A cento anni dal compimento dell’Unità Nazionale, l’Italia è preda e proprietà di tutti: America, Russia, Vaticano, Finanza e Capitalismo internazionali, Sindacati a questi asserviti, Teppisti e Delinquenti. Il laicismo, di cui si sostanzia l’antifascismo, vuol far credere di aver la paternità della conquista di Roma a capitale degli Italiani e così suona tromboni e grancasse per coprire cento anni di sterilità e per nascondere l’attuale servile acquiescenza ad ogni più sfacciata forma di clericalismo.

L’evento, invece, e gli uomini che lo hanno nei secoli vagheggiato e per esso hanno lottato al grido di «Roma o Morte», grandeggiano sulla miseria presente, sui materialisti ad una dimensione, sui radicaluccci che ne strumentalizzano il ricordo.

Roma e l’Italia ritroveranno una dignità storica solo quando sapranno comunicare al mondo un messaggio, che è civile, di giustizia umana e sociale