTRO
COMMENTO, l'articolo che segue perchè lo riteniamo veramente
eccezionale nella capacità di esprimere il nostro pensiero.
Giorgio Vitali |
da
www.ariannaeditrice .it
Lasciateli abbaiare
Gianluca Freda (23/10/2009)
«Morire per delle idee va bene, ma
di morte lenta»
(Fabrizio De Andrè) |
Tantissimi anni fa mi trovavo su una strada di Milano, a notte fonda. Stavo
dirigendomi a piedi verso la stazione centrale, per prendere il treno che doveva
riportarmi a casa. Passando accanto a una villetta con il cancello aperto udii
all’improvviso un ringhio e un abbaiare convulso e vidi venirmi incontro due
enormi mastini, che il padrone aveva dimenticato di legare. Rimasi immobile,
paralizzato dal terrore. Il che si rivelò una scelta felice, sebbene compiuta
per panico e non per calcolo. I cani mi furono addosso in un battibaleno e mi
scaraventarono a terra. Erano piuttosto robusti e nervosi. Uno mi azzannò la
manica del giubbotto, mancandomi il braccio per un soffio, e iniziò a tirarla
verso di sé ringhiando di rabbia. L’altro mi mise le zampacce sul petto,
digrignandomi in faccia certi dentoni scintillanti. Io ero immobile come un
sasso e credo di non essere mai stato così calmo in tutta la mia vita. Non c’è
nulla al mondo che sappia trasformarti in uno yogi indiano quanto il terrore
puro. Dopo un periodo che non saprei quantificare in secondi o minuti, i due
cani si stufarono. Non era eccitante prendersela con un avversario tramutatosi
inaspettatamente in pezzo di legno e con i suoi accessori. Smisero di abbaiare,
si allontanarono in silenzio e rientrarono nel giardino della villetta, tornando
alle occupazioni consuete. Da questa esperienza imparai due cose importanti: a
portare sempre giubbotti larghi e imbottiti; a trattare con i cani da guardia.
Prima o poi i cani capitano nella vita di ogni uomo, in forma di carcassa
digrignante o di escremento sotto le suole. Leggo che sono capitati anche ad
Antonio Caracciolo, in entrambe le forme, come spesso avviene. Caracciolo
gestisce una trentina di blog, tra i più interessanti e coraggiosi sul web, più
una mailing-list a cui sono iscritto. Si occupa spesso di sionismo, di
olo-truffa (la bufala dell’olocausto ebraico), della politica genocida di
Israele e della censura dell’informazione attraverso la quale la discussione su
tali argomenti viene impedita, demonizzata e distorta. È un personaggio
piuttosto in vista, essendo docente di Filosofia del Diritto alla Sapienza di
Roma. Mi meraviglio che i mastini del potere e della sua mitologia fondante ci
abbiano messo così tanto ad uscire strepitando dal recinto per saltargli
addosso; tanto più che Caracciolo è persona pacata, prudente, estremamente
documentato nelle argomentazioni e razionale nell’esposizione. La vittima ideale
per un branco di cani da guardia, insomma.
Nell’esprimere a Caracciolo tutta la mia ovvia solidarietà e nel sottolineare
altresì, più ancora che lo schifo, la noia che suscitano ormai in me questi
periodici latrati dei mastini di "Repubblica" e dell’establishment filosionista
contro qualunque passante che guardi con sufficienza al loro giardinetto di
menzogne, mi permetto di fornire qualche utile consiglio a tutti coloro che
dovessero ritrovarsi, in un momento o nell’altro della vita, i dentacci di
queste orride creature a pochi centimetri dalla gola. Non a Caracciolo,
ovviamente: egli è più vecchio, più colto e più esperto di me e sa già benissimo
come comportarsi in questi frangenti. Mi rivolgo a tutti coloro che,
crogiolandosi in fantasie, ahimé, infondate di libertà di ricerca e
d’espressione, dovessero scoprire all’improvviso, con stupefatto sconcerto, uno
dei giardinetti incustoditi in cui gli apologeti della Religione Storica
Costituita allevano i loro dobermann.
