Italia - Repubblica - Socializzazione

 

Foglio di orientamento n° 1/2000


AREA

In politica si hanno soltanto due alternative: adeguarsi alla realtà esistente o tentare di cambiarla. Tertium non datur.

I conservatori si conformano alla prima, i rivoluzionari alla seconda alternativa. I primi si fanno coinvolgere in aree, coalizioni o aggregazioni più o meno mefitiche; i secondi, marciano soli e, se del caso, non disdegnano la fragranza del «bosco» con i suoi dolci silenzi, il pugnale alla cinta e lo schioppo per guanciale.

La pubblicistica contemporanea attribuisce al concetto di area connotazioni e funzioni che esorbitano dal suo significato geometrico. Vi sono infatti aree linguistiche, monetarie, culturali, politiche, depresse, ecc. Comunque impiegata, la nozione di area rimane pur sempre ancorata all'idea di chiusura, di separazione dal tutto di limitazione di orizzonti, di enclave o, peggio, di condominio.

In Italia, le aree politiche si formano con il convergere di elementi eterogenei su programmi generici, confusi e suscettibili di qualunque interpretazione. Frutto di unioni ibride, prive di consistenza etica e ideologica, nella speranza di costituire una forza, esse risultano essere sempre la somma di tante debolezze. Là dove il destino le porti al potere, il fatale insorgere fra loro di tensioni concorrenziali impedisce il comporsi di quadri politici stabili e vanifica ogni residuo slancio creativo e innovatore.

Oltre al servilismo verso, lo straniero, quel che di esse vivamente deploriamo è la mutua ipocrisia manifestantesi nell'inesausta gara a chi riesca ad apparire più degli atri pervaso di sentimenti di giustizia, di libertà, di progresso e di amore per il popolo; competizione che vede vincitori sempre coloro i quali posseggono la ripugnante attitudine a quella TRASVERSALITÀ di cui furono maestri due preti: Pintacuda e Sorge.

Le crisi periodicamente ricorrenti che le caratterizzano, del resto, hanno il solo scopo di riadeguare i rapporti interni di potere, in altri termini, di ridistribuire le poltrone. Siffatta perenne instabilità -atteso che i governi europei non attuano una propria linea politica, non agiscono, ma sono politicamente agiti dai padroni del mondo- non dispiace affatto all’ONU, alla Trilaterale e alla Nato.Qualche area, poi, dà la precisa sensazione del monotono reiterarsi di percorsi equivoci i quali, traendo ispirazione da un noto ministero -a servizio compiuto- al medesimo ministero riconducano.

Quand’anche così non fosse, cioè che le aree fossero modelli di coerenza morale e politica e che non esistessero «aree di servizio», poiché la nostra azione politica trae alimento in princìpi etici validi in ogni tempo e in ogni luogo, e s'incardina nell'intuizione mussoliniana dell'ineludibile esigenza storica del superamento del capitalismo attraverso la fondazione dello STATO DI POPOLO, nel quale il cittadino coincide con lo STATO e vive e opera per l'onore e la gioia di essere utile alla patria e all'umanità, il nostro atteggiamento nei loro confronti non muterebbe di segno.

 

 

«I deboli non combattono, i forti combattono un'ora,
i più forti combattono un giorno,
i fortissimi combattono un anno,
solo pochi combattono tutta la vita
Costoro sono indispensabili»

 

 

 

ANTIFASCISMO VISCERALE

Con il livore che gronda dall'articolo sul "Corriere dalla sera" in data 21.8.99, il prof Elemire Zolla ha conseguito l'esito di far regredire una cattedra universitaria al livello delle cellule comuniste di borgata degli anni '50/60, quando «ammazzare un fascista non era reato». Egli, infatti, scrive che, durante il periodo fascista: «professori di ginnastica ruvidi e violenti (...) digrignavano i denti» onde i fanciulli «subivano le torture più bieche e imparavano a ubbidire tremando (...) miravano a infondere terrore nei fanciulli (...) ne rubavano le anime e le strizzavano torcendole come i panni che una lavandaia getti nel fiume e inzuppi per poi torcere fino a fame scivolar via un rivoletto, ritorcendo fino all’ultima goccia». In vero, mai udimmo una più grossolana deformazione dei fatti.Le cose, come ognuno ricorda, andavano in tutt'altro modo. Innanzitutto, i professori di educazione fisica (e non di ginnastica, come scrive Zolla) svolgevano la loro professione con competenza e passione. Talvolta, specialmente con ragazzetti impacciati e mollicci come forse era il futuro prof Zolla, essi erano costretti ad alzare la voce più del necessario, ma solo per renderli più agili, scattanti e perché prendessero coscienza delle proprie potenzialità psicofisiche e ne facessero adeguato uso nella vita. Lo Stato fascista, inoltre, poneva la massima cura alla salute morale e fisica soprattutto dei giovani.

