Si rifletta tutti...
Ulteriori considerazioni
(piuttosto grevi!!)
AA. VV.
Riportiamo in questa pagina tutti gli
interventi, nell'ordine cronologico di invio, seguiti alla e-mail di
Maurizio Barozzi che, appunto, aveva per oggetto:
«Si
rifletta tutti... Ulteriori considerazioni (piuttosto grevi!!)» |
da Maurizio Barozzi
Si rifletta tutti
Due episodi, seppur diversi, che fanno riflettere
* Sabato 17 gennaio un gruppo di antisemiti ha dato alle fiamme l'antica
sinagoga di Hania, nell'sola di Creta.
* ieri alcune scritte contro l'Olocausto e firmate con una croce celtica sono
apparse a Roma in via Tasso e subito tutti i giornali e la televisione le hanno
rimarcate e appropriatamente strombazzate per contornare la giornata della
memoria.
Riscontrato questo, vi pongo due considerazioni:.
primo: anche un bambino comprende che lo studio e la contestazione storica
prodotta dai cosiddetti revisionisti e tanto più efficace e difficilmente
smontabile, quando essa proviene da professori, studiosi, tecnici, ecc.
notoriamente non sono fascisti ne nazionalsocialisti, come per esempio si può
dire di un Faurrison, di un Mattogno di un Graf, ecc, e quando questi studi non
sono accompagnati da svastiche, croci celtiche, ecc..
secondo: già Maurizio Blondet con un memorabile articolo dimostro mesi fa, come
dietro i movimenti razzisti, Withe Power, antisemiti e nazisti americani ci sono
personaggi di razza ebraica.
Oggi, il giornale greco "Tò Etano", riporta Blondet, una volta svelata la strana
identità degli attentatori si chiede:
«siamo di fronte ad un atto di cretinismo antisemita di due americani e due
inglesi, oppure di fronte ad una provocazione politica di agenti stranieri...?».
Vi invito a leggere l'articolo di Blondet, qui allegato e pubblicato su
effedieffe
(a Roma diciamo: «er frantaro se frega na vorta sola!», chi vuol capire
capisca)…
Maurizio
da Pino Biamonte
Caro Maurizio,
a parte gli imbecilli che sono sempre immarcescibili (quanti ne abbiamo
conosciuti in altri tempi!), io penso che non ci sia proprio bisogno di
riflettere su alcunché. Il caso greco (una volta tanto qualcosa è andato storto,
vivaddio!) è sicuramente emblematico del fenomeno false flag, che è antico come
il mondo.
Antisemitismo e Al Quaeda sono oggi le punte di diamante della nuova strategia
della tensione a livello mondiale. Ma per fortuna non tutti sono utili idioti
(sia a livello individuale che collettivo) e certe vulgate si stanno lentamente
e inesorabilmente sbriciolando sotto i colpi della revisione storica, che come
ha più volte affermato Franco Cardini, costituisce il sale della ricerca
scientifica.
Se non ci fosse stato un continuo revisionismo scientifico in ogni campo, faccio
l'esempio a me più vicino -quello archeologico-, noi staremmo ancora parlando
del "mistero" degli etruschi o delle catacombe come «luogo di rifugio» dei
cristiani dalle persecuzioni.
Sul problema dell'antisemitismo e sullo sfruttamento del cosiddetto olocausto a
me bastano le conclusioni di Finkelstein, che non può essere certamente tacciato
di nazista. Cari saluti,
Pino .
da Giorgio Vitali
«Muovere i pezzi sulla
scacchiera dell'illusione» |
Mi ha sempre intrigato la figura di Skorzeny, personaggio di cui NON si parla
più, ma che fino a pochi anni fa veniva citato come il "liberatore di
Mussolini". FALSO, ovviamente, come tante altre "storie belliche". I liberatori
di Mussolini essendo stati i parà di Student. Inutile negarlo. A suo tempo, di
Skorzeny ho letto tutto quello che c'era da leggere, e ho trovato molto
ragionevole il fatto che LUI, nella sua autobiografia, NON rivelasse come fosse
riuscito a scappare dal carcere a Norimberga.
