Italia - Repubblica - Socializzazione

 

UN CONVEGNO MOLTO IMPORTANTE

 

Finalmente in un convegno di storici di grande spessore, spesso giovani, sono stati tracciati in modo inequivocabile i percorsi dei partiti che maggiormente interessano i nostri lettori, da sempre oppositori del regime nato dal dopoguerra.

Giorgio Vitali

 

Il 13 e d il 14 dicembre scorso si è tenuto a Roma un importante convengo dal titolo:

"Antagonismo e Riformismo a destra e a sinistra.
Miti, politica e cultura nella società italiana dalla guerra al centrosinistra"

 

Convegno organizzato con il patrocinio della Fondazione Ugo Spirito e della Regione Lazio, Assessorato alla cultura. Un plauso per la Fondazione Ugo Spirito che finalmente si è «fatta sentire» dopo anni di ingiustificato silenzio, ma con un convegno a livello delle migliori attese. Così scrivo perché ho notato, e mi capita troppo spesso, la bassa partecipazione di ascoltatori, mentre in casi come questo sarebbe stato logico aspettarsi una nutrita partecipazione di persone, soprattutto fra quelli che intervengono abitualmente nelle discussioni sul futuro politico del nostro paese e sulla legittimità di alcuni partiti, Alleanza Nazionale in testa, ad aspirare di guidare l'Italia in futuro. In particolare, è importante sottolineare la tendenza di questi organismi di potere ad  atteggiarsi secondo il vecchio schema missista, che si presentava come espressione simultanea del post fascismo (per acquisire e controllare seguaci fra i nostalgici del passato regime) e quale manifestazione di una Destra moderna di governo, fin dagli anni cinquanta, della quale la reale fisionomia è veramente difficile poter intravvedere ancora oggi nella linea perseguita appunto dal governo di Berlusconi e dei suoi ministri di AN.

Hanno partecipato, nelle due giornate, un folto gruppo di storici guidati da Giuseppe Parlato, storico dell' Istituto san Pio V e curatore della necessaria rivista "Nuova Storia Contemporanea" fondata da De Felice, [che pubblica sull'ultimo numero un articolo dedicato ai "Misteri del caso Moro: e se la verità fosse quella giudiziaria?" di Vladimiro Satta, documentarista della Commissione Stragi dal 1989 al 2001], Giuseppe Bedeschi e Francesco Perfetti, direttore della medesima rivista. Fra gli studiosi presenti, voglio ricordare Paolo Nello e Pietro Neglie, autori, fra l'altro, di opere pregevoli sul "Fascismo di sinistra" e sulla dinamica Fascismo-Comunismo durante tutto l'arco del novecento.

Importanti anche gli interventi di Andrea Ungari: "La marcia verso il centro e la prospettiva di una destra moderata", Arduino Agnelli: "Dal frontismo al riformismo: la sinistra verso il governo", di Marco Tarchi: "La galassia neofascista tra lotta al sistema ed integrazione", di Giovanni Tassani: "Le culture della destra: gentilianesimo, cattolicesimo ed evolismo".   

Per ovvie ragioni di tempo e di spazio, per il momento mi limito a quanto esposto  da Andrea Ungari il quale, giustamente, prende in considerazione uno spazio, il quadrante della destra e vede cosa vi succede ...

Il primo tentativo di creare un partito conservatore di destra nel Regno del Sud venne espletato dal Partito Liberale di Lucifero e dal Partito Demo-liberale (De Caro) che si unificarono. Questo nuovo partito fu caratterizzato dalla discriminante antimonarchica. Il limite di quel partito fu la chiusura verso il partito monarchico e lo costrinse ad un ruolo subalterno, anche in conseguenza dell'invito di Croce a scegliere una posizione di centro in funzione anticomunista. Successo dell'Uomo Qualunque, nell'ottobre del 46, in relazione alla Costituente ed alle amministrative. Questo nuovo e prorompente partito, guidato da un estroso personaggio, Giannini, poté contare su un cospicuo aiuto da parte vaticana ed americana. Croce pone l'altolà ad una possibile fusione fra il partito liberale e l'Uomo Qualunque. nell'ottobre dicembre 46 è il momento cruciale per creare un nuovo partito. Il partito liberale, con l'appoggio americano, si colloca al centro dello schieramento politico, ma nel 1947 il sistema politico italiano trova la sua definitiva sistemazione con la DC al centro.  Nascita e sviluppo del partito egemone. Democrazia bloccata. Viaggio di De Gasperi in America ed estromissione del PCI dal governo. Crollo del blocco nazionale. (PLI-UQ).

1949: strategia monarchica (non della monarchia) di un grande blocco di destra. Contemporanea leadership nel MSI di De Marsanich: ammorbidimento della posizione repubblichina, fino all'accettazione del Patto Atlantico. Di seguito, si assiste ad una continua offensiva da parte della destra (monarchici e missisti) di penetrare dentro al governo, aiutata anche dal Vaticano che non vede di buon occhio De Gasperi. Il Vaticano, mentre di facciata delegittima il MSI dichiara sempre che il PCI è il pericolo maggiore. Conseguente tentativo di De Gasperi, criticato  dal Vaticano, di frantumare la destra. attraverso la nascita del Fronte Nazionale Monarchico.

Nascita della rivista "Brancaleone". tentativo di recupero di fascisti  nell'area centrista. Rivista speculare al "Il Pensiero Nazionale", che invece guardava a sinistra e più specificatamente al PCI. Scissione del partito monarchico. Covelli va col MSI mentre  Lauro gravita come satellite della DC. A partire da questa scissione si pone il problema della leadership nel MSI che cade nelle mani di Michelini nel congresso di Viareggio del 1954. Viene posta per la prima volta una specifica linea politica di questo partito che assume una veste moderata mentre esercita un forte controllo verticistico nel partito. Questa linea perdura fino al 1960. Nascita e sviluppo della alleanza MSI-Monarchici covelliani.

1956: scissione della sinistra del MSI, per mantenere l'identità fascista; ed è nel 1959, esattamente il 26 aprile, che la FNCRSI chiude definitivamente con il MSI. Nel 1960 si svolge il famoso congresso di Genova che chiude ulteriori possibilità per il MSI di entrare in area di governo. Ma l'oppositore vero a questa entrata non è mai la sinistra, bensì la DC, come facilmente comprensibile. Con la nascita dell'Unione Combattenti d'Italia si esprime un ulteriore tentativo di creare una grande destra, ma De Gasperi reagisce sempre a pressioni (del Vaticano) per accettare i monarchici (e quindi i missisti) al governo. Quello che non è avvenuto con la DC è invece successo a Berlusconi che ha portato al governo un partito che ha cambiato nome ma è rimasto sempre lo stesso: un partito della destra borghese moderata, fra perbenismo liberale e sollecitazioni monarchiche, con coperture pubblicitarie per nostalgici.

Il relatore conclude con una giusta considerazione: il partito liberale (i liberali) che non capiscono il carattere sostanzialmente conservatore della società italiana, lasciano alla DC per tutto l'arco della prima repubblica la possibilità di occupare il centro, e quindi sono loro che permettono una sempre più sottile penetrazione del vaticano nei gangli della società italiana.

La conclusione mi sembra ovvia: il MSI è un partito che si è sempre situato a destra e sempre da destra ha cercato una sua politica di scalata a responsabilità governative che comunque, anche a pochi anni dalla fine della guerre civile e della RSI, sarebbe sempre e comunque stata una politica di destra in alleanza stretta  con i monarchici. Che è il senso della nuova organizzazione: Alleanza nazionale.

 

Giorgio Vitali