1) Non siate e non mostratevi sorpresi. Se bazzicate la notte del potere, se vi
muovete in prossimità dei suoi orti concimati a sterco e cadaveri, l’incontro
con un cane da guardia è la cosa più ovvia che possa capitarvi. Non c’è da
allibire, né da indignarsi. È la normale meccanica delle cose, da che mondo è
mondo. Un padrone danaroso fornisce ai suoi cani mediatici succulenti ossicini e
ne ottiene in cambio fedeltà e protezione. Sarebbe sorprendente, al contrario,
non fare mai di questi incontri. Siate preparati e attrezzati per l’occasione.
Per "attrezzati" intendo attrezzati psicologicamente, non legalmente. Lasciate
perdere le lezioni di autodifesa. Sono completamente inutili e potenzialmente
autolesive.
2) Restate immobili. Evitate le difese legali, le reazioni a mezzo stampa o
blog, le querele, le richieste di risarcimento morale. Non serve a niente, tanto
i mastini della Religione Storica Costituita sono più forti e feroci di voi.
Ogni movimento, anche disaccorto, non farà altro che eccitare le belve. Tenete
presente che non sono lì per uccidervi: sono lì per dimostrare al loro padrone
che le costose frattaglie di cui egli riempie la loro scodella non sono un
investimento sprecato. Neanche il padrone vi vuole morti, se può evitarlo:
ripulire e dare spiegazioni sarebbe un’enorme seccatura. Vuole solo che stiate
lontani dal suo giardino e dagli scheletri che custodisce; e vuole insegnare ad
altri a starne lontani. Fategli credere di essere indifesi. Avete davanti tutta
la vita per sistemare i conti con lui e le sue bestiacce.
3) Evitate di coinvolgere altri passanti. Non sprecate tempo, denaro ed energie
a chiamare in aiuto la società civile e i suoi miti fasulli di libertà di
pensiero, democrazia, diritto d’informazione. Non c’è nessuna società civile. Ci
siete solo voi e un branco di cagnacci ringhianti affamati delle vostre viscere,
in una strada buia e deserta. Ogni invocazione d’aiuto vi indebolirà, ogni urlo
sarà un invito ad affondare i denti per ripristinare il silenzio. Nessuno verrà
a soccorrervi, perché a nessuno piace rischiare invano la pelle. Ne sa qualcosa
Sylvia Stoltz, avvocatessa di Horst Mahler, anche lui avvocato. Mahler è stato
condannato al carcere in Germania per aver difeso in tribunale Frank Rennicke,
accusato di "negazione dell’olocausto" (cioè di aver espresso liberamente le
proprie opinioni sulla mitologia assurda del potere). La Stoltz è finita a sua
volta in carcere per aver difeso Mahler. Non offrite ai cani da guardia altre
prede. Restate calmi e razionali. È il raziocinio che fa la differenza fra un
essere umano e un giornalista di "Repubblica" qualunque.
4) Pensate ad altro. Può sembrare facile da dire quando gli incisivi dei cani
sono lontani, ma in realtà è un atteggiamento che viene quasi spontaneo in
situazioni di autentico pericolo di vita. Quando la buccia è a rischio, la mente
vaga con sorprendente spontaneità verso il cappotto da ritirare in lavanderia,
verso il biglietto del treno maggiorato da pagare al controllore, verso il
bonifico per l’affitto da versare. All’improvviso vi torna alla memoria il nome
del biografo di Pavese che non riuscivate a ricordare durante la lezione di
ieri, e vi congratulate con voi stessi per le condizioni ancora discrete delle
vostre facoltà mnemoniche. Questa capacità della mente umana di vedere e quasi
toccare con mano il futuro quando il futuro sembra una strada sbarrata potrebbe
ricondursi ad interessanti considerazioni filosofico-quantistiche che non è qui
il caso di esaminare. Basti in questa sede enunciare il seguente teorema,
rimandando ad altra sede la dimostrazione: nessun cane orwelliano può togliervi
la vita e il futuro, se non ve li togliete da soli. Dunque pensate alla vita e
al futuro e lasciate che le bestie sveglino tutto il quartiere coi loro latrati.
