Protocollo di guerra
Patricia Lombroso (New York)
il commento di Giorgio Vitali
Il giornale "il Manifesto" pubblica una notizia
che sappiamo, visto che proprio grazie alla diffusione di questa
notizia hanno cominciato le persecuzioni contro "Wikileaks".
Una prima considerazione, che riteniamo importantissima, consiste
nella constatazione che l'informazione alternativa non è, almeno per
adesso, controllabile. NON è una novità. Accade sempre quando una
RIVOLUZIONE dell'informazione, permette di far circolare idee prima
tenute a stretto guinzaglio. Per fare alcuni esempi:
1) L'invenzione della stampa, dovuta a Gutemberg. Caduta nelle mani
dello strozzino ebreo l'officina del Gutemberg divenne il primo
centro di diffusione dell'infezione protestantica. Di qui la Riforma
e la Controriforma, guerre e stragi a ripetizione fino al
settecento. Per valutare il senso dell'avvenimento occorre tener
presente che la biblioteca di Leonardo, considerato uno degli uomini
più colti della sua epoca, non possedeva più di 40 volumi (e …
grazie agli Arabi ed ai frati!)
2) La scomparsa del Latino nell'uso corrente di ecclesiastici,
medici, avvocati e notari. L'dea iniziale, banalmente "democratica",
era quella di mettere a disposizione del "volgo" il sapere dei
"sapienti". Ne è seguita invece la banalizzazione di una cultura
specifica di cui queste categorie di "clerici" pagano ancora le
conseguenze in termini ci calo di "credibilità". Comunque, peggio
per loro. A noi sta bene così.
3) Per quanto riguarda invece Internet, ricordiamo che la sua
nascita ed il suo sviluppo sono rigorosamente in linea con gli altri
strumenti innovativi dell' informazione. Nasce nell'ambito del
potere per servire il POTERE più assoluto, quello militare. Lo
sviluppo tecnico-industriale, il liberismo e le sue regole
concorrenziali, lo sviluppo della "cultura popolare" degli ultimi
due secoli, hanno fatto il resto. DI SICURO, chi gestisce il potere
sta mettendo in atto alcune forme di controllo e comunque deve
procedere con lentezza e con attenzione per non cadere nell'accusa
di essere "illiberale", volendo utilizzare una parola cara a
Berlusconi. Ma quando ci sarà riuscito il male (per il potere) si
sarà diffuso a macchia d'olio (o di facebook, altro esempio, se ce
ne fosse bisogno, della diffusibilità di questa infezione benefica),
per cui si tratterà sempre di chiudere le stalle quando i tori sono
già usciti in massa. Un esempio di quanto può fare il nuovo sistema
informativo è il crollo della credibilità delle politiche sanitarie
e delle multinazionali del farmaco in occasione del tentativo di
imporre una vaccinazione di massa campata per aria e sulla
corruzione dei funzionari pubblici. Per quanto riguarda i
lanzichenecchi USA, sappiamo, senza bisogna di conferme "video" che
si tratta di assassini inviati in loco a compiere stragi per
intimidire la popolazione. Ma non ci riusciranno, come non ci sono
riusciti i Russi qualche decennio fa o gli inglesi a fine ottocento.
La scelta amerikana dell'utilizzo dei mercenari risponde proprio
all'esigenza di scatenare la violenza di individui naturalmente
violenti, senza il rischio di sanzioni per i comandi militari,
proprio perchè i "volontari" non sottostanno alla cosiddetta
«giustizia militare».
Giorgio Vitali |
Intervista a Josh Steiber, il soldato che faceva parte del battaglione
sia di terra che dei piloti dell'elicottero Apache che il 12 luglio del 2007
trucidò a Baghdad 12 civili iracheni e due reporter. L'eccidio è stato svelato
dal video di 38 minuti estratto dal materiale consegnato da Wikileaks al "New
York Times".
«Il video dell'organizzazione informativa "Wikileaks" che ha scioccato il mondo
tre mesi fa, relativo all'eccidio da parte dei miei commilitoni, piloti
dell'elicottero Apache, di 12 civili e di due reporter, a Baghdad, quel giorno
del 12 luglio 2007, segue, né più né meno, il protocollo militare impartito dai
comandi ad alto livello e dal Pentagono. Da portare a termine senza esitazioni
da parte dei soldati che lo hanno appreso durante un lento e studiato
addestramento a uccidere. Anche i civili. Gli eccidi di quella particolare
missione sono chiamati freddamente "collateral murder"».