Ci sono due libri che vanno presi in considerazione e che trattano, più o meno
di questa faccenda. Uno è "Mussolini, i giorni di Salò", di R. Moseley e l'altro
"Liberate Mussolini", di Greg Annussek. Ambedue gli autori mostrano di essere
interessati ad aspetti piuttosto strani di tutta la faccenda.
Poi, in occasione del Golpe Borghese, vengo a conoscenza che Skorzeny era agente
di riferimento per la CIA in Spagna ed a lui si rivolgevano i messaggeri del
cosiddetto "principe nero". (Rivelazioni di un noto medico di Rieti)
A questo punto, però, ogni illazione è legittima. È vero che dopo la fine della
guerra molti, tanti ex nazisti furono riciclati ma.... è lecito chiedersi che
ruolo abbia giocato il personaggio in questione e quali contatti costui avesse
fin da prima. Perchè quel voler salire per forza sulla cicogna a rischio di far
cadere l'aereo?
In effetti, l'impressione è che noi stiamo navigando sulla superficie di un
oceano piuttosto scuro, e sotto brulica una vita fin troppo arruffata.
C'è una frase che va a pennello: «Troppo incredibile per non essere credibile».
G.V. .
da Maurizio Barozzi
Caro Giorgio,
quanto osservi è di estremo interesse. In effetti tra elementi dei Servizi, pur
contrapposti c'è sempre un filo che li lega. Però forse quel 12 settembre 1943
lo Skorzeny salì sulla cicogna per esigenze di "immagine" all'impresa (forse).
Resta il fatto che lo Skorzeny, come tanti altri neofascisti e neonazisti
trasbordò o collaborò con i servizi americani. "Camerati" (alla Borghese) che
ovviamente si ritrovarono nel dopoguerra e strinsero legami e quant'altro al
servizio dell'Occidente.
Qui però bisogna fare un discorso definitivo e preciso.
Oggi noi abbiamo l'esatta coscienza di come il Fascismo sia attestato su
posizioni anti Occidentali e rappresenti uno scontro di civiltà soprattutto in
antitesi a quello che ieri era il cosiddetto "mondo libero" ed oggi è il
mondialismo.
Ma questo vale per l'oggi, ieri negli anni '40 non era così. Allora ben pochi
avevano questa coscienza e i più di quei pochi, tra l'altro, ci lasciarono la
pelle.
I reduci, sia del campo neofascista che neo nazista non avevano questa
percezione, ma solo un vago senso della lotta del sangue contro l'oro e delle
scelte sociali del fascismo.
Al tempo l'Occidente era l'immagine di Hollywood, l'opulenza della società
americana, Topolino di W. Disney, ecc., e questo, in antitesi al mondo
comunista, fuorviava i cervellini di tanta gente.
Quindi, coloro che fecero la scelta atlantica, quelli che si collusero con l'OSS,
poi CIA, esclusi coloro che lo fecero per interesse (purtroppo tanti), ci
finirono dentro "di conseguenza", per naturale inclinazione politica.
Solo oggi è possibile rendersi conto del misfatto con piena cognizione di causa
(al tempo comunque alcuni se ne resero conto e lo denunciarono) e questo per tre
motivi:
1) La visione Tradizionale della vita. Scherzo del destino, proprio quella
visione Tradizionale, che distorta da alcuni, servì da paravento per optare
verso la scelta Occidentale quale "male minore".
2) Il manifestarsi concretamente del progetto di dominio mondiale "mondialista"
(vuoi come progetto di dominio ebraico, o vuoi come affermazione del
"modernismo" ultra radicale, multietnico, finanziario, ecc.) che ha mostrato
fisicamente e storicamente il vero volto dell'Occidente.
3) L'implosione dell'equivoco Comunista.
L'altro giorno, Rutilio Sermonti, sulle pagine di "Rinascita" ha scritto che lui
giudica le persone a seconda di come intendono il 25 aprile. Giustissimo!
Occorre, però, aggiungere un altra condizione: bisogna giudicarle anche per la
scelta antinazionale di aver parteggiato per la NATO, gli USA, l'Occidente
(qualunque ne siano state le motivazioni).
