Non ce la contano giusta ...
Giorgio Vitali
Nascita e sviluppo del mito
olocaustico
Come noto, quello olocaustico di un ipotetico “popolo ebraico”, perseguitato
dai “nazisti” e dai “cristiani”, è un mito sviluppatosi da un centro di
irraggiamento statunitense a supporto delle operazioni di conquista della
Palestina da parte di alcuni gruppi sionisti.
Attraverso questo mito dalle molte sfaccettature e dalle molte intenzioni,
compreso quella di “compattare” il popolo ebraico attraverso la lotta per
una patria-terra comune (patria: terra degli avi), viene proposto all’intera
umanità attraverso tutti i mezzi disponibili dal progresso mediatico, un
ipotetico “popolo di Israele”, in realtà inesistente, ma del tutto
divinizzato in quanto “olocausto”, cioè sacrificato a Dio dall’umana empietà
perché “prediletto da Dio”. Il termine “olocausto” utilizzato abitualmente
dai Media per indicare il sacrificio del solo “Popolo di Dio”, è stato
lanciato da una “fiction” televisiva, imposta a tutte le televisioni del
mondo, realizzata dal famoso regista Spielberg, con il preciso intento di
far condividere all’Umanità intera, attraverso l’artifizio dell’imposizione
della parola olocausto, la tesi sostenuta dal concetto sottinteso alla
parola stessa.
1) Ruolo della Chiesa cattolica
Pochi sanno che all’origine di questa operazione culturale a sfondo
politico-religioso, c’è una strategia politica che vede come attore
principale la Chiesa Cattolica. Cercheremo di riassumere i concetti
essenziali messi in gioco, sottintendendo due elementi di base.
a) Non entriamo nel giudizio sui presupposti dottrinari della romana
cattolicità, che non ci interessano.
b) Non entriamo, per il momento, nell’analisi della strategia geopolitica
del Vaticano che, come noto, muove le sue pedine con lungimirante lentezza.
Ci interessa pertanto sottolineare alcuni passaggi, grazie all’analisi di
don Curzio Nitoglia (“Sodalitium”, luglio 2004), che distende sotto i nostri
occhi le fasi dialettiche del passaggio dalla precedente concezione che il
Cattolicesimo aveva dell’ebraismo, a quella attuale che supporta il Mito
dell’Olocausto. Ciò che ci interessa per il momento dimostrare è quanto sia
facile la manipolazione delle coscienze e quindi dei comportamenti, specie
se si tratta di “verità di Fede” da introiettare e contemporaneamente quanto
sia ugualmente facile “trovare il bandolo della matassa” se si indaga in
profondità su certi avvenimenti apparentemente casuali.
2) La dichiarazione “ Nostra Aetate”
Questa dichiarazione riguarda i rapporti della Chiesa con le religioni non
cristiane, ed è stata promulgata il 28 ottobre 1965, quale sostanziale
conclusione del Concilio Vaticano II (1962-1965),durante il quale si
concordò sulla “vocazione soprannaturale del popolo ebraico”. Va tenuto
presente che proprio in quegli anni avvengono fatti che è sempre bene
ricordare, ma che qui è giocoforza trascurare. Fra questi, comunque, bisogna
prenderne in considerazione almeno quattro:
a) Processo Eichmann, (catturato e processato quando ancora moltissimi ex-SS
erano agenti CIA);
b) guerra arabo-israeliana (collaborazione più o meno segreta italiana con
Israele);
c) avvicinamento a grandi passi verso il potere della lobby
ebraico-fondamentalista negli USA;
d) assassinio di Kennedy (cattolico).
Pensare di dissociare questi avvenimenti, come se tutto capitasse per caso,
vuol dire non capire niente né dei comportamenti umani e tantomeno delle
forze reali che agiscono nella Storia. Il che non significa complottismo,
cioè vedere complotti ovunque, ma rendersi conto che i centri di potere, i
quali agiscono in contrasto o in combutta secondo alleanze strategiche
spesso concordate, muovono le loro pedine su tutti gli scacchieri esistenti.
