L'intervento diretto dei
commandos inglesi potrebbe cambiare l'equilibrio delle forze a favore dei
rivoltosi. Ma il vescovo di Tripoli dice che la calma si rompe solo la sera.
Libia: ultimo atto
Antonio De Martini. (24
febbraio 2011)
L'agenzia ASCA
ha pubblicato la testimonianza del vescovo di Tripoli, che prima di
parlare avrà certo interpellato la Santa Sede. Eccolo: «Non credo
che siamo alla fine di Gheddafi. Dalle sue parole, dalla sua
resistenza molto forte ha dato l'impressione di volere andare avanti
fino all'ultimo». Lo ha dichiarato mons. Giovanni Martinelli,
vescovo di Tripoli, intervenuto a "24 Mattino" su Radio 24. |
Berlusconi aveva ingenuamente creduto di acquisire i punti premio del
supermercato NATO mandando qualche migliaio dei nostri giovani migliori in
Afganistan a sostegno i questa palese violazione del diritto delle genti,
compromettendo un secolo di amicizia coi popoli mussulmani nostri vicini (la
guerra di Libia fu contro l'impero Ottomano).
Mons. Innocenzo Martinelli, francescano, Vescovo di Tripoli «la Farnesina mi ha
chiesto di partire, io resto». Restano anche le suore. Intervistato ha detto.
«La situazione è calma i media ne raccontano di balle, Si sentono spari solo la
sera e la notte»
«Quello di Gheddafi -ha aggiunto il vescovo- è stato un discorso certamente
forte per cercare di riconciliare le parti. Lui ha sentito un'offesa da parte
del suo popolo e ha richiamato all'unità e alla pace perchè la storia della
Libia non si confonda attraverso le spinte del fondamentalismo».
Nel definire la situazione a Tripoli in mattinata «tranquilla, visto che i
problemi sono più alla sera e di notte» mons. Martinelli ha aggiunto che questa
situazione era imprevedibile alcuni giorni fa: «È stata una cosa improvvisa -ha
detto il vescovo. (chi vuole il testo integrale clikki su: Google-News-vescovo
tripoli). Questa descrizione si attaglia più ad attacchi terroristici che a
manifestazioni "democratiche".
Fin qui il Vescovo. Berlusconi ancor più ingenuamente, deve aver pensato che
tranquillizzando gli USA circa la lealtà atlantica dell'Italia, avrebbe anche
potuto farsi qualche affaruccio qui e li, magari buttando anche qualche osso
agli industriali per farli schierare dalla sua parte. Adesso imparerà che i
rapporti di amicizia sono un'altra cosa. e forse ha già capito che lui è il
prossimo amico di Putin a saltare prima dell'arrivo della primavera. Ma come mai
tutti presi alla sprovvista?
Ieri, nel blog sulla situazione libica, avevamo fatto un raffronto tra la
situazione "Libia" e quella "Afganistan" illustrando le modalità con cui si
svolse l'invasione dell'Afganistan. Chi volesse saperne di più, può acquistare
in libreria le memorie del capo della CIA dal 97 al 2004, George Tenet, "At the
center of the storm, my years at the CIA", Harper Collins) che illustra con
dovizia di dettagli il piano di invasione -non preparato dal Pentagono ma da
analisti CIA- che portò a una facile vittoria militare su un esercito
impreparato, ma che sta avviando a una sconfitta strategico-politica la
coalizione "democratica" di cui facciamo parte.
In effetti, le somiglianze fino a ieri si fermavano sulla soglia dell'intervento
armato, di cui non c'era segno.
Oggi, dobbiamo dire che alcuni elementi intravisti ieri (gruppi di commandos che
cambiano velocemente obbiettivo, infrastrutture che saltano in aria e, questa
non è certo opera di manifestanti, la tecnica dell'"Hit & Run", e least not
last, la salvaguardia delle infrastrutture petrolifere) ci hanno indotti a
ipotizzare la presenza -come in Afganistan- di agenti operativi infiltratisi
dall'Egitto, dalla Tunisia e dal mare per inquadrare e guidare i ribelli
adeguatamente armati.
Anche dalle foto del seppellimento dei cadaveri si nota la mano di un ufficio
propaganda che specula sulla ignoranza delle regole Coraniche da parte di noi
europei: è prescritto infatti che i defunti vengano seppelliti subito, col volto
a oriente, in tombe singole a fior di terreno.
Le tombe che abbiamo visto in foto, rispondono in pieno ai requisiti religiosi.
È probabile che le esequie siano state fatte sulla spiaggia perché l'esercito,
fedele a Gheddafi, non avrà voluto correre il rischio di uscire da quello che
ormai é il campo trincerato di Tripoli, fuori dal quale sanno ormai di essere
attesi da professionisti della guerra.
Infatti, siamo in grado di confermare, a seguito di informazioni raccolte in
ambienti competenti e bene informati che un certo numero di commandos inglesi
(tre per la precisione. Uno entrato il 3 febbraio e gli altri due
successivamente per inquadrare i contractors tunisini e di altre nazionalità
vicine) e i giovani appartenenti alle tribù cirenaiche.
L'uso degli inglesi è stato probabilmente suggerito dalla necessità di non
compromettere definitivamente i rapporti tra USA e mondo arabo e anche dalla
maggiore esperienza inglese in materia.
L'uso dei tunisini è indirettamente provato anche dalla riduzione degli afflussi
di rifugiati verso Lampedusa. Se fino a ieri ero un poliziotto di Ben Ali,
adesso posso fare il democratico libico e avere un bello stipendio.
Tutti questi sforzi si giustificano alla luce della preparazione di una resa dei
conti definitiva tra l'occidente e l'Islam dall'Atlantico al Golfo Persico,
oppure con un colpo di sole. Speriamo sia buona la seconda.
Russia e Cina stanno a guardare.
Antonio De Martini.
la NOTA di Giorgio Vitali
Concordiamo completamente con
l'analisi dell'amico Antonio De Martini. Il quadro è esattamente
come lui ci presenta. D'altronde non avevamo dubbi. La
configurazione della Libia e la sua popolazione escludono rivolte di
massa come ci vengono presentate dai Media italiani (diciamo
"italiani" per modo di dire, perchè sappiamo perfettamente chi li
governa, li controlla e li paga. Che è potere NON italiano, come ci
insegna, coi suoi formidabili fondi "napoLibera"). Tra parentesi
sarebbe veramente interessante stilare statistiche sulla coglioneria
media ytalika, in alternativa a quelle giornaliere sulle propensioni
all'acquisto di cianfrusaglie. A proposito di questi racconti da
"Mille e una cazzata", occorre ricordare (lo abbiamo già fatto in un
video recente pubblicato su Albamed) che quando si volle colpire il
"tirannello" Ceausescu furono inventate stragi di "inermi cittadini"
attuate dalla sua polizia politica. Si trattava in realtà di
MENZOGNE allo stato puro, per coprire uno colpo di Stato,
evidentemente programmato da ambienti "globalisti", per eliminare
dalla scena politica un uomo che di sicuro era un nazionalista e non
avrebbe accettato la svendita delle proprietà del popolo romeno, sia
pure mal amministrate da un sistema comunista, come avvenne poi in
epoca Eltsin, l'«onesto ubriacone». I retroscena dell'Affaire furono
rivelati ampiamente in un libro rimasto classico: "Sotto la notizia
niente", di Claudio Fracassi, all'epoca direttore di "Avvenimenti".
In quel libro l'autore denunciò anche che, mentre gli europei erano
distratti dalle menzogne dedicate agli avvenimenti di Romania, gli
USA invadevano Panama, che si era permessa di progettare un altro
canale assieme al Giappone. Lì vi furono morti a josa. Ma questi non
fanno testo. Questo libro abbiamo presentato in una video intervista
su Albamed.
Tornando
all'argomento in questione, è interessante notare come buona parte
dell'attacco alla Libai sia stata progettata dagli inglesi, con il
concorso attivo di Commandos, sicuramente esperti dei luoghi per
l'esperienza acquisita durante la campagna contro l'Italia (
1940-1943). Per inciso, facciamo notare che la Libia, come tutti gli
altri territori di scontro in cui agirono le nostre truppe, è zona
petrolifera. Perchè il secondo conflitto mondiale fu appunto un
conflitto per l'energia. Oggi inoltre possiamo constatare de visu
quanto fossero infami la leggerezza ed il sottile tradimento con cui
fu affrontato quel conflitto dal nostro stato maggiore ( leggasi:
marmaglia sabauda), poi risoltosi con la fuga ai danni di tutto il
popolo ( italiano questa volta, capire il distinguo!) E'
l'Inghilterra la maggiore interessata al petrolio libico per il
quale fece il conflitto africano. E presumibilmente è alle grandi
petrolifere inglesi che andrebbe il petrolio sottratto alla nostra
ENI, qualora Gheddafi dovesse "lasciare". Cosa molto difficile da
accadere. Ed in questo non sono d'accordo con l'amico Antonio,
quando conclude che Cina e Russia stanno a guardare. Il mondo è
ormai uno scacchiere in cui la partita è globale. Tutte le pedine
sono utili. Soprattutto quelle come la Libia, che è comunque campo
di battaglia,e Russia e Cina sarebbero potenze in via di estinzione
( cioè il contrario di quello che in realtà sono) se stessero a
guardare. Ma poi in gioco c'è anche l'Iran e l'asse
Turco-Iranico...Tanto più che la Cina si trova ben piazzata sul
Corno d'Africa. A due passi dai luoghi di questo conflitto. Tanto
che: voglio ricordare come, proprio durante il secondo conflitto
mondiale, fu progettato il RAGGIUNGIMENTO DELLA LIBIA da parte delle
nostre truppe stanziate in Etiopia. Invece, per eccesso di prudenza,
si decise di desistere e di resistere in loco. I risultati sono
conosciuti. Evidentemente, per vincere, bisogna avere il coraggio di
rischiare.
G.V. |
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