Queste due condizioni, che valgono retroattivamente ci consentono di stabilire
chi era fascista e chi non o era! ieri come oggi.
Maurizio Barozzi
da Merimar
Non amo intervenire in questo tipo di discussioni, ma visto che mi ci avete
tirato dentro per i capelli usando il "rispondi a tutti..." mi è d'uopo farvi
riflettere su alcune cose da voi non prese in considerazione.
Molti hanno una immagine di compattezza ideologica e politica dei combattenti
della RSI. Per cui quando leggono di determinate scelte di campo e di fatti
accaduti nel dopoguerra si meravigliano alquanto.
Niente di più sbagliato dal momento che a parte alcune minoranze qualificate, la
maggior parte dei combattenti, volontari di una certa età o dei giovani che
risposero alla chiamata di leva, non era politicizzata. Non erano, cioè,
combattenti per una idea politica precisa o, come si dice oggi, soldati
politici. Di costoro, inoltre, molti fecero una scelta dettata dalle reazioni
del momento, possiamo dire a caldo. Per cui dopo la disfatta militare alcuni si
orientarono a destra ed altri a sinistra. Mentre la maggior parte degli ex entrò
nell'anonimato disinteressandosi della politica per problemi di sopravvivenza,
di studio, di famiglia.
Anzi, alcuni, richiamati dopo la guerra al servizio militare della repubblica,
furono reintegrati nei gradi. Per cui abbiamo avuto un capo di Stato Maggiore
dell'Aeronautica ex pilota ANR, un generale dei bersaglieri ex sottotenente RSI
ed altri casi del genere. Addirittura il pilota personale di Enrico Mattei, ex
capo partigiano, era stato un pilota della ANR. Morendo assieme al suo datore di
lavoro a seguito dell'incidente/attentato aereo.
Nessuno ha mai scritto nel dopoguerra un libro sulla psicologia degli sconfitti
della RSI.
Alcuni reduci della Divisione Fanteria di Marina "San Marco" o alpini della
"Monterosa" con cui ho parlato, mi hanno detto chiaramente di non essere mai
stati iscritti al Partito Fascista Repubblicano (iscrizione per altro non
richiesta) e che essi combattevano per difendere il territorio nazionale invaso
dalle truppe straniere. Essi, in ultima analisi, combattevano per una generica
difesa della Patria.
Poichè come si sa molti erano giovanissimi, (vi erano volontari che avevano 15,
16, 17 anni) con l'età molti avevano cambiato idea.
Possiamo fare un paragone con quanto accaduto a tanti giovani estremisti di
destra degli anni '50 e '60, trovati in età successiva nella DC, nel PCI o nel
PSI.
Quindici anni fa, a seguito di una mia lettera aperta agli ex RSI, mi venne a
trovare un reduce. Parlando del più e del meno mi confessò che aveva fatto parte
della "Gladio" atlantica…
Alla mia domanda sul perchè, mi rispose che era sua desiderio poter ammazzare il
maggior numero di comunisti, nel caso che l'operazione "Standby" fosse scattata.
Evidentemente la mattanza di militari della RSI nelle "radiose giornate" della
rossa primavera, aveva creato in molti ex combattenti una predisposizione alla
vendetta verso i comunisti a qualunque costo.
Quando gli feci notare che i partigiani venivano armati e rifocillati con
aviolanci dagli "alleati" e consigliati da esperti inglesi o americani, mi
rispose che fino al 25 aprile ognuno la guerra l'aveva fatta, come meglio aveva
potuto ,da una parte e dell'altra.
Ma quello che egli non poteva sopportare nè giustificare era ciò che era
accaduto a guerra finita.
Ancora: un fratello di mia madre, Capitano della Guardia Nazionale Repubblicana,
operante al Comando provinciale di Brescia, comandante di Compagnia, poi
prigioniero a Coltano, durante le giornate del referendum monarchia/repubblica
era nascosto a Roma con altri ex RSI in una caserma dei carabinieri, pronti a
uscir fuori e sparare se il risultato fosse stato contrario alla monarchia.
