Italia - Repubblica - Socializzazione

.

Oriana Fallaci e i rapporti dell'Occidente con il mondo arabo

e musulmano

 

Claudio Moffa      

http://www.mastermatteimedioriente.it/      

   

 

Una lettera

 

Caro Moffa,

leggo sul sito del master Enrico Mattei un bel saggio su Mattei ("L'attualità di Mattei"), ma con un attacco durissimo a Oriana Fallaci per il suo libro "La rabbia e l'orgoglio": non è eccessivo? Non è in contraddizione con la sua critica contro il "buonismo" e contro l'immigrazione incontrollata che ho letto nel suo saggio "La favola multietnica: per una critica della sociologia dell'immigrazione facile"? Lei se la prende giustamente -come ricorda Melotti nella prefazione- con l'"eterocentrismo" egemone nella sinistra italiana, che alla fine confligge con gli interessi dello stesso movimento sindacale, ma anche la Fallaci si muove nel segno di una polemica contro la retorica dell'"Altro". E allora? Non esistono punti di contatto?

 

P. N. - Milano

 

Questo punto di contatto indubbiamente esiste: sono pienamente d'accordo con la critica all'esterofilia, al disprezzo di tanta sinistra -a smentita della stessa tradizione togliattiana del PCI- nei confronti dell'identità e degli interessi nazionali, al buonismo cattolico e del centrosinistra (da Prodi a Ferrero) in tema di immigrazione, un fenomeno che deve essere controllato e che non può essere abbandonato alla sua (presunta) naturalità, perchè ho sempre pensato e penso che la Politica può e deve avere il primato sulla (presunta?) anarchia dei fenomeni sociali e economici. Al proposito ho detto e scritto, quando ne ho avuto occasione, che la legge Bossi-Fini, che chiede misure più dure nei confronti dell'immigrazione clandestina e ha cercato di ancorare l'ingresso di nuovi immigrati nel nostro paese a un monitoraggio sulle offerte di lavoro realmente esistenti, è sostanzialmente positiva e i princìpi di base a cui essa si ispira sono ben condivisibili anche da una sinistra veramente attenta ai problemi del mondo del lavoro. Non è un caso che i quartieri popolari romani abbiano votato Alemanno, e gli operai delle fabbriche del Nord la Lega di Bossi: così il "proletariato" ha difeso i suoi "interessi di classe", contro una sinistra traditrice del suo stesso marxismo, inquinata dal dogma "multiculturalista" e dal differenzialismo.
Ma Oriana Fallaci mi pare proprio che dica altre cose, né di certo rivendica solo il valore della laicità e della libertà delle donne rispetto ad alcuni aspetti retrivi di certo Islam. La Fallaci mostra di odiare e demonizzare tutto l'Islam, e dunque la sua attività degli ultimi anni è andata nel senso dello "scontro di civiltà": le guerre tragiche cioè di Bush contro l'Iraq e l'Afghanistan, dell'Etiopia contro la Somalia, di Israele contro il Libano, una isteria bellicista antislamica che rischia di estendersi adesso ad altri paesi musulmani (vedi il Sudan): il tutto all'insegna del paradigma di un Islam come monoliticamente "barbaro", e di una visione misticheggiante del "Terrorismo" che accomunerebbe dentro di sé sia lo stragismo criminale di Bin Laden sia i movimenti di liberazione Hezbollah, Hamas e baathista-iracheno. Non è affatto vero: Bin Laden è stato ed è nemico anche dichiarato di tutti e tre questi movimenti, come del governo di Karthum. È stato un errore gravissimo dell'Occidente -per subalternità totale all'integralismo ebraico dei neocons USA e dunque a Bush- rovesciare il regime di Saddam Hussein, all'epoca il più laico di tutto il Medio Oriente. L'effetto che ha avuto questa scelta è stato di moltiplicare la forza di Al Qaeda e del terrorismo transnazionale stragista in tutto il mondo. E oggi nell'Iraq "liberato" i cristiani vengono perseguitati.
In particolare, e per finire:
1) La Fallaci ha scritto "La rabbia e l'orgoglio" sull'onda del criminale attentato delle Torri Gemelle. Ma chi glielo ha detto che lo aveva fatto "Bin Laden"? Perché Fallaci ha accettato senza alcuna verifica la versione ufficiale della stampa americana? Lei, se capisco bene, è di destra: e allora, come è possibile che la destra che giustamente difende Fioravanti e Mambro dall'accusa di essere stati gli autori della strage di Bologna, non possa e non debba porsi anche il problema di chi veramente abbia fatto -manovalanza a parte- l'attentato delle due Torri? Un attentato a cui è seguita un'ondata di guerre che hanno indebolito tutto il mondo arabo e islamico, e che ha danneggiato la stessa Europa, dal petrolio al boicottaggio dell'uso dell'Euro nelle transazioni commerciali? Che ha danneggiato in parte gli stessi Stati Uniti, avvantaggiando sicuramente solo il suo alleato israeliano?