3) Per capire i termini della questione
Per una ragione di logica, una logica che noi, alla luce della razionalità
graco-latina ci limitiamo a non prendere in considerazione, ma paventiamo
per i suoi riflessi sulla storia del mondo, la Dottrina Cristiana ha sempre
sostenuto che l’ipotetico “patto con Dio” (peculiarità dell’ebraismo nei
confronti dell’ellenismo), stabilito dal popolo ebraico fino alla venuta di
Cristo, è decaduto quando gli ebrei non hanno voluto riconoscere Gesù come
figlio di Dio, venuto sulla terra per proporre un nuovo “patto con Dio”. In
conseguenza di questo nuovo patto, gli unici “figli di Dio” o come vogliamo
chiamarli, sono i cristiani assieme a tutti coloro che si convertono al
cristianesimo. (Accettano, firmano, controfirmano il nuovo patto, la nuova
alleanza). A rigor di logica gli altri non possono fregiarsi di questo
titolo salvifico. Ed a maggior ragione il “popolo di Israele” che non solo
non ha voluto (né potuto) riconoscere il “figlio di Dio”, ma, in consonanza
con le proprie leggi di carattere teocratico lo ha messo a morte in quanto,
secondo il Talmud, «aveva praticato la magia, sedotto e corrotto Israele».
Un ragionamento che non fa una piega.
Queste vicende, fino agli anni 60 del ‘900 costituivano un aggravante per i
figli di Israele in quanto, uccidendo Gesù, avevano pervertito e cancellato
la «loro fondamentale ragion d’essere come religione» (in quanto preludeva
alla redenzione cristica) e perciò stesso «come razza separata». Più
concisamente, professare l’ebraismo dopo la venuta di Cristo è asserire che
Cristo non è il vero Messia. Dire che Cristo non è il vero Messia è chiedere
la sua morte in quanto egli dichiarandosi “il Messia” è blasfemo, e va
punito, secondo la legge di Mosè, con la morte. A conferma della posizione
cristiana in merito, San Pietro scrive: «siete stati riscattati non con
l’oro e l’argento… ma col prezioso sangue di Cristo, dell’agnello immacolato
ed incontaminato, preordinato già prima della creazione del mondo». Ad
ulteriore conferma, il Concilio di Firenze (1438-1445) ha definito che: «Le
osservanze legali dell’Antico Testamento sono cessate con la venuta di
Cristo ed hanno preso inizio i 7 Sacramenti del Nuovo Testamento». Quindi
con questo concilio, la Chiesa chiude con la Bibbia.
4) Cosa cambia la “Nostra Aetate”
Bisogna intanto rendersi conto che, secondo una logica dogmatica, cioè
secondo una formulazione linguistica apparentemente razionale alla quale
“tutti” devono credere, qualsiasi azione di carattere politico non può
essere laicamente autonoma, ma deve essere la conseguenza diretta di una
presa di posizione di carattere dottrinario in se stessa coerente. Si
tratta, in realtà, di una nuova dottrina.
(Insomma, Giovanna d’ Arco, dovendo essere messa a morte, è stata bruciata
come strega, salvo rapida riabilitazione post mortem; mentre Hitler, avendo
perseguitato gli ebrei, figli prediletti di Dio, e quindi “Bene Assoluto”, è
il “Male Assoluto”, cioè una giaculatoria di stampo religioso. Quando si
commentano certe frasi dette apparentemente sotto l’effetto di forti
emozioni o di forti interessi personali, spesso non ci si rende conto che in
realtà si ratta di un rituale religioso). Conseguenza: l’alleanza
geopolitica della Chiesa con l’ebraismo sionistico talmudico si instaura su
una dichiarazione di stampo religioso, alla quale tutti i fedeli cattolici
devono piegarsi.
Secondo la dichiarazione Nostra Aetate, gli ebrei, in quanto “stirpe” (cioè
razza!) restano figli di Dio pur senza riconoscere il Cristo. (Viene sancito
il «legame della Chiesa con la stirpe di Abramo»). Cioè, mentre per tutti
gli altri popoli la salvezza viene se ci si converte alla “vera religione”,
per gli ebrei c’è una “dispensa”, un “SALVACONDOTTO”, in quanto “per razza,
figli prediletti di Dio”. Ci vuol poco a capire quanto una dichiarazione del
genere possa aver rappresentato come “mano libera” per i vari Sharon e soci
negli USA, e quanto poco possano rappresentare le “deplorazioni” papali
causate dal comportamento dei sionisti in Palestina, in USA, nel mondo.