Sono solo un incidente di percorso, non la realtà. Tutto ciò che viene dalla
carta stampata e dai media non è che una parodia infantile del mondo che non può
farvi alcun male. Purché smettiate di crederci.
5) Non date nessuna spiegazione. A nessuno. Mai. Ai cani le argomentazioni non
interessano, né sono in grado di comprenderle, né hanno l’ordine di farlo. Ad
ogni precisazione, ad ogni bibliografia, ad ogni documento storico che infilate
loro nel collare, abbaiano e digrignano più forte. Lasciateli abbaiare da soli.
Ciò che avete da dire e scrivere lo avete già detto e scritto nelle vostre
conferenze, nelle vostre lezioni, nelle vostre ricerche. Non serve fornire
approfondimenti ad un pubblico di quadrupedi. Se hanno voglia di approfondire
possono andarsi a leggere i vostri articoli e vostri saggi, senza importunarvi
con la loro bavosa presenza fisica. Ammesso e non concesso che i quadrupedi
sappiano leggere.
6) Non ringhiate. Di fronte al ringhio dei mastini sulla nostra nuca a volte
viene istintivo ringhiare più forte, sperando di spaventarli o sottometterli.
Non fatelo. Se anche riusciste a ringhiare più forte, a loro basta un rutto per
vincere la partita, vista la posizione di forza. Di fronte a centinaia di
articoli argomentati e documentati, un rettore universitario può ruttare «Che
vada a Dachau!», e sarà sempre lui quello a cui la "libera stampa" amplifica i
gargarismi e affila i denti; un giornalista col collarino potrà ruttare di
"negazionismo" senza aver mai letto una riga di Rassinier o di Mattogno, senza
nemmeno conoscerne l’esistenza, e sarà sempre lui quello con le zampe nodose
sulla vostra pancia; un coordinatore della FGCI può ruttare una richiesta di
censura contro le opinioni documentate di un docente universitario, ed è
perfettamente inutile ricordargli che i suoi triti piagnistei contro la crudele
"censura" della stampa berlusconiana, già risibili di per sé, diventano a questo
punto anche incoerenti e indegni. Coerenza e dignità sono categorie umane.
Cercarle negli altri esseri del creato è pura follia. Resistete alla tentazione
di sovrastare i rutti con morfologie umane, per quanto veementi. Un rutto è
un’arma potente se è nella gola di chi ha la protezione dei potenti. Un’opzione
potrebbe essere quella di reagire ai rutti con altri rutti, scatenando una
specie di gara, con l’obiettivo di fare infuriare le belve assalitrici e fargli
perdere il controllo. Ma non lo consiglio. È un’opzione estremamente rischiosa e
comunque non sarebbe un bello spettacolo.
7) Ricordatevi che gli uomini siete voi. Questo non solo in omaggio ad
un’astratta percezione di superiorità della natura umana, ma in considerazione
di un’elementare norma biologica: un uomo vive mediamente molto più di un cane,
se riesce a sopravvivere alle sue fauci. Dovete soltanto sopravvivere
all’assalto, prendendovela calma e imparando qualcosa per l’occasione; fatto
ciò, come natura vuole, potrete prima o dopo assistere al gioioso spettacolo del
mostro assalitore che perde il pelo per l’età, viene ripudiato dai padroni e
spira felicemente tra gli stenti, stirando le zampe e strabuzzando gli occhi in
un vicolo buio. La Storia è infinita e non cessa mai di dispensare la sua
giustizia. E voi, a differenza di un botolo ruttante, avete tutta l’eternità
della Storia davanti.
Gianluca Freda
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