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http://www.ereticamente.net/2012/03/risposta-ad-alcune-critiche.html#more

giovedì, 1 marzo 2012
 

Premessa:

l’intervista a Roberto Sestito, pubblicata anche in questo Sito, ricevette due critiche che, analogamente e con aggiunta di note di Maurizio Barozzi e Giorgio Vitali, abbiamo qui pubblicato.

Ora Roberto Sestito ha inteso anche lui rispondere alle critiche ricevute, attraverso questo nuovo articolo pubblicato su "Ereticamente" che riportiamo per intero aggiungendo anche un interessante commento che un anonimo lettore del Sito Ereticamente, ha inteso esprimere

 

Risposta ad alcune critiche

 

Roberto Sestito 

 

   

 

L'intervista da me rilasciata ad "Ereticamente" ha suscitato un certo interesse per i temi presentati dall'intervistatore e per le mie risposte che hanno prodotto reazioni contrastanti tra i lettori. Quest'interesse si rileva dal fatto, segnalatomi da "Ereticamente", che il sito ha registrato un numero di visitatori superiore alla media. Ringrazio di vivo cuore coloro i quali hanno condiviso, attraverso le mie parole, una ventata di libertà e di autentico anti-conformismo, mentre vorrei brevemente occuparmi di alcuni interventi dettati come sempre dai pregiudizi, dall'ignoranza e dall'intolleranza religiosa, erbacce cresciute rigogliosamente nei territori e dintorni della destra.

Com'è noto la destra italiana continua ad essere perseguitata da un male incurabile: la nostalgia del passato. È il male che la sta conducendo lentamente alla tomba e nella tomba finirà col portarci anche i grandi ideali nazionali che animarono la destra al suo nascere. Nostalgia solitamente accompagnata dal rifiuto di una revisione critica dei comportamenti e delle azioni delle personalità storiche del nostro recente passato, nonché dalla disponibilità a riconoscere col "senno di poi" alcune verità essenziali prendendo atto che a volte il "senno di poi" era il "senno di prima", e che solo la paura, il calcolo politico (errato) e l'opportunismo impedirono che quel "senno" si trasformasse in prassi politica.

Non riesco davvero a capire le parole di quel lettore quando dice che la "scuola pitagorica" era un «gruppo talmente inconsistente da non poter essere preso in considerazione da Mussolini».

Gruppo inconsistente? Il mio interlocutore vuole scherzare! Prima di tutto avrei da obiettare che trovo strano come un uomo di destra o "camerata" abbia dimenticato la lezione dei maggiori pensatori di destra, da Evola a Gentile, da Prezzolini a Spengler i quali hanno sempre riconosciuto e difeso il ruolo delle minoranze nella vita politica delle nazioni, minoranze capaci di imporre la loro visione del mondo.

Dalla mente di pochissimi uomini, alcuni dei quali appartenenti alla Tradizione Italica, negli anni antecedenti la presa del potere del fascismo, uscirono progetti culturali, idee politiche audaci e nuove, riviste, libri, tutte cose che non solo influenzarono profondamente il fascismo e la cultura italiana, ma che Mussolini stesso dichiarava di tenere in considerazione.

Debbo ritenere che il detto "camerata" non sia bene informato e che difetti proprio di quelle letture che gli avrebbero evitato di fare certe affermazioni gratuite.

Passo subito ad un'altra affermazione di questo lettore, che pur avendo dichiarato in più occasioni il suo amore e la sua ammirazione per Arturo Reghini, ad un certo punto lo accusa di essersene andato in Inghilterra, mentre i componenti del suo gruppo si sarebbero dati da fare per appoggiare (sic!) l'Inghilterra. In due parole accusa Reghini ed i suoi amici di presunto tradimento. Soprattutto se questa "fuga" ed "amicizia" si fossero verificate nel periodo di tempo dal 1939 al 1945.

Francamente, tutto mi sarei aspettato di leggere su Reghini, meno che una calunnia come questa. Ho sentito di tutto sul filosofo fiorentino. Anche contro il suo maestro Armentano, in piena prima guerra mondiale, fu lanciata l'infame accusa di aver tramato a favore dei tedeschi a danno della patria. Accusa dimostratasi infondata e calunniosa, quando però i danni morali e fisici erano stati fatti.

 

 

Ho dimostrato nei miei libri con abbondanza di testimonianze e di documenti la totale ed assoluta fedeltà di Reghini e dei suoi sodali alla patria. E se la calunnia, come immagino, nasce dal fatto che Reghini era stato un massone del Grande Oriente d'Italia (filo-inglese), non posso fare altro che ripetere quanto altre volte ho detto e ripetuto e cioè che tra i massoni italiani di quel tempo -e sottolineo di quel tempo- ci furono fior di patrioti e di fascisti che non anteposero mai i doveri verso la patria agli obblighi derivanti dalla loro appartenenza alla loggia.

