Il vangelo della sicurezza
del XXI secolo
Gennaro Carotenuto
Sono tutti cattolici
osservanti. Si scandalizzano se vedono un frocio e ancor di più si
scandalizzano se vedono un povero. «Ero povero e mi hai accolto»
dovrebbe ricordare «il Santo padre che vive in Roma» e invece sta
straordinariamente zitto. |
Carcere dunque è la soluzione: carcere per l'immigrato "sans papiers", carcere
per il mendicante, carcere per molti altri soggetti, carcere pure per chi non è
d'accordo su dove mettere una discarica. Carcere per chi non ha il nostro stile
di vita, carcere per chi è nomade, carcere per chi si droga, carcere per chi è
povero, ignorante, carcere per chi è schiavo.
Carcere per tutti, meno per chi dà lavoro servile in nero. Sono io, io povero in
condizione di bisogno ad essere la vittima, sei tu, che mi dai lavoro in nero,
lo sfruttatore. Tu puoi scegliere, io no. Sono io sfruttato che devo potermi
rivolgere allo Stato per esigere giustizia. Ma stranamente c'è carcere per la
vittima ma non per lo sfruttatore. Così lo sfruttato, l'immensa schiera, dovrà
farsi ancora più complice dello sfruttatore, nei cantieri, nei campi e nelle
officine, nei lavori domestici. Forse chiudiamo un occhio per le badanti, che
attutiscono (finchè accetteranno stipendi «che gli italiani non accetterebbero»)
gli effetti della distruzione dello stato sociale. Che lo sfruttato si nasconda
di più, non turbi la nostra vista. «Ero povero e mi hai sfruttato» recita il
nuovo vangelo schiavista del XXI secolo.
C'è una lunga storia premoderna di povero come deviante, povero da reprimere,
povero da allontanare, da tenere al di fuori della cerchia muraria. Una lunga
storia ricacciata indietro dalla nostra modernità che è innanzitutto includente.
Come si combatte l'evasione scolastica dei bambini Rom? Con il carcere ai
genitori? Se nell'Italia post-unitaria avessimo messo in carcere chi non mandava
i figli a scuola avremmo avuto campi incolti e fabbriche vuote. La cifra della
modernità sta nell'inclusione, nell'investire per l'inclusione, nella
costruzione di una nazione che sia di tutti, nella fine delle differenze per
razza, censo, sesso, religione. La cifra della modernità sta nella costruzione
di una nazione dove il povero, il rom, l'immigrato, divengano parte della
comunità, non nella comunità identitaria, di sangue ma sempre più anche di
censo, che pretende la Lega Nord.
Quella modernità, quella costruzione della nazione, che è ancora testimoniata
dalla Costituzione repubblicana, sembra oggi alle nostre spalle. L'Unione
Europea ci critica, come potete lasciare persone che vivono tra voi da decenni
in condizioni infraumane? Rispondiamo che sono loro a non volersi integrare, ma
è il forte, non il debole a dover trovare soluzioni. Soluzioni che, come nel
Settecento sono trovate nella pura repressione. Repressione con il consenso!
Lasciamoli lavorare, pensa, soffocato dai media, perfino chi non ha votato
l'attuale governo: legge e ordine. Finalmente! «Lo Stato c'è» ha detto Silvio
Berlusconi, tra gli applausi dei media servili. Finora è lo Stato repressore ad
essere tornato; ma manca e temo che continuerà a mancare, lo Stato integratore.
Ammettiamo e non concediamo che sia giusto incarcerare il deviante povero, il
deviante per necessità, il deviante per ignoranza. Ammettiamo e non concediamo
che con la repressione si ottenga una società di regolari, senza clandestinità e
senza devianza. Ma se il simbolo della giustizia è una bilancia, uno dei due
piatti è vuoto. Proclamati i doveri, dove sono i diritti? Se rispetto le leggi,
entro regolarmente, lavoro regolarmente senza protestare (perchè se protesto
posso essere licenziato e se sono licenziato sono espulso o ricado nella
devianza), quando per questa società smetterò di essere un problema e diventerò
cittadino? Silenzio assoluto.
Sicurezza, tutto è sicurezza. Immigrazione uguale sicurezza. Spazzatura uguale
sicurezza. È sicurezza perfino non volere Roberto Saviano come vicino: quel
pericoloso deviante ha denunciato la Camorra e proprio nel mio condominio
pretende di abitare? Professionisti dell'antimafia, li chiamavano un tempo con
fastidio. Chi è contro la Camorra (non la Camorra) attenta alla mia sicurezza, è
lo sragionamento. La Camorra è la normalità. Meglio convivere con la Mafia che
con Saviano.
