da
"Rinascita", giovedì 20 ottobre 2011
Alfredo Villano
"Rodolfo
Graziani fascista conteso. Il difficile rapporto con il MSI, gli
sfuggenti contatti con il PCI, l'evoluzione del combattentismo
'nero' (1947-1962)"
Editrice Storia Ribelle, 2011,
(casella postale 292, Biella)
diretta dallo storico Roberto Gremmo;
pp. 240, € 20
Molto
è
stato detto e scritto sulla funzione di comandante militare
"africano" e sulla scelta che lo portò
ad essere il capo delle Forze Armate della RSI. Molto meno
è
stata analizzata l'ultima parte della sua vita, di presidente
onorario del MSI.
Alfredo Villano, attraverso
documenti inediti dimostra come Graziarli riuscì
a riunire in pochissimo tempo la "famiglia" del combattentismo
nazionale |
Rodolfo Graziani, il
fascista conteso
Francesco Fatica
|
Il maresciallo
Graziani presiede una riunione di ex combattenti della RSI |
Un giovane, appassionato, ma rigoroso
ricercatore, e saggista storico, il dott. Alfredo Villano, che vuoi rendere
giustizia alla verità storica, troppo offuscata dalla propaganda, ha affrontato
la ricerca di documenti su Rodolfo Graziani, dopo la sua uscita dal carcere, il
28 agosto 1950, e sui suoi rapporti con le associazioni dei reduci dalla
Repubblica Sociale Italiana, e con il MSI.
Sono state ricerche approfondite all'Archivio centrale dello Stato, (Carte
Graziani depositate presso FACS di Roma); presso il Centro Studi e
Documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale Italiana, ubicato a
Salò (Fondo Graziani, carte private, fondo Stampa, Fondo Susmel. E anche
ricerche al Museo Storico Italiano della Guerra, a Rovereto (Archivio
Associazione X Mas: al suo interno il carteggio riguardante il gruppo famiglie
caduti e dispersi della FNCR e la segreteria della FNCR). In ultimo presso la
Fondazione Micheletti, a Brescia, oltre, ovviamente ad incontri con reduci della
RSI. Frutto di tanto lavoro è stato il libro: "Rodolfo Graziani fascista
conteso. Il difficile rapporto con il MSI, gli sfuggenti contatti con il PCI,
l'evoluzione del combattentismo 'nero' (1947-1962)".
Su Rodolfo Graziani molto è stato detto e scritto in relazione alla sua attività
di comandante militare "africano" e sulla scelta che lo portò ad essere il capo
delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana. Molto meno, in verità, è
stata scandagliata l'ultima parte della sua vita quale leader del combattentismo
dell'Onore e di presidente onorario del Movimento Sociale Italiano. Ci viene in
aiuto l'ultimo libro di Alfredo Villano. Mediante il puntuale utilizzo di
numerosissimi documenti inediti -richiamati con premura nelle note in fondo
pagina, di facile accesso e consultazione- Villano dimostra come Graziani,
proprio in virtù di quel consenso raccolto tra i reduci del Ventennio e della
RSI (a cui non poco contribuirono le feroci polemiche del suo processo per
collaborazionismo), riuscì a riunire in pochissimo tempo la "famiglia" del
combattentismo nazionale ed a "contare" (almeno potenzialmente), molto più di
quello che in realtà si riteneva fino ad oggi, all'interno del "neofascismo"
italiano. Acclamato nel dicembre 1951 presidente della Federazione Nazionale
Combattenti Repubblicani, (carica che, come dimostra Villano, il MSI avrebbe
voluto che invece fosse assunta da Valerio Borghese, già da qualche tempo
presidente onorario di quel partito) Graziani fu guardato con sospetto dagli
"imprenditori" politici del MSI proprio per la possibile capacità di influire
sugli equilibri interni di un partito già scosso fin dal 1952, dalla svolta
filo-atlantica e filo-monarchica.
