In memoria di Paolo
Signorelli
Claudio Marconi
Considerando i
personaggi, senza alcun senso del pudore, che si sono presentati ai
funerali di Paolo, ti chiedo di far girare questa lettera per Paolo
che è stata scritta il 2.12.2010, prima dei funerali
Claudio |
Ciao Paolo,
nel giorno in cui tu "sei andato oltre" abbiamo inteso già abbastanza latrati di
chi fino a ieri ti giudicava in maniera negativa e questo abbaiare, e la
solitudine che crea, parlano dei sentimenti di quegli "uomini" (ma forse neanche
conoscono il significato del termine) per i quali tutta la vita è un pomeriggio
di domenica, un pomeriggio che se non è proprio miserabile è caldo, noioso,
fastidioso. Questi "uomini" sudano e si agitano. Non sanno dove andare, o cosa
fare. Quel pomeriggio li lascia soli con il ricordo di fastidi meschini, con la
noia, e poi d'improvviso non c'è più: è già notte.
Hanno mistificato la tua umiltà, che è l'umiltà del guerriero non quella del
mendicante.
Il guerriero non abbassa la testa davanti a nessuno, ma nello stesso tempo non
permette a nessuno di abbassare la testa davanti a lui. Il mendicante, invece,
si butta in ginocchio e si umilia davanti a chiunque giudichi superiore, ma
nello stesso tempo pretende che chiunque gli sia inferiore si umili davanti a
lui.
Gli occhi possono essere le finestre per fissare la noia oppure per fissare
l'infinito, e questi sono i tuoi occhi, Paolo.
Quante cose ci hai insegnato? Elencarle tutte sarebbe impossibile.
Ci hai trasmesso la voglia senza pari di amare la libertà ed avere un distacco,
un disinteresse supremo. Questa strada, aggiungevi, è estremamente pericolosa
perché rappresenta il lato opposto della condizione dell'uomo moderno, che ha
abbandonato il regno dei sogni e si è installato nel regno del funzionale.
Ha voltato le spalle al mondo dei sogni e ha dato il benvenuto al mondo della
noia.
Noi siamo guerrieri, aggiungevi, ed i guerrieri hanno in animo una sola cosa: la
loro libertà.
Non dovete essere timorosi, perché sapendo che questa nostra avventura avrà un
termine non c'è tempo per il timore, semplicemente perché il timore ti fa
afferrare a qualcosa che esiste solo nei nostri pensieri più meschini. Il timore
ti tranquillizza finchè tutto è calmo, ma poi questo stramaledetto mondo moderno
aprirà le sue fauci per prenderti e solamente allora comprenderete che i vostri
modi sicuri non erano affatto sicuri. Essere timorosi ci impedisce di esaminare
e sfruttare il raggiungimento della nostra libertà.
Quella contro il mondo moderno è una guerra e si va alla guerra con rispetto,
rendendosi conto che si va alla guerra, ma con assoluta fiducia in se stessi.
Lo spirito di un guerriero non conosce né il lasciarsi andare, né il lagnarsi,
né conosce il vincere o perdere. Lo spirito di un guerriero conosce solo il
lottare per la propria ed altrui libertà. In questa battaglia il guerriero
lascia che il proprio spirito scorra libero e limpido. E mentre combatte questa
sua battaglia, sapendo che il suo scopo è la libertà, ride e ride... e questo
tu, Paolo, lo facevi spesso.
In questa avventura terrena non ci incontreremo più, ma ci hai sempre insegnato
che, oltre un determinato punto, il nostro destino è la solitudine e che
dobbiamo essere degni del compito che il Fato ci ha assegnato, che dobbiamo
essere perfetti e prenderci cura del nostro mondo: onorarlo e proteggerlo con la
vita.
Caro Paolo, in questo tristissimo momento, posso solo confermarti che potranno
piegarci ma non spezzarci, che potranno metterci in ginocchio, ma che noi non
capitoleremo mai.
Per dirla con Brasillach «l'opera dei malvagi è caduca ed un giorno i loro idoli
d'oro cadranno sotto le nostre forme sognate».
Ti voglio bene, Paolo.
Claudio Marconi
la NOTA di Giorgio
Vitali
Pubblichiamo questo commento poetico
nel ricordo di Paolo Signorelli. Notiamo di sfuggita che compare
anche il giudizio su persone che -senza pudore alcuno- si presentano
ai funerali a cercare, probabilmente, un consenso in una folla che
giudicano, probabilmente a ragione, di poco conto.
Questa impressione abbiamo già avuto
fin da molti decenni fa e l'abbiamo ampiamente divulgata senza avere
alcuna reazione dagli interessati, troppo vili e troppo indaffarati
a cercare voti tra le canaglie.
Ci fa pertanto piacere che, di volta
in volta, e disgraziatamente solo in occasione di ricorrenti
funerali (quasi sempre in Chiesa, forse per la diretta eredità che
dal Paganesimo è arrivata a Santa Madre??) [Ci riserviamo comunque
un commento ad hoc, al momento opportuno...] emergano critiche ad
una classe dirigente che, degna erede del missismo, continua
imperterrita a mistificare la propria appartenenza, contro tutte le
evidenze della Cronaca e della Storia. E per fortuna che proprio la
cronaca di tutti i giorni dimostra senza ombra di dubbio come stanno
le cose!
Giorgio Vitali |
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