Questo dice la sconvolgente testimonianza rilasciata al manifesto da Josh
Steiber, in missione in Iraq nel 2007 e ora obiettore di coscienza e fra i
tantissimi soldati di "Iraq Veterans Against the War", della quale fa parte dopo
il ritorno dalla sua esperienza militare. Steiber era in missione a Baghdad e
faceva parte dello stesso battaglione militare di terra e dei piloti
dell'elicottero Apache che trucidò 12 civili iracheni e due giornalisti mostrati
nel video di 38 minuti: soltanto un frammento della mole di documentazione di
Wikileaks rilasciata al "New York Times", a "The Guardian" e a "Der Spiegel",
finora mai venuta alla luce e già paragonata ai "Pentagon papers" (di Daniel
Ellsberg), che si riferiscono alle testimonianze raccolte in Vietnam.
Nell'intervista che ci ha rilasciato, Josh Steiber -proprio come fecero un tempo
i soldati del "Winter soldiers" durante la guerra in Vietnam- rivela al mondo la
sua macabra esperienza. Simile, peraltro, a quella vissuta in guerra da ogni
soldato, in Afghanistan come in Iraq.
* Lei era in missione in Iraq a Baghdad nel 2007. Cosa ricorda del cosiddetto
«collateral murder» mostrato nel video di 38 minuti da "Wikileaks"?
In effetti facevo parte dello stesso battaglione militare nel contingente di
terra proprio quel giorno della missione nella quale i due piloti
dell'elicottero Apache trucidarono 12 civili, fra cui alcuni bambini e due
reporter, come si vede nei 38 minuti di audio e video di "Wikileaks". La cosa ha
provocato giustamente scandalo, ma non in modo sufficiente a mettere in
discussione la guerra.
* Lei conosce i due piloti dell'elicottero che, come emerge dal video,
vedendo il carro armato passare sul corpo già morto della bambina irachena
gridarono: «così quei bastardi impareranno a portare i bambini in guerra»?
No. Pur facendo parte dello stesso contingente a terra, quel giorno per
punizione dovetti restare alla base dato che mi rifiutavo ripetutamente di
eseguire gli ordini della missione e non intendevo uccidere innocenti iracheni,
così come non avrei ucciso innocenti cittadini in America.
* Come descriverebbe questo massacro dei militari nei confronti della
popolazione civile inerme in Iraq?
Ho visto con attenzione tutti i 38 minuti del video e ritengo, o spero, che
possano suonare come una sveglia per l'opinione pubblica americana: una sveglia
sulle conseguenze e l'orrore della guerra, che produce mostri pronti a uccidere.
Anche se quanto le dirò non risponde ai miei valori morali, come obiettore di
coscienza vorrei aggiungere questo: il video mostra che i piloti risposero così
come sono addestrati a reagire. Sono queste le orrende conseguenze del nostro
allenamento a uccidere e, del resto, tutte le regole d'ingaggio militare
costituiscono un protocollo da eseguire «meticolosamente». È un cruda verità e
meriterebbe almeno un dibattito sul contesto che genera le mostruosità
intrinseche alla decisione di scatenare una guerra.
* Ci spieghi meglio
Le reazioni scioccate che nel mondo sono state seguite ai video resi pubblici da
"Wikileaks", in cui si mostrano appunto eccidi di civili in Iraq, così come le
reazioni generate da ciò che è successo in Afghanistan, sono giustificatissime.
Spero che questo tipo di informazione affronti ora i veri problemi sul sistema
decisionale adottato ai più alti livelli militari e politici. I soldati, più o
meno ideologizzati, vengono mandati al fronte con un messaggio: aiutare la
popolazione. Ma poi, grazie a una progressiva desensibilizzazione, si
trasformano. Del resto, vengono inviati a invadere un altro paese e
strumentalizzati per un obiettivo impossibile da ottenere. Il motivo per cui
sono, come tanti, contrario alla guerra sta nella constatazione, personalmente
verificata, del fatto che ipocritamente inviamo al fronte giovani imbevuti di
messaggi illusori e idealistici, ma al tempo stesso li prepariamo a massacrare e
a uccidere anche le popolazioni civili.
* Come spiega le giustificazioni pubbliche del Pentagono, che definisce
questi tutt'altro che eccezionali eccidi come imprevisti «danni collaterali»,
inevitabili in ogni missione di guerra?
Il Pentagono omette sempre di chiarire che l'addestramento impartito ai soldati,
e le regole d'ingaggio trasmesse ai soldati ancora prima di partire per il
fronte di guerra, comportano ordini e un sistema di regole interno al protocollo
militare in cui si prevedono tecniche e pratiche da eseguire senza farsi
prendere da dubbi o da perplessità di coscienza. Quanto viene richiesto va dal
semplice arresto alla pratica di sparare e uccidere senza pietà.
* Quanto tempo dura l'addestramento di base, sia fisico sia di
desensibilizzazione psicologica, impartito ai soldati inviati al fronte?
Dura circa sedici settimane intense e continue. In seguito l'addestramento e le
esercitazioni proseguono alla base militare, finchè non si arriva alla partenza
per il fronte.
Patricia Lombroso (New York)
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