2) La Fallaci non distingue due fatti diversi, e su cui la Politica dovrebbe intervenire con linguaggi e pratiche ben differenti: un conto è la guerra ai paesi islamici in casa loro, in violazione del diritto internazionale, per presunta "reazione" all'11 settembre e secondo una logica di conflitto permanente che non fa che moltiplicare l'estremismo islamico e i flussi migratori in Italia e in Europa (vedi le ondate di cittadini dall'ex Jugoslavia negli anni Novanta, e quelle di curdi dopo la guerra irachena del 2003). Qui è opportuno sostituire la guerra con la cooperazione economica per lo sviluppo, per colpire alla radice il fenomeno migratorio: meno divise, più tute dell'ENI e più accordi commerciali e politici, come quello stilato dal governo Berlusconi con la Libia.
Altra cosa è lo stop all'immigrazione clandestina islamica e non (su cui sono d'accordo: ne parlerò il 28 prossimo nella conferenza col collega Melotti) e la giusta e condivisibile preoccupazione per una identità nazionale destabilizzata non dall'immigrazione in sé, ma dalla sua abnorme quantità in tempi rapidissimi di afflusso in Italia, con conseguente impossibilità di vera integrazione degli immigrati nel nostro paese, nella sua cultura, nella sua storia.
Ecco dunque la questione "razzismo" e i suoi principali corollari: primo, credo che la stragrande maggioranza del popolo italiano non sia affatto razzista, come da campagna di demonizzazione della grande stampa "progressista" che specula su alcuni fatti di cronaca "aggettivando" e generalizzando gratuitamente. Secondo, esistono piccole minoranze di veri razzisti, di estrema destra, che oltre a farneticare inesistenti superiorità "di sangue", compiono nei confronti di singoli immigrati dei crimini atroci e allo stesso tempo vili: sono bande assolutamente marginali che non hanno il coraggio civile di scontrarsi con i veri poteri forti in Italia, e si rifanno con atti di violenza criminale sull'immigrato o sul barbone che dorme sulla panchina o negli anfratti delle stazioni ferroviarie.
Terzo, quello che si definisce e talvolta è "razzismo" esiste, eccome, anche fra gli immigrati e le minoranze: vedi certa cultura rom o certe comunità cinesi. Il fatto è che nessuna tradizione di nessun popolo è esente da peccati: né si possono certo accettare pratiche barbare come la clitoridectomia o lo sfruttamento dei minori sol per "rispetto" delle minoranze e degli immigrati.
Quarto: se nella popolazione italiana il razzismo alligna veramente solo in frange minoritarie dell'estrema destra, l'istigazione al razzismo -a livello di ceto politico- è patrimonio esclusivo e responsabilità piena del centrosinistra e della sinistra radicale. La Bossi-Fini, che vuole regolare i flussi immigratori, è una legge che lavora contro il razzismo. A creare il pericolo razzista in Italia è stato invero il "buonismo" suicida e irresponsabile del ceto politico di sinistra e -ahimé: lo dice uno che non è mai stato incline al furore laicista contro i cattolici- della Chiesa.
È proprio così: e alla fine, a proposito de "La rabbia e l'orgoglio", i conti tornano: chi ha diffuso in due milioni di copie il libello della Fallaci? Qualche mass media di destra? No, il "progressista" "Corriere della sera", il quotidiano che alle penultime elezioni ha dato indicazione di votare Prodi e Bertinotti. E allora non si capisce perché il centrodestra deve rincorrere a suo danno il piattino velenoso apparecchiatogli dall'avversario. Come non si capisce cosa guadagni una sinistra che si dice difensore del movimento operaio italiano a permettere che le conquiste salariali di decenni di lotte vengano bruciate dal rovesciamento sul mercato dell'occupazione di centinaia di migliaia di disperati, pronti a vendere la propria forza-lavoro ad un prezzo basso, troppo basso per poter essere accettato da lavoratori nazionali sindacalizzati da lungo tempo.


