Non ce la contano giusta ...
Giorgio Vitali
Prologo
La letteratura internazionale è ricca di libri e documentazione sui rapporti
di carattere economico e soprattutto ideologico fra il Nazismo ed il
Sionismo. Quest'ultimo ha avuto molte nature dal punto di vista ideologico.
Pensiamo infatti che Herzl aveva proposto al papa una generale conversione
al cattolicesimo in occasione del "ritorno" in Palestina. Che l'intenzione
fosse più che seria è dimostrato dal fatto che il figlio di Herzl si è
veramente convertito al cattolicesimo. Il papa, giustamente preoccupato da
quanto avrebbe potuto accadere, disse di no e le cose sono andate come di
fatto hanno voluto le grandi potenze atlantiche USA e Regno Unito.
A tutt'oggi, l'esistenza di Israele è legata alla "coesistenza" di una
situazione di conflittualità molto forte, che permette appunto ai sionisti
di attingere soldi ed armi dagli USA, di poter contare sull' aiuto costante
degli ebrei della Diaspora anche contro la loro volontà e di aver mano
libera nei ricatti degli pseudo processi intentati contro presunti
sfruttatori della buonafede di presunte vittime di più o meno ridibili
persecuzioni. Il fatto più interessante della questione è proprio quello
rappresentato dalle società, in prevalenza Assicurazioni e Banche, di sicura
proprietà di azionisti ebraici, mentre ebrei sono anche gli amministratori
delegati ed i dirigenti maggiori.
Esempi tipici: le Banche svizzere e la Generali. Simboli universali della
finanza ebraica, che hanno sborsato fior di quattrini per risarcire
ipotetici derubati. La documentazione si può leggere al dettaglio su un
importante numero della rivista “Limes” e su quanto scritto dall’ebreo
Finkelstein nel suo fondamentale libro sullo sfruttamento dell'«olocausto».
Quantunque siano stati in molti a commentare più o meno acidamente sia
Finkelstein che altri ebrei contrari all'establishment, (uno per tutti Noam
Chomsky), nessuno, a quanto attualmente risulta al sottoscritto, si è
chiesto per quale ragione siano state intentate cause a grandi potentati
finanziari da sempre in mano ad ebrei, e per quale ragione ci siano degli
ebrei che con grande sagacia, ma anche con grandi mezzi documentali, si
cimentino in opere (di larga diffusione!) che illustrano l'opera di
sciacallaggio compiuta da loro correligionari a danno del mondo intero. (Ma
sono veramente loro correligionari?)
C'è chi pensa che, similmente alle regole del mercato, occupare gli spazi
della concorrenza permette di controllare tutto il mercato di un certo
prodotto. La considerazione è giusta ma non è sufficiente, perché un giovane
ricercatore ebreo ha fatto recentemente una scoperta (o glie l'hanno
suggerita?) che, pubblicata in un libro tradotto anche in Italia ma passato
ovviamente del tutto sotto silenzio, ha attivato nel mio cervello un totale
ripensamento della situazione che sento il bisogno di esternare con il
prossimo invio informatico.
Giorgio
Vitali |