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da FNCRSI Bollettino - Anno II - Dicembre 1969

 

Passamanerie

 

un vecchio articolo ritrovato  scritto sul  bollettino FNCRSI

dopo il rientro di Ordine Nuovo nel MSI

 

la NOTA di Maurizio Barozzi

 

Verso l'inverno del 1969, in occasione della rimpatriata, è il caso di dirlo, di alcuni dirigenti di Ordine Nuovo che, "pancia in dentro, petto in fuori", rientravano in quella pattumiera che era il MSI del segretario Giorgio Almirante, il Bollettino della FNCRSI, tra gli altri articoli (molti di quei numeri oggi purtroppo andati smarriti), pubblicò il seguente pezzo che abbiamo miracolosamente ritrovato.  Al tempo, siamo alla vigilia delle bombe di Piazza Fontana, non erano ancora note tante situazioni, tanti documenti, testimonianze e altro, che anni dopo indicavano ON colluso con lo Stato Maggiore e il SID, altrimenti l'autore dell'articolo, di sicuro avrebbe usato ben altre parole.

L'autore prende lo spunto dalle famose dichiarazioni di Almirante, pronunciate all'atto della sua assunzione alle Segreteria del MSI. 

Almirante, l'ex falso contestatore della vecchia segreteria missista, quella di Michelini, infatti, nel prendere in mano il partito (Michelini era deceduto nel giugno 1969), si impegnava nella continuità politica dello scomparso segretario.

Una politica, come tutti sanno, con la quale Michelini, un avvocato che mai aveva aderito alla RSI (il che è tutto dire a dimostrazione di quali "forze" fondarono il MSI e lo pilotarono per decenni), sempre saldo in sede alla Segreteria che aveva preso nel 1954 e dopo anni di Amministratore del Partito e delle sue casse, una politica dicevamo che aveva modellato questo partito, già balordo nei sui fini per i quali era stato creato, su basi conservatrici e moderate, tanto da far concorrenza al partito Liberale di Malagodi.

L'articolista della FNCRSI fu facile profeta nello smontare le pietose motivazioni che, al tempo si avanzavano per giustificare il rientro nel MSI, affermando che questi gruppuscoli, brutta copia del MSI, non avrebbero potuto mutare la politica missista.

E Almirante, non solo mantenne fede all'impegno "moderato e liberale" della segreteria Michelini, ma andò anche più in là, proprio lui che aveva anni prima cavalcato strumentalmente le ali di sinistra, socializzanti del partito, mettendo in piedi quel baraccone ripugnante, MSI-DN, in cui albergò un po' tutto l'immondezzaio della destra nazionale italiana: dagli ex-monarchici, agli ex-liberali, dai tromboni trombati dei Servizi segreti, a qualche figura di industriale reazionario, e così via. E proprio in questo bel partito entrarono alcuni aderenti al Centro Studi Ordine Nuovo. Tra questi, i dirigenti Pino Rauti, Giulio Maceratini e Paolo Andriani, assursero alla Direzione Nazionale del partito, mentre altri 11 entrarono poi nel Comitato Centrale.

Quell'articolo degli ex combattenti della RSI, lo ripubblichiamo ora qui nel Notiziario.

 

Maurizio Barozzi

     

 

Pancia in dentro, petto in fuori,

noi marciam tutti inquadrati,

nel partito siam tornati,

orsù, dateci gli allori.

 

Stiam marciando in fitta schiera,

con il passo e far dell'oca,

ma la nostra forza è poca:

non potremo far carriera.

 

Poco mal, ciascuno stima,

ne verrà se ciò è successo,

niente facevamo prima,

meno ancor faremo adesso.

 

Le dichiarazioni dell'on. Almirante, all'atto dell'assunzione della segreteria del MSI sono ben chiare: «Sono consapevole che l'unità del Partito non si realizza in questo momento sul mio nome, e me lo consentano i camerati, nemmeno sul nome di coloro che insieme a me sono stati eletti sia come vice segretari del Partito che come componenti della Direzione. So perfettamente che l'unità del Partito si realizza in questo momento nel nome di Arturo Michelini. Come Segretario del Partito io ne sono in questo momento garante».