Poi Umberto scelse la via dell'esilio e l'operazione rientrò.
Era talmente forte l'odio contro i comunisti da far dimenticare a costoro il 25
luglio, l'8 settembre ecc.
È facile comprendere, dunque, certi trasbordi verso "Occidente".
Vi racconto queste cose perchè a volte ho l'impressione che certi giudizi
vengano tagliati con l'accetta.
La situazione non è proprio come può vederla uno che ha letto tanti libri, alla
luce di tutto quello che è accaduto dopo molti decenni, e delle molte
chiarificazioni ancora in atto.
Merimar
da Maurizio Barozzi
Quanto ha scritto "Merimar" è sottoscrivibile in piene ed io stesso in un mio
saggio su la destra e il fascismo ho illustrato molto bene come la composizione
dei fascisti e degli aderenti alla RSI era alquanto eterogenea.
C'è poi anche da aggiungere che l'"agire" politico è un fatto dinamico, non
statico, per cui, finita la guerra, morto Mussolini e finito il fascismo, era
naturale una diaspora politica in tutti i sensi o una carriera nella nuova
italia democratica (vedi esempi portatati da Merimar). Aggiungiamoci poi quanto
ho scritto qui sotto, ovvero che negli anni '40 l'Occidente, allora falsamente
contrapposto al mondo comunista, non era visto nel suo vero volto come oggi, e
quindi abbiamo tutte le GIUSTIFICAZIONI per capire quanto è accaduto (salvo
mascalzoni e furfanti che si vendettero letteralmente all'OSS).
Inoltre posso anche comprendere che, a seguito della mattanza, soprattutto (ma
non solo) comunista nei confronti dei vinti, c'era all'epoca un forte desiderio
di rendere la pariglia, E lo capirono bene gli americani che su questa molla
puntarono moltissimo.
Resta però il fatto che, eventualmente, quella scelta "emotiva" oppure
"opportuna", doveva essere e restare DEL TUTTO TRANSITORIA, perchè un fascista
repubblicano, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, forte della sua
ideologia, delle sue convinzioni sociali e istituzionali, di una concezione
della vita e del mondo e di un retaggio storico, tra l'altro recentissimo,
sostanzialmente antioccidentale, non poteva collaborare, IN NESSUN AMBITO, con
la NATO, Gladio, gli USA, ecc.. significava tradire il fascismo e soprattutto
gli interessi di una Patria colonizzata e sottomessa
Tutto qui.
Maurizio
da Franco Morini
In realtà qualcuno aveva già sondato, e anche a caldo, la psicologia degli ex
repubblicani. Parlo del libro di Concetto Pettinato "Purgatorio", da questi
pubblicato alla fine degli anni '40. Un libro che varrebbe la pena di ristampare
e penso che sarebbe anche un ottimo soggetto da cui trarre un film molto utile
per capire il passato, se ci fosse veramente -ma ancora non c'è- questa
esigenza. Di questo libro ne avevo già trattato sul forum "fiamma dissidenti"
qualche anno fa ma penso valga la pena di ritornare a parlarne.
Questo romanzo-verità comincia trattando di un gruppo di reduci ancora legati al
fascismo i quali si ritrovano in condizioni penose a Roma e quindi si passa a
vagliare le singole personalità in quel determinato contesto. Per farla breve,
questo gruppo vagamente intellettuale -la voce narrante, Pettinato è ovviamente
un ex giornalista- decide di restare unito anche nel lavoro sicché essi fondano
un'agenzia pubblicitaria che da subito opera molto stentatamente e questo fino a
che non si presentano come clienti dei diplomatici (?) americani i quali offrono
alla società un lucroso contratto in esclusiva per pubblicizzare gli aiuti USA
all'Italia (Unurra?). Molto meravigliati dell'offerta ricevuta, i vari soci non
nascondono a questi strani clienti il fatto di essere tutti ex fascisti non
pentiti della loro scelta, compreso il fatto di aver combattuto fino a poco
prima proprio contro di loro. Gli emissari americani rispondono che sono ben a
conoscenza di questo fatto e che tuttavia a loro non importa il passato ma
piuttosto la serietà, l'onesta ecc. dei vari soggetti a cui affidarsi. L'offerta
è molto allettante e alcuni cominciano da subito a mostrasi favorevoli ma la
decisione finale spetta al rappresentate legale dell'agenzia, cioè all'ex
giornalista-Pettinato. Egli pone la decisione ai voti premettendo che in caso
d'accoglimento dell'offerta di lavoro egli si sarebbe subito dimesso dalla
società. Com'era da aspettarsi la spuntarono i favorevoli e il nostro fece
fagotto. Il racconto finisce con l'incontro casuale, qualche tempo dopo, dell'ex
giornalista con uno dei suoi ex soci camerati ora alla giuda di una fiammante
Fiat Topolino.
