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Onore a Muhammar Gheddafi

Maurizio Barozzi       

     

E alla fine hanno assassinato anche M. Gheddafi.
Non possiamo che rendere onore a questo combattente che per le sue idee era entrato in collusione con gli USA, il Mondialismo e il Sionismo.
Avrebbe potuto accettare i compromessi propostigli per uscire di scena, oppure eclissarsi all’estero, in entrambi i casi a godersi i beni che sicuramente non gli mancavano, come fecero a suo tempo gli squallidi presidenti del governo fantoccio USA del Vietnam del Sud fuggiti assieme ai marci soldati yankee (gli stessi dai destristi di un tempo tanto decantati quando parlavano di nuovi centurioni con i berretti verdi. Concedetemi questa polemica visto che ultimamente molti di questi epigoni sputavano sentenze contro Gheddafi).
Ma Gheddafi è invece coerentemente rimasto tra il suo popolo, aggredito dai terroristi della Nato.
La nostra visione della vita e del mondo non è certamente la stessa di Gheddafi e a veder bene il suo modello di vita, al di là delle parole e i deliri religiosi, non era poi così tanto diverso da quello occidentale, tra sfarzi, puttane e partecipazioni nella finanza internazionale, ed oltretutto molti dissensi ci separavano per il nostro orgoglio di italiani a causa del suo pervicace astio nei nostri confronti visto che non ci fecero piacere le ritorsioni di Gheddafi contro gli italiani, cimiteri compresi.
Ma neppure ci fanno oggi piacere i tanti “sionisti”, altro che italiani! (ma quali italiani!!) cacciati da Gheddafi e che ora stanno ritornando in Libia come cavallette.
Ma oggi non possiamo prendere posizione con i metri di giudizio del passato, la nostra guerra è finita (male) più di 60 anni addietro, e per uno scherzo della storia ci ritroviamo oggi, bene o male, sulla stessa barricata contro i nemici Usa / Israel che lo hanno infine ammazzato.
Quando in quel 1970 Gheddafi cacciò dalla Libia la Nato e i britannici, egli compì un gesto di eccezionale valore storico e di importanza fondamentale per gli interessi geopolitici del nostro paese. Un Italia che cacciata in malo modo da quella quarta sponda finita in mani britanniche, vi rientrava in qualche modo per curare i suoi indispensabili interessi energetici.
Gheddafi potrà, anzi ha, sicuramente trafficato con mezzo mondo, sottobanco forse anche con gli americani e i sionisti, ma sostanzialmente la sua posizione politica era e restava antitetica alla Nato, agli americani e ad Israele.
Se poi rispondono al vero i tentativi dell’ultimo Gheddafi di creare un sistema bancario e monetario africano, al di fuori di quello Occidentale, troviamo forse la chiave di lettura per capire il terrorismo assassino che si è abbattuto sulla Libia.
Chissà in quale stanza segreta, Bildberger o Trilateral che sia, i banditi dell’usura mondialista hanno deciso di far definitivamente fuori Gheddafi.
Ed infine, e questo è decisivo, si consideri adesso cosa sta per diventare la Libia post Gheddafi: un complesso umano e politico filo occidentale, dove inglesi e francesi rientrano dalla stessa porta dalla quale furono cacciati, mentre l’Italia sarà costretta a pietire, dalle compagnie petrolifere occidentali, un petrolio a carissimo prezzo per il suo fabbisogno energetico.
Chissà come si sentono i Berlusconi, i Frattini & Co., che solo ad agosto scorso se lo abbracciarono e ci strinsero accordi. Accordi che, in qualche modo, ledevano gli interessi occidentali e, assieme a quelli stipulati con Putin, contribuirono certamente alle disgrazie politiche e personali di Berlusconi. Che squallore!
Si prenda comunque nota, al di là delle chiacchiere: chiunque osi lottare per l’indipendenza del proprio paese, chiunque osi sfidare il mostro mondialista, DEVE necessariamente essere ammazzato e il suo popolo MACELLATO: da Milosevic a Saddam a Gheddafi, e a tanti altri che sono cacciati e assassinati spietatamene da questi criminali.

Maurizio Barozzi        
 

P.S. - Dopo averlo ammazzato, i mass media occidentali, si sono subito dati da fare per rilanciare le veline della disinformazione internazionale, che parlavano di un Gheddafi, che nel momento di venire ucciso avrebbe gridato “non sparate”. Un film già visto: si crea il mostro, lo si ammazza senza remore, e poi si placa l’opinione pubblica descrivendone una morte da pavidi. Noi non c’eravamo, ma non crediamo ad una sola parola di questi assassini e i loro manutengoli della stampa e delle televisioni.

Maurizio Barozzi  

 

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