Non vale la pena rammentare al prof Zolla che il quasi sessantenne Giulio Cesare, superba espressione della più alta civiltà che sia apparsa sulla terra, uomo di profonda cultura e di indiscusse virtù di statista, oltre che insuperato scrittore di cose militari, ogni mattina si recava al campo di Marte per addestrarsi con i legionari ventenni. Scommettiamo, invece, che Zolla non abbia mai preso il tram in corsa e che quando incontra qualche anziano signore della sua stessa età (classe di ferro 1926) procedere a testa alta, spalle diritte e con una notevole grinta, si irriti ancora perché sa che ciò è dovuto a quella Gioventù Italiana del Littorio fondata da tal Renato Ricci, il quale non era professore e tuttavia seppe fare eccellenti cose per la Patria e per la gioventù italiana, che tanto amava.

Autore di apprezzati studi storico-tradizionali, con la sua malaccorta sortita, il prof. Zolla non esprime null'altro che il modo di sentire e di essere di certa borghesia italiota nella quale è connaturata l'avversione al fascismo, in genere e ai contenuti rivoluzionari che esso apportò nei settori sociali ed educativi, in specie, donde i figli degli operai assai spesso risultavano essere migliori di quelli delle c.d. «classi alte».

Suo malgrado, il professore ha ridestato in noi l’energica figura di quel Renato Ricci il quale, con le cinque lire della tessera della GIL, aveva acquisito un complesso di 1331 proprietà destinate ad opere di assistenza, educative e ricreative, ivi comprese molte centinaia di colonie marine e montane per i ragazzi delle famiglie meno abbienti, e due autentici gioielli: l’Accademia maschile di educazione fisica del Foro Mussolini e quella femminile di Orvieto. Tali beni vennero valutati dal senatore Sacco in lire 170 miliardi (29.9.1949), in lire 160 miliardi dal senatore Bergmann (26.10.1950). Nel contempo, Pietro Caporilli -il quale si guardava bene dall'appartenere alle greppie democristiane- li valutava (mai smentito) in non meno di 280-300 miliardi. Allo scadere (1957) di una incongrua convenzione con la Pontificia Opera Assistenza, non si è più saputo nulla circa quell'ingente patrimonio.Questa Federazione sarà grata a chiunque vorrà comunicarle notizie attendibili in merito.

 

 

Come ogni altra libertà, la libertà
dalla corruzione coincide con la
libertà dall’antifascismo.

 

 

 

CRAXI, IL VATICANO E GLI USA

Il Vaticano si oppose ferocemente all'unità d’Italia e riconobbe lo Stato Italiano dopo 68 anni dalla sua costituzione. Aspro fu anche il conflitto del Vaticano con le prime correnti liberali e socialiste. Il socialista F. Turati, con queste parole accolse l'enciclica "Rerum novarum" di Leone XII: «È qualcosa di veramente vile questo prosternarsi del Papa, che parla in nome di Cristo, questo suo trascinarsi ginocchioni dietro la borghesia incredula, scettica, gaudente, che a lui e alla sua Chiesa, nell'intimità, in modo che il volgo non vedesse, non diede e non saprebbe dare che calci e ceffoni» (cfr Postilla, in "Critica Sociale", 31.5.1891). Dopo 50 anni, la IIª Guerra mondiale vide le due realtà schierate per le democrazie senz'anima e per il bolscevismo senza Dio. L'asprezza riprese vigore quando socialisti e comunisti, uniti nel fronte popolare, finsero (ben sapevano che Stalin, in forza dei Patti di Yalta, non glielo avrebbe consentito) di voler governare l’Italia per conto di S. madre Russia, mentre il Vaticano era da tempo candidato a governarla per conto degli USA. Ritroviamo però i due compari nel centrosinistra a governare l'Italia, secondo i crismi di S. statunitense CIA; con Pietro Nenni, ex-miliziano nella Guerra di Spagna (uccisi: 13 vescovi, 4184 sacerdoti e 2648 religiosi) ed ex-premio Stalin per la pace, quale ministro degli interni e vicepresidente del consiglio. Nel 1983, le redini dello sconcio condominio passarono dalle mani della DC in quelle dei PSI, nella persona del delfino di Nenni, Benedetto Craxi il quale, per meglio regolamentare la corruttela e il disordine nazionale, si avvalse anche del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani). Ma inciampò maldestramente in tangentopoli, generoso, ma vano tentativo di rigenerare una società corrotta da parte di una istituzione che, direttamente-indirettamente, aveva concorso all'espandersi della corruzione. Per evitare il carcere, Craxi si rifugiò in Tunisia, dove morì il 20.1.2000La regola del CAF aveva costituito il fondamento etico dello Stato Pontificio, il più disordinato e corrotto fra gli Stati pre-risorgimentali: perché nessuno si lamenti o si ribelli, altrimenti sarebbe il primo a subire i rigori della legge, tutti e a tutti i livelli, debbono essere corrotti.