"Invocato", per così dire, dagli intransigenti del MSI che poco gradivano la
scelta conservatrice della segreteria De Marsanich, (e, da quello che si desume
dal libro, probabilmente tali irriducibili "sognavano" di metterlo a capo di
soggetti politici alternativi al Movimento, in cui le organizzazioni
combattentistiche da lui guidate, sarebbero uscite dal ruolo di mere
fiancheggiatrici del MSI), Villano, oltre a sviluppare le origini del
combattentismo della RSI ed in particolare della FNCR, dimostra come la figura
di Graziani, nei primi anni Cinquanta, fu al centro di numerose strategie, tutte
convergenti nella volontà di approfittare del possibile indebolimento di un MSI
"preoccupato" dalla probabile applicazione della Legge Scelba.
Se la FNCR, secondo certe carte di polizia, poteva essere l'organizzazione in
cui far transitare la struttura organizzativa del MSI, dopo il suo eventuale
scioglimento, (ma anche i Gruppi Dannunziani, secondo Villano, si stavano
organizzando per raccogliere l'eredità del "partito dei vinti", se fosse stato
bandito), già dal contestatissimo raduno di Arcinazzo, (in cui gli arditi
andarono a trovare Graziani nell'ottobre 1952), al "leone di Neghelli" venne
proposto, così come riferito dal questore di Roma Saverio Polito, di avallare,
senza tuttavia carpirgli il consenso, una lista intercombattentistica da
presentare alle elezioni politiche della primavera del 1953.
Se nello stesso periodo, svariate fonti descrivevano Graziani quale "bandiera"
di coloro i quali, all'interno del MSI, si rifacevano ai temi più direttamente
connessi all'esperienza della RSI e mal sopportavano la svolta conservatrice
della Fiamma, proprio per quello che più direttamente il Maresciallo evocava,
ossia una scelta di intransigente chiusura nel confronti del mondo nato dalla
"sconfitta", Villano sottolinea, con ampia documentazione degli Affari Riservati
del Ministero degli Interni, come il Maresciallo non sia rimasto insensibile a
taluni contatti occasionali con i comunisti. Proprio il partito di Togliatti,
nell'ottica dell'indebolimento di un partito dell'estrema destra che stava
sviluppando una efficace politica delle alleanze, già a partire dalle elezioni
amministrative del 1952, non si fece scrupoli a far valere accordi che, secondo
l'onnipresente, ma anche fazioso, questore di Roma Polito, erano da ricondurre
alla volontà dello stesso Graziani di trovare una certa "benevolenza", a partire
dalla sua detenzione, in settori del mondo politico lontani sideralmente dalle
sue esperienze passate.
Cosa chiedevano i comunisti a Graziani? Probabilmente la possibilità di
"infiltrare" (così come altri ambienti neofascisti, in particolare quello
giovanile) la organizzazione dei reduci della Repubblica Sociale, la FNCR,
vicina al MSI, con "cellule" pacifiste e spostarla su lidi in cui la Fiamma meno
avrebbe avuto la possibilità di controllarla. In tal modo, e questo Villano lo
lascia intendere senza sviluppare fino in fondo questo tema, se fosse stata
applicata la Legge Scelba il MSI non soltanto non avrebbe avuto la possibilità
di farvi transitare la sua struttura organizzativa: il PCI avrebbe controllato
una organizzazione di ex militari della RSI tra le più radicate e
rappresentative sul territorio (in tal senso si veda l'interessantissima
cronistoria sulle origini della federazione dei combattenti repubblicani fatta
dall'autore). Se numerosissimi reduci della RSI, tra cui coloro che erano
transitati da "II Pensiero Nazionale" al PCI come Alvise Gigante, Spartaco
Cilento, Gianpaolo Testa, secondo carte di polizia, si iscrissero alla FNCR
soltanto dopo "numerosissimi incontri" per rendere operativo tale accordo,