A differenza invece di altri noti personaggi che si posero al servizio dell'imperialismo germanico con la scusa di servire una comune ideologia sovra-nazionale. A fine guerra o addirittura già in piena Repubblica Sociale alcuni elementi della pura razza "ariana" che in Germania avevano predicato il primato nazional-socialista e fascista passarono armi e bagagli dalla parte atlantica sionista.

Per non parlare naturalmente di vescovi e di preti che dopo aver incensato l'uomo della Provvidenza spalancarono porte e finestre all'anglo-americano "liberatore".

Consiglio l'anonimo lettore di leggere una delle ultime lettere di Reghini scritta da Budrio assediata e bombardata e scoprirà da quale "parte" egli stava e rimase fino alla morte.

Fa bene il "camerata" a difendere l'identificazione Chiesa-Fascismo, perché è stata la posizione ufficiale del Fascismo DOPO il delitto Matteotti e DOPO il concordato a travasare nel dopoguerra nella "destra" missista ed atlantica e fa bene quindi a conservare la sua "fedeltà" ai maestri Evola e Guenon, mentre lo prego di astenersi dall'includere nell'elenco dei suoi maestri il nome di Reghini, in quanto, assicuro, lo stesso Reghini avrebbe rinunciato a simili discepoli.

Il "camerata" si professa "evoliano" ed afferma che Evola "stimava" Reghini…

Beh! se il verbo "stimare" ha cambiato di significato andrò subito a dare un'occhiata al "Devoto", dal momento che Evola manifestò questa "stima" nei confronti di Reghini, denunciandolo alla polizia politica che lo avrebbe potuto mandare al confino, dopo avergli plagiato la sua opera politica più importante.

Un altro "camerata" scrive dichiarandosi sbalordito nell'aver letto che il «cristianesimo avrebbe causato l'infarto del mondo» affermazioni che giudica «false e abbondantemente confutate dagli studi della storia antica e dall'archeologia».

Sono io a dimostrarmi sbalordito da simile sbalordimento perché perfino i libri di storia delle gloriose scuole medie del passato all'unanimità insegnavano che tra le cause della caduta dell'impero romano vi erano la crisi economico-sociale dell'impero, l'invasione dei barbari e la nuova religione del mite Gesù proveniente della Palestina.

Se recenti scoperte archeologiche (a me ignote: mi scuso per l'ignoranza!) dovessero invece provare che la caduta della religione degli antichi dei fu dovuta ad un'invasione di marziani, prego fornire le fonti!

 

 

Ci andrei piano, caro signore, ad ironizzare sull'episodio, non sottovalutato dallo stesso Evola che ne parlò seriamente in diverse occasioni, della visita di emissari pagani che mostrarono a Mussolini alcune cose che lo fecero trasalire. Non è un film di fantascienza alla Spielperg. D'altra parte, le conclusioni dell'avventura politica di Mussolini sono a noi note e danno ragione a coloro i quali avevano esortato il Duce a non submittere fasces alla croce, ossia alla chiesa, perché le conseguenze non potevano che essere nefaste. Se poi i fasci di origine etrusca, come afferma correttamente il lettore, non appartenevano alla Tradizione pura, non lo spieghi a me, caro amico, ma agli antichi romani, notoriamente incolti in cose sacre e divine, che lo presero a simbolo sacro dell'imperium.

Infine, vorrei dire due parole sulla destra italiana in attesa di un serio dibattito che tarda a venire.

Con la caduta del governo Berlusconi la destra è finita, non esiste più. Alcuni continuano ad illudersi che il centro-destra appoggiando il governo Monti avrà un futuro politico: il centro (leggi, la chiesa) probabilmente si, gli altri si illudono.

È chiusa, a mio vedere, la stagione del trasformismo politico, della collusione dei gruppi (di estrema destra ed estrema sinistra non ha importanza) con l'atlantismo ed i servizi segreti italiani ed esteri, collusione svelata e denunciata nel corso di processi, in libri ed in innumerevoli dibattiti. Il Re è nudo e la destra ha messo a nudo la sua anima perversa riorganizzatasi, dopo la fine (ingloriosa) della seconda guerra mondiale, nelle formazioni missiste parlamentari ed extra-parlamentari ed infine confluita, per la maggior parte, nell'ammucchiata post democristiana berlusconiana e para-berlusconiana.

Gli italiani hanno bisogno di chiarezza e di certezze

Da oggi un nuovo fascismo è possibile (quello che Mussolini non ha realizzato e che ha tentato di edificare inutilmente e tardivamente a guerra perduta e con l'Italia occupata dai panzer e dalle spie anglo-americane) e dovrebbe cominciare ad agire in termini politici moderni.

