Raggruppamento Nazionale Combattenti e Reduci RSI -
Continuità Ideale
Ordine del Tricolore
Gianni Rebaudengo
Presidente Nazionale RNCR-RSI
Soltanto recentemente ho potuto prendere visione di una proposta di legge
d’iniziativa di 42 deputati della maggioranza parlamentare, datata 23 giugno
2008, relativa all’istituzione dell’Ordine del Tricolore da «attribuire a coloro
che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale». Comprendendovi, tra altri,
«coloro che hanno fatto parte delle forze armate partigiane o gappiste... e
delle formazioni che facevano riferimento alla Repubblica Sociale Italiana».
Tutto questo -si legge nella presentazione- per «riconoscere, con animo ormai
pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno
dei momenti più drammatici e difficili da interpretare nella storia d’Italia».
Una proposta di legge -si afferma- «coerente con la cultura di pace e di
pacificazione della nuova Italia».
Credo sia riduttivo limitarci a rammentare come in realtà l’evocata «cultura di
pace e di pacificazione della nuova Italia», venga espressa attualmente -e in
ripetute occasioni- con un rinnovato e rabbioso ostracismo alle manifestazioni
in ricordo dei Caduti della RSI, con annesse offese sacrileghe alle lapidi che
ne ricordano il sacrificio. "Particolari" evidentemente di pochissimo conto per
i solerti sacerdoti della "pacificazione", dai quali non ci risulta sia stata
emessa alcuna esplicita ufficiale condanna di tanta soperchieria.
Argomento di fondo per rigettare l’offerta è che i superstiti combattenti della
Repubblica Sociale Italiana aderenti al Raggruppamento Nazionale Combattenti e
Reduci della RSI, fedeli al loro passato, non intendono partecipare all’ennesimo
pateracchio messo in cantiere per individuabili motivazioni di consenso politico
travestite malamente di "pacificazione nazionale". Sottolineando nel contempo -e
qui entra in gioco l’enunciata «pari dignità»- il più netto rifiuto (per ovvie
considerazioni di carattere etico) a condividere con partigiani o gappisti
qualsivoglia istituzione di riconoscimento.
Come ho già avuto occasione di affermare, una autentica pacificazione potrà
avviarsi soltanto quando la Repubblica Italiana -questa Repubblica- prenderà
atto, con tutte le conseguenze del caso, dei Valori politici, militari e sociali
interpretati dalla RSI, al di fuori e al di sopra di ogni impensabile innaturale
ammucchiata. Tutto il resto -Ordine del Tricolore compreso- appartiene alla
sfera del non ricevibile, nel solco di una assoluta diversità originaria che
appartiene al nostro DNA di Combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Questa, in sintesi, la nostra posizione come Raggruppamento, senza voler entrare
nel dettaglio di una proposta di Legge permeata di ambiguo e approssimativo
storicismo.
Gianni Rebaudengo
Presidente Nazionale RNCR-RSI
la NOTA di Giorgio Vitali
Nel confermare la nostra approvazione su quanto qui scritto,
cogliamo l'occasione per ricordare un paio di noterelle.
1) Sotto elezioni, si fanno di queste operazioni, sperando di
agganciare un certo numero di sprovveduti. Ricordiamo che anche
l'Ordine dei Cavalieri di Vittorio Veneto fu inventato per similari
necessità.
2) Un aspetto rimasto da sempre nascosto è quello legato ad un
espediente messo in atto a guerra finita per "accreditare" i
cosiddetti "partigiani". A proposito di questi ultimi sappiamo di
cosa stiamo parlando e scrivendo per cui non intendiamo addentrarci
in questo terreno
E tuttavia a pochi è venuta in mente una banalità, che cioè
l'accreditamento, e le conseguenti "pensioni" non potevano avvenire
sulla base di pure notizie per di più riportate. Ci voleva un'
istituzione già da tempo funzionante ed accreditata..
E questa istituzione fu trovata nelle Brigate Garibaldi.
La Brigata Garibaldi venne istituita nel 1871 per accreditare il
noto volontarismo italico e "pensionare adeguatamente" i VOLONTARI,
soprattutto quelli dei Mille che furono sacrificati di fronte alle
esigenze di carriera degli ufficiali felloni dell'ex-regno di
Franceschiello. Pochi sanno, infatti, che quando, agli inizi del XX
secolo, il governo di allora decise di pensionare i MILLE, si vide
arrivare più di CENTOMILA domande.
Alla Brigata Garibaldi, che era presente nell'esercito italiano e si
era sbandata dopo l'8 settembre, fu accreditata buona parte della
partigianeria col titolo di 36ª Brigata Garibaldi. Il resto va da
sé.
Occorre infine aggiungere che, vedi il caso, la Brigata Garibaldi
(vecchio stampo) viene sciolta nel 1975 per dare vita ad un'Unità
Regolare che si chiamò: 8ª Brigata Meccanizzata Garibaldi.
E così si conclude la storia della resistenza.
Giorgio Vitali
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