Note al video sul "caso Matteotti" di G.
P. Pucciarelli e U. Croce
Maurizio Barozzi
((28 giugno 2014)
Invitiamo a vedere questo
ottimo video, in cui Pucciarelli e Croce parlano delle recenti novità
sul caso Matteotti.
http://www.youtube.com/watch?v=6sXmG03AhEs&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg&feature=em-share_video_in_list_user
la NOTA di Giorgio
Vitali
Nel concordare con Maurizio, voglio aggiungere qualcosa: gli avvenimenti
italici vanno visti nell'ottica da noi molte volte sottolineata, della
complessità. In Italia operano una quantità di elementi che è pur
difficile mettere insieme. Per fortuna, una società editrice di GRANDE
RESPIRO, come Chiarelettere, pubblica testi la cui lettura non solo è
necessaria, ma indispensabile.
Ciò non significa che gli autori pubblicati da questa editrice dicono il
VERO, significa solo che chi non conosce certe ipotesi di lavoro non
deve rompere i coglioni più di tanto. Ciò detto, dobbiamo aggiungere che
ITALY vortica in area ENGLISH da qualche secolo.
Ricordo che, alla fine degli anni quaranta, [del '900], restai
letteralmente disgustato da alcuni articoli di un periodico studentesco
di matrice cattolica, che riferiva i vari retroscena del Risorgimento.
Ma avevano ragione loro. Infatti, la storia dei paesi in qualche modo
succubi dei potentati di stampo geopolitico, È storia di personalità, in
qualche modo coinvolte in traffici equivoci.
E questo NON perché queste persone fossero naturaliter equivoche, ma
perché la consuetudine con avvenimenti pubblici li metteva e li mette in
contatto con elementi espressione di interessi economici e finanziari.
Poichè ho una certa età, ricordo benissimo gli attacchi senza tregua che
si susseguivano- da parte della destra- contro Mattei e contro Moro. Ciò
confermava la previsione profetica di Mussolini il quale dichiarò in una
delle tante interviste che costituiscono il suo TESTAMENTO SPIRITUALE E
POLITICO, che i suoi veri eredi sarebbero stati UOMINI che non avrebbero
MAI sostenuto di essere suoi seguaci. Tutto ciò si è sistematicamente
verificato, perché i veri eredi di Mussolini sono stati Mattei, Moro,
Craxi, Gardini, Cagliari, tanto per citare alcuni nomi ... di morti
ammazzati. Mussolini profeta? NO! Mussolini uomo politico acuto
conoscitore degli eventi. Mentre il Movimento Sociale Italiano era stato
CREATO da Lorsignori con l'unico scopo di tenere sotto controllo con un
facile VANILOQUIO, una massa umana probabilmente manovrabile in senso
nazionale se non Nazionalista.
L'azione del MSI fu facile: slogan, principi affermati con veemenza,
rivendicazioni teoriche MAI concretizzate con azioni parlamentari (in
assenza d'altro). Unica rivendicazione alla fine andata in porto (ma lo
si sapeva in anticipo ... prima serviva come base di validazione del
consenso elettorale...) la pensione!
Conclusione: VINCE IN POLITICA CHI SA INTERPRETARE I PIU’ PROFONDI
SENTIMENTI DELLE MASSE.
g.v. |
Questa nota di M. Barozzzi a cui si aggiunge un commento di G. Vitali,
per apportare un precisazione in risposta a chi ha sollevato alcune
obiezioni.
Mi riferisco in particolare alla infelice frase utilizzata, sia pure
ritengo non con intenti denigratori, ma solo esplicativi, da Pucciarelli
(mutuata anche dal testo di G. Fasanella e J. Cereghino, 'Il Golpe
inglese', pubblicato dalla Chiarelettere), laddove si afferma di un
«Mussolini creatura inglese».
A mio avviso a Pucciarelli, pur bravissimo nell’individuare retroscena
storici, sulla base delle documentazioni che reperisce anche dalla
editoria internazionale, sfugge però poi (o così almeno mi sembra) la
complessità degli stessi avvenimenti storici. Questo perché gli
avvenimenti storici presuppongono che il 'complottismo' non può essere
ignorato, perché è una componente della natura umana e della pratica
politica, purtuttavia l’insieme delle cause e concause, dei fatti e
reazioni che determinano poi la Storia non possono essere letti, e
tantomeno spiegati, solo attraverso l’analisi 'cospirativa'.
Ad esempio, utilizzando SOLO l’analisi complottista, dovremmo dire che
il Fascismo nasce a piazza S. Sepolcro il 23 marzo 1919 dietro un
progetto massonico, post Interventismo e che ora aveva individuato in
Mussolini l’elemento capace per farne un piccolo Napoleone locale in
grado di scalzare posizioni di potere, comprese quelle del Vaticano,
ostili alla Massoneria. La prova poteva dirsi costituita dal fatto che
su un centinaio di partecipanti alla costituzione dei Fasci di
Combattimento, circa una ottantina avevano la tessera massonica in
tasca.
