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Provocazione: Quella sovranità della moneta in mani private Ida Magli
Abbiamo ricominciato a tremare per le banche.
Abbiamo ricominciato a tremare addirittura per gli Stati, a rischio di
fallimento attraverso i debiti delle banche. Si è alzata anche, in questi
frangenti, la voce di Mario Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione
al debito pubblico e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire.
Giusto. Ma l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente
riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo dovuto
soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri, di sottrarci al
loro macroscopico potere? Per prima cosa informando con correttezza i cittadini
di ciò che in grande maggioranza non sanno, ossia che non sono gli Stati i
padroni del denaro che viene messo in circolazione in quanto hanno delegato
pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo. Sì, sembra perfino
grottesca una cosa simile; uno scherzo surreale del quale ridere; ma è realtà.
C’è stato un momento in cui alcuni ricchissimi banchieri hanno convinto gli
Stati a cedere loro il diritto di fabbricare la moneta per poi prestargliela con
tanto di interesse. È così che si è formato il debito pubblico: sono i soldi che
ogni cittadino deve alla banca centrale del suo paese per ogni moneta che
adopera. La Banca d’Italia non è per nulla la «Banca d’Italia», ossia la nostra,
degli italiani, ma una banca privata, così come le altre Banche centrali inclusa
quella Europea, che sono proprietà di grandi istituti di credito, pur traendo
volutamente i popoli in inganno fregiandosi del nome dello Stato per il quale
fabbricano il denaro. Ha cominciato la Federal Reserve (che si chiama così ma
che non ha nulla di «federale»), banca centrale americana, i cui azionisti sono
alcune delle più famose banche del mondo quali la Rothschild Bank di Londra, la
Warburg Bank di Berlino, la Goldman Sachs di New York e poche altre. Queste a
loro volta sono anche azioniste di molte delle Banche centrali degli Stati
europei e queste infine, con il sistema delle scatole cinesi, sono proprietarie
della Banca centrale europea. Insomma il patrimonio finanziario del mondo è
nelle mani di pochissimi privati ai quali è stato conferito per legge un potere
sovranazionale, cosa di per sé illegittima negli Stati democratici ove la
Costituzione afferma, come in quella italiana, che la sovranità appartiene al
popolo.
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