dal "Corriere della Sera", gennaio 2008
Quando si tratta di pappare, l'antifascismo non è
più tanto antifascista...
Salò sfida Predappio: un
tour fra i palazzi del Duce
Il comune mette a punto un percorso nei luoghi
storici della RSI.
L'idea partita dalla precedente giunta di centrosinistra.
Un
percorso storico e turistico per scoprire luoghi e palazzi storici della RSI.
L'iniziativa viene presentata oggi a Salò, la cittadina del Lago di Garda che
diede il nome alla Repubblica fascista.
A promuoverla sono il comune di Salò con il patrocinio del Centro Studi della
Repubblica Sociale, animato dallo storico Roberto Chiarini. Oggi
l'amministrazione comunale è di centro-destra, ma il progetto nacque nel 1996
dall'idea condivisa sia dalla giunta della provincia di Brescia che del comune
di Salò, allora entrambe di centro-sinistra.
L'idea è nata proprio dalle insistenti richieste di migliaia di turisti che ogni
anno affollano la cittadina e le rive del lago. «Finalmente siamo usciti dalla
demonizzazione per fare i conti con la storia» afferma Chiarini, docente di
Storia contemporanea alla Statale di Milano. «Prima della fondazione del nostro
centro studi, in Italia c'erano una settantina di istituti storici sulla
resistenza e neppure uno sulla RSI. E per scongiurare ogni equivoco nostalgico,
insieme alla nostra iniziativa inauguriamo una mostra sulla persecuzione degli
ebrei in Italia, che ho già portato a Milano l'anno scorso» [e figurate se
mancava un po'di cerchiobottismo!].
Il rischio che Salò si trasformi in una nuova Predappio [dove la giunta è
kommunista da 60 anni, ma anche lì i soldi dei fascisti sono graditi dagli
antifascisti] è escluso da Chiarini: «L'iniziativa e il centro studi vogliono
documentare un pezzo della storia nazionale: per tutti gli italiani, non solo
per i nostalgici [ehhh, aridaje con gli scappellamenti]. Non a caso abbiamo già
tenuto 4 grandi consessi con la partecipazione di molti storici di sinistra. Qui
nel bresciano c'è una sensibilità acutissima sui temi del fascismo» [diciamo che
il Duce tira sempre va'...e solo perché si prospetta una bella pappatoria
turistica vi muovete...].
Di diverso avviso il presidente dell'ANPI, Agostino "Tino" Casali [figurate! Ma
almeno loro sono coerenti]: «questa è una iniziativa pretestuosa e pericolosa,
l'ennesima occasione per creare difficoltà e scontro civile», tuona da arzillo
87enne. «Pensa che il turismo nella RSI sia un'operazione nostalgia?», gli
chiediamo. E lui: «Non lo voglio nemmeno pensare, ma la questione è un'altra...
noi non vogliamo mettere insieme il diavolo e l'acqua santa».
la NOTA di Giorgio Vitali
Questa notizia si commenta da sola. Come accade
sempre, si mette in moto un meccanismo sociale secondo cui la cose
ed i fatti che realmente importano alla società sono fatti valere,
costringendo le classi dominanti che sulla falsificazione "storica"
a venire gradualmente a patti. La Storia non può essere
negata nemmeno nei suoi aspetti più banali.
Si può dire quel che si vuole sul "kitsch" di
Predappio, ma è un fatto che questa cittadina che ha dato i natali a
Benito Mussolini e ne custodisce le spoglie, o meglio, ciò che resta
di quelle spoglie martoriate (ma non fece la stessa fine anche
Cromwell, creatore della Gran Bretagna moderna?) è costante meta di
devoti e curiosi, con evidente vantaggio economico dell'
amministrazione comunale e dei negozianti.
Lo stesso non poteva che avvenire nella sede
centrale (ove erano dislocati i ministeri) della Repubblica Sociale
Italiana, una Repubblica di cui resta il retaggio glorioso e dolente
e la curiosità di tante persone, non solo italiane.
Di sfuggita ricordiamo che l'interesse per
Mussolini i suoi uomini e la sua Repubblica non scema, anzi si
acuisce di pari passo con il "Mistero" (primum movens del Mito)
della sua morte. Difficilmente si potrebbe trovare un esempio così
chiaro di come origina il mito dalla storia. Lo viviamo da decenni e
NON ce ne rendiamo conto.
Contro la falsità della propaganda politica,
l'istinto dei popoli prevale sempre. L'istinto di riscossa cova
finché, al primo indebolimento palese del potere di controllo e di
intervento della classe politica egemone, la ribellione esplode.
Ricordiamo anche, per chi non l'avesse ancora
capito, che il mito fittizio della resistenza, creato per la
necessità di ottenere condizioni meno gravose nel trattato di pace
del 1946-48, è un mito ad usum italianorum. Serve per mantenere in
piedi la classi dirigenti nate dalla sconfitta. All'estero non
esiste. Non è mai stato percepito e non interessa ad alcuno.
All'estero, e chi viaggia abitualmente lo sa, la RSI ha costituito
l'Italia fino alla fine. Non è esistita altra Italia. Anche dal
punto di vista istituzionale. Per i cittadini dei tanti paesi del
mondo che conoscono la storia recente, l'Italia ha semplicemente
perso la guerra assieme a Germania, Giappone, Ungheria, Romania, e
nazionalità varie alleate. Per i cittadini dei tanti paesi del
mondo, i cosiddetti "partigiani" contano come per noi la truppe
tedesche reclutate fra i prigionieri di guerra dei lager russi e
guidate da Von Paulus come avanguardie delle Orde Siberiane lanciate
alla conquista dell' Europa centrale.
Nella Storia dei popoli resta solo la memoria di
chi si è battuto con ONORE. Né questo retaggio può essere macchiato
dall'esistenza di un neofascismo assolutamente indegno dei "valori"
che sostiene di voler perpetuare. Anzi! Il taglio netto fra la
realtà storica della RSI ed i dopoguerra accomuna TUTTI gli
esponenti di questo terribile periodo nel confronto di un momento
realmente intenso di "storia nazionale".
Giorgio Vitali |
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