Claudio Moffa     

http://www.mastermatteimedioriente.it/     

 

il COMMENTO di Georgius Vitalicus:

 

CONSIDERAZIONI condivisibili.
NOI, ed io in particolare, DENUNCIAMMO il PROGETTO negli anni '70, SI VEDEVA chiaramente COSA VOLEVANO i MONDIALISTI. E quando "lorsignori" elaborarono il concetto di CONFLITTO di CIVILTA' fu tutto molto più chiaro.
Che l'Italia, in questa sua posizione di ponte nel Mediterraneo, fosse il primo elemento per l'invasione, era oltremodo chiaro fin dal tempo dell'invasione "atlantica" nel 1943. E su questo bisognerebbe essere GEOPOLITICAMENTE d'accordo: su di un ponte, o si va avanti o si torna indietro. NON esistono vie di mezzo, e non ci si può fermare in mezzo al ponte. (Come aveva capito un certo avv. Previti nella sua breve gestione ministeriale).
È per questa ragione che GEOSTRATEGICAMENTE, tanto la Libia quanto l'Albania costituiscono le nostre quarte sponde... OGGI come ALLORA. Il dilemma nel quale ci hanno cacciato i SERVI della finanza USA-Israel, che ha per l'ennesima volta ROVINATO il MONDO, nulla ha a che fare con la politica post-bellica democristiana, continuata in Italia col centrosinistra di Craxi, Andreotti e Pertini, Non a caso attaccato violentemente dagli uomini di "questo" sistema. (E non dimentichiamo che Craxi era anche il portavoce dei popoli del terzo mondo presso l'ONU), così come è semplice arguire le ragioni che l'hanno spinto a «rifugiarsi» ad Hammamet. Occorre aggiungere anche che FI è un partito costituito da uomini del centrosinistra craxiano.
Per quanto riguarda la Fallaci, il suo temperamento, la sua esperienza di "inviato speciale di guerra", la sua abilità di "scrittrice" l'avevano posizionata come scrittrice idonea a "scrivere a soggetto". Sono troppo esperto del mondo reale del "giornalismo italiano" per cadere nella trappola. Ma come si fa a non capirlo? Assistiamo giornalmente ad un'ignobile manifestazione di asservimento MENTALE e psicologico offertaci da questi pennivendoli di INFIMO GRADO (Lucio Lami, grande inviato speciale, sta da tempo denunciando la lenta scomparsa di questa fondamentale categoria professionale, sostituita dalle solite "veline" atlantiche) e non riusciamo a pensare che una grande scrittrice abbia accettato di lavorare a cottimo, anche perchè avrebbe comunque potuto effondere, anche infiorandoli di qualche invettiva di troppo, i propri risentimenti?
È stato tutto progettato da molto tempo ma, se soltanto si cominciasse a soffiare sulle carte alla base di questo enorme castello cartaceo, il tutto è destinato a crollare rapidamente. La crisi attuale, che è crisi del sistema finanziario sovrapposto al lavoro, ce lo dimostra.
 

Georgius Vitalicus