C'è un impoverimento verbale, prima ancora che politico, del concetto di
sicurezza. Trasformare gli immondezzai in inviolabili aree militari (e se le
violi, manco a dirlo, carcere) rivela la stessa maniera di interpretare la
modernità. I nostri soldati dovevano esportare la democrazia, adesso li mettono
a guardia della monnezza. Oggi la democrazia si difende difendendo le discariche
perchè il problema dei rifiuti sono i cittadini che protestano. Sicurezza,
monnezza. Impedite le proteste «Napoli rifiorirà» ha detto Silvio Berlusconi.
Metteremo i caschi blu dell'ONU a guardia del percolato e «Napoli rifiorirà».
«Napoli rifiorirà». «Napoli rifiorirà».
«Lo Stato c'è» ha detto anche il Presidente spazzino e Napoli è stata ripulita
d'incanto, come fu ripulita per Hitler, per Mussolini, per Fanfani (e sarebbe
stata ripulita per Stalin se fosse venuto) e prima ancora per Franceschiello.
«Lo Stato c'è», che fa rima con «Silvio c'è», e andando per sillogismi possiamo
concludere che «lo Stato è Silvio». Se «lo Stato è Silvio» a che serve
partecipare? A che serve la Costituzione?
Ma quello Stato che coincide con Silvio non ci ricorda il corpo del Duce che
sintetizzava lo Stato fascista. Ci ricorda «l'état c'est moi», «lo Stato sono
io» dell'assolutismo, di Luigi XIV e dei re Borbone. Entri la Corte a Palazzo
Reale e si faccia festa. Si dia un po' di farina al popolo, l'ICI, la
detassazione degli straordinari (ma non agli statali), e per i devianti c'è la
forca. Feste, farina e forca. Poi venne l'illuminismo, ma da noi, a parte i
fuochi dei cassonetti, è tutto ancora spento.
Gennaro Carotenuto
il COMMENTO di Giorgio
Vitali:
Quanto qui scritto è IL meglio fra I tanti articoli scritti e
pubblicati DA queste persone su un argomento che potrebbe essere un
altro. Ma questo è assolutamente indicativo di quanto IL pensiero
sottinteso a queste argomentazioni sia funzionale agli interessi di
coloro che intendono gestire IL sistema come hanno sempre fatto.
L'immobilismo. L'immobilismo è utile perchè ottiene IL consenso in
un contesto nel quale attraverso IL piagnisteo ha sempre governato
la Mafia-camorra. Il piagnisteo CONSENTE a qualsiasi delinquente di
continuare a gestire spezzoni di territorio nazionale. L'esempio
tipico è dato dal problema rifiuti. Nessuno, fra I giornalisti
accreditati, che ci spieghi cosa IN REALTA' viene SPEDITO in
Germania coi vagoni piombati. Qualcuno pensa che si tratti di
monnezza? Noi, esperti di falsificazioni storiche, sappiamo che
l'informazione nazionale è sistematicamente falsificata. Non solo
dai Media di REGIME: (berlusconiani e pubblici) ma soprattutto DA
questi souteneurs che hanno buon gioco a manipolare Le menti dei
GONZI.
Dimostrazioni? Semplice. Il pianto fine a se stesso. L'assoluta
ASSENZA di proposte di soluzione del problema. Il falso pietismo nei
confronti dei FALSI DEBOLI (in realtà: falsi pensionati, falsi
immigrati, falsi lavoratori, falsi invalidi ...). Il VERO DEBOLE, in
questa società, è del tutto schiacciato! NOI sappiamo ANCHE che gli
Alleati hanno risalito l'Italia dal Sud. E questa risalita ha
significato storicamente la lenta e graduale conquista di buona
parte del paese dalle Organizzazioni mafio-camorriste, che
rispondevano allora e continuano a rispondere oggi proprio al potere
USA/Israel della loro concessione di SOTTOGOVERNO. Ma potremmo
continuare all'infinito. Ci basti IL fatto di aver potuto
documentare, sulla base di questi scritti, l'inconsistenza di una
alternativa all'attuale sistema di potere che proviene dalla
cosiddetta sinistra ufficiale.
Giorgio Vitali
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