Italia - Repubblica - Socializzazione

 

da "Orientamenti", (Anno VIII, n° 3 - 4, marzo-agosto 2005)

http://orientamenti.altervista.org/

 

 

Oltre la destra il socialismo nazionale

Danilo Zongoli
 

La politica italiana ed europea per sessanta anni è stata caratterizzata da un sostanziale immobilismo. La Democrazia Cristiana ha governato la cosiddetta prima Repubblica senza una vera opposizione; se infatti il Partito Comunista venne associato al potere con il compromesso storico e la solidarietà nazionale, il Movimento Sociale Italiano, quanto meno nella sua dirigenza, sosteneva la NATO, i colonnelli greci, la "legge Reale" e quant'altro.
Lo spazio per il Socialismo Nazionale era nullo eppure, parafrasando Ungaretti, qualcosa si muoveva.
Alcune frange del Movimento Sociale, la prima con Stanis Ruinas e il Suo "Pensiero Nazionale", un'altra con Giorgio Pini, Bruno Rassu ed altri, negli anni cinquanta, un'ultima negli anni settanta nei cui ranghi c'era chi scrive, tentarono fin dal dopoguerra di sostenere il Socialismo Nazionale. Nel 1968-69 nacquero e crebbero nelle Università (dichiarati rossi, o eversivi, dalle destre...) movimenti come "Lotta di Popolo", "Giovane Europa", "Creatività".
La Federazione Nazionale Combattenti della RSI assumeva intanto posizioni prettamente socialisteggianti. Verrà poi, negli anni settanta, da uomini legati a Beppe Niccolai, la Sinistra Nazionale di "Aurora".
Quindi nel PSI si enucleava un gruppo di «senza tessera», tra i quali il senatore Arduino Agnelli e l'ex-parlamentare del MSI Franco Ficarelli che, assieme a "l'Avanti" -dove scriveva Enrico Landolfi-, davano vita alla componente "Socialismo Tricolore".
Il Partito Socialista Italiano, soprattutto durante la segreteria Craxi, tentava di ricomporre tutte le scissioni tra cui quella dolorosa del 1914 tra Socialismo e Nazione e difendeva a Sigonella la dignità nazionale, mentre tutti sappiamo quello che la CIA fa in questi giorni nella penisola e, per carità di patria, non parliamo della vicenda Calipari!
Il quotidiano "Rinascita" da oltre cinque anni sostiene la necessità di riunificare i socialisti e recuperare quella "Sinistra parallela" di cui parlava Labriola.
Purtroppo anche per via del maggioritario non cambia niente e i due poli si contendono la supremazia sotto la medesima bandiera liberista e atlantica. Prodi si contrappone a Berlusconi e viceversa, però entrambi sono uomini sudditi che si «alternano» nella guida della distruzione dello Stato sociale.
Vale la pena di segnalare l'esperienza interessante di Frosinone dove, anche con il mio modesto contributo, è sorto un nuovo "laboratorio" socialista tricolore che appoggia con i suoi eletti l'attuale giunta diessina, e che ha ottenuto l'espulsione della cosiddetta "sinistra" di "rifondazione". La stessa rifondazione comunista del resto appare adeguarsi alle posizioni conservatrici di Romano Prodi.
Ci vuole un sasso nello stagno per riprendere l'iniziativa. Si deve iniziare una definitiva riunificazione tra il Socialismo e la Nazione. Non possiamo restare, per l'ennesima volta, alla finestra. Capisco le perplessità relative alla collocazione politica del nuovo PSI e di un personaggio come De Michelis, ma bisogna avere il coraggio di andare oltre gli schemi. Uno degli scopi dei socialisti nazionali è quello di uscire dalla sterile area dei nostalgici.
Condivido quanto affermato dal mio amico Eriprando della Torre, lo scopo finale deve essere la formazione di una componente socialista nazionale. Il tentativo di "Alternativa Sociale" non lascia spazio a scorciatoie.

Se sono rose, o garofani, fioriranno...

Danilo Zongoli