In realtà, un certo interesse a questa strategia ci può essere stato, ma
poi si vanificò già nel 1920 quando i Fasci presero una strada
divergente dagli interessi massonici e la massoneria di Palazzo
Giustiniani del Torrigiani, se ne distaccò immediatamente. Anzi nel
1923, dopo le aperture di Mussolini alla Chiesa, la massoneria divenne
un nemico irriducibile del fascismo, avendo intuito che si stavano
creando le premesse al Concordato di sei anni dopo.
L’alta presenza di massoni a piazza S. Sepolcro la si spiega con il
fatto che al tempo in Italia era in auge l’alternativa tra l’essere
massoni o filo clericali.
Volenti o nolenti la massoneria era anche ra un portato culturale
dell’epoca per il quale, in particolare, gli spiriti agitatori,
rivoluzionari, gli elementi dell’ex interventismo, facilmente erano
anche massoni, di una massoneria quindi che dobbiamo vedere non solo
come setta e lobby di potere, ma anche come fenomeno culturale. .
La stessa cosa la si potrebbe affermare per i finanziamenti di certe
banche ad Hitler negli anni ’20, e così via.
Il ricercatore storico che si accinge a interpretare e scoprire
determinati avvenimenti e meccanismi, deve sempre aver presente che
nella Storia, quando si affacciano uomini di un certo livello e capacità
e fatti di una certa incidenza e portata, SEMPRE E COMUNQUE, ci sono
poteri già costituiti che cercano di indirizzarli, di piegarli o
semplicemente di utilizzarli per i propri scopi, per proprie strategie.
A questo si accompagna il fatto che a volte, certe situazioni possono
anche essere state create 'a tavolino', in laboratorio.
È una legge storica inevitabile che comprende e considera il 'complottismo',
ma lo riconduce all’interno di un fenomeno storico molto più complesso.
Se non si tiene presente questo si può incorrere in palesi cantonate,
tali da far dire che «Mussolini era una creatura inglese», «Lenin una
creatura delle grandi banche», e così pure Hitler.
Si da il caso infatti che certi processi rivoluzionari, o determinate
forze o uomini che mirano al cambiamento, per imporsi, devono giocoforza
utilizzare quello che "passa il convento". Non si fa politica e tanto
meno le rivoluzioni senza i finanziamenti. E i finanziamenti si cercano,
si prendono quando offerti, o si reperiscono con gli espropri.
Spesso tali finanziamenti, soddisfano i finanziatori nel contingente, ma
poi finiscono per creare il "mostro" che gli scava la fossa.
COLUI O COLORO CHE HANNO PRESO I FINANZIAMENTI, NON VUOL SEMPRE DIRE CHE
SIANO CORROTTI O SIANO STRUMENTI DI CHI LI FINANZIA.
Venendo quindi al fatto in questione, quello di «Mussolini creatura
inglese», la cosa va letta diversamente.
Da una parte Pucciarelli ha perfettamente ragione: le documentazioni
attestano i finanziamenti inglesi. Del resto gli inglesi avevano al
tempo, anni ’20, interesse che l’Italia, una portaerei naturale nel
mediterraneo, utile per il controllo delle rotte sulla via del petrolio,
un paese dove già potevano contare sulla monarchia di casa Savoia e su
una vasta presenza di logge massoniche a Londra obbedienti, vi fosse
anche un governo forte che assicurasse una certa stabilità.
Come nel 1917 finanziarono il "Popolo d’Italia" di Mussolini, impegnato
dopo Caporetto a tenere in piedi il fronte interno che minacciava di
crollare causando l’uscita dell’Italia dalla guerra, quindi un interesse
e una necessità comune, così negli anni ’20 potevano aver interesse ad
una stabilità politica e sociale nel nostro paese e ritenevano che
Mussolini poteva assicurarla. Ancora una volta coincidenza di posizioni.
Ma che Mussolini, non solo non fosse un "agente inglese", ma anzi fosse
proprio l’uomo che una volta preso il potere poteva creargli il massimo
dei danni, lo attesta la successiva politica del Duce, quale statista,
la sua difesa dei nostri interessi nazionali che riguardavano proprio il
nostro ruolo nel mediterraneo fino ad arrivare al conflitto bellico. Non
si tratta quindi di una questione "morale" o "etica", ma di capire i
processi storici.
Per fare un paragone con i recenti periodi storici e personaggi di una
certa area politica, vediamo come invece, al contrario, i ricorrenti
finanziamenti che gli americani, quali nostri colonizzatori, elargirono
al MSI, da Michelini ad Almirante, furono presi, SOLO per fare gli
interessi dei finanziatori non certo quelli del nostro paese.
Maurizio Barozzi
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