Le squallide sceneggiate del funerale di Craxi sono state infiorate dalla preghiera del Papa e dal suo dono di un rosario al defunto; funerale seguito dalla di lui esaltazione da parte del Card. Ruini, motivata dall'aver il defunto fornito: «... apporto decisivo (...) all'Accordo di revisione del Concordato, ma anche (per aver dato - N.d.R.) il suo contributo alla causa della libertà, e di fatto al mantenimento della pace ...» ("Avvenire", 25.1.2000), dalla quale emergono interpretazioni tanto sorprendenti, quanto lontane dal vero. Infatti:

1) la Conciliazione fu resa possibile per volontà del regime fascista, la cui azione politica era fondata sull'armonia religiosa, sociale e politica del popolo italiano. Mussolini, nella Dottrina, afferma: «Lo stato fascista non ha una teologia, ma una morale. La religione viene considerata come una delle manifestazioni più profonde dello spirito; non viene, quindi, soltanto rispettata, ma difesa e protetta»;

2) l'iniziativa di «rivedere» il Concordato fu assunta dal Parlamento sin dal 7.4.71 e assunse forza di legge il 18.2.84, semplicemente per prendere atto che: «Si considera non più in vigore il principio (...) della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano», dato amaramente rilevato da "La civiltà Cattolica" dell'1.10.83: «L’Italia oggi non si può più definire una nazione cattolica: (...) i praticanti sono scesi al di sotto del 30%. vale a dire sono sensibilmente meno di un terzo della popolazione (...) il nostro Paese, dal punto di vista della pratica religiosa e del costume, non è più cattolico». Ciò è cagione di dolore e sconforto per quanti seguono il Vangelo con autentica devozione;3) poiché il rispetto dei morti non comporta il disattendere la verità, rileviamo che Craxi a Sigonella evitò semplicemente che l'Italia scadesse a un livello più basso di una repubblica delle banane; permise l'installazione in Italia degli euromissili, non contestò le basi americane ivi esistenti, si conformò pedissequamente alla politica di asservimento degli interessi nazionali a quelli degli USA e, con il taglio della scala mobile, danneggiò gravemente i lavoratori italiani.

Pertanto, la FNCRSI ribadisce la decisione assunta dalla sua DN in data 18.4.71:

rilevato che la manifesta volontà di frazionare il problema di fondo nelle molte questioni derivanti dai singoli articoli e disposizioni dei Concordato, rappresenta una manovra delle forze confessionali della maggioranza per eludere la definitiva soluzione della questione, che da ciò deriva uno stato di inferiorità nei confronti della controparte;

costatato come siano venute meno le condizioni storiche, sociali e politiche che presiedettero alla stipulazione dell'Accordo; indica nella denuncia del Concordato con la Santa Sede la riaffermazione della autonomia dello Stato e la sua indipendenza dalle pressioni e dagli interessi di Potenze straniere.

Contestualmente, i giovani di Controcorrente, organizzazione giovanile della FNCRSI, affissero nella Capitale un manifesto con il quale, fra l'altro, si affermava: «Non libera Chiesa in libero Stato, ma un nuovo libero Stato creatore di una civiltà di uomini spiritualmente, socialmente e politicamente liberi, che in una visione religiosa della vita, sappiano affermare una volontà politica al di sopra dell'antitesi laicismo-clericalismo».

 

 

«La vita quale la concepisce il fascista è seria,
austera, religiosa, tutta librata in un mondo sorretto
dalle forze morali e responsabili dello spirito»

 

 

XIIª DISPOSIZIONE

LE ELEZIONI: (È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista)

 

Questa Federazione:

tenuto conto che le prossime consultazioni elettorali si risolveranno in pura e semplice ridistribuzione di posti di potere, senza apportare alcun miglioramento alle condizioni di vita degli italiani;preso atto che è tuttora in vigore la XIIª Disposizione transitoria e finale della Costituzione, in forza della quale nessun partito politico può rappresentare i princìpi etici, morali, sociali e politici del fascismo;

considerate le passate esperienze di partiti che hanno ignobilmente strumentalizzato l’Idea fascista per fini contrari all'Idea medesima e agli interessi del popolo italiano;invita iscritti e simpatizzanti ad

 

ASTENERSI DAL VOTO O VOTARE SCHEDA BIANCA

 

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