Triste epilogo, e anche piuttosto veritiero.
Ma al di là dei vari tipi di corruzione e di ricatti posti in opera dai
"liberatori", c'è anche un altro aspetto che si tende a trascurare. I comunisti,
o sedicenti tali, che all'indomani del 25 aprile si macchiarono di orribili
stragi di fascisti o meno, riuscirono nella loro macelleria messicana solo
perché gli era stata data carta bianca per una decina di giorni. Mi riferisco in
particolare al decreto luogotenenziale di fine aprile che autorizzava la pena di
morte per tutti i fascisti trovati ancora più o meno in armi e c'è anche da dire
che gli stessi alleati lasciarono fare il lavoro sporco ai rossi, o sedicenti
tali, per liberarsi indirettamente dei fascisti ritenuti a ragione o meno, più
accesi.
Del resto quelli che dovevano essere salvati, da Borghese a Graziani, per
parlare solo dei maggiori, si salvarono giusto per un loro intervento ad
personam, mentre i più insignificanti o troppo significantemente fascisti, era
bene che fossero stati tolti dai piedi e, che a questa opera provvedessero
direttamente i rossi, era ancora meglio.
f.m.
da Giorgio Vitali
Questi interventi sono tutti molto importanti. Mi limito ad alcuni commenti.
Richiamare alla memoria Concetto Pettinato non è stato un atto sbagliato.
Tutt'altro. Pettinato è sempre stato fra quelli che CONOSCEVANO il mestiere. Nel
senso che sapevano come stavano le cose. Nei suoi libri, che ho letto TUTTI, si
respira un'aria di VERITA' che è difficile trovare in altri testi. (Tuttavia
bisogna ricordare Carlo Silvestri, Edmondo Cione, lo Spinetti di "Difesa di una
generazione" e di "Sintesi di Mussolini", Tamaro, Dinale, Ramperti, tanto per
citarne alcuni).
Ricordo a Merimar che il caso da lui citato è stato raccontato da quel grande
scrittore, che ha scritto pochissimo, peraltro, di De Boccard nel racconto: "Il
passo dei repubblichini", che dimostra se ce n'è bisogno, grandi ingenuità miste
a goliardismo.
A parte considerazioni ovvie sul carattere italico, ci troviamo a fare i conti
OGGI con la presa d'atto, se non ancora di coscienza, di una realtà storica
basata sostanzialmente sulla menzogna e sull'uso sprezzante della retorica.
E ci troviamo, sempre come al solito, all'ultimo minuto, quando la crisi del
sistema americanocentrico mostra le crepe che si stanno allargando.
Per quanto riguarda la cosiddetta guerra civile, occorre ricordare che:
1) I comunisti si muovevano sul loro terreno, nel senso che quel tipo di guerra
era loro congeniale e l'avevano già fatto in Spagna.
2) negli ultimi mesi di guerra gli Alleati si fermarono o rallentarono la
risalita d'Italia proprio per far sì che fascisti e comunisti si scontrassero
fra loro.
3) È stato ampiamente scritto e quindi riconosciuto che le STRAGI di aprile e
maggio furono facilitate per creare un forte moto anticomunista nel nostro
paese.
Come sarebbe poi accaduto il 18 aprile.....fino ai giorni nostri di talchè
Berlusconi ha potuto motivare, vincendo, la Discesa in campo con
l'ANTICOMUNISMO.
G.V. |