Graziani fu tuttavia "costretto" a fare marcia indietro quando nominò Ferruccio
Ferrini, l'ex sottosegretario della Marina Repubblicana della RSI, ispettore
nazionale dei combattenti repubblicani. Dopo il raduno di Arcinazzo con gli
arditi, Graziani, secondo Villano, fu "costretto" ad iscriversi al MSI il quale,
tuttavia, non apprezzò la sua opera di ricucitura con i dissidenti dei GAR e del
RSR. Se, secondo i documenti pubblicati, Graziani si prestò anche per velleità
personali, rimane tuttavia il dato di una sospettosa dirigenza missina poco
incline a dare spazio ad un personaggio così ingombrante. Se nel maggio 1953
Landò Dell'Amico aveva "spifferato" i contatti di Graziani con i comunisti e,
soltanto pochi giorni prima, egli si era "abbracciato" con Andreotti in un
comizio del politico democristiano ("certificato" da una interessante relazione
della prefettura di Frosinone), ciò non spezzò il legame tra il Maresciallo e i
suoi fedelissimi. Se il giornalista e candidato alle elezioni politiche del
giugno 1953 Bruno Spampanato riuscì a portarselo dietro nel suo giro elettorale
nel collegio di Napoli-Caserta (con reazione del Maresciallo non proprio
entusiastica), Graziani, oltre ad un bagno di folla avvenuto in Sicilia (e nel
quale Scelba gli dette il foglio di via per non farlo parlare ad un comizio a
Caltagirone, città natale dello stesso Ministro degli Interni) fu costretto a
scrivere al MSI di non poter presenziare a tutti i comizi a cui era stato
invitato perché non possedeva l'ubiquità di un "secondo S. Antonio".
Vinta la battaglia per la sopravvivenza, (nelle elezioni politiche del 1953 il
MSI diventò il quinto partito su scala nazionale) i personaggi come Graziani,
che direttamente richiamavano il dramma infuocato della Repubblica Sociale,
saranno meno utili per le future strategie politiche del partito. Le sue
dimissioni del luglio 1954 dal MSI, non suscitarono le reazioni che, invece,
prima delle elezioni (febbraio 1953) avrebbero provocato nell'ambiente. Morto
Graziani, secondo Villano, il combattentismo nazionale non riuscì a trovare in
Valerio Borghese, nuovo punto di riferimento dei reduci della RSI, un
personaggio di altrettanta autorevolezza ed il MSI molto meno avrà bisogno di
organizzazioni come la FNCR che rimanevano legate agli ideali sociali della RSI,
da cui la destra del partito si voleva, poco a poco, allontanare per
"abbracciare" il progetto politico della "grande destra" a cui non erano
estranei movimenti politici come l'UCI del "badogliano" Giovanni Messe.
In questo contesto, Villano esplora numerosissimi documenti che avviano una
riflessione sull'evoluzione della FNCR della seconda metà degli anni Cinquanta,
sulla scelta della scheda bianca del 1958 e sulle motivazioni della nascita
della UNCRSI nel 1962 per dimostrare come la "famiglia" del combattentismo pagò
a caro prezzo la scomparsa del defunto "leone di Neghelli".
In complesso un libro pieno di imprevisti e di verità documentate e poco
conosciute, retroscena sorprendenti, che contribuiscono non poco a chiarire
vicende partite dalla fondazione della Federazione Nazionale dei Combattenti
Repubblicani, e dalla nascita del MSI, per finire nella svolta-dietrofront di
Fiuggi.
Dobbiamo riconoscere che le loro nascite furono favorite dall'anticomunismo
filo-atlantico per evitare che troppi altri fascisti passassero nelle file della
CGIL e del PCI (già 30 mila fascisti erano passati a sinistra in odio al
capitalismo yankee). Nel 1947 in Italia c'erano ancora l'Amministrazione di
controllo Alleata e l'OSS di Angleton. Soltanto pochi si sono accorti che non se
ne sono mai andati. Questo, Villano non lo dice, ma mi ci ha fatto riflettere.
Francesco Fatica
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