L'onorevole Almirante ha poi continuato affermando la necessità che «il MSI passi dalla fase dolorosa e commossa della commemorazione e della celebrazione, alla fase doverosa e responsabile della continuazione dell'opera di Michelini».

Nè volendolo, avrebbe potuto dire e fare, ieri, oggi e domani, qualcosa di diverso.

Si  tranquillizzino quindi i missisti moderati (sai che tiepidume!) che dal passaggio di Segreteria temevano avventure.

Ma, come sempre, ognuno ha orecchi per intendere solo ciò che vuole e che è capace di sentire.

Così non pochi sedicenti fascisti che volteggiavano in orbita, ben agganciati però alla forza gravitazionale, hanno approfittato di questo cambio di guardia per giustificare la loro entrata, effettiva e funzionale, nel MSI. Questo fatto ci rallegra perchè è una ulteriore, precisa, netta, chiarificazione per tutti.

Ben inteso noi non vogliamo male a nessuno, la nostra polemica, anche se aspra, è tutta sul piano politico (potrebbe anche essere sul piano umano se chi ce la ispirasse fosse fior di farabutto, ma finora di questi tipi di uomini negli ambienti nazionali non ne abbiamo incontrati. Oltre ad alcune persone profondamente oneste, abbiamo incontrato dei fessi e dei cialtroni.

Diciamo ora dunque che il MSI è il nostro peggior nemico, non solo perchè falsifica la visione del fascismo, facendosi chiamare tale, ma perchè rappresenta tutto ciò che il fascismo, nei suoi uomini migliori ha veramente combattuto: la destra capitalistica e reazionaria, con le sue vuote e demagogiche manifestazioni politiche. Nè ci si venga a dire che un partito di destra, che prende voti dal borghesume qualunquista e panciafichista, taccagno e tremebondo, bottegaio e salottiero, partito la cui funzione è fatalmente scaduta a quella di partito d'ordine, sostegno del regime piagnucolante, sulle spoglie di un poliziotto, dopo la cui morte organizza manifestazioni che così vengono commentate dalla grande stampa:

«I neofascisti hanno approfittato della dolorosa  circostanza per abbandonarsi ad aggressioni di carattere squadristico», non ci si venga a dire che questo partito possa di punto in bianco cambiare atteggiamento.  Un partito che, senza alcuna finalità concreta, che non sia quella di far notare la sua scarsa presenza ai tiepidi elettori, manda alcuni giovani a picchiarsi per le strade, senza con ciò poter minimamente intervenire nei processi politici in corso e per i quali sono scesi in piazza gli operai e i poliziotti, figli tutti traditi e sfruttati da questa corrotta democrazia serva di mille padroni; un partito che non sa dire una parola originale e autonoma su questi eventi e che possa avere un eco nella nazione. Questo partito dovrebbe trasformare la linea politica, alzarsi da quei banchi di estrema destra per portarsi magari sul loggione (essendo occupati tutti gli altri settori del Parlamento) sotto l'impulso del nuovo corso. E chi glielo dovrebbe imprimere questo nuovo corso, coloro che finora, anche fuori dai ranghi non hanno fatto nulla di diverso?

La politica non fa salti, la sua realtà non ha nulla a che vedere con le baluginazioni fantapolitiche che sono queste: nessuno tra coloro che sono rientrati al MSI ha mai lottato e voluto il rovesciamento della situazione politica italiana. Situazione nelle quale si è sempre trovato bene. Si sono persi dietro chimeriche utopie per mascherare a sè stessi e agli altri la propria intima adesione all'Italia post bellica. Al regime instaurato dagli americani dopo la conquista. Quei vari gruppetti, non erano, nei fatti, che doppioni del MSI, sue bruttissime copie.

Noi pensiamo che i fascisti, nella maggioranza, sono persone che lavorano, costruiscono, creano, con serietà di intenti, faticano anche per gli altri. E molti di costoro, ricattati sentimentalmente, non avendo altre possibilità di scelta, votando MSI, si trasformano IPSO FACTO, nei più ottusi difensori del capitalismo e del burocraticismo, delle greppie altrui e degli altrui sporchi traffici.

     

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