Scrive il cardinal Kasper: «Gli ebrei restano nell’alleanza salvifica di
Dio… inoltre essi sono chiamati da Dio a preparare il mondo al regno dei
Cieli» e, secondo il cardinal Lustiger, ebreo convertito (a cosa?), «Il
peccato dei cristiani è quello di Deicidio (nientemeno! - N.d.R.) riguardo
alla sorte che hanno riservato al popolo ebraico… la “vittima assoluta” di
cui Gesù è solo un simbolo, è Israele… la “Teologia della sostituzione
cristiana” è un’appropriazione abusiva e blasfema della “elezione di
Israele”». (Piccola nota: se questa non è eresia rispetto al vecchio
Cattolicesimo e se queste frasi non rispecchiano una visione per lo meno
fondamentalista della religione non si può più fare affidamento sulle
parole). Mentre il fratel Jean-Miguel Garrigues scrive: «Pronunciandosi per
la prima volta con autorità, la Chiesa ha esposto al Concilio Vaticano II i
fondamenti rivelati della sua fede sulla vocazione soprannaturale del popolo
ebraico», mentre per il rabbinato la credenza nella divinità di Gesù resta
sempre idolatria ed è passibile di morte.
Conclusioni
Mentre ci riserviamo un ulteriore accenno, ma in un secondo tempo, sulla
origini culturali della Dichiarazione “Nostra Aetate”, occorre dichiarare
che non abbiamo l’assillo di difendere la purezza della dottrina cattolica;
problemi di linguaggio e di logica come base razionale di qualsiasi “visione
del mondo” a parte, perché dalle note precedenti molto si può apprendere
sugli aspetti più interessanti di detta dottrina. Da come le cose si sono
messe, anzi, non crediamo ci sia molto da difendere, soprattutto dopo secoli
di falsificazioni ed espedienti. Per noi il Cristianesimo, nella sua forma
cattolico-romana, ma anche attraverso le sue molte “eresie” e relative
“dispute” più o meno “vivaci”, è il frutto di una simbiosi mediterranea fra
l’ellenismo, inteso come cultura pervasiva greco-romana ed il giudaismo
ellenizzato, manifestatosi nell’essenismo, ed è del tutto inutile aprire
lunghe e dotte disquisizioni sulle evidenze. Non a caso molti studiosi
ritengono che la figura del Cristo, apparentemente storicizzata nei Vangeli
cosiddetti “canonici”, rispecchi un “Maestro di Luce” esseno, crocifisso
attorno al 60 avanti Cristo. Per noi, gli aspetti più originali e più alti
del cristianesimo sono proprio quelli di derivazione classica. Un esempio
per tutti: la divinizzazione del “concetto di amore” ha ben poco a che
vedere con l’ebraismo e la Bibbia precristiana.
Ci ha mosso a scrivere queste poche righe il bisogno di attestare che:
1) Malgrado la presenza e l’incidenza di concetti come perdono, redenzione,
amore, tanto decantati a parole, i rapporti umani continuano ad esser basati
sulla forza. Il Concilio Vaticano II, in questo simile a tanti altri che
l’hanno preceduto, è l’espressione dei mutati rapporti di forza fra la
Chiesa e l’establishment ebraico-evangelico che controlla il potere negli
USA. (Almeno per ora).
2) L’accusa di mentalità complottistica contro coloro che cercano di svelare
i gruppi di potere che preordinano gli avvenimenti, è funzionale alle
manovre di questi gruppi.
3) È possibile travisare ogni concezione dottrinaria per ragioni politiche.
4) Il processo di giudaizzazione del cristianesimo è in atto ed a questo
sicuramente è funzionale la polemica sulle “radici giudaico-cristiane”
dell’Europa, ignorando quelle della Classicità e del Mondo Nordico.
5) Quando ebrei e Chiesa si accordano per fini comuni le cose per gli
italiani non vanno bene. Fra i tanti esempi si potrebbe citare la “Guerra
Gotica”, scatenata per le responsabilità congiunte dei succitati poteri, che
devastò l’Italia per 18 anni, dal 535 al 553, lasciandola preda degli eventi
per qualche secolo, mentre da parte gotica si tentava la prima unificazione
nazionale nascente dalla fusione fra latini e germani. L’insegnamento è
ancora attuale.
6) Le basi culturali e dottrinarie su cui si basa questa alleanza
rappresentano una ventata di fondamentalismo ed irrazionalità della quale
dobbiamo ancora conoscere le conseguenze.
7) L’equilibrato ed autorevole anche se poco conosciuto settimanale “Il
Domenicale” ha pubblicato nel numero estivo un pregevole racconto di
fantastoria, con il quale si ipotizza ciò che in molti, incluso il
sottoscritto, pensano da tempo: che il potere romano abbia favorito lo
sviluppo del cristianesimo per ridurre il nefasto potere economico degli
ebrei nella Roma imperiale del primo secolo Dopo Cristo. Il fatto che siamo
in molti a pensarlo costituisce un elemento di credibilità superiore a tante
storielle inventate e fatte passare per vere.
Giorgio
Vitali |