Sono anni e anni che si sente parlare di globalizzazione, di mondialismo, di sionismo, di complotti e deviazioni varie, discorsi e analisi sostanzialmente giusti e corretti, ma politicamente inconcludenti e ininfluenti sulla vita della gente comune. Conosciamo ormai le mosse delle sette internazionaliste, delle trilaterali, i progetti contro la Siria, l'Iran, la geopolitica, i paesi emergenti, etc.; la faccia brutale del colonialismo atlantico e quella inesorabile dell'usura finanziaria. Chi, a destra e a sinistra, ha ancora il coraggio di giustificare la propria pavidità e il palese servilismo, senza provare vergogna di fronte alla nazione umiliata e in crisi? Abbiamo bisogno che a Roma, faro di civiltà, sbarchino i russi o i musulmani per insegnarci a come affrontare questi nemici del genere umano?

È ormai tempo di proposte serie e dure, di dar vita ad un unico programma politico fatto di pochi punti e che contenga: a) la denuncia del trattato di pace e delle alleanze da questo scaturite, compresi i trattati dell'Europa dell'euro, b) il ritiro dei militari stranieri e delle armi dal territorio nazionale, c) la formulazione di una costituzione europea che abbia a base la sovranità politica, militare, monetaria e la difesa della pace e della giustizia sociale negli stati.

Questo programma non piacerà agli americani, agli inglesi, ai tedeschi, agli israeliani? Non ha importanza. Non è più il momento di tergiversare, è il momento di parlar chiaro, di essere quel che si è. Non è più il tempo dei ciarlatani e dei disonesti. Soprattutto di quelli che si dichiarano in buona fede.

Domanda: l'unità d'Italia è stata una passeggiata? Ha avuto bisogno di guerrieri e di pensatori. I primi erano strateghi e sapevano usare le armi, i secondi sapevano pensare e scrivere. Oggi abbondano i pensatori e gli esperti di informatica, mi auguro che le future generazioni sappiano dare una vampata di futurismo a questo mondo drogato dalla tecnologia e dal bancomat.

Ecco di cosa l'Europa ha bisogno, di un Risorgimento, per risorgere e per liberarsi dal dominio dello straniero.

Roberto Sestito       

 

ANONIMO (01 marzo 2012 16:26)

 

Egr. sig. Barozzi,

le due posizioni sono perfettamente conciliabili in un'ottica superiore. Questo ben lo sanno gli ammiratori (come oggi si è soliti dire) di Armentano e Reghini che, pur conoscendo la storia dei dissapori, anche veementi, intercorsi con Evola, riescono benissimo ad andare oltre e ad annoverare fra i propri maestri lo stesso Barone. Il problema si pone, piuttosto, nei termini di un filo- o di un anti-cristianesimo, rispettivamente, forse fin troppo viscerali. Propugnando i quali non si fa altro che perdere la bussola con la conseguenza di non essere più in grado di "orizzontarsi" (per usare un termine evoliano). Lascerei, con la serena visione pagana che mi caratterizza, ai cristiani il gusto per la polemica feroce e più o meno fine a se stessa, atteso che ci sono non poche cose più importanti da fare che lanciare o raccogliere guanti di sfida ex parte catholica (specie ove, piuttosto che in un onorevole duello, il tutto si concluda more solito in un virtualissimo bagno di sangue verbale sui Patti o la "translatio imperii") e che la "paganità" non è un "valore" da tenere sul comodino, uso sveglia, per condurre improbabili battaglie "culturali". Essere pagani, o allargando l'orizzonte essere uomini della Tradizione, è ben altro. Implica la presenza e la sua coltivazione. Implica, perlomeno, il provarci. A queste latitudini invece (ma non solo, anche un po' più a ovest) galleggiano mezze figure imbarazzanti e scissioni interiori preoccupanti, che naturalmente tendono a manifestarsi all'esterno con prese di posizione e comportamenti poco aderenti a una visione del mondo, come si suol dire, tradizionale. Con ciò, lungi da me prendere le difese del sig. Sestito, il quale - more Napolitano - in videoconferenza dal Brasile stranamente si sente in diritto e in dovere di pontificare su un nuovo Risorgimento deplorando una presunta inattività giovanile nel nostro Paese, da lui lasciato molti anni fa per altri lidi. Sappia il Sestito che in Italia non tutti passano il proprio tempo a grattarsi la pancia, né sotto il profilo politico né sotto altri aspetti. In ciò è quantomeno disinformato. Senza contare che da un reghiniano come il Sestito non ci si aspetterebbe di sentire bestialità come "Atanor, la gloriosa casa editrice fondata proprio da Reghini" (e Ciro Alvi che fine ha fatto?).

Cordialità.

   

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