Italia - Repubblica - Socializzazione

 

 da il "Monviso", n° 27 Luglio 2002

 

Fantauzzi, un nazionalpopolare dimenticato …

 

 

Gentile Direttore,
oggi si parla spesso di «neofascismo» e il più delle volte a sproposito. E questo sia da parte della sinistra; sia da parte della Destra. La prima, pensa che tutto ciò che è conservatore, reazionario, autoritario, totalitario, maschilista, retrogrado, sia automaticamente «fascista». La seconda, rivendica spesso e volentieri tale termine per far passare i suoi progetti reazionari, ingannando i suoi stessi giovani, i quali vedono nel passato regime e nella breve esperienza della RSI solo il cieco ed ottuso anticomunismo e non invece anche quelle pur esistenti parti nobili (per dirla con l'ex-sindaco di Venezia, il DS Massimo Cacciari), che si chiamano Corporativismo e Socializzazione, oltre a varie riforme riconosciute persino dagli Internazionalisti bordighiani che analizzano il fenomeno fascista non già come «reazione pura» e/o «controrivoluzionaria» alla Korbilov, ma semplicemente una «socialdemocrazia autoritaria». Come individuo libertario e di sinistra, mi sento in dovere, a questo punto, di ricordare uno degli ultimi dirigenti della poco conosciuta (sia a destra che a sinistra) FNCRSI, e cioè Gaspare Fantauzzi, classe 1926; volontario diciassettenne nella Guardia Nazionale Repubblicana di Salò, mancato il 4 giugno a Roma (stesso giorno dello sbarco degli invasori ultracapitalisti americani … sarà un caso?).

II Fantauzzi aveva lottato un'intera vita per realizzare la sua idea, ma senza nessun compromesso con l'eterogeneo schieramento della destra. A lui la parola «destra», fosse pure «radicale», «rivoluzionaria» o anche «sociale», dava immensamente fastidio. Infatti, ebbe a scrivere sul periodico nazional-comunista "Aurora": «… il Fascismo non appartiene a nessuno schieramento ... e se ne ha uno, questo è alla sinistra più estrema ...».

II Fantauzzi era molto pacato e obiettivo nelle analisi storiche, politiche e religiose (contrariamente ai c.d. «tradizionalisti cattolici» egli scrisse un lungo articolo, sul sopraccitato periodico, inerente alla "Teologia della Liberazione", in due puntate, usando al massima obiettività e senza i soliti piagnistei codiní e sacrestani che caratterizzano le varie Alleanze cattoliche o i centri Lepanto, facendo del Concilio Vaticano II il capro espiatorio di tutto e senza l'allarmismo di un celeberrimo prete-giornalista in odore dì pedofilia), riconoscendo le grandi figure di Ernesto Che Guevara e del prete guerrigliero Camilo Torres, e a volte sottolineando i limiti dello stesso «camerata» Peron, il quale sbagliò a non allearsi con la Cina Popolare (che non aveva chiesto al suo governo nessuna professione di fede marxista-leninista, ma solo un'alleanza politico-militare e di scambi economici). A tale proposito Fantauzzi affermava che: «... i militari capiscono poco di politica ...». Egli era obiettivo con tutti. Persino il libro "Strage di Stato", stampato a cura della Sinistra extraparlamentare, riconobbe l'estraneità della FNCRSI alle varie «trame nere" o ai vari tentativi di golpe e di stragi. Poco prima del tragico 12 dicembre 1969, l'associazione combattentistica aveva diffuso un volantino in cui «si invitavano gli ex-combattenti a non farsi strumentalizzare dal colpo di Stato reazionario in funzione del moderatismo socialdemocratico o doroteo al servizio dell'imperialismo USA …».

Per questo, in base al pluralismo liberale e al concetto di libertà di opinione che il Suo "Monviso", Direttore, ha spesso di mostrato con i tatti, chiedo che questa mia lettera venga pubblicata per ricordare una persona di cui, pur non condividendone compiutamente le idee, fu senz'altro coerente e degna di rispetto.

Grazie per lo spazio,

Cordiali